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Federalismo senza risorse

 

Senza risorse, parte male il federalismo. Loiero “la Camera reinserisca il mezzogiorno nel testo”

12 feb 09 Regioni, comuni e province sul piede di guerra: oggi in un'audizione alla Commissione Bilancio della Camera sul Federalismo fiscale hanno chiesto garanzie sulle risorse altrimenti - ha detto - si parte male. Le regioni, con il presidente dell'Umbria, Lorenzetti, vogliono sapere quali servizi essenziali saranno in grado di garantire; comuni e province vogliono essere sicuri di svolgere con i mezzi necessari le funzioni che saranno loro attribuite. L'intero sistema delle autonomie chiede poi che quanto prima sia approvato il nuovo Codice delle autonomie, essenziale per la piena attuazione del federalismo, e il ministro Maroni ha annunciato che la prossima settimana il provvedimento approderà in Consiglio dei Ministri. Il federalismo fiscale sembra così legarsi strettamente ai tagli che il governo chiede alle autonomie locali per fronteggiare la crisi economica i cui nodi ancora non si sono sciolti. I Comuni attraverso Chiamparino sollecitano un incontro con Berlusconi per dirimere una questione che ormai "é una questione politico-istituzionale prima ancora che di articolato legislativo del federalismo fiscale". "I Comuni - ha detto - non possono più essere considerati dallo Stato come il bacino esclusivo di risorse e lo stesso iter del federalismo fiscale, che a noi interesserebbe che andasse avanti migliorandolo, è a rischio se non si chiarisce quali risorse i comuni avranno a disposizione per far fronte alla nuove funzioni. Se il monte risorse disponibili per i Comuni è quello attuale, a cui vanno aggiunti i costi della politica e i tagli che sono intervenuti, rischiamo che sia del tutto inadeguato per garantire le funzioni dei Comuni. In più siamo in una fase di sospensione delle relazioni con il governo sul Patto di stabilità, dopo che l'incontro di ieri al ministero dell'Economia non è andato bene. Noi consideriamo questa questione dirimente ai fini del giudizio dell'Anci sull'intero disegno di legge". Il vice presidente vicario dell'Anci è quindi convinto che serva un "provvedimento ponte, perché altrimenti al federalismo ci si arriva stecchiti". "Il federalismo - ha sottolineato Maria Rita Lorenzetti - non può diventare un modo surrettizio per tagliare la qualità dei servizi". Sui cambiamenti al ddl, Lorenzetti ha spiegato che "c'é una garanzia affievolita nel percorso partecipativo e di condivisione per la messa a punto dei decreti delegati" e "questo non va bene". Il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, si è rivolto ai deputati affinché ristabiliscano due principi fondamentali nel testo della legge delega: il vincolo perequativo per il Mezzogiorno e l'intesa forte con le Regioni per l'approvazione dei decreti legislativi di attuazione. Infine, il presidente dell'Upi, Melilli, oltre a proporre alcuni emendamenti al testo (la semplificazione del sistema tributario e chiarimenti sulla formazione delle città metropolitane) sollecita il parlamento ad un costante dialogo con le autonomie locali.

Loiero “La Camera reinserisca il Mezzogiorno nel testo”. Il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero si è rivolto ai deputati affinché ristabiliscano due principi fondamentali nel testo della legge delega sul federalismo fiscale: il vincolo perequativo per il Mezzogiorno e l'intesa forte con le Regioni per l'approvazione dei decreti legislativi di attuazione. Oggi si è tenuta la prima audizione dei rappresentanti regionali alle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera, a cui ha partecipato il vicepresidente Domenico Cersosimo. Per questo Loiero ha voluto mandare un messaggio al legislatore affinché il federalismo fiscale significhi sviluppo del Paese, giustizia economica e sociale tra le sue parti, contributo alla ripresa e al rilancio economico, perequazione e superamento dello squilibrio Nord-Sud. "Il federalismo - ha sostenuto Loiero - può essere una molla di consensi e di impegno se la collettività nazionale comprende che non si tratta di ripartire le risorse esistenti, con inevitabili danni e conflitti tra chi perde e chi guadagna, ma serve a creare le condizioni per lo sviluppo e la crescita. In America Barak Obama lancia il tema della difesa dell'ambiente e di grandi opere pubbliche. I drammatici eventi calabresi, che ripropongono un disastro ambientale frutto di decenni di mancati interventi, impongono di inserire nel progetto di federalismo fiscale una chiara normativa che preveda un'altrettanto chiara individuazione delle risorse". "Il testo approvato dal Senato - ha proseguito Loiero - è insufficiente: una nota spese generica dei bisogni senza nessuna indicazione di quali siano le parti del Paese in sofferenza di quali siano gli squilibri. Soprattutto non riafferma il parametro di spesa per gli investimenti: indirizzare l'85% al Mezzogiorno ed il 15% al Centro-Nord, un rapporto finora inserito in varie norme". "Inoltre, anche dal punto di vista della parità istituzionale - ha concluso Loiero - il testo licenziato al Senato contiene un grave arretramento rispetto a quanto scaturito dal confronto Regioni-Governo e sempre confermato fino alla relazione in Aula. Si tratta della cosiddetta intesa forte, introdotta dalla legge La Loggia e che non consente atti unilaterali del Governo nel formulare i decreti legislativi. Perché è caduto questo principio fondamentale dell'accordo sottoscritto tra Governo e Regioni? Bisogna certo essere rispettosi sempre della volontà del Parlamento ma questioni così rilevanti non possono essere cambiate alla 'chetichella', senza una motivazione, un confronto, una spiegazione"

L’ANCI chiede chiarimenti a Berlusconi. I Comuni tornano a chiedere un incontro urgente con il presidente del Consiglio perché " è l'unica sede in cui si possano chiarire e risolvere i nodi politici irrisolti". Il nodo principale sono le risorse. Lo ha detto Sergio Chiamparino, sindaco di Torino e vice presidente vicario dell'Anci, al termine dell'audizione che si é tenuta oggi alla Camera sul Federalismo fiscale. I Comuni - ha detto Chiamparino - non possono più essere considerati dallo Stato come il bacino esclusivo di risorse e lo stesso iter del federalismo fiscale "che a noi interesserebbe che andasse avanti migliorandolo" è a rischio se non si chiarisce attraverso il Codice delle autonomie quali risorse i comuni avranno a disposizione per far fronte alla nuove funzioni peraltro ancora tutte da definire. "Partiamo dalla constatazione che se il monte risorse disponibili per i Comuni è quello attuale e quello del 2009 noi partiamo con almeno un miliardo e 200.000 milioni di euro in meno di risorse solo per l'Ici, Se poi andiamo a considerare i costi della politica e i tagli che sono intervenuti rischiamo di avere un monte risorse del tutto insufficiente e inadeguato per garantire le funzioni dei Comuni. In più siamo in una fase di sospensione delle relazioni con il governo sul Patto di stabilità e sulle risorse per i bilanci che stiamo facendo - l'incontro di ieri al ministero dell'Economia non è andato bene - e quindi non consideriamo questa questione dirimente ai fini del giudizio dell'Anci sull'intero disegno di legge e anche a questo fine ci permettiamo di chiedere di avere al più presto un incontro con la presidenza del Consiglio così come ha chiesto il nostro consiglio nazionale perché- ha concluso - è l'unico luogo dove si puòdirimere una questione che ormai è una questione politico-istituzionale prima ancora che di articolato legislativo del federalismo fiscale". Il vice presidente vicario dell'Anci, Sergio Chiamparino, ha spiegato che l'incontro di ieri al ministero dell'Economia è andato male "perché non abbiamo avuto risposte e ci è sembrato che le uniche risposte fossero tese a mettere in competizione noi e le regioni. La sensazione nettissima è che il governo veda solo negli enti locali e nelle autonomie locali il serbatoio da cui attingere acqua per cercare di irrigare gli altri fiumi di spesa pubblica. Questo a noi non va bene anche perché noi siamo quelli - non dimentichiamolo - che alimentano tra il 60-70 per cento degli investimenti pubblici che si fanno in questo Paese. E' perciò paradossale che quando si tratta di spendere siamo quelli che spendono di più e contribuiscono a mantenere il Paese e quando si tratta di avere le risorse siamo quelli a cui lo Stato le sottrae. Lo Stato cominci a fare economia nei ministeri non veda solo nei comuni il bacino da cui attingere". "Siamo di fronte al tentativo delle varie agenzie che afferiscono al ministero dell'Economia, ragioneria,uffici del tesoro ecc...di vedere alla fine solo negli enti locali il bacino da cui trovare soldi. Questo a noi non va bene e per questo vogliamo incontrare il presidente del consiglio, serve un chiarimento politoco-istituzionale." .

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