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Loiero “Oncologia al Ciaccio riferimento regionale”

 

Loiero “Oncologia al Ciaccio riferimento regionale”

10 apr 10 “L’Oncologia del Ciaccio non solo non viene cancellata, ma viene potenziata, perché avrà a disposizione oltre 100 posti letto, ben più di quanto ne abbia attualmente, diventando, a tutti gli effetti, il nuovo Polo oncologico regionale. Essa, inoltre, resterà una struttura pubblica, con in più la prospettiva di essere riconosciuta come IRCCS di diritto pubblico. Questa e solo questa è la verità. E’ evidente che la delibera contestata va letta assieme all’altra, riguardante il nuovo Polo oncologico regionale, approvata dalla Giunta nella stessa seduta: si sarebbero così evitate polemiche inutili e strumentali”. Prima di lasciare Palazzo Alemanni, ed ancora Presidente della Regione in carica, Agazio Loiero interviene per chiarire cosa e perché effettivamente è stato deciso nell’ultima riunione di Giunta prima delle elezioni e spiega che “la Giunta ha dovuto prendere atto dall’impraticabilità del progetto di costruire il nuovo ospedale di Catanzaro in adiacenza al Policlinico universitario, stante la contrarietà dell’Ateneo (che è anche proprietario dell’immobile e dei suoli circostanti) a dare vita a un’Azienda ospedaliera unica. Pertanto, mentre con ordinanza del 25 marzo scorso procedevo, nella veste di Commissario delegato per l’emergenza sanitaria, ad approvare i progetti dei nuovi ospedali della Sibaritide, della Piana di Gioia Tauro e di Vibo Valentia, dando avvio alla loro realizzazione, mi sono preoccupato di trovare contestualmente una valida soluzione alternativa per la città Catanzaro, che consentisse di non perdere i finanziamenti già deliberati”. “La soluzione individuata assieme ai tecnici della Protezione civile nazionale e del Ministero della salute che collaborano alle iniziative commissariali, e predisposta dagli uffici tecnici dell’Ospedale Pugliese – aggiunge Loiero – è stata quella di ubicare il nuovo presidio, dotato di 450 posti letto di assoluta eccellenza, sempre a Germaneto, in un terreno privato da espropriare, già individuato a tal fine dal Piano regolatore comunale. Tuttavia, lo spostamento dell’area e l’applicazione dei nuovi costi standard ministeriali facevano lievitare sensibilmente i costi, dagli iniziali 99 ad oltre 120 milioni di euro. Restava poi il problema di non isolare il Ciaccio dal contesto ospedaliero integrato che si andava a realizzare a valle”. Secondo quanto dice Loiero “si è così pensato di spostare, nel futuro, l’Oncologia del Ciaccio all’interno del Policlinico universitario, affidando ad essa almeno 100 dei posti letto autorizzati alla Fondazione Campanella e lasciando all’Università la gestione di circa 30 posti letto. L’unione delle due strutture, se e quando realizzata, avrebbe dato vita a un nuovo soggetto di diritto pubblico (il Polo oncologico regionale), da istituire come IRCCS di diritto pubblico e non di diritto privato, come previsto dalla Giunta di centro-destra per la Fondazione Campanella. Aggiungo che l’accorpamento dell’Oncologia in un’unica sede, oltre alla maggiore efficienza e qualità nella risposta all’utenza dovuta anche allo scambio reciproco di esperienze tra medici universitari e ospedalieri, darebbe luogo a sensibili risparmi, evitando la duplicazione dei costosissimi macchinari, taluni dei quali oggi sottoutilizzati, tra le due strutture”. “Faccio infine presente - conclude Loiero - che allo stato questa è ancora una proposta della Giunta al Ministero della salute. Certo, dinanzi a tali dati, mi sarei aspettato altre reazioni, ma non quella di avere svenduto la professionalità degli ospedalieri del Ciaccio, alcuni dei quali anzi, in incontri informali, hanno più volte dimostrato di gradire un’ipotesi del genere”.

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