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Economia
Il rapporto di Assindustria Cosenza sull'economia calabrese.

 

Rapporto sull’economia calabrese di Assindustria Cosenza: “L’economia cresce ma senza ripresa”

26/07 Una sistema economico in buona crescita che, tuttavia, è ben lontano dall'aver imboccato la strada della ripresa, sia a causa dell'arretratezza della struttura economica regionale, sia a causa del fallimento delle politiche di spesa pubblica legate al Por 2000-2006. Questi, in sintesi, i concetti espressi in un rapporto sull'andamento dell'economia in Calabria nel 2004 curato dall'assindustria di Cosenza e presentato oggi dal presidente dell'associazione, Raffaele De Rango e illustrato da Sarino Branda Direttore Assindustria Cosenza, rapporto a cura di Rosanna Nistico'. Il rapporto è articolato in due parti: la prima analizza e mette in relazione fra loro i dati statistici raccolti da Svimez, Istat, Banca d'Italia e Unioncamere. La seconda comprende una critica dettagliata al modo in cui sono stati spesi finora i fondi comunitari e poi presenta una serie di proposte per distribuire meglio quelle risorse (oltre 2 miliardi di euro) sul territorio nei prossimi anni. Per quanto riguarda l'analisi congiunturale, si parte dal dato Svimez che ha rilevato, nel 2004, un tasso di crescita Pil del 2,4% rispetto al 2003, miglior progresso fra le regioni del Sud dopo la Sardegna (+2,6). L'economia regionale- spiega il rapporto- deve i suoi risultati positivi all'agricoltura ed all'edilizia. Il settore primario assorbe il 12% dell'intera occupazione regionale, un peso quattro volte superiore a quello del Centro-nord e triplo rispetto all'Italia. Tra i comparti più rappresentativi dell'economia agricola regionale, la produzione olivicola è cresciuta del 39%. L'edilizia pesa, invece, in termini di occupati, il 10,3% contro il 7,5 del Centro nord e l'8,2 dell'Italia. La sua crescita riflette la scelta di dirottare i risparmi verso un investimento sicuro. I prezzi per nuove abitazioni nei comuni capoluogo sono aumentati del 6 percento in un anno. Poi, hanno inciso gli interventi relativi all'autostrada A3 e alla strada 106 jonica, che assorbono oltre la metà del valore complessivo dei bandi per opere pubbliche in regione pubblicati nel 2004 per un valore complessivo pari, rispettivamente a 337 milioni di euro e 890 milioni di euro. In espansione anche il turismo ma in rallentamento rispetto al 2003: arrivi e presenze nella regione sono aumentati, rispettivamente, del 3,5% e del 3,7%, contro la media del 9,8% e dell'11% del 2003. Un miglioramento c'è stato,insomma,osserva il rapporto di Assindustria, ma è solo numerico.A ben guardare, infatti, agricoltura ed edilizia sono due settori tradizionali, non avanzati. Le costruzioni, in particolare, hanno un peso ancora preponderante nel settore secondario (industria) dove è scarso, a differenza del Nord e Centro-Nord, ma anche di altre zone del Sud, l'apporto del manifatturiero e delle aziende hi-tech. Note negative, nonostante un bilancio in attivo, anche per quanto riguarda il turismo: "in una regione in cui negli ultimi anni si è cercato di enfatizzare le potenzialità del settore e in cui l'offerta è fortemente caratterizzata dal turismo balneare, si è assistito, paradossalmente, a un progressivo peggioramento dell'inquinamento del mare. In assenza di interventi diretti a limitare l'inquinamento marino e delle spiagge, gli sforzi compiuti- denuncia il rapporto- per il sostegno del settore turistico sono destinati a rivelare in breve la loro inefficacia". La cartina al tornasole di una crescita non strutturale è il tasso di disoccupazione che, secondo Assindustria Cosenza, si è ridotto di due punto rispetto all'anno 2003 (dal 16,3 al 14,3) ma in conseguenza della riduzione del numero di persone in cerca di occupazione. Un indicatore significativo, la Cig straordinaria, denota infatti un incremento complessivo delle ore concesse del 17,5% rispetto al 2003. La crescita dei posti di lavoro, invece, si è attestata attorno alle 11 mila unità (+1,8%) con una dinamica occupazionale in controtendenza a quella espressa dal Mezzogiorno nel suo complesso, che risulta negativa (-0,4%) rispetto al 2003. Anche l'aumento delle esportazioni verso l'estero, dove la Calabria ha conseguito un incremento dell'8,5% rispetto al 2003,con un ritmo di crescita superiore a quello medio nazionale (6,1%), riguarda tuttavia un esiguo volume d'affari sul totale nazionale : appena lo 0,1% (345 milioni di euro), che rappresenta il contributo più basso tra tutte le regioni italiane. Dallo studio, insomma, emerge che quello che manca alla Calabria è la produzione di ricchezza endogena. L'ultima parte del rapporto dell'associazione industriali è dedicata alla proposta. Ma, prima di arrivarci, comincia dal fallimento del Por 2000-2006, definito "una formidabile occasione quasi interamente sciupata", perché il precedente governo regionale ha "tradito la prassi della concertazione e del confronto, si sono perpetrati metodi e procedure tradizionali più attenti alla distribuzione di risorse che ai risultati in termini di cambiamento del contesto e i fondi sono stati utilizzati in larga misura per finanziare interventi ordinari e frammentati, caratterizzati dalla micro-dimensione piccoli incentivi sotto i 100mila euro, corsi di formazione e progetti infrastrutturali di modesta entità". Secondo il rapporto, il precedente governo regionale non ha capito che si doveva intervenire innanzitutto per migliorare i servizi essenziali, nei quali la Calabria è ancora deficitaria: nel 2003 la percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua sono 2 volte e mezzo più numerose del dato nazionale (1,5 volte rispetto all'intero Mezzogiorno), così come la frequenza di interruzioni del servizio elettrico in Calabria è quasi il doppio della media paese (1,3 volte superiore rispetto al Mezzogiorno). Inoltre, la raccolta differenziata è appena al 40% della media nazionale. Uno degli obiettivi della nuova programmazione, spiega il rapporto, dovrebbe essere quello di riequilibrare la spesa a favore dei servizi essenziali, ponendosi come obiettivo minimo il raggiungimento di uno standard almeno pari all'80% della media nazionale. Altre proposte: una programmazione meno burocratica, con procedure più semplici, con bassi costi di transazione, che spinga alla modernizzazione amministrativa e all'apprendimento istituzionale. che premi i percorsi virtuosi, gli innovatori; un coordinamento tra politiche regionali e politiche nazionali. Infine, la sottoscrizione di un "Patto per lo sviluppo della Calabria", secondo Assindustria "la modalità più opportuna per definire in modo rigoroso obiettivi strategici di sviluppo regionale, regole e, soprattutto, ruoli e contributi dei singoli sottoscrittori".

Il vicepresidente Adamo ne ha per tutti, partito, Chiaravalloti e università.

26/07 Passata la tempesta delle settimane scorse, ora tocca a Nicola Adamo, presente al convegno a rappresentare la Regione Calabria, vista l'assenza dell'ultimo momento del Presidenet Loiero impegnato nel Consiglio regionale. Il vicepresidente di giunta e assessore regionale all'Economia, ha approfittato dell'incontro organizzato questa mattina dall'Associazione Industriali di Cosenza per riscattare il governo calabrese dalle critiche piovute da ogni parte. "C'e' un attacco generalizzato da Roma alla regioni del Sud" ha detto Adamo riferendosi alle campagne lanciate dalla stampa nazionale e dai vertici dei partiti dell'Unione, Ds su tutti”. Una lancia piantata contro chi lo ha additato, in questo periodo, suoi compagni di partito, ad avere troppi incarichi.”Chi mi beffeggia, rimarrà beffeggiato”. Adamo va duro contro le dure critiche subite e continua "Certe tentazioni accentratici vanno bloccate. In un ottica di federalismo anche la periferia deve avere la sua autonomia. Ne parleremo nel partito”. Un’occasione d’oro che non si lascia sfuggire per dimostrare la sua “forza”. In sala, quasi simbolicamente, a smentire le dicerie, il Sindaco Eva Catizone, e sua moglie, Enza Bruno Bossio, sono sedute accanto in prima fila. Quasi a suggellare un patto di unità in questo momento di crisi. Anche a smentire quelle voci che le vogliono una contro l’altra. Il momento, politico, non è dei più tranquilli e Adamo insiste affermando che “Nei prossimi giorni dimostreremo, dati alla mano, il nostro essere virtuosi". Poi parla della cittadella regionale e della decisione di stabilirla a Germaneto, nei pressi di Catanzaro. Un investimento che, in un'intervista apparsa oggi sul Corriere, il presidente Loiero difendeva come capace di portare grossi risparmi ma scomoda per i tanti interessi toccati. "La cittadella regionale si fara' li' dove Chiaravalloti non l'aveva voluta fare" ha detto Adamo. La giunta ha chiari i piani e le priorita' sulle infrastrutture: "La realizzazione del ponte di Messina non deve necessariamente essere un argomento di discussione per noi; l'argomento non e' proprio all'ordine del giorno dell'attuale governo regionale". Sono altre le opere che servono alla Calabria: "Su Gioia Tauro - ha spiegato Adamo - e' necessario avviare progetti per le infrastrutture per la funzionalita' e la polifunzionalita' del porto". Adamo ha poi affermato di essersi convinto della proposta del sottosegretario Giuseppe Nola per la realizzazione del degassificatore al porto di Gioia Tauro, un investimento che consente la possibilita' di riutilizzare gas usati durante le operazioni di transshipment (carico e scarico dalle navi) e di alimentare la catena del freddo utile allo stoccaggio ed al trasporto di generi alimentari, ma ha consigliato Adamo a Nola, "stiamo attenti che sia un sistema che possa funzionare con continuita' e con la disponibilita' del gas".
Infine un attacco all'Universita' della Calabria, retta da Giovanni Latorre, mancato candidato presidente alle ultime elezioni. "La Regione che governiamo deve cambiare - ha dichiarato il segretario regionale dei Ds - ma deve cambiare anche l'Universita'. Incontro operatori economici provenienti da tutto il mondo, dai giapponesi agli arabi, gente disponibile a ogni collaborazione, ma tutti con un giudizio critico sulla nostra Universita' che e' troppo chiusa su se' stessa. Dobbiamo capire - ha proseguito Adamo - come porre l'Universita' al passo coi tempi. Era stata progettata per una Calabria che quaranta anni fa era diversa. Se si arriva a pensare che il Ced dell'Universita' puo' arrivare a gestire il calcolo computazionale - ha insistito Adamo - siamo fuori dal mondo." Il riferimento dell'assessore all'Economia e' a un centro di supercalcolo che l'Universita' dovrebbe realizzare con una multinazionale del settore, ma che sta incontrando ostacoli burocratici nell'ambiente accademico cosentino.
Dopo circa un ora del suo intervento, i presenti in sala possono uscire dall’apnea di curiosità e guadagnare anzitempo le vie d’uscita. Sono le 14.30 e ancora deve relazionare il rappresentante di Confindustria che sinteticamente fa un appello alle Istituzione “Queste istituzioni – rivolgendosi a Umberto De Rose, che aveva mosso alcune dure critiche, sono le Istituzioni con cui bisogna parlare” e segnando una sorta di patto, ha dato appuntamento a tre mesi per avere un riscontro delle buone intenzioni prospettate nel convegno. Unico neo, l’essersi dimenticati di una crisi economica senza precedenti che sta dividendo sempre più il Paese creando un Italia a passo ridotto nel sud.

Cisl: “servono misure straordinarie”

26/07 ''Senza voler mettere in discussione la bonta' dei dati e della ricerca di Assindustria, la grave situazione economica, produttiva, sociale e occupazionale nella provincia di Cosenza con interi comparti e filiere produttive che stanno letteralmente cadendo a pezzi, dal tessile al manifatturiero, all' informatica, al bosco-legno, al calzaturiero, al settore dei rifiuti e della depurazione, al sistema dei trasporti, impone a tutti i soggetti di riflettere attentamente per attivare misure straordinarie in materia di politiche del lavoro''. E' quanto Paolo Tramonti segretario della Cisl di Cosenza. ''In questo senso - prosegue Tramonti - il rapporto in 'chiaroscuro' dell'Associazione industriali, rafforza la convinzione, piu' volte espressa, che per superare le criticita' bisogna costruire e rafforzare i partenariati socio-economico e interistituzionali per mettere in campo interventi finalizzati non solo alla gestione delle emergenze ma capaci anche di individuare linee di sviluppo che possano portare al definitivo superamento dell' attuale fase, predisponendo strumenti e nuove politiche di sviluppo in grado di incidere in profondita' nel tessuto socio-economico''. Per Tramonti la provincia di Cosenza ''necessita di sforzi congiunti, sinergie e condivisione strategica e di un 'Patto concertato' che definisca in modo rigoroso obiettivi strategici di sviluppo, regole e tempi di attuazione con riferimento agli investimenti nelle infrastrutture, nelle manifatture, nel sistema dell' industria turistica, dei servizi produttivi e politiche che valorizzano le preesistenze e le vocazioni storiche, archeologiche, culturali e gastronomiche''.

 

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