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Cronaca
Sciopero del 25 contro la finanziaria. Le adesioni

 

UIL-FLP: “La Finanziaria è devastante”

25/11 ''Una Finanziaria sbagliata per il Paese e devastante per la realta' calabrese fatta di 409 Comuni, di cui 324 con meno di 5.000 abitanti e con l' 80% che ha solo 1/3 di tutti gli abitanti. Per questo motivo, e nella prospettiva perniciosa del federalismo fiscale e della devolution, e' conseguente l' impossibilita' da parte delle autonomie locali di programmare politiche del lavoro e di assistenza''. A sostenerlo e' stato Francesco Caparello, segretario generale della Uil-Flp, illustrando le motivazioni dello sciopero generale del prossimo 25 novembre. Secondo Caparello la Finanziaria ''dimostra scarsa cultura delle finalita' del servizio pubblico; e' accentratrice nelle scelte sui tagli, peraltro gia' dichiarati incostituzionali, in quanto con i tagli programmati per il 2006, il Governo colpisce le fasce piu' deboli dei cittadini, aumentando il costo dei servizi all' utenza e delle imposte locali, tagliando la spesa sociale e diminuendo complessivamente la qualita' dei servizi''. ''Una Finanziaria - ha aggiunto - che rinnega l' equilibrio e l' incontro tra generazioni di lavoratori, che crea conflitti generazionali tra padri e figli, che incentiva, senza controlli di spesa, esternalizzazioni, terziarizzazioni e consulenze, con il risultato che sono privatizzati i profitti e pubblicizzate le perdite. La Finanziaria colpisce in particolare i dipendenti pubblici: tassa i redditi da profitto dell' 11% ed i redditi da lavoro del 40%; taglia le risorse per il contratto 2004-2005 della Sanita' e degli Enti Locali, scaduto da due anni e non ancora rinnovato con gravi danni per i lavoratori; taglia le risorse per il contratto 2006/2007 (0,7% invece che 5,01%), bloccando di fatto le trattative per il rinnovo contrattuale; diminuisce le risorse finalizzate alla contrattazione decentrata, vanificando la remunerazione della produttivita'; conferma il blocco totale delle assunzioni e taglia il 40% dei fondi per i contratti a tempo determinato, depauperando le professionalita' che operano nella Sanita' e nei Comuni, con il risultato complessivo di aumentare i livelli di poverta' del Paese''. ''Contro questa finanziaria - prosegue Caparello - i dipendenti pubblici parteciperanno allo sciopero generale nazionale di venerdi' prossimo, chiedendo altresi' che nella stessa finanziaria rivisitata, sia inserita la detassazione degli aumenti contrattuali, condizione essenziale per fare ripartire i consumi; il decollo della previdenza integrativa per favorire le nuove occupazioni, penalizzate dalla riforma; la valorizzazione delle professionalita' interne con il blocco delle consulenze esterne''. In occasione dello sciopero e' in programma una manifestazione a Catanzaro che si concludera' con un comizio in Piazza Matteotti e l' intervento, a nome di Cgil, Cisl e Uil di Massimo Di Menna

L’adesione allo sciopero del PdCI Calabria

22/11 “Il Partito dei Comunisti Italiani della Calabria aderisce allo sciopero generale del 25 novembre, partecipa alla vasta mobilitazione prevista nella regione e sostiene la piattaforma presentata da Cgil-Cisl-Uil per ottenere la modifica sostanziale della Finanziaria 2006”. Lo ribadisce in una nota il Segretario regionale del partito, Michelangelo Tripodi. “Il PdCI –afferma Tripodi- sarà in piazza per protestare contro le scelte del Governo Berlusconi che, al termine di un quinquennio contraddistinto soprattutto da una lunga serie di provvedimenti approvati nell’esclusivo interesse del premier e delle sue aziende, ha presentato il conto finale agli italiani, varando una Finanziaria che penalizza ancora una volta i lavoratori, i pensionati, i giovani, gli Enti Locali e il Mezzogiorno. Il centrodestra conferma di essere peggio di una calamità naturale per il Paese. Dopo avere dilapidato dal 2001 ad oggi i 130.000 miliardi di vecchie lire dell’avanzo primario lasciato nelle casse dello Stato dai governi dell’Ulivo, e dopo aver incassato in questi anni una lunga serie di bocciature dal Fondo Monetario e dagli organismi dell’Unione Europea per la manifesta incapacità di rispettare le regole comuni, il Governo continua la sua azione iniqua e vessatoria varando una manovra di 27 miliardi di euro, resasi necessaria soprattutto per via dello scarso gettito prodotto dalle vendite immobiliari, su cui si erano imperniate le Leggi Finanziarie degli scorsi anni. Solo ministri irresponsabili e incapaci possono fare previsioni sbagliate, e il fatto che oggi lo stesso ministro Tremonti definisca ‘dura’ la Finanziaria approvata in questi giorni dal Senato, non cancella le colpe politiche di chi ha governato all’insegna della -finanza creativa- e continua a far pagare agli italiani il prezzo dei propri calcoli errati. Dopo avere a lungo abusato delle misure ‘una tantum’, transitorie e quindi inutili; dopo avere reintrodotto varie forme di condono, che si sono rivelati soltanto una modo per premiare l?illegalità; dopo avere varato una riforma fiscale con 3 aliquote, che dopo 50 anni cancellano dal sistema il criterio proporzionale con cui ricchi e poveri pagano le tasse; il Governo ha lanciato una campagna demagogica contro la spesa pubblica. Il centrodestra, dopo aver raschiato il barile, tenta di nascondere i propri errori attaccando alla radice la funzione insostituibile dello Stato per provare a giustificare scelte che costringeranno i Comuni a subire un taglio dei trasferimenti del 6,7%. Invece di promuovere una politica dei redditi che dia respiro all?economia, incentivi i consumi e migliori il tenore di vita dei ceti popolari e della fascia media della popolazione, il Governo vara ancora una volta una stangata per gli Enti locali che comporterà l’ennesima drastica cancellazione di tanti servizi sociali. C’è il concreto rischio che la manovra, basandosi anche questa volta su previsioni di entrate alquanto aleatorie e imprecise, comporti nei prossimi anni un nuovo salasso per gli italiani, con conti pubblici al solito instabili e conquiste sociali irrimediabilmente compromesse. Ancora una volta, a pagare sono soprattutto gli italiani più poveri, gli anziani, i dipendenti pubblici, i giovani che hanno un lavoro precario e quelli che sono in cerca di prima occupazione, per via di una Finanziaria in cui mancano i segni di una politica economica capace di creare sviluppo e dare risposte alle emergenze sociali vecchie e nuove che riguardano il Paese. Sono state tagliate le risorse per l’università, la scuola, la ricerca, ed è stato considerevolmente ridimensionato il Fondo unico per la Cultura, impedendo così di far crescere quei settore da cui dipendono la ripresa del nostro Paese e le speranze di milioni di giovani. Il Fondo Sociale per i disabili, gli anziani e le altre categorie deboli che ammontava a 1.000.000.000 di euro, dopo essere stato dimezzato lo scorso anno, è stato ulteriormente ridotto e la sua gestione diretta è stata sottratta alle Regioni. Sono stati drasticamente tagliati i contributi per l?affitto della prima casa e sono state tagliate le risorse per gli ammortizzatori sociali. E’ stato rimandato ancora una volta l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, a testimonianza di come questo Governo colpisca non solo chi è già povero e vive in una condizione precaria, ma anche quelle categorie che in passato godevano di maggiori tutele. La manovra è particolarmente penalizzante per il Mezzogiorno che, dopo aver visto in questi anni l’aumento del divario che lo separa dal Nord - per via della già avvenuta cancellazione di tutte le forme di sostegno all’imprenditoria come il Credito d’Imposta, il prestito d’Onore e gli altri incentivi che spettavano al Sud in quanto area debole del Paese - con questa Finanziaria fa i conti con il definitivo oscuramento della ‘questione meridionale’. Non c’è una sola misura, un solo intervento a favore del Mezzogiorno, che in tal modo pagherà più di altre parti del Paese l’ormai conclamata incapacità del Governo di far ripartire l’economia. Il 25 novembre saremo in piazza contro questa Finanziaria antimeridionale e antipopolare. Occorre promuovere forme efficaci di lotta all’evasione fiscale e reintrodurre una politica fiscale realmente redistributiva, che aumenti la tassazione sulle rendite speculative finanziarie e immobiliari. Bisogna contrastare il caro-vita galoppante con azioni di controllo rigoroso sui prezzi e le tariffe dei servizi di pubblica utilità, i cui indici non possono essere regolati dal mercato. Il PdCI continuerà a impegnarsi anche durante lo sciopero nella raccolta delle firme per la presentazione di una proposta di legge che chiede l’introduzione di una nuova forma di scala mobile per salvaguardare il potere d?acquisto di salari e pensioni, nel quadro di una politica che sia anche capace di promuovere nuovi servizi gratuiti per i lavoratori e i pensionati. Si deve ripristinare il sistema della fiscalità di vantaggio per le aziende che investono al Sud e bisogna scoraggiare la delocalizzazione all’estero delle imprese italiane, attraverso incentivi all’innovazione e all’investimento dei profitti. Occorre lanciare nel Mezzogiorno un programma per la realizzazione delle infrastrutture necessarie e per una lotta concreta alla mafia, abrogando la ‘egge obiettivo’ che crea parecchie zone d’ombra nel sistema degli appalti e rimpinguando le risorse per la sicurezza.

Adesione di Rifondazione alla manifestazione di Castrovillari per sciopero generale.

22/11 “Il prossimo 25 novembre la Federazione provinciale di Cosenza del Prc parteciperà - ed invita tutti i cittadini a partecipare – alla manifestazione per lo sciopero generale contro la finanziaria che le organizzazioni sindacali hanno indetto a Castrovillari”. Lo afferma in una nota il segretario provinciale di Rifondazione Comunista Angelo Broccolo. “Oltre – afferma Broccolo- ad aver apprezzato molto la decisione di svolgere l’iniziativa provinciale nella città del Pollino, viste le tante problematicità occupazionali, agro-industriali, sociali ed ambientali di quel territorio, il Prc provinciale condivide in pieno le ragioni che stanno alla base dello sciopero, qui giustamente voluto di otto ore per rafforzare e sostenere il desiderio di rivolta e di lotta dei lavoratori e di tutti i cittadini probi e democratici contro la ‘ndrangheta che attanaglia il vivere civile e sociale della Calabria. Un desiderio che di pari passo deve essere suffragato da una capacità della politica, ed in primis dei partiti, di allargare gli spazi di partecipazione democratica per rispondere a braccia aperta alla richiesta di rispetto dei diritti di cittadinanza, di legalità e di trasparenza (e, aggiungiamo noi, di solidarietà) proveniente dal mondo sindacale. Riteniamo la finanziaria del governo Berlusconi ingiusta, pesantemente diretta a danneggiare le popolazioni meridionali e fortemente indirizzata contro gli interessi dei lavoratori, dei pensionati e delle fasce più deboli della cittadinanza. Una manovra che non prevede alcun aiuto verso il potere di acquisto degli stipendi né la copertura per il rinnovo dei contratti pubblici e, per giunta, caratterizzata dai tagli dei trasferimenti economici agli enti locali, di fatto determina una complessiva riduzione dei servizi essenziali per i cittadini. Prima ancora delle elezioni che dovranno necessariamente mandare a casa il governo di centrodestra a Primavera, è il paese reale che deve dire basta al potere di Berlusconi, Bossi e Fini e di quanti mirano solo alla distruzione sociale ed economica della nazione.

Pappaterra (Sdi) “La scelta di Castrovillari un alto valore simbolico”

22/11 ''La scelta di Castrovillari fatta dai sindacati in occasione dello sciopero generale di venerdi' prossimo ha un alto valore simbolico perche' nell' area del Pollino sono concentrati piu' che altrove i drammatici problemi di ordine sociale che vedono centinaia di lavoratori perdere il loro posto di lavoro, altrettanti rimanere in situazioni di latente precarieta' e tanti altri, soprattutto giovani disoccupati, che il lavoro rischiano di non incontrarlo mai''. A sostenerlo e' stato il deputato dello Sdi Domenico Pappaterra che ha voluto ringraziare Cgil, Cisl e Uil per la scelta. ''In questi anni difficili - ha aggiunto Pappaterra - insieme al sindacato unitario abbiamo condotto delle belle battaglie per evitare il definitivo smantellamento del comparto industriale, per dare una prospettiva di stabilizzazione ai tanti giovani impegnati come Lsu e Lpu negli enti locali e nel Parco nazionale del Pollino e piu' in generale per evitare la emarginazione definitiva di un territorio che se opportunamente aiutato e sostenuto potrebbe rappresentare una risorsa importante per lo sviluppo della nostra regione. Lo sciopero ovviamente non e' solo di un territorio, ma e' di un' intera regione che vuole gridare un forte no ad un Governo che ha varato la devolution contro le popolazioni del Sud, che approvera' a colpi di fiducia una Legge Finanziaria per il 2006 che cancella definitivamente il Mezzogiorno dalle politiche nazionali, che taglia i fondi agli enti locali e che con una norma di gravita' inaudita impedira', dal primo gennaio 2006, ai cittadini del Sud e della Calabria di potersi recare nelle strutture sanitarie del centro-nord per ricevere cure ed assistenza per tutti i tipi di malattia ad eccezione di quelle gravi. Cosi' come la mobilitazione del 25 novembre sara' anche l' occasione per dire no alla criminalita' organizzata che nella nostra regione ha rialzato la testa e sta mettendo a repentaglio la tenuta democratica ed una civile convivenza''. ''Per queste ragioni - ha concluso Pappaterra - avverto il dovere di invitare tutti i giovani e le donne, i ragazzi delle scuole, i sindaci, che spesso sono finiti nel mirino della criminalita', i lavoratori e tutti i rappresentanti delle istituzioni locali a mobilitarsi e a partecipare in massa alla manifestazione del 25 novembre che dovra' rappresentare non solo una giornata di protesta, ma la giornata del riscatto e dell' orgoglio di una terra che vuole giocarsi fino in fondo la sua partita nella competizione nazionale purche' sia messa nelle migliori condizioni per poterlo fare''.

Allo sciopero aderiscono i segretari comunali e provinciali

Il segretario regionale della Calabria dell' Unione nazionale dei segretari comunali e provinciali, Domenico Primerano, e la vicesegretaria nazionale, Carla Caruso, hanno annunciato l' adesione allo sciopero generale di venerdi' prossimo. I dirigenti dell' Unione dei segretari, in una nota, affermano che ''non resta altra via, infatti, per portare all' attenzione dell' opinione pubblica il profondo disagio di una categoria di lavoratori pubblici che vede nel blocco delle assunzioni e nelle modifiche normative, in tema di disponibilita' e mobilita', una chiara volonta' di precludere prospettive future dignitose alla figura del segretario comunale. Inoltre, l' inerzia del legislatore alla ridefinizione e valorizzazione del ruolo e delle funzioni di questa importante figura professionale, unitamente ad una direttiva per il rinnovo contrattuale che, per i suoi contenuti, rappresenta un grave attacco alla stessa dignita' dei lavoratori, confermano nella categoria il convincimento di un atteggiamento pregiudiziale nei suoi riguardi, che non trova alcuna razionale giustificazione''. Per questi motivi l' Unscp, in sinergia con la Fp-Cgil, la Cisl-Fps e la Uil-Fpl-Ansal, ''che rappresentano unitariamente gli interessi e la stessa dignita' dei segretari comunali e provinciali, preannunciano sin d' ora ulteriori iniziative di protesta in assenza di concreti interventi, a cominciare dalle necessarie modifiche della direttiva sul rinnovo contrattuale, per manifestare la palese volonta' di un positivo superamento delle criticita' rappresentate''.


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