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Il Consiglio regionale approva il bilancio di previsione 2010

 

Il Consiglio regionale approva il bilancio 2010, manovra da 9.2 mld di euro

10 feb 10 Il Consiglio regionale ha approvato con i voti della maggioranza di centrosinistra il Bilancio di previsione 2010 della Regione. La manovra complessiva ammonta a 9,2 miliardi euro, mentre i fondi svincolati assommano a poco più di seicento milioni di euro. L’Assemblea ha inoltre approvato a maggioranza il collegato alla Finanziaria 2010 e il Documento di programmazione economico finanziaria della Regione. L’Assemblea ha votato il “riconoscimento del principio di equità tra le generazioni presenti e le generazioni future per contrastare ogni forma di squilibrio tra la distribuzione delle risorse economiche tra le generazioni”. Tra i principi ispiratori della norma si richiamano “il rispetto dei diritti e dei bisogni delle giovani generazioni nelle politiche e negli interventi volti ad accrescere la sostenibilità dell’ambiente urbano e nelle scelte relative alla pianificazione ed alla progettazione spaziale e temporale della città”. Il Consiglio regionale ha anche dato il via libera ad una norma per riprogrammare i Fas i fondi per le aree sottoutilizzate “in funzione di una quota da destinare al finanziamento di impianti di irrigazione, per agevolare l'accesso al credito da parte delle imprese e per intervenire sulla crisi del settore agrumario”. I lavori proseguono per l’esame della legge finanziaria 2010.

Soddisfatto Censore. “Mi ritengo molto soddisfatto per il fatto che alcuni emendamenti da me proposti, di grande impatto per la comunità calabrese, e che costituiscono una battaglia in direzione della valorizzazione del diritto al lavoro, abbiano trovato il riscontro dell’Aula nella seduta odierna. Ritengo, infatti, che questa sera, con la loro approvazione, sia stato dato un segnale importante a sostegno di uno dei diritti costituzionali più importanti che esistano”. E’ quanto afferma il consigliere regionale Bruno Censore, riferendosi al via libera dato dall’Aula ad alcuni provvedimenti: la proroga per i lavoratori della Sial; il riconoscimento ai lavoratori ex articolo 7 dei benefici della legge 20 2003 e la proroga dei contratti del personale dell’Afor di cui all’articolo 25 della legge regionale n. 15/20078 fino all’espletamento delle procedure concorsuali finalizzate all’assunzione a tempo indeterminato.

Tallini contrario. “Ho abbandonato l’Aula dopo aver motivato nel corso del mio intervento che tale scelta scaturisce dalla constatazione che l’opposizione non si è impegnata al massimo delle sue possibilità per impedire l‘approvazione di una legge finanziaria il cui contenuto rappresenta una vera e propria operazione di voto di scambio in vista delle imminenti elezioni regionali”. Sarebbe stato sufficiente per l’opposizione intervenire a favore o contro e chiedere l’approvazione dei 320 emendamenti entro la mezzanotte mediante il voto per appello nominale di ciascun punto per impedire che la maggioranza portasse a conclusione un’operazione clientelare che orienterà per benefici promessi migliaia di appartenenti a categorie privilegiate grazie ai provvedimenti contenuti nella stessa finanziaria. Infatti solo per l’approvazione degli emendamenti, sarebbero stati necessari almeno 15 minuti ciascuno, un tempo che, moltiplicato per i 320 emendamenti, avrebbero impegnato l’Aula per circa ottanta ore di lavori ininterrotto solo per la discussione. Una ‘missione impossibile’, quindi, resa possibile dall’atteggiamento inspiegabilmente tiepido del centrodestra”.

Intervento di Pizzini: Dietro la sollecitazione di circa 800 lavoratori ex Formazione Professionale della Regione Calabria, che richiedono legittimamente le competenze arretrate riferite al periodo del cosiddetto servizio pre—ruolo, il Consigliere Regionale del PdL, Antonio Pizzini, chiede al Presidente Agazio Loiero la sospensione di una procedura avviata dal Direttore Generale del Personale, Antonio Izzo, che dimostra nei suoi atti l’incredibile confusione che persiste nella burocrazia regionale. “Il Governatore e il suo assessore al ramo, Carmela Frascà, dopo ben dieci anni e nel pieno della campagna elettorale hanno dato disposizione al Dirigente Generale del Dipartimento Organizzazione e Personale di attivare, in base alla legge 241/90, un procedimento di ripetizione delle somme erogate a questi dipendenti. Non si capisce se questa sia una forma di ricatto politico nei confronti di qualificati lavoratori, già vincitori di concorso nel 1981, o l’esigenza di creare l’ennesimo gruppo di lavoro per pagare qualche progetto sotto campagna elettorale”. Su questa vicenda si sono spesi molti atti che hanno impegnato dal 1979 ad oggi tanto il Consiglio quanto la Giunta Regionale, che nel tempo hanno approvato delibere, decreti, atti amministrativi, mozioni, ordini del giorno e interrogazioni. A tutti questi atti si è data parziale risposta solo nel 2001 con il riconoscimento del credito vantato da tutti gli 809 dipendenti regionali facenti parte delle LL.RR. 8/80 e 18/85 e pubblicato sul BURC. A fianco di tali somme anche quelle da riconoscere ad una prima Commissione di esperti, nominata nel 1994 e per cui fu stabilito un impegno di spesa di ben 92milioni di lire, e ad una seconda Commissione, nominata nel 1997 con una spesa impegnata di 42milioni di vecchie lire. Senza trovare logica risposta, pare che a questi Commissari non sia stata avanzata alcuna richiesta di restituzione delle somme. Invece, solo oggi, dopo circa 40 anni dal primo atto prodotto dal Consiglio Regionale, ci si accorgerebbe che il 50% del capitale riconosciuto ed erogato a questi dipendenti non era dovuto, avviando una procedura piuttosto discutibile sotto il profilo giuridico in quanto carente di motivazioni e legittimità. “Il Direttore Izzo – prosegue nella denuncia l’esponente regionale – nella sua relazione, afferma che nell’attivare la procedura di ripetizione delle somme erogate ha pagato 233 dipendenti con il 50% del capitale riconosciuto ed altri 49 dipendenti con vittoria di sentenza (cui aggiungere capitale ed interessi), mentre altri 282 dipendenti non hanno ritirato l’assegno personale già intestato. A tal proposito, dietro attenta verifica della veridicità dei fatti, mi chiedo che fine abbiano fatto quegli assegni non trasferibili e mai ritirati”. A farsi bene due conti sembra che solo 564 dipendenti abbiano percepito le somme, o quantomeno sono stati considerati nella relazione del Direttore Generale del Personale. Ma che fine hanno fatto allora gli altri 205 dipendenti menzionati nel decreto di liquidazione n. 1504 del 12 aprile 2000? Ci sono poi degli atti risalenti al 25 luglio 2001 (DDG n. 7371) nei quali sembra che a seguito di decreti ingiuntivi esecutivi solo una certa percentuale di dipendenti sia stata pagata dalla Regione e che questa non abbia mai impugnato tali azioni. Appare quanto meno strano che non si riesca a conoscere i nomi di questi dipendenti, quasi siano stati secretati. “Alla luce di quanto denunciato da centinaia di dipendenti della Regione – conclude l’on. Pizzini – invito il Presidente Loiero e l’Assessore Frascà ad attivare con urgenza ogni atto utile per sospendere tale procedura avviata dal Direttore Generale del Personale, essendo gli atti prodotti dagli organi dell’Ente conseguenti ad un deliberato del Consiglio Regionale che risale al 16 novembre 1979. Per i più fortunati, possiamo parlare di un credito certo, liquido ed esigibile, per come riconosciuto da sentenze del TAR, del Giudice Ordinario, del Consiglio di Stato e della Cassazione. Per quelli meno fortunati, che hanno ricevuto allora solo 6milioni di lire, a fronte di centinaia di migliaia di euro già pagati, dopo ben 40 anni viene invece presentata la beffa di dover restituire anche quella cifra. Proprio perché siamo a fine legislatura, sarebbe opportuno rispettare l’ordine del giorno approvato all’unanimità nella 49a seduta del 29 maggio 2008 in cui la Giunta Regionale veniva impegnata dal Consiglio alla verifica e definizione della vertenza”.

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