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Consiglio comunale Cosenza approva Bilancio previsione 2010

 

Consiglio comunale Cosenza approva Bilancio previsione 2010

09 apr 10 Il Consiglio Comunale di Cosenza ha approvato il bilancio annuale di previsione per l’anno 2010, e gli altri punti all’Odg ad esso collegati, con 22 voti a favore e l’astensione dei consiglieri Roberto Bartolomeo e Antonio Ruffolo. Questa la replica del Sindaco al termine del dibattito.

LA REPLICA DEL SINDACO

“I temi salienti del bilancio sono stati sufficientemente affrontati nella relazione dell’assessore Lucente, alla quale va il mio ringraziamento, che estendo al direttore delle politiche economiche, a tutti i dirigenti in aula, al Collegio dei Revisori dei Conti, alle organizzazioni sindacali con cui abbiamo condiviso questo progetto di bilancio, ed alle circoscrizioni che per tempo hanno ricevuto la bozza licenziandola con il loro parere.
Ringrazio il gruppo consiliare di maggioranza con cui c’è stato un cammino comune di illustrazione e di condivisione.
La discussione è stata molto ricca, articolata, con spunti di riflessione anche critici, come  è nel gioco della democrazia e nella vita delle istituzioni. Ma nessun intervento ha agitato toni polemici oltre il limite, pur se questo Consiglio cade all’indomani di una elezione regionale molto importante che ha creato scenari nuovi. È una tendenza importante.
Proprio perché siamo all’indomani di questo rinnovo di Consiglio regionale, mi associo agli auguri che istituzionalmente e personalmente rinnovo al nuovo Presidente. Sono auguri di buon lavoro, di buon Governo, in una parte dell’Italia che riserva sempre crescenti difficoltà. Glieli ho rivolti anche personalmente formulandogli un pensiero. Sono sempre stato convinto assertore del principio della continuità nel governo degli enti. Gli ho così rivolto l’invito che questo nuovo corso del governo regionale tenga comunque nel giusto conto e valorizzi ciò che di buono la giunta Loiero e il suo Consiglio hanno fatto nei 5 anni trascorsi. E penso ne abbiano fatte, anche per la nostra città: la metropolitana leggera, la sottoscrizione di accordi per l’asse città cioè per le grandi opere, i bandi per le politiche ambientali, l’APQ; un lavoro di programmazione e di perfezionamento degli atti successivi che la nuova Giunta ha il dovere di continuare. Mi preoccuperebbe una eventuale rivisitazione di tutto ciò che finora è stato fatto, non foss’altro per i tempi di impegno della spesa che sarebbero inevitabilmente allungati col rischio di perdere i finanziamenti. E devo dire che da Scopelliti ho ricevuto ampie assicurazioni.
Noi continueremo a mantenere quel rapporto istituzionale e collaborativo che con la Giunta Loiero ha avuto significativi riscontri, e lo dico non per appartenenza politica ma per una oggettività che non me la fa liquidare come un’esperienza negativa.

La discussione di stasera possiamo dividerla in due parti: una più politica sul futuro, ed una più tecnica sulla manovra di bilancio.
Sul piano politico, credo che questo Consiglio comunale e le forze che lo compongono debbano aprire un ragionamento al loro interno perchè la scadenza elettorale del maggio 2011 non è lontana, e condivido l’impostazione per cui ognuno per la propria parte debba avviare un cammino che porti a quella scadenza con una proposta politico-istituzionale alla città.
Un lavoro che non riguarda le persone – perché nessuno di noi è indispensabile – ma l’idea, la capacità di progetto e di creare intorno al progetto un consenso, prima delle forze politiche per poi affidarlo al giudizio dell’elettorato. Sento che noi abbiamo questo dovere, non solo come maggioranza di centro sinistra ma come istituzione. Ed il confronto dovrà essere sui contenuti. Non ci sfugge che l’attenzione dell’opinione pubblica rispetto al tema delle riforme istituzionali è poco sentita. L’interesse è più per la proposta politica degli schieramenti che attiene alla qualità della vita dei cittadini.
Colgo l’idea ribadita in questa aula dal consigliere Frammartino che si possa andare verso un discorso di città unica, che dal punto di vista istituzionale possa far fare un salto di qualità al progetto di area urbana al quale abbiamo e stiamo lavorando.  Un’idea innovativa non può che passare attraverso il relativo ascolto dei cittadini. Chi vuole avviare questo cammino non troverà in questa Amministrazione un elemento che si mette di traverso a questo percorso.
Così come sono emerse altre questioni. Auspico che questo Consiglio comunale voglia tornare a riunirsi per fare una discussione tutta politica prima della scadenza elettorale. Chi è stato chiamato a governare dal consenso elettorale ha un dovere istituzionale-amministrativo che è quello di dire: abbiamo presentato un programma e abbiamo sviluppato queste azioni che dicono in che misura abbiamo adempiuto il nostro dovere. Poi c’è una strada più politica che bisogna avviare con tempestività, che riguarda l’istituzione, le forze politiche, ognuno per la sua parte, nella dialettica e nel garbo, per delineare il nuovo scenario su cui gli elettori dovranno esprimere il loro consenso.
Mi auguro che la fase che verrà sia scevra da personalismi, da risse, da faziosità non in linea con lo spirito del confronto e tutta incentrata sui temi della città. Questa fase io la aprirò presto. E quindi il voto sul bilancio di oggi rappresenta un punto di partenza di una nuova fase.

Nel merito del bilancio, dico che è su tutti i giornali ciò che è successo in Lombardia. Il Sindaco di Varese ha guidato la rivolta dei Sindaci lombardi contro il Governo, che è della loro parte politica. E oggi il Presidente dell’ANCI ha chiaramente detto che al prossimo consiglio nazionale si sottoporrà ad approvazione un OdG che prevede la mobilitazione di tutti i Sindaci d’Italia.
La difficoltà richiamata dall’assessore Lucente, addirittura riferita al 2004, si è ulteriormente aggravata. Negli ultimi tre anni questo Comune ha subito la storicizzazione dei tagli per un importo che supera i 5 milioni e mezzo di euro, tutti attinenti alla capacità di programmare la spesa corrente. Se aggiungiamo che, nel momento in cui si sono registrati i maggiori tagli, stiamo vivendo una delle più difficili crisi recessive del paese dal Dopoguerra, mi verrebbe da dire che i matrimoni con i fichi secchi non possiamo farli. E noi dobbiamo avere questa consapevolezza.

Sottolineo che abbiamo rispettato il patto di stabilità, e questo dipende in gran misura dall’operato dei dirigenti, perché significa che c’è stato un rigoroso monitoraggio delle entrate e delle uscite, inteso come atto di gestione. Se il patto di stabilità viene violato, si incorre in pesantissime sanzioni e vincoli che bloccano ulteriormente l’attività dell’ente; se si rispetta, comunque bisogna osservare regole rigide che incidono sia sulla spesa corrente che sulla spesa in conto investimenti.
Questa è la filosofia del patto che oggi detta ai Sindaci di tutta Italia di modificare le regole. Quelle regole che oggi limitano addirittura la capacità di investire per dare risposte ai bisogni della quotidianità.

Aggiungo che il nostro è poi un ente che ha notevolmente ridotto i rischi da utilizzo di prodotti finanziari derivati,  che ogni anno si eliminano le partite inesigibili, che non abbiamo ripianato un solo debito fuori bilancio che fosse stato prodotto da questa Amministrazione.  
Ricordo che siamo fuori di almeno due milioni e mezzo di euro per aver realizzato quelle opere a tutela dell’incolumità dei cittadini, in fase di emergenza geologica. E nonostante abbiamo agito con l’autorizzazione che viene dall’ordinanza ministeriale, non abbiamo ricevuto nemmeno un centesimo. Queste risorse da dove sono arrivate allora? Sono arrivate dalla capacità di stringersi nelle spalle ed affrontare le priorità imposte dalle situazioni. E questo è un dato che incide sugli equilibri finanziari di competenza e ancor più di cassa.

E poi il mantenimento dei livelli occupazionali, che non è cosa di poco conto. Quando nel 2006 dicevamo che non si sarebbe perso nemmeno un posto di lavoro, certo non sapevamo la situazione alla quale il paese sarebbe andata incontro. Oggi si lamenta la disoccupazione che avanza, cioè di chi non riesce a trovare lavoro, ma soprattutto quella di chi un posto di lavoro l’aveva e l’ha perso.
E le scelte sulle politiche del lavoro sono strettamente legate alle politiche di welfare perché molti di questi lavori interferiscono con i servizi ai cittadini.
Ancora sul welfare, è vero, il fondo di povertà non è molto. Abbiamo ricevuto 1000 domande. È stata già stilata una graduatoria che non abbiamo voluto pubblicare in campagna elettorale, la utilizzeremo per dare un minimo sollievo a tante famiglie che ne hanno bisogno, ribadendo l’intesa fatta l’anno scorso col Banco Alimentare.
Ed è vero che 80mila euro in più sull’emergenza abitativa non è tanto, ma abbiamo dato la risposta possibile alla richiesta delle associazioni che svolgono servizio  a tutela delle minoranze residenti in città.
Uno sguardo significativo è stato dato anche al mondo degli anziani e dei giovani, anche qui con delle piccole somme, ma che sono un segnale di attenzione verso un mondo che invecchiando vive di maggiore solitudine ed un mondo giovanile che ha poca speranza.

Tranquillizzo poi il consigliere Falbo: le politiche dei trasporti avranno continuità perché molti dei fondi attribuiti per legge alla Polizia Municipale dovranno sviluppare progetti e programmi che incidono sui temi del traffico e della mobilità.
Sui rifiuti, sono lieto che l’Ordinanza sia stata ben accolta. E sono soddisfatto che per la prima volta da quindici giorni, dopo dieci anni, la raccolta si fa anche il sabato.

Due considerazioni finali: questa manovra di bilancio possibile, responsabile, compatibile, assolve ad una funzione: muovere risorse finanziarie nella direzione di ciò che con maggior voce i cittadini chiedono, cioè sollievo al disagio, servizi minimi essenziali, qualità della vita.
Io so solo che gran parte dei fondi assegnati ai calabresi, questo Governo li ha riattratti a sé, parlando di una riprogrammazione, ma mi pare una pura enunciazione di principio.
Una certezza ce l’ho: i fondi che abbiamo continueremo a spenderli con oculatezza e responsabilità al servizio dei nostri territori”.

 

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