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Cronaca
Sgrena libera/Ucciso Calipari

 

Rumsfeld: “Presto i risultati dell’inchiesta sulla morte di Calipari”

20/03 Il ministero della Difesa Usa, Donald Rumsfeld, ha dichiarato di aspettarsi che arriveranno "presto" i risultati dell'inchiesta sulla morte di Nicola Calipari: l'agente del Sismi ucciso dai colpi dei soldati americani il 4 marzo scorso a poche centinaia di metri dall'aeroporto di Baghdad, mentre stava conducendo in salvo Giuliana Sgrena, l'inviata del 'manifesto' della quale aveva appena ottenuto il rilascio, dopo un mese di prigionia della giornalista italiana nelle mani dei rapitori. "Non dureranno per sempre", ha risposto il capo del Pentagono, intervistato dal network televisivo 'Fox', quando gli e' stato chiesto dell'andamento delle indagini. Rumsfeld ha invece preferito sorvolare sulla specifica richiesta di un commento a proposito di quanto sostenuto dalle autorita' di Roma, secondo cui alle Forze Armate Usa l'intera operazione e lo stesso passaggio dell'auto con a bordo Calipari, Sgrena e un altro emissario dei servizi italiani erano stati notificati una ventina di minuti prima dell'attacco, costato la vita al dirigente del Sismi. Il ministro ha rinviato ogni dichiarazione in proposito a dopo il completamento dell'inchiesta, cui prendono parte anche gli inquirenti italiani. "Conosceremo le risposte a tutte queste domande", ha assicurato. "Cio' che sappiamo e' che e' stata una tragedia il fatto che quell'uomo sia rimasto ucciso e altre persone ferite (sia Sgrena sia il secondo agente; ndr). Mi sembra", ha concluso il ministro americano, "che la cosa appropriata da fare consista nell'aspettare e vedere quali risultati le indagini produrranno. Presto", ha ripetuto, "sapremo".

La verità di Letta e Pollari oggi al Copaco

C' erano tutti e due in quella stanza a Palazzo Chigi, la sera del 4 marzo scorso, quando dall' Iraq, l' agente del Sismi che guidava l' auto sulla quale viaggiavano anche Giuliana Sgrena e Nicola Calipari telefono' per informare sul ''fuoco amico'' subito dai militari americani a poche centinaia di metri dall' aeroporto di Baghdad. E domani il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta ed il direttore del Sismi, Nicolo' Pollari, si ritroveranno di nuovo insieme per riferire, in un' audizione al Copaco, sul rapimento della giornalista del Manifesto e sulle concitate fasi finali costate la vita a Calipari. L' audizione e' stata chiesta dal presidente del Copaco, Enzo Bianco, che ha sollecitato la ''ferma volonta' di far luce su tutta la drammatica vicenda'' ed ha espresso dubbi sulla versione fornita dai militari americani. Una ricostruzione di quanto accaduto e' stata gia' fornita in Parlamento sia dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che dal vicepresidente, Gianfranco Fini. Ma al Copaco, i cui componenti sono tenuti al rispetto della riservatezza sulle notizie di intelligence, Letta e Pollari potrebbero aggiungere qualcosa in piu', chiarire qualcuno dei tanti dubbi sollevati in questi giorni. Ad esempio, quelli sul presunto terzo uomo del Sismi, che - secondo quanto riferi' la stessa sera del 4 marzo il presidente del Consiglio - sarebbe rimasto ferito nell' attacco subito dai militari americani. Successivamente, il premier spiego' che in realta', a bordo della Toyota Corolla, c' erano soltanto Sgrena, Calipari ed il maggiore del Sismi rimasto leggermente ferito ad un braccio; quello che in un primo momento fu scambiato per il quarto passeggero dell' auto, era invece all' aeroporto di Baghdad ad attendere l' arrivo del mezzo insieme ad un ufficiale americano. Da chiarire anche le modalita' con cui e' stato comunicato agli americani la presenza dell' auto con a bordo l' ostaggio. Su questo punto ci sono versioni discordanti tra italiani ed americani. Ed ancora, il tipo di trattativa condotta con i sequestratori. C' e' chi ha parlato del pagamento di un riscatto ed anche di una contropartita di tipo politico, come l' ''esfiltrazione'' dall' Iraq di un esponente sunnita. Non e' detto pero' che Letta e Pollari siano in grado di chiarire tutti di dubbi che saranno sollevati dai componenti del Copaco. Dopo la liberazione di Simona Pari e Simona Torretta, il sottosegretario ed il direttore del Sismi - nel corso di un' audizione congiunta al Comitato - spiegarono che alcuni aspetti non potevano essere rivelati per non mettere a repentaglio la vita di persone che si trovavano in Iraq ed altrove e che avevano avuto una parte importante nelle trattative. E' probabile che anche in questa occasione ci siano analoghe necessita' di ''coprire'' persone e circostanze. .

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