Il Commissario Rossi nomina Agnolin commissario
dell’Associazione Arbitri
14/06 Il commissario straordinario della Figc Guido Rossi ha nominato
l'ex arbitro Luigi Agnolin commissario dell'Aia. La nomina di Agnolin,
ex arbitro internazionale ed ex responsabile della Can C, trova
originaria motivazione nel provvedimento con il quale il Coni il
16 maggio scorso ha provveduto a commissariare la Figc scrivendo,
tra l'altro, che le vicende in corso "concretizzano una evidente
contestata impossibilita' di funzionamento degli organici direttivi
della Figc e delle sue articolazioni". Nell'ambito delle articolazioni
della Figc - si legge nella delibera firmata da Guido Rossi - "va
sicuramente annoverata l'Aia, attesi il suo incardinamento nella
struttura organizzativa federale e la preordinazione delle sue attribuzioni
al perseguimento dei fini istituzionali delle federazione".
Nel quadro complessivo della situazione "si inseriscono l'autosospensione
del presidente dell'Aia e le note vicende, che vedono coinvolti,
come indagati, lo stesso presidente dell'Aia, i due ex designatori,
l'ex vice commissariod ella Can e numerosi degli altri tesserati
tra arbitri e assistenti arbitrali di primo livello". Da qui
la necessita' di un passaggio commissariale che contribuisca a rilanciare
la credibilita' e la forza associativa dell'Aia, garantendo al contempo
il regolare svolgimento delle competizioni in vista dell'imminente
avvio della stagione agonistica 2006-2007. A Luigi Agnolin, il commissario
straordinario della Figc Guido Rossi ha conferito nella delibera
firmata oggi "tutti i poteri necessari per l'espletamento delle
attribuzioni demandate al Presidente nazionale, al vice presidente
nazionale, al responsabile del Settore tecnico arbitrale, al Comitato
nazionale e al Consiglio centrale dell'Aia, compreso quello di procedere
alla nomina di uno o piu'subcommissari". Il mandato commissariale
di Agnolin avra' termine dopo la ricostituzione degli organi direttivi
centrali dell'Aia, da attuarasi entro il 31 ottobre prossimo.
La scheda di Agnolin
14/06 Luigi Agnolin, nominato oggi commissario dell'associazione
italiana arbitri (Aia), e' stato arbitro internazionale, dirigente
di club (Roma e Verona), e prima dell'incarico ricevuto da Guido
Rossi ricopriva l'incarico di presidente del Settore giovanile e
scolastico della Figc. Nato a Bassano del Grappa (Vicenza) il 21
marzo 1943, diplomato all' Isef di Bologna, e' sposato e padre di
due figlie. Grande sportivo, ha giocato a basket con il Bassano
Basket, e' stato istruttore di nuoto e per trent'anni (1962-1992)
arbitro di calcio ai massimi livelli nazionali ed internazionali.
Sono state 226 le presenze in serie A, 98 in campo internazionale,
ha diretto tre finali di Coppa (Campioni, Coppe e Supercoppa), ha
partecipato a due Mondiali (Messico '86 e Italia '90), a Mondiale
Under 21 (Urss '89), ad un Mondiale di calcio a cinque (Paesi Bassi
'85). Rappresentante degli arbitri in attivita' dall' '85 al '90
e' stato commissario degli arbitri di serie C dal '90 al '92, quindi
commissario speciale Uefa e Fifa. Dal '94 al '95 e' stato direttore
generale della Roma, Cavaliere ufficiale della Repubblica, ha vinto
sette volte l' oscar degli arbitri di serie A, e' stato due volte
Seminatore d' Oro ed ha collezionato una serie innumerevoli di premi
tra cui anche il ''Franchi'' per la sua carriera sportiva.
Casarin “L’arbitro torni ad essere
l’uomo misterioso”
"Visto il fallimento del sistema precendte, il progetto arbitrale
deve essere rifondato". Lo ha detto in merito alla vicenda
di 'calciopoli' l'ex arbitro e designatore Paolo Casarin. "Il
professionismo arbitrale e' servito a nulla - ha aggiunto Casarin
a margine del convegno organizzato dalla Fsni dal titolo "Informazione
sportiva ed etica' - Anzi, cosi' si lega di piu' l'arbitro al sistema
e questo e' pericoloso soprattutto nelle ultime stagioni di un direttore
di gara. Io sono stato designatore per sette anni a zero lire, mi
chiedo a cosa sia servito pagarne lautamente tre negli ultimi sei
anni... Un arbitro deve tornare ad essere un uomo misterioso, senza
che un suo familiare approfitti della sua notorieta' per trovare
un posto di lavoro". Casarin, infine, non se la sente di giudicare
la possibile nomina di Luigi Agnolin a commissario Aia: "Agnolin
e' sicuramente una brava persona, pero' non so che progetto ci sia".
L’azzeramento della CAF è questione
di ore. Si va verso la nomina di Ruperto
14/06 L'azzeramento della Caf e' questione di ore, la nomina di
Agnolin a capo transitorio dell'Aia e' gia' cosa fatta. Una giornata
che sembrava in stand by, ma con molto movimento di auto e autisti
davanti alla sede della Federcalcio, e l'uscita secondaria sempre
piu' adottata dagli uomini nuovi approdati a via Allegri dopo lo
tsunami di 'calciopoli', quella trascorsa dal commissario straordinario:
Guido Rossi, tornato nella capitale dopo il primo assaggio di mondiali
condito di vittoria azzurra, ha tirato fino a sera, tra riunioni,
telefonate con il suo braccio destro, l'avvocato Paolo Nicoletti.
L'attesa era tutta per la decisione del Csm sulle toghe sportive:
il plenum ha rinviato il voto a domani, ma di fatto l'orientamento
dei giudici di Piazza dei Marescialli e' quello di revocare immediatamente
tutti gli incarichi sportivi, non solo quelli della Figc. Una decisione
che ribalta la moratoria stabilita solo alcune settimane fa e che
avrebbe permesso ai giudici sportivi in attivita' di arrivare a
fine mandato, con la conclusione dell'anno: l'accelerata al contrario
pero' l'ha data il coinvolgimento di alcuni giudici del calcio nello
scandalo che ha spazzato via i vertici del pallone. E adesso, complice
il Csm, anche gli organi di giustizia sportiva si ritrovano decapitati:
il consiglio superiore della magistratura comunque facilita il compito
di Rossi, che si risparmia cosi' di indurre alle dimissioni lo stesso
Martellino. L'urgenza adesso e' proprio quella di rimettere insieme
la commissione d'appello federale, quella che tra poco piu' di due
settimane e' chiamata a emettere le sentenze di primo grado nel
processo contro Moggi e la 'cupola'. Il nome Rossi lo aveva deciso
gia' ieri e aspettera' domani il voto del Csm per ufficializzarlo:
sara' infatti Cesare Ruperto, ex presidente della Consulta, a guidare
l'organo di giustizia federale. Ma con la decisione del Csm saranno
molte le toghe sportive che dovranno lasciare il loro posto, dando
un gran lavoro alla federcalcio e a Rossi che dovranno rimpiazzare
decine di giudici. Rossi era planato a Roma proprio per tamponare
l'ennesimo ostacolo trovato lungo il cammino, perche' Martellino,
finito nel registro degli indagati della Procura di Napoli, non
poteva comunque guidare il processo che deve riportare pulizia in
un mondo che ha perso ogni credibilita'. Rossi l'obiettivo di rimuoverlo
lo avrebbe comunque raggiunto, con o senza l'intervento del Csm.
Che invece e' stato provvidenziale per il commissario federale.
Intanto oggi, anche se a giornata ormai conclusa, una nomina e'
riuscita a ufficializzarla: Luigi Agnolin e' il commissario dell'Aia.
L'ex arbitro internazionale, rientrato in Figc come capo del settore
giovanile e scolastico, dovra' traghettare l'associazione rimasta
orfana di Tullio Lanese (anche lui nel libro nero dei pm di Napoli
e per questo autosospesosi) fino a quando non verranno ricostituiti
gli organi direttivi, con tanto di elezioni. Tempo fissato: il 31
ottobre prossimo. Un mandato a tempo, naturalmente, volto a ''rilanciare
la credibilita' dell' Aia'', ma anche per garantire il regolare
svolgimento dei campionati. E proprio sul fischio d'inizio pesano
i tempi del doppio processo che rischiano di allungarsi: l'ufficio
indagini di Francesco Saverio Borrelli e' al lavoro nella stesura
della relazione (la vice Maria Jose' Falcicchia la sta scrivendo
a Milano) che consegnera' al procuratore Palazzi lunedi'. Domani
pero' a via Po tornano, dopo un breve break, ad animarsi le audizioni:
qualcuno e' atteso gia' in mattinata, e il presidente della Samp,
Garrone, anche lui finito tra gli indagati, potrebbe essere sentito
venerdi'. Rossi pero' in una giornata ha risolto altre due grane:
quella degli arbitri (Agnolin parlera' domani del nuovo ruolo in
una conferenza stampa allestita all'ultima ora) e anche quella della
giustizia sportiva, con il grosso aiuto del Csm.
Il CSM rinvia la questione degli incarichi sportivi
Ancora un rinvio del Consiglio superiore della magistratura sulla
questione dell'autorizzazione a ricoprire incarichi sportivi per
i magistrati. Sul tavolo del plenum di Palazzo dei Marescialli sono
state portate oggi pomeriggio le due proposte una di maggioranza
e l'altra di minoranza avanzate dalla IV commissione. Entrambe prevedevano
lo stop agli incarichi sportivi per i magistrati da subito. Il punto
invece su cui erano stati discordi era quello sugli incarichi in
corso, che secondo la proposta di maggioranza dovevano terminare
naturalmente entro il 1 gennaio 2007. Mentre per Magistratura democratica,
per quanto riguarda la Figc, gli incarichi dovevano cessare il 20
giugno di quest'anno. Ma e' stato l'emendamento proposto dal relatore
Nello Stabile, togato di Unita' per la Costituzione a riaccendere
la discussione sugli incarichi sportivi. Stabile ha infatti chiesto
che cessino con effetto immediato tutte le autorizzazioni riguardanti
gli incarichi sportivi, sia quelle della Figc che quelle delle federazioni
dilettantistiche. Una soluzione che pero' e' stata motivo di contestazione.
Contro la proposta di Stabile si e' schierato il togato di Magistratura
democratica Francesco Menditto che ha paventato il rischio che la
revoca immediata di tutti gli incarichi avrebbe sulla giustizia
amministrativa. ''La revoca da subito di tutti gli incarichi, che
tra l'altro io avevo da sempre sollecitato -ha dichiarato Menditto-
porterebbe a una valanga di ricorsi di fronte al giudice amministrativo
promossi dai colleghi che non ritengano giusta questa decisione''.
Anche il togato di Movimento per la giustizia Paolo Arbasino, che
all'inizio si era schierato con la proposta di maggioranza, ha cambiato
idea successivamente all'emendamento proposto da Stabile. ''Occorre
fare, come ho sempre ribadito nei vari rinvii discussi in IV commissione
-ha spiegato Arbasino- una distinzione tra gli incarichi della Figc
e quelli delle Federazioni dilettantistiche. E anche se inizialmente
avevo sostenuto che sospendere l'autorizzazione di tutti gli incarichi
avrebbe danneggito l'immagine della magistratura, propendo per la
soluzione di minoranza sostenuta dal togato di Magistratura democratica
Giovanni Salvi, che sancisce la differenza tra incarichi dei magistrati
in Figc e quelli delle Federazioni dilettantistiche. Del resto la
questione incarichi sportivi come ha ricordato il togato Ernesto
Aghina ha sempre interessato il Consiglio superiore della magistratura.
''Guardando indietro -ha dichiarato Aghina davanti al plenum di
Palazzo dei Marescialli- si doveva agire molto prima. Oggi il nostro
intervento e' repressivo e non preventivo''. E proprio in virtu'
di queste tesi contrastanti e di una mancata soluzione comune che
la questione e' stata rinviata a domani. Sara' il plenum a dire
l'ultima parola su questa spinosa questione.
Pagliuso chiede la riammissione in serie B del
Cosenza Calcio 1914
14/06 Dovrà essere ascoltato a breve da Borrelli il presidente
del Cosenza Calcio, Giovanni Paolo Fabiano Pagliuso a proposito
della “truffa” a duo dire, della non iscrizione al campionato
di calcio 2003/04 per omessa documentazione dal parte della FIGC.
Il Presidente Pagliuso, che tra l’altro ha subito un ulteriore
rinvio al processo Lupi, che lo vede coinvolto a Cosenza per diverse
imputazioni, ha presentato un voluminoso dossier di documenti tra
i quali le varie ricevute timbrate dalla FIGC in cui si evince la
documentazione presentata e la replica della Lega di Serie C in
cui si ribatte la mancata presentazione della stessa. Pagliuso chiama
in causa un gruppo di potere formato dal Carraro, Galliani e Macalli
che sarebbero stati d’accordo ad estromettere il Cosenza dalal
serie B per far posto alla Fiorentina. Pagliuso ha richiesto l’iscrizuine
alla serie B del Cosenza Calico 1914 che attualmente è sotto
tutela del curatore fallimentare. “Sono disposto, ha dichiarato
l’ex patron rossoblu, a ripianare i debiti del Cosenza Calcio
1914 Spa, per farlo uscire dalla situazione fallimentare, e chiamerò
ai danni Carraro, Galliani e Macalli. Devono iscrivere il Cosenza
Calcio 1914 in B e sono pronto a fare la squadra”
Corbelli “Della Valle ascoltato sul ripescaggio
della Fiorentina?”
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, con un
esposto-denuncia, ha chiesto ai magistrati napoletani che indagano
su Calciopoli e al responsabile dell' Ufficio indagini della Figc,
Francesco Saverio Borrelli, se nel corso dei lunghi interrogatori
cui hanno sottoposto Diego Della Valle e il fratello, "hanno
chiesto di spiegare e svelare i retroscena dell' illegittimo ripescaggio
della Fiorentina dalla serie C2 alla B, nell' estate del 2003, a
danno del Cosenza Calcio 1914, cancellato da tutti i campionati
professionistici per un giorno di ritardo nella presentazione della
documentazione". Lo stesso Corbelli ha sollecitato gli stessi
magistrati e Borrelli di sentire, a questo proposito, l' ex presidente
del Cosenza 1914, Paolo Fabiano Pagliuso. Il leader di Diritti Civili
ha anche invitato il neosindaco di Cosenza, Salvatore Perugini,
a "promuovere un immediato incontro in municipio per porre
in essere tutte quelle iniziative politiche e, se necessario, giudiziarie
ai vari livelli per ottenere quel risarcimento, la riammissione
del Cosenza nei campionati professionistici, che spetta di diritto
alla società rossublù per l' ingiusta e illegittima
esclusione dell' estate 2003".
Intercettazioni sui PM
''Sono sempre stato limpidissimo nelle mie decisioni e nei miei
rapporti professionali'': si difende cosi' Maurizio Laudi, il magistrato
torinese toccato da una serie di intercettazioni telefoniche (l'ultima
e' stata pubblicata oggi dal 'Corriere della Sera') disposte dalla
procura di Napoli nell'inchiesta sulle designazioni arbitrali. Laudi,
procuratore aggiunto (e' capo del pool che si occupa di criminalita'
organizzata e terrorismo), viene citato dalle notizie di stampa
nella sua veste di giudice sportivo: telefonate con i vertici della
Figc in cui si parla di un procedimento disciplinare a carico del
portiere del Livorno, Amelia. Ma per Laudi (che nei giorni scorsi,
insieme al collega Antonio Rinaudo, aveva reso una dichiarazione
spontanea al Csm) sono notizie che ''ancora una volta mettono in
dubbio la correttezza di comportamento di chi non e' neppure in
grado di rispondere in modo documentato, perche' non ha la disponibilita'
degli atti di cui riferiscono i giornali e che altri hanno loro
consegnato''. ''Sono sempre stato limpidissimo nelle mie decisioni
e nei miei rapporti professionali - aggiunge - e non mi resta che
attendere di poterlo dimostrare carte alla mano. Ma allora, temo,
la stampa non ne parlera' piu'''. Anche un altro magistrato, qualche
gradino piu' in alto di Laudi nella scala gerarchica, ha preso la
parola in difesa delle toghe subalpine: Gian Carlo Caselli, procuratore
generale del Piemonte, ha scritto una lettera a 'L'Espresso' che
ha girato, per conoscenza, a tutti i pubblici ministeri in servizio
a Torino. La missiva e' una risposta a un servizio, pubblicato recentemente
dal settimanale, che getta ombre sull'operato della procura in varie
inchieste sul pianeta Fiat-Juventus: operato che, per Caselli, invece
e' sempre stato caratterizzato da ''assoluta correttezza''. Il pg
esamina tutti i punti controversi, per correggere ''inesattezze
ed errori fuorvianti''. La prima archiviazione dell'inchiesta sulle
designazioni arbitrali - afferma Caselli - fu richiesta solo perche'
fu il gip a ''chiudere il rubinetto delle prove'' respingendo una
proroga delle intercettazioni telefoniche. Nel processo all'allora
numero uno della Fiat Cesare Romiti per falso in bilancio, ''ogni
presunta anomalia e' documentalmente smentita''. L'inchiesta sui
conti della Juventus ''non sonnecchiava'', ma e' in pieno corso
ed e' in attesa di documenti e rogatorie. Del caso di Lapo Elkann,
infine, venne incaricato Laudi in quanto capo del gruppo che ''si
occupa di tutti i reati di droga'': non e' stato insabbiato ma,
anzi, ha portato all'arresto e alla condanna di uno spacciatore.
Paparesta si difende: “Carriera stroncata
se denunciavo l’irruzione di Moggi”
14/06 Perche' l'arbitro Gianluca Paparesta non denuncio' nel referto
di Reggina-Juventus del 6 novembre 2004 il burrascoso dopopartita
con l' ''irruzione'' di Moggi e Giraudo negli spogliatoi? La risposta
data dal direttore di gara ai carabinieri il 13 maggio scorso, nel
corso dell'interrogatorio reso in qualita' di persona informata
dei fatti, viene ritenuta dai pm di Napoli Beatrice e Narducci un
importante elemento di riscontro dell'impianto accusatorio. Ecco
alcuni brani del verbale redatto dai carabinieri del Nucleo operativo
di Roma. ''Mi rendo perfettamente conto - spiega l'arbitro - di
non aver rispettato i miei precisi doveri in quella circostanza,
e di questo mi sento ancora profondamente rammaricato, ma se cio'
e' accaduto lo metto in relazione soltanto al mio attaccamento a
quella che ritengo la vera passione della mia vita e che poteva
risultare penalizzata in caso di referto estremamente dettagliato''.
''La mia categoria - aggiunge Paparesta - come emerge dall'indagine
che state conducendo, e' caratterizzata da una componente di pressione
psicologica esercitata dal sistema cosi' organizzato. Non v'e' dubbio
che le gestione legata ai designatori Bergamo e Pairetto, durata
diversi anni e cessata con il campionato in corso, e' stata una
gestione che di fatto ha determinato una sudditanza degli arbitri
nei loro confronti e che veniva vista, a sua volta, come una loro
sudditanza nei confronti di un sistema di poteri forti imperante
nel calcio e non solo''. ''Per essere assolutamente chiaro e oggettivo
- prosegue l' arbitro Paparesta - ritengo che se avessi determinato
un deferimento nei confronti dei dirigenti juventini ne sarebbe
determinata una consistente compromissione delle mie aspettative
di carriera. Sono stato, sono e mi piacerebbe rimanere un arbitro
autonomo in ogni sua decisione tecnica e sportiva e per fare questo
ho deciso di impostare sin dall'inizio la mia carriera su basi di
esclusiva professionalita'; questo mio atteggiamento mi ha portato
a non essere inserito in un contesto dove le logiche dei designatori
si sposavano a loro volta con quelle del sistema cui prima accennavo
e che vede la sua piu' diretta espressione nel dirigente Moggi che
risulta avere influenza determinante nelle scelte operate negli
anni dai designatori Bergamo e Pairetto. Del resto se confrontate
il mio impegno successivo alla partita in questione potrete tranquillamente
verificare che sono stato non impiegato per due turni e poi ho arbitrato
in serie B con gare di minore importanza. Tale oggettiva considerazione
mi e' apparsa come il risultato di un necessario mio ridimensionamento
sotto il profilo tecnico''. Cosi' l'arbitro Paparesta ricostruisce
ai carabinieri quanto avvenne nell'infuocato dopopartita di Reggina-Juventus
del campionato 2004-2005. ''Terminato i1 tragitto dalla scala che
da bordo campo consente l'accesso agli spogliatoi ed attraversato
il tunnel che termina in un piccolo atrio antistante lo spogliatoio
arbitri - dice l' aritro - mi sono imbattuto nelle persone di Moggi
e Giraudo che, manifestamente alterati, profferivano frasi dal contenuto
offensivo nei miei confronti e nei confronti dei miei assistenti
colleghi... Piu' specificatamente Moggi, rivolgendosi all'assistente
Copelli diceva 'era rigore e' uno scandalo come hai fatto a non
segnalarlo se questo non lo vede' proseguiva nelle ingiurie e, di
getto, passando all'altro assistente, Di Mauro, affermava con tono
minaccioso 'ancora una volta ce l'hai fatta ora basta vergogna'
ricordandogli un episodio additato allo stesso in una partita di
qualche anno prima giocata dalla Juventus a Bergamo. Accompagnava
queste affermazioni con il gesto minatorio del dito indice e ricordo
nitidamente cio' perche', pur non potendo pacificamente affermare
che Di Mauro fosse in quel momento seduto sulla panca dello spogliatoio,
ricordo che la gestualita' di Moggi si concretizzava dall'alto verso
il basso. Nel mentre assistevo alla scena e ritenendo la situazione
sfuggita di mano cercavo di invitare i presenti alla calma e ad
uscire dallo spogliatoio; in questo frangente Giraudo si rivolgeva
nei miei confronti gridando: 'lei e' sempre fortunato con noi, ma
tanto lo sappiamo... ora basta!'. Poi i due dirigenti juventini
per qualche attimo uscivano dallo spogliatoio per poi rientrare
nuovamente asserendo Giraudo testualmente che 'tanti a moviolisti
mi stanno chiamando, e' scandaloso che tutti questi episodi siano
stati a nostro svantaggio ne parlera' tanta Italia...'. Non escludo
che proprio nel lasso temporale rappresentato dalla uscita di Moggi
e Giraudo dagli spogliatoi per poi rientrare, la porta del nostro
spogliatoio sia stata materialmente chiusa a chiave; tale circostanza
mi sovviene in relazione ad una espressione, se non ricordo male,
di uno dei due assistenti che si chiedeva testualmente 'ma che hanno
chiuso la porta?'. ''Visto che ormai la situazione era divenuta
incontrollabile, - racconta Paparesta in un passaggio successivo
- cercavo di invitare nuovamente tutti i presenti ad uscire, riuscendo
nel mio intento con fatica''. Alla domanda se sia stato presente
l'osservatore arbitrale Ingargiola, Paparesta Spiega: ''Rispondo
affermativamente aggiungendo che non ha proferito alcuna parola
limitandosi a presenziare agli accadimenti, altrettanto analogamente
preciso la presenza del quarto uomo Squillace''. In seguito a Paparesta
vengono poste domande su alcune intercettazioni, compresa una conversazione
con Moggi. ''Ci trovavamo nella fase iniziale del campionato 2004/05
ed io nutrivo delle oggettive aspettative di impegno non solo in
ambito nazionale e di campionato ma anche in ambito internazionale
con le coppe europee e soprattutto con le qualificazioni dei campionati
mondiali. Intendevo assolutamente restare su un piano di equidistanza
e non volevo lasciare strascichi in merito alla vicenda di Reggio
che ben sapevo avrebbe potuto determinare forti penalizzazioni nei
confronti della mia persona. Nel telefonare Moggi ritenevo, quindi,
di chiarire una situazione che all' interno dello spogliatoio in
quei momenti di tensione non era stato possibile fare. Del resto
la stessa reazione di Moggi con l'espressione utilizzata nei miei
confronti bene evidenzia il livello di potere dallo stesso espresso
in termini di gestione del sistema arbitrale. Tale aspetto era reso
ancor piu' chiaro nella mia mente dal fatto che avevo gia' toccato
con mano gli effetti deleteri sull'atteggiamento dei designatoci
con particolare riferimento ad un mio arbitraggio di una precedente
gara della Juve''. Paparesta racconta poi di essere stato sospeso
per una breve intervista televisiva dopo Juve-Lazio di Coppa Italia
(Failla a a bordo campo mi riportava con soddisfazione i complimenti
per la complessiva direzione arbitrale porgendomi contestualmente
il microfono a quel punto ringraziavo dicendo che i complementi
erano da condividere con i calciatori che avevano svolto la gara'').
''In ogni caso da tale episodio ne consegui', per come riferitomi
dallo stesso Bergamo, una sospensione dall'arbitraggio per la parte
finale del campionato di serie A e di serie B ad eccezione dell'ultima
giornata ed esattamente pari ad un mese. Non potei far altro che
collegare la reazione spropositata di Bergamo, peraltro assunta
da lui direttamente e non dagli organi arbitrali disciplinari preposti,
alle lamentele veicolate dai media relative ad una presunta mancata
espulsione per doppia ammonizione del giocatore laziale Giannichedda
e che i dirigenti juventini gia' nello spogliatoio avevano evidenziato
unitamente al comprensibile risentimento per la sconfitta. Tornando
alla vicenda di Reggina- Juve, avevo fondati motivi per ritenere
che le proteste della Juventus sarebbero comunque confluite in una
nuova penalizzazione e se avessi aggiunto ulteriore aggravamento
con il deferimento dei dirigenti avrei indubbiamente compromesso
la mia stagione sportiva che, peraltro, mi vedeva fortemente impegnato
nell'ottenimento di una maggiore presenza in campo internazionale
in relazione anche alle qualificazioni mondiali come sopra gia accennato.
Riconosco che tale valutazione puo' essere criticata ma, in ogni
caso, e' la piu' sincera ricostruzione della verita'.
Paparesta su Meani “Io mi limitavo ad ascoltare”
14/06 Il dirigente del Milan Leonardo Meani parla a telefono con
il presidente della societa' rossonera Adriano Galliani e successivamente
con l'arbitro Gianluca Paparesta. Le telefonate, intercettate nell'ambito
dell'inchiesta della procura di Napoli sul calcio, risalgono entrambe
al 27 aprile 2005. E le conversazioni, a cui si fa riferimento a
un interessamento per un'attivita' di Paparesta, sono oggetto di
domande rivolte dai carabinieri all'arbitro barese, ascoltato come
testimone il 13 maggio scorso. Cosi' risponde: ''La circostanza
narrata nella prima delle due conversazioni riguarda un dossier
che nulla a che vedere con il calcio, bensi' riguarda attivita'
connesse al Consorzio ASSO Bio Diesel, nel cui ambito sono revisore
contabile di una societa' consorziata, circa il rispetto degli accordi
di Kyoto in tema di emissione inquinanti. A Meani avevo riferito,
all'uscita dallo stadio dopo la partita Milan-Chievo, se vi era
la possibilita' di rappresentare mediante consegna di idonea documentazione
la problematica, che peraltro era di interesse diffuso e soprattutto
dello Stato Italiano, al sottosegretario Letta ritenendo utile un
analisi da parte del governo di tale aspetto. La consegna del documento,
che voglio ribadire ancora una volta non aveva alcuna rilevanza
per la mia persona, su disponibilita' di Meani venne materialmente
effettuata nei giorni successivi. Nella seconda conversazione Meani
confermandomi la circostanza della consegna del materiale di cui
sopra coglieva l'occasione per dialogare liberamente con me sulle
attuali problematiche del mondo arbitrale cercando di carpire alcune
mie valutazioni che attentamente evitavo di dare. Infatti dalla
complessiva ricostruzione della conversazione emerge chiaramente
che e' Meani a parlare mentre io mi limitavo ad ascoltare''. In
riferimento alla partita Milan-Chievo alla domanda se l'abbinamento
degli assistenti di gara Puglisi e Babini avesse determinato dei
condizionamenti alla direzione di gara ''rispondo - dice Paparesta
- che escludo assolutamente tale circostanza''
Prosegue l’inchiesta GEA
14/06 Mentre Francesco Saverio Borrelli e' alla prese con la relazione
da consegnare al procuratore federale, la Procura di Roma e l'Antitrust
proseguono il loro lavoro. Nella capitale sono ripresi gli interrogatori
nell'ambito dell'inchiesta Gea e come persone informate sui fatti
sono state sentite Claudio Honorati, membro della commissione agenti-calciatori
della Figc, e Paolo Conti, ex portiere ora presidente dell'Aiacs,
l'Associazione italiana agenti calciatori e societa'. Entrambi sono
stati sentiti dai pm Palamara e Palaia in merito al caso Giovanni
Tedesco, il calciatore attualmente al Palermo che nel 2003 firmo'
sia per la Gea che con il procuratore Antonelli, venendo deferito.
E a proposito di agenti di calciatori, oggi il presidente dell'Antitrust
Antonio Catricala' ha annunciato che entro due settimane, come richiesto
dal commissario straordinario della Figc Guido Rossi, sara' pronto
il nuovo regolamento sul mercato dei procuratori. Catricala' ha
anticipato che il nuovo codice sara' piu' snello rispetto a quello
attuale e vertera' sui possibili conflitti di interesse che si possono
verificare. A Torino, intanto, Maurizio Laudi, procuratore aggiunto
ma anche giudice sportivo, si difende dalle accuse. Lui, come altri
magistrati, e' nel registro degli indagati della procura di Napoli
perche' tra coloro che avrebbero spinto verso la chiusura dell'inchiesta
sulla Juventus. Luigi Agnolin, come annunciato nei giorni scorsi,
e' stato nominato ufficialmente commissario dell'Aia, dove il presidente
Lanese si e' autosospeso. Svolta, infine, in casa Juve, dove nel
nuovo CdA prevede la presenza di Marco Tardelli e Gian Paolo Montali,
con Giovanni Cobolli Gigli nuovo presidente. Non c'e' pero' nessun
membro della famiglia Agnelli. "Siamo molto vicini alla Juve
ma abbiamo bisogno di grandi professionisti", e' stata la spiegazione
fornita da John Elkann, che ha aggiunto: "noi siamo aperti
alla massima cooperazione con la giustizia sportiva e ci auguriamo
degli esiti molto rapidi". Laudi, indagato anche dal Csm, si
difende dalle accuse e ribadisce di essere stato sempre limpidissimo
nelle sue decisioni. In suo appoggio e di tutta la magistratura
torinese anche il procuratore generale di Torino Gian Carlo Caselli,
che in una lettera al settimanale "L'Espresso" difende
"l'assoluta correttezza" dei suoi colleghi. Il Csm, dal
canto suo, e' ormai vicino alla revoca di tutti gli incarichi sportivi
ricoperti da magistrati. Calma piatta a Napoli, dove pero' continuano
a uscire indiscrezioni sulle audizioni condotte dai pm Beatrice
e Narducci. Per quanto riguarda l'interrogatorio di Collina, per
esempio, l'ex arbitro avrebbe difeso il suo rapporto con Meani,
dicendo di conoscerlo da vent'anni, mentre sul rapporto "privilegiato"
tra Bergamo e Pairetto e gli ex dirigenti della Juventus avrebbe
affermato di non sapere nulla. A tenere banco oggi anche la polemica
sulla proposta di amnistia in caso di vittoria dell'Italia ai Mondiali.
Il fronte del no riceve sempre piu' consensi. "E' una proposta
che rifiuto con sdegno", ha dichiarato il ministro dello Sport
Giovanna Melandri, mentre Ignazio La Russa ha ribadito di "essere
assai restio all'idea di concedere sconti ai principali illeciti
sportivi".
Le dimissioni di Collina e i rapporti con Meani
14/06 Le dimissioni dall'Associazione italiana arbitri di Pierluigi
Collina legate al contratto pubblicitario con la Opel sono al centro
delle dichiarazioni dell'ex arbitro ascoltato come persone informata
sui fatti dai carabinieri di Roma su delega dei magistrati napoletani
Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci che indagano sul calcio "truccato"
da una presunta cupola facente capo a Luciano Moggi. "Non so
se la condotta tenuta in quella occasione dai vertici dell'Aia sia
in qualche modo legata a pressioni subite da centri di potere esterni
- dice Collina, rispondendo a una specifica domanda il 16 maggio
scorso - ma ho trovato estremamente sorprendente che informazioni
che avrebbero dovuto rimanere riservate siano state invece anticipate
attraverso la Gazzetta dello Sport". Collina, inoltre, trova
"incredibile" anche il fatto di non essere stato capace,
nei giorni trascorsi tra la prima pubblicazione della notizia del
contratto pubblicitario e il raduno di Coverciano del 25 agosto
scorso, di incontrare l'allora presidente dell'Aia Tullio Lanese
(indagato a Napoli insieme a Moggi, Giraudo e altre 38 persone)
che, ricorda, "in ben due occasioni aveva autorizzzato la mia
partecipazione alla campagna pubblicitaria...Ho interpretato questo
atteggiamento di Lanese come una condotta volta a danneggiarmi,
ma non sono in grado di riferire i motivi di tale volonta'".
All'ex fischietto i carabinieri fanno ascoltare anche una conversazione
telefonica intercettata fra Luciano Moggi nella quale si fa riferimento
ad una punizione da impartirgli; Collina la mette in relazione con
la partita Atalanta-Juventus, disputata il 30 gennaio 2005, dove
"nonostante anche un rigore concesso alla Juventus, ritrovai,
nei giorni immediatamente successivi, alcune critiche su quotidiani
in relazione alla mia eccessiva fiscalita' nelle ammonizioni comminate
ad alcuni giocatori della Juventus". Infine, l'ex arbitro parla
dei suo rapporti con il dirigente del Milan Leonardo Meani, che
conosce da quando svolgeva l'attivita' di arbitro e sottolinea:
"Sono convinto che un rapporto di buona conoscenza possa essere
mantenuto nel rispetto dei ruoli ricoperti anche operando con assoluta
professionalita' nello stesso ambiente...Non ho mai trovato disdicevole
avere contatti con personaggi legati al mondo del calcio professionistico
se cio' avviene nel rispetto delle regole". L'ex arbitro specifica,
inoltre, rispetto alla conversazione avuta con Meani il 18 aprile
dell'anno scorso, che, quando quest'ultimo gli parlava della "conoscibilita'
da parte di Moggi delle designazioni degli arbitri in anticipo",
egli riteneva fosse una millanteria (la frase testuale nelle intercettazioni
e': "Credo che millantasse anche un po'"). "Con Meani
- dice agli investigatori - io generalmente non affronto il dialogo
in termini di contraddittori". E anche sulla composizione dei
calendari, che Meani gli prospetta come possibile area di influenza
del potere di Moggi, Collina precisa: "Mi esprimo con una sostanziale
perplessita' derivante dalla impossibilita' di inserire variabili
in maniera segreta". Quanto al rapporto fra gli ex designatori
Paolo Bergamo e Pier Luigi Pairetto con gli arbitri, Collina sottolinea
agli investigatori che "gli arbitri hanno tradizionalmente
un rapporto di assoluta subordinazione nei confronti dei designatori...Non
ho elementi concreti per dire se Bergamo e Pairetto avessero una
dipendenza dai poteri forti del sistema calcio".
A Napoli prosegue l’inchiesta stralcio che
riguarda giudici e polizia
14/06 L'inchiesta sugli illeciti nel mondo del calcio con la notifica
l'altro ieri sera dei trentasette avvisi di chiusura indagini e'
ormai terminata. Ma i pm della procura di Napoli Filippo Beatrice
e Giuseppe Narducci sono ancora al lavoro sugli aspetti ''collaterali'',
emersi grazie alle intercettazioni telefoniche, che riguardano non
episodi sportivi (i presunti condizionamenti delle partite di campionato),
bensi' gli eventuali contatti tra esponenti del cosiddetto ''sistema
Moggi'' e rappresentanti della magistratura e delle forze di polizia.
Un nuovo fascicolo (porta infatti numero di procedimento diverso
da quello dell'inchiesta in cui e' coinvolto Moggi) in cui compare,
come indagato per abuso di ufficio, anche Cesare Martellino, presidente
della Corte di appello federale (Caf), l'organo chiamato a pronunciarsi
tra poco sulle sanzioni per le societa' coinvolte. Entro pochi giorni,
con il deposito delle decine di migliaia di pagine che costituiscono
gli atti dell'inchiesta, saranno noti tutti i particolari delle
indagini, comprese le deposizioni fatte da indagati e testimoni:
gia' oggi, comunque, e' cominciato a trapelare il contenuto di qualche
verbale. In genere - spiegano fonti della procura - da parte degli
''addetti ai lavori'' vi e' stato per lo piu' o un atteggiamento
di sostanziale reticenza, o qualche ammissione che e' servita comunque
a sostenere, se non a rafforzare, l'impianto accusatorio. Tra le
tante dichiarazioni, vi sono in ogni caso alcune che sono giudicate
di grande interesse, fornendo riscontri agli indizi costituiti dalle
conversazioni intercettate. Ne e' un esempio la lunga deposizione,
fatta ai carabinieri in qualita' di testimone, dell'arbitro Gianluca
Paparesta, chiamato dagli investigatori soprattutto a spiegare cosa
avvenne in quel tempestoso dopopartita di Reggina-Juventus del campionato
2004-2005 quando - come e' venuto alla luce durante le indagini
- la terna arbitrale sarebbe stata oggetto di una violenta aggressione
verbale negli spogliatoi da parte dei dirigenti juventini Moggi
e Giraudo. Una vicenda che Paparesta non indico', come sarebbe stato
suo dovere, nel referto arbitrale. L'arbitro, in sostanza, spiega
agli investigatori che se avesse ''denunciato'' i dirigenti bianconeri
la sua carriera sarebbe stata praticamente stroncata. ''Per essere
assolutamente chiaro e oggettivo - ha spiegato ai carabinieri del
Nucleo operativo di Roma - ritengo che se avessi determinato un
deferimento nei confronti dei dirigenti juventini ne sarebbe determinata
una consistente compromissione delle mie aspettative di carriera''.
Un tema, quello del condizionamento del mondo arbitrale da parte
del ''potere'' che e' stato affrontato anche da Pierluigi Collina,
pure egli sentito come persona informata dei fatti. ''Non ho elementi
- aveva detto - per specificare se Bergamo e Pairetto avessero in
qualche modo una dipendenza dai poteri forti del sistema calcio''.
Ma dopo aver letto gli atti dell'indagine ha aggiunto: ''Devo dedurre
che tale dipendenza con particolare riferimento alla Juventus di
Moggi e Giraudo possa aver avuto luogo''.
La Juve ricomincia da Cobolli Gigli e Tardelli
14/06 Fare chiarezza sul 'capitolo triste' di Calciopoli, dare
stabilita' e prospettive. La nuova Juventus del dopo Triade riparte
da questi principi, enunciati oggi da John Elkann, l'erede dell'avvocato
Agnelli, che assieme all'amministratore delegato bianconero ad interim,
Carlo Sant'Albano, ha presentato i componenti del nuovo consiglio
di amministrazione, che verranno nominati dall' assemblea del prossimo
29 giugno. Una sola carica e' ufficiale (perche' di competenza dell'
assemblea, mentre le altre spettano al cda stesso), quella di presidente,
Giovanni Cobolli Gigli, un lungo passato alla Rinascente e personaggio
di alto profilo nel campo della gestione aziendale. Gli altri otto
componenti avranno responsabilita' divise tra i tre comitati in
cui il nuovo cda e' stato suddiviso: quello sportivo, quello nomine
e remunerazioni e quello etico. Sei di questi (Jean Claude Blanc,
Gian Paolo Montali, Riccardo Montanaro, Marzio Saa', Marco Tardelli
e Camillo Venesio) sono indipendenti, mentre gli altri (Stefano
Bertola, Cobolli Gigli, Carlo Sant'Albano) sono dell' Ifil. Una
certezza: la carica di amministratore delegato e quella di direttore
generale saranno accorpate in un solo uomo, che sara' (e questa
e' la scelta data per scontata) Jean Claude Blanc. Un cda, ha detto
John Elkann, vicepresidente dell'Ifil, ''volutamente ristretto,
con uomini di sport che hanno lasciato il segno e professionisti
affermati in contabilita' aziendale, gestione finanziaria, management.
Un cda che prendera' decisioni solo collegiali, in grado di agire
con profitto sul fronte interno ed esterno, in un calcio che vive
un momento di trasformazione e di cui vanno sfruttate al meglio
le opportunita'''. Elkann ha spiegato che non c'e' nessun rappresentante
diretto della famiglia perche' ''c'e' bisogno di professionisti
esperti e ad alto livello''. A lato, due grandi saggi, ma senza
cariche, il presidente onorario Giampiero Boniperti e Franzo Grande
Stevens, che verra' proposto all'assemblea per un analogo riconoscimento.
''La storia della Juventus continua - ha spiegato Elkann - nello
spirito olimpico rappresentato anche da questo luogo (Atrium, una
delle sedi simbolo di Torino 2006, ndr), scelto non a caso. ''Coraggio,
passione, correttezza, competizione'', questi i valori da cui ripartira',
con un progetto che ''va al di la' della Juventus stessa, ma si
rivolge a tutti gli appassionati di sport. Una strada lunga e difficile,
senza il sostegno dei tifosi''. Elkann aveva avuto parole dure,
all'esordio dell'incontro, sul recente passato: ''Oggi voltiamo
pagina su un capitolo triste della storia juventina, che ha riservato
anche comportamenti riprovevoli. La Juventus ha scelto la serieta'
e di concedere totale collaborazione nel fare chiarezza e nel cooperare
per riscrivere le regole e i principi per rifondare il mondo dello
sport a beneficio delle societa' e dei giocatori, ma soprattutto
degli appassionati. C'e' la volonta' di mettere al centro lo sport
e i suoi valori. Vogliamo una Juve olimpica anche se si dovesse
ripartire dalla B''. Le prime prove tangibili del nuovo spirito
sono l'apertura di un canale diretto sul sito bianconero per i tifosi
che vogliano comunicare con il club, le congratulazioni alla Juventus
Primavera, che ha vinto il suo quarto scudetto e la stretta di mano
simbolica ad un ultra', che ha atteso Elkann fuori da Atrium per
mettergli al collo una sciarpa juventina. Con Capello, assicura
Sant'Albano ''ci sono ottimi rapporti di collaborazione e stiamo
facendo insieme il piano per la A''. Un modo elegante per glissare
sul fatto che il tecnico ha gia' detto che non restera' in B: si
attende solo che liberi il posto annunciando il matrimonio con il
Real ai primi di luglio. Infatti il manager ha aggiunto: ''Dobbiamo
tener conto di tutte le alternative possibili''. Nessun commento
sulla vecchia gestione. Sant'Albano si limita a dire: ''Ci sentiamo
la responsabilita' per voltare pagina e guardare avanti''. E le
azioni in mano ad Antonio Giraudo? ''E' un azionista, decidera'
lui, ma non c'e' nessuna trattativa'', ha affermato sicuro il traghettatore
bianconero.
Ecco il nuovo CDA delle Juve
Un cambiamento radicale. Dei nove uomini scelti dalla Juventus
per la ricostruzione della societa', solo due - Stefano Bertola
e Jean-Claude Blanc - facevano parte del cda dimissionario. Tutti
gli altri, compreso l' amministratore delegato pro tempore Carlo
Sant' Albano, salgono per la prima volta sul ponte di comando del
club bianconero. Del precedente cda, quello che si e' dimesso lo
scorso 11 maggio sotto i colpi di 'calciopoli', facevano parte il
presidente Franzo Grande Stevens, il vice Roberto Bettega, l' amministratore
delegato Antonio Giraudo, il direttore generale Luciano Moggi e
i consiglieri Giancarlo Cerutti, Luigi Chiappero, Andrea Pininfarina,
Fabrizio Prete, Claudio Saracco, Jean Claude Blanc e Stefano Bertola.
La proprieta' bianconera ha confermato solo questi due, oltre al
direttore generale dell' Ifil Carlo Sant' Albano, subentrato solo
ai primi di maggio. Ecco chi sono i nuovi occupanti della stanza
dei bottoni della Juventus. GIOVANNI COBOLLI GIGLI - Sessantuno
anni, e' l' attuale presidente di Federdistribuzione, associazione
che raggruppa i marchi piu' importanti della distribuzione. Alle
sue spalle una lunga carriera da manager, iniziata all' Ifi (la
finanziaria della famiglia Agnelli) e proseguita poi nel settore
editoriale come amministratore delegato di Fabbri, Rizzoli e infine
Mondadori. Nel '94 torna in orbita Agnelli diventando ad e direttore
generale della Rinascente (gruppo Ifil), incarichi lasciati solo
un anno fa. E' stato anche vice presidente di Confcommercio e siete
nei cda di Auchan, Alpitour e Ice. JEAN-CLAUDE BLANC - Sulla poltrona
che e' stata di Antonio Giraudo arriva un transalpino grande esperto
di marketing, con tanto di laurea in questa materia al Ceram di
Nizza e specializzazione all' Universita' di harvard, Boston. Direttore
vendite e marketing delle Olimpiadi di Albertville dall' '87 al
'92, diventa general manager di Amaury Sport Organization, societa'
che organizza Tour de France, Parigi-Roubaix e Parigi-Dakar. Nel
2001 e' dg della federtennis francese, responsabile dei Roland Garros
e della Coppa Davis. Alla Juve sbarca l' 11 maggio dello scorso
anno. STEFANO BERTOLA - Torinese, analista finanziario di 38 anni,
ha lavorato al Gruppo Sai dal 1994 al 2000. Chief Financial Officer
di Alice Ventures, societa' advisor di fondi Mediobanca, nel 2001
entra all' Ifi. E' un esperto di bilanci, ruolo che sara' molto
utile nel nuovo cda bianconero. RICCARDO MONTANARO - Cuneese, 49
anni, e' un avvocato specializzato nel diritto amministrativo e
ambientale. Materie di cui e' anche docente universitario. MARZIO
SAA' - E' un altro asso dei bilanci. Biellese di 66 anni, dopo la
laurea in Economia e commercio a Torino si e' specializzato negli
Stati Uniti, prima a Denver e poi a Boston. Ha lavorato per 36 anni
alla Arthur Andersen. Dal 2002 insegna Contabilita' e Bilancio all'
Universita' Bocconi di Milano e attualmente e' anche membro del
Cda Parmalat. CARLO SANT'ALBANO - E' l' uomo di fiducia della famiglia
Agnelli. Torinese di 42 anni, ha vissuto all' estero, dove ha compiuto
gli studi in Relazioni Internazionali e in business. Ha alle spalle
una lunga carriera nel mondo della finanza, che nel febbraio 2006
lo ha portato all' Ifil, la finanziaria della famiglia Agnelli di
cui e' amministratore delegato e direttore generale. CAMILLO VENESIO
- Torinese, 53 anni, banchiere, presidente della Banca del Piemonte
e vicepresidente dell' Abi. Ha alle spalle una lunga carriera nel
settore creditizio. Attualmente, e' anche rappresentante delle banche
italiane nell' Europea Payments Council, a Bruxelles. Siede anche
nel cda di Reale Mutua e Si Holding. GIAN PAOLO MONTALI - E' uno
dei due volti sportivi di questo nuovo cda. Arriva dalla pallavolo,
sport di cui e' considerato un vero e proprio guru. Nella sua carriera
da allenatore ha vinto, tra l' altro, cinque scudetti, una coppa
Campioni, tre Supercoppe europee, quattro Coppe delle coppe e il
titolo di campione del Mondo. Dal 2003 e' il ct della nazionale
italiana, con cui ha vinto l' argento alle ultime Olimpiadi. MARCO
TARDELLI - L' uomo dell' urlo di Spagna 1982 e' quello che ha meno
bisogno di presentazioni. Centrocampista della Juventus per dieci
stagioni, in bianconero ha vinto tutto, diventando un perno della
nazionale di quegli anni. E' stato anche allenatore, sia in Nazionale
(secondo di Cesare Maldini e titolare dell' Under 21 con cui si
e' laureato campione d' Europa) sia con squadre di club (Como, Cesena,
Inter).
Ministro Meandri “No all’amnistia
per il calcio”
Nessuna amnistia per Calciopoli anche in caso di affermazione della
Nazionale azzurra ai Mondiali di Germania: e' l'opinione del ministro
per lo Sport e le Politiche Giovanili, Giovanna Melandri, intervenuta
oggi a Roma a un convegno della Fnsi su informazione sportiva ed
etica. ''Ho sentito impropriamente parlare di amnistia per Calciopoli
- ha detto Melandri - ed e' un ragionamento che respinto al mittente.
E' doveroso attendere l'esito delle indagini, ma il problema va
affrontato comunque, qualunque sia l'esito dei Mondiali''. Per il
ministro, ''si puo' sostenere la squadra azzurra ai Mondiali e allo
stesso tempo non arretrare di un centimetro nell'altra partita,
che si gioca sui campi dell'autoriforma dell'ordinamento sportivo
e degli interventi legislativi che il governo sta predisponendo'',
in particolare in materia di diritti tv. Melandri ha ricordato anche
che l'esecutivo ''e' gia' al lavoro per un'iniziativa su scala europea.
Credo che molti problemi derivino da un mercato regolato dalla sentenza
Bosman e da una bolla economica che ha all'origine le tariffe per
l'ingaggio dei giocatori. E' questa - ha concluso - l'opinione del
governo''.
Gentiloni “Più equilibrio con la
nuova legge”
14/06 Piu' equilibrio fra le squadre di calcio e piu' competizione
tra le diverse piattaforme tv: questi gli obiettivi, ribadisce il
ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, del provvedimento
in materia di diritti televisivi del calcio che sta mettendo a punto
con il ministro dello Sport e delle Politiche Giovanili Giovanna
Melandri. ''L'intervento del governo - ha ricordato Gentiloni, intervenuto
oggi a un convegno della Fnsi su etica e informazione sportiva -
punta a favorire un maggior equilibrio nel sistema del calcio, fra
le squadre maggiori e il resto del movimento sportivo, e ad aprire
il mercato televisivo garantendo la competizione tra le diverse
piattaforme ed evitando ulteriori forme di concentrazione e di monopolio''.
Ma l'impegno dell'esecutivo, che vuole ''contribuire a migliorare
la situazione'', va oltre: ''In ballo - ha detto ancora Gentiloni
- c'e' il tema piu' generale del conflitto di interessi, che e'
uno dei problemi all'origine della questione Calciopoli: il governo
dell'Unione non lo dimentichera'''. C'e' poi ''la necessita' di
una maggiore distinzione tra pubblicita' e informazione, pubblicita'
ed eventi sportivi. La questione tornera' alla ribalta nei prossimi
mesi con il dibattito sulla nuova versione della direttiva 'Tv senza
frontiere': la scorsa settimana ho informato il commissario Ue Viviane
Reding che la posizione del governo italiano e' cambiata e che guardiamo
con preoccupazione (RPT preoccupazione) alla possibilita' di inserire
nuove forme di pubblicita', come prevede la direttiva. Ovviamente
i singoli Paesi possono decidere di applicarla in maniera piu' restrittiva
su scala nazionale: comunque penso che la questione non sia risolta,
ne' nel comportamento delle aziende televisive, ne' a livello di
regole''. Quanto all'argomento del convegno, Gentiloni ha sottolineato
che ''nel suo complesso il mondo del giornalismo sportivo non ha
dato molto ascolto alle voci che si levavano per denunciare lo scandalo
poi esploso, tranne alcune eccezioni. Ricordo le audizioni in commissione
di Vigilanza Rai di personaggi come Oliviero Beha o Paolo Francia:
la mia impressione e' che la gravita' delle denunce abbia avuto
come contraltare conseguenze limitate o inesistenti. Oggi e' piu'
facile parlare di certi temi, ma dobbiamo dire grazie alle persone
che, distinguendosi dall'andazzo generale, hanno denunciato questa
situazione senza chiudere gli occhi e assumendosi responsabilita'
per le quali talvolta hanno anche pagato un prezzo''.
Novellino “Vogliono tirar dentro la Samp”
14/06 Walter Novellino ha accolto con sorpresa le rivelazioni che
vogliono la Samp implicata nella faccenda di "calciopoli".
Il tecnico blucerchiato interventuto alla trasmissione "Radio
Radio" dice: "Vogliono tirarci dentro, siamo noi a doverci
lamentare perche' ci e' stata negata la Champions League nella stagione
in discussione". Le accuse dei pm si riferiscono al 3-0 di
Samp-Fiorentina nel 2004-05. Ricordo una grande partita - precisa
Novellino -, e' pazzesco pensare che Garrone 'combini' partite.
E' una persona troppo seria, che sta 'imparando' il calcio negli
ultimi mesi, figurarsi che non sa nemmeno qual e' la formazione
nostra che scende in campo. Non so cosa pensare, e' necessaria una
grande attenzione: prendiamo il caso dei passaporti, con la richiesta
di 10 mesi di carcere per Sensi, il giorno dopo assolto. E' una
persona che gestisce anche altre aziende, e ci vanno di mezzo anche
le famiglie non dimentichiamolo". Novellino per concludere
mostra stima nei confronti di Borrelli ed e' contrario all'ipotesi
di amnistia: "Serve una pulizia generale, ne va della nostra
credibilita' e di quella di tutto l'ambiente del calcio".
L’Ordine dei giornalisti del Lazio si pronuncerà
in tempi non brevi
14/06 L'Ordine dei giornalisti del Lazio si pronuncera' ''in tempi
non brevi'' sui procedimenti disciplinari aperti sulla vicenda Calciopoli
a carico di Chiara Geronzi, Franco Melli, Aldo Biscardi, Lamberto
Sposini e Ignazio Scardina. Lo ha spiegato il presidente, Bruno
Tucci, intervenuto oggi al convegno della Fnsi su etica e informazione
sportiva. ''Intanto le persone interessate hanno quaranta giorni
di tempo dalla contestazione per presentare memorie difensive'',
ha detto Tucci. ''Essendoci di mezzo agosto, i tempi saranno piu'
lenti''. Ma da ''giudice'' il presidente dell'Ordine del Lazio pensa
che ''non sia giusto coinvolgere intere categorie nello scandalo
prima che ne vengano accertate le responsabilita'. Il sindacato
chiede misure forti? Aspettiamo di vedere i risultati degli accertamenti
in corso. Dalla tribuna siamo tutti grandi calciatori, ma quando
si scende in campo e' un po' diverso''. Il prossimo Consiglio dell'Ordine,
previsto a luglio, ascoltera' Chiara Geronzi.
Il Movimento di difesa del cittadino si costituisce
parte civile
14/06 Il movimento per la difesa del cittadino ha diffuso una nota,
a cura del suo staff legale, per annunciare che, in riferimento
a calciopoli, l'associazione, che e' presieduta da Antonio Longo,
si costituira' ''parte civile contro i 'furbetti' del calcio chiedendo
il risarcimento simbolico di 1 cents per ogni italiano da destinare
alle politiche sportive rivolte ai giovani''. MDC, inoltre, chiarisce
chi avrebbe diritto a presentare una richiesta di risarcimento,
in un'azione legale volta all'ottenimento dei danni morali e materiali
derivanti dalle vicende di ''calciopoli''. In particolare, ha reso
noto l'avvocato Fabiana Peruzzi, potranno fare richiesta: i titolari
di abbonamenti allo stadio;i titolari di abbonamenti Sky; i possessori
di schede pay tv per le dirette sportive; i possessori della matrice
di pagamenti di incontri di calcio dichiarati dalla magistratura
non regolari; i possessori di titoli delle societa' calcistiche
quotate in borsa.''Al giudice civile ha proseguito Peruzzi - i singoli
potranno richiedere non solo il risarcimento del danno materiale
(e, quindi, il rimborso del costo dell abbonamento allo stadio,
dell'abbonamento Sky, del biglietto della partita, etc.) ma anche
il ristoro del danno morale, in ragione del fatto che la competizione
sportiva alla quale si e' assistito potrebbe risultare falsata e,
di conseguenza, non conforme ai principi di lealta' e di correttezza
che dovrebbero caratterizzare qualsiasi evento sportivo''. MDC segnala
infine chi sono, a suo parere, i soggetti ai quali tali azioni potranno
essere rivolte ''Sky TV, la societa' calcistica che, per mezzo dei
suoi vertici, avra' posto in essere il comportamento criminoso,
la Federcalcio per l'omessa attivita' di vigilanza e di controllo''.
Catricalà “Tra due settimane il regolamento
dei procuratori”
L'Antitrust consegnera' ''entro un paio di settimane forse anche
prima'' il regolamento sul mercato dei procuratori sollecitato da
Guido Rossi. Lo ha detto il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricala',
spiegando che ''Rossi ci ha chiesto di aiutarlo a scrivere le regole
del mercato dei procuratori che e' un regolamento che la FIGC deroga
al regolamento FIFA. Ci sono troppe deroghe, noi suggeriamo un regolamento
piu' snello per evitare conflitti di interesse. Penso che lo consegneremo
a breve anche un po' meno di un paio di settimane poi spettera'
agli organi competenti accettarlo in tutto o in parte oppure respingerlo''.
Servizi precedenti
13/06
Calcio nel caos: Chiuso il primo filone di
indagini. Il Presidente della Corte d’Appello
Federale, Martellino, si difende. Processo doppio. Si allarga
l’inchiesta del CSM. Mercoledì le decisioni del plenum.
Abete e De Rossi: Nessuna amnistia anche se
vinciamo. Buffon “Bello sudare la maglia
per l’Italia”. I favori della “cupola”
alla Lazio. La Juve riparte voltando pagina
in fretta: nuovo Cda.
12/06
Calcio nel caos: Girando da Borrelli “Nessuna
gara era preordinata”. Ascoltato il
dipendente della Federcalcio Galati “Chi si oppone viene vessato”.
Anche la Samp nell’indagine. Blatter
“Trovati i problemi ora si va verso le soluzioni”. La
Lega va verso la riscrittura del regolamento. E poi Galliani,
Sacchi, Di Pietro, Campana, Pescante.
11/06
Calcio nel caos: Una domenica tranquilla.
Lunedì Giraudo da Borrelli. Il Legale
di Titomanlio “Nessun muro di reticenza”. Trezeguet
“Aspettiamo la giustizia sportiva”. Gli
sponsor della Juve ripongono la loro fiducia nella società
10/06
Calcio nel caos: Borrelli si concede una pausa.
Il Presidente Cellino “Rossi chieda
consigli ai presidenti onesti”. Secondo il legale di
Lotito il campionato slitta a dicembre. Del
Piero “Spero che per la Juve si risolva nel migliore dei modi”
L’assistente Titomanlio: “Pronti a collaborare”
09/06
Calcio nel caos: Borrelli contro un “muro
difensivo concordato”. Maxi audizione con Meani (Milan): quasi
otto ore. Non esiste alcun super teste.
Tre ore di interrogatorio per Carraro e tre anche per Pieroni. Pirrone
replica a Bergamo: “Io scarso e onesto, lui invece?”.
Catricalà “Presto regole per i procuratori”.
Adiconsum presenta uno studio sugli errori
arbitrali dal 2002 al 2004. Avv. Coppi: “Il Coni potrebbe
costituirsi parte civile”
08/06
Calcio nel caos: Bergamo interrogato per nove
ore “Fatto fuori da Pairetto e Lanese”. Per Pairetto
sei ore di interrogatorio. Moggi dice no a
Borrelli. Oggi tocca a Carraro. Della
Valle “Non abbiamo fatto nulla di strano”. L’AIA
rigetta il ricorso di De Santis: non andrà ai mondiali. Galliani
ascoltato per due ore. L’Antitrust collabora con Rossi
07/06
Calcio nel caos: Interrogatori fiume per De
Santis e Paparesta. Borrelli: “Nessun
pentito. Entro 10 giorni la relazione alla Procura sportiva”.
La Commissione Cultura della Camera avvierà un indagine.
Pirrone: “Già da tempo denunciavo
pressioni”. Gaucci Jr: “C’è ancora
paura della ‘cupola’”
06/06
Calcio nel caos: Borrelli mette sotto torchio
gli arbitri. No Intertoto per il calcio italiano.
E Rossi incassa l’ok di Uefa e Fifa. Corioni:
“Girando la mente, Galliani gli obbediva”. Lazio
e Juve nel mirino di Borrelli. Rossi incontra
Galliani: Nessuna accordo sulla gestione della Lega. Blatter
“Felice della reazione delle autorità italiane”
05/06
Calcio nel caos: Borrelli a tutto campo, vuol
vederci chiaro su tutto. E il Coni ricorre
alla Caf per la sentenza su Agricola per il doping. Mazzarri
ascoltato dal PM di Napoli. Cesare Geronzi
ascoltato per due ore dai PM. L’ex segretaria della
CAN, Fazi, non risponde. Pelè “Spero
che la giustizia punisca tutti”. Blatter “Ci
vogliono arbitri professionisti”
04/06
Calcio nel caos: Borrelli in azione: L'arbitro
Pirrone interrogato per tre ore. Il Milan
si ribella: “Una campagna contro”. Lite in un
bar per calciopoli, ci scappa il morto
03/06
Calcio nel caos: Cannavaro e Trezeguet interrogati
dai PM a Roma. La Procura di Torino vuol riaprire
l’inchiesta sulle designazioni. Undici giorni per rifondare
la Juve. Somma “Non cambia nulla. Moggi
resterà sempre un grande”
02/06
Calcio nel caos: Il
procuratore Borrelli pronto per il maxiprocesso. Ombre
sulla partita Udinese-Milan del 2005: Galliani e Pozzo non ci stanno.
Galliani: “Siamo stati danneggiati”. Il
Legale di Moggi replica a Galliani “Ha letto tutte le intercettazioni?”.
Spalletti in procura a Napoli.
01/06
Calcio nel caos: Il commissario Rossi: “Una
situazione che non pensavo così grave”. Secondo
l’ex vicecapo dell’Ufficio indagini Juve e Fiorentina
in B. Galliani pronto a lasciare. Preziosi
sentito dalla Procura di Napoli. Nevio Scala: “Tutto
deprimente. Con gli azzurri si può andare avanti”.
31/05
Calcio nel caos: Lotito ai PM: “Lazio
pulita”. Il difensore di Moggi: “Il
Milan il vero potere”. I rossoneri "Manovre diversive".
Petrucci “Voltiamo pagina, torniamo a parlare di sport”.
Verdone “Di fronte allo scandalo del
calcio mi vergogno di essere italiano”. Zeman “Io
alla Juve? Non potrei. Ipotesi Baggio? sarebbe solo per immagine”.
29-30/05
Calcio nel caos: Caso Gea,sentito l'arbitro
cosentino Palmieri: “Mai rilasciato interviste”. Lazio
nei guai: aggiotaggio per Lotito. Niente incarichi sportivi per
i magistrati del CSM. Avv. Grassani “Milan in B, ipotesi
per ora non ipotizzabile”. Del Piero
“Orgoglioso di essere juventino”. V.Franza "Ipotesi
A per il Messina". Ieri sentito Della Valle.
28/05
Calcio nel caos: Per Borrelli una settimana
intensa. Bonfrisco “Paparesta fuori
dalle regole”. Gattuso: “Qualcuno sputa nel piatto”.
27/05
Calcio nel caos: L’inchiesta entra nel
vivo. Borrelli al lavoro e Lippi difende il
figlio. Commissario Rossi: “Sconti per nessuno”.
Sacchi e Agnolin: “Chi ha sbagliato
paghi”. Lippi: “In Italia chi è indagato
è già condannato”. Peruzzi
accusa: “Moggi il pastore e noi il gregge”.
26/05
Calcio nel caos: Gli atti passano a Borrelli:
Parte ufficialmente “Piedi Puliti”. Galliani
rimane solo, si dimette Zamparini. Gigi Riva: “Beckembauer
ha parlato da bambino”. Cossiga: “Tangentopoli
era più onesta”. Sacchi: “Torniamo al
calcio di prima, senza banchieri e politica”. Il
figlio di Lippi indagato a Roma e Milano.
25/05
Calcio nel caos: Interrogatori a Napoli e
Roma e perquisizioni della GdF. Cannavaro
ci ripensa. Albertini: “Pensavo ci fosse sudditanza
psicologica, invece...”. Cecchi Gori
“Affossato perchè scomodo. I 5 anni più brutti
della mia vita”. Licenza Uefa per 14 club: manca la
Lazio. I tiofosi
si costituiscono parte civile. Gli ex vogliono
Boniperti presidente della Juve
24/05
Calcio nel caos: La Lega Calcio cerca nuove
regole. Alla Gea e ad Alessandro Moggi oltre
il 10% del mercato delle procure. Conti: “Lotta al
conflitto d’interessi”. La Finanza
nella sede del Crotone e della Reggina. Buffon in Procura.
Galliani confermato in Lega. Cannavaro:
“Gli scudetti della Juve, meritati”
23/05
Calcio nel caos: Il commissario della FIGC,
Rossi, nomina il procuratore Borrelli capo ufficio indagini. Scatta
“Piedi puliti”. A Napoli sfilano i testi.
perquisita la sede della
Torres
22/05
Calcio nel caos: Lippi rimane al suo posto.
Moggi cita Berlusconi. Chieste le dimissioni
di Galliani che le respinge, l’inchiesta va avanti.
Moggi: “Un’imboscata di Galliani”. Guido
Rossi: “Beckenbauer ne approfitta”. Avv.
Stagliano “La Juve in B”
21/05
Calcio nel caos: Moggi ebbe un ruolo importante
nelle elezioni di Carraro e Galliani. Tardelli replica a
Beckenbauer “Anche in Germania c’è il marcio”.
Chieste le dimissioni di Lippi. Le
intercettazioni di De Santis
20/05
Calcio nel caos: Il potere assoluto di Moggi.
Ora è fuga dalla Gea. Si dimette anche il Generale Attardi.
Beckembauer: L’Italia la pagherà ai Mondiali. Le
tifoserie di Messina, Crotone e Reggina non ci stanno
19/05
Calcio nel caos: La Gea controllava anche
Reggina, Livorno e Siena. Gazzoni: “Le dimissioni di
Carraro sono finte”. Interrogati Lippi
e Zeman. Si dimette il Generale Pappa
18/05
Calcio nel caos: Il Commissario Rossi fa piazza
pulita. Le intercettazioni di Carraro e Moggi che preparavano
le elezioni in Lega. Menzionato Pisanu. Sospesi
nove arbitri, la Finanza a casa di Moggi e nella sede della Juve
17/05
Calcio nel caos: Il Commissario Rossi al lavoro.
Spunta il filone doping. Dopo il vertice delle Procure, nuovi
accertamenti. Definite le competenze delle
Procure di Roma e Napoli.
16/05
Calcio nel caos: Guido Rossi commissario della
FIGC chiamato a sistemare il calcio e le sue regole. Petrucci
rassicura Lippi “Verrò a trovarti con Rossi”.