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Cronaca
Sgrena libera/Ucciso Calipari

 

Per la CEI Calipari un testimone del nostro tempo al pari di Don Giussani e Suor Lucia

15/03 Calipari, un esempio di vita cristiana da seguire al pari del fondatore di Comunione e Liberazione, don Giussani, e della veggente di Fatima, suor Lucia. Per i vescovi italiani, infatti, "e' di grande valore pedagogico e spirituale l'esempio dei testimoni del nostro tempo, espressione di una esistenza cristiana (come, tra quelli deceduti recentemente, suor Lucia de Jesus dos Santos, modello di vita dedita al Signore, mons. Luigi Giussani, grande annunciatore di Cristo ed educatore, e lo stesso Nicola Calipari, che ha servito la comunita' civile fino al dono estremo di se') e di una sensibilita' spirituale (come il poeta Mario Luzi) in grado di affascinare e interpellare tutti, in specie le nuove generazioni". "Grande commozione - si legge nel comunicato finale del Consiglio Episcopalde Permanente - ha suscitato nei vescovi la morte di Nicola Calipari, funzionario del Sismi, tragicamente colpito nelle fasi conclusive della liberazione della giornalista Giuliana Sgrena in Iraq". E cosi' "nell'esprimere sentito cordoglio alla famiglia di un vero ed eroico servitore dello Stato e partecipazione al lutto del Paese, i vescovi hanno invocato il Signore per i caduti e i feriti in terra irachena e per le loro famiglie e hanno auspicato che, dopo le prime elezioni democratiche del 30 gennaio scorso, possa essere vinta la piaga del terrorismo, si possano muovere celermente i passi verso una piena indipendenza, portatrice di liberta', di riconciliazione interna e di pace duratura". Per i vescovi, "lascia ben sperare la buona tenuta del dialogo tra israeliani e palestinesi in Terra Santa" ma suscitano "apprensione" la situazione del Libano e le condizioni delle numerose comunita' cristiane li' presenti. Nel loro comunicato, infine "i vescovi hanno rilevato i segnali positivi che nel Medio Oriente e in Africa fanno intravedere una concreta speranza di pacificazione e di democratizzazione (in Egitto, Arabia Saudita, Burundi, Uganda, Togo), unitamente a un piu' deciso e concorde impegno degli stessi Paesi islamici contro il terrorismo. Sono state ricordate, infine, le necessita' del sud-est dell'Iran, colpito ultimamente da un altro terremoto". "In questi e in tanti paesi del mondo la presenza e l'azione dei cristiani - conclude il comunicato - chiede una testimonianza fino al dono della vita, come recentemente e' accaduto in Amazzonia per suor Dorothy Stang, missionaria americana uccisa per la sua difesa dei piu' debolie dell'ambiente naturale".

Secondo un cronista di Al Jazeera molte questioni ancora aperte sulla morte di Calipari

''La logica dei fatti non puo' incoraggiare a definirlo un incidente. E' probabile che sia stato un errore, ma le regole d' ingaggio, le dichiarazioni di Giuliana e il silenzio dei portavoce americani sono questioni ancora aperte''. Secondo l' opinionista di Al Jazeera, Samir Al Quaryuoti, interpellato dai cronisti a margine del convegno 'Media e conflitti' a Bologna, la vicenda che ha portato all' uccisione di Nicola Calipari mentre tentava di riportare in Italia la giornalista Giuliana Sgrena ha ancora molti risvolti oscuri. ''Si puo' optare per l' incidente o per qualche altra cosa - ha continuato - ma al momento stiamo indagando, anche come giornalisti. Dobbiamo bilanciare le fonti e poi potremo giudicare''. Al convegno, organizzato dall' Universita' in collaborazione con la Scuola di giornalismo di Bologna, e' intervenuta anche la giornalista ed europarlamentare Lilli Gruber che ha espresso forti dubbi sul ritiro dei giornalisti italiani dall' Iraq. ''Io ho sempre sostenuto e continuo a sostenere - ha detto - che, anche se la situazione e' estremamente difficile e rischiosa, i giornalisti devono andare in Iraq perche' questo e' il nostro dovere: andare nei luoghi a rischio per raccontare quel che succede''. Gruber, interpellata sul militare italiano morto oggi a Nassiriya, ha ribadito la propria posizione: ''Non possiamo avere informazioni su quel che succede a Nassiriya - ha spiegato - perche' dipendiamo da quello che ci raccontano i militari italiani''.

Cossiga: “Perché il silenzio del Sismi con gli alleati?”

Perche' il Sismi non ha informato gli americani ed il nostro rappresentante nel Comando militare unificato in Iraq? E' quanto chiede di sapere Francesco Cossiga in un'interpellanza al presidente del Consiglio. L'ex presidente della Repubblica chiede infatti di conoscere '' i motivi, peraltro intuibili, per i quali il Governo della Repubblica e per esso le autorita' politiche preposte alle attivita' di informazione e sicurezza, hanno dato disposizioni al SISMI perche' non informasse il Comando Militare Unificato delle Forze di Coalizione in Iraq, ed in parte neanche il Vice Comandante in Capo, Ufficiale generale delle Forze Armate italiane inserito nel comando, dell'operazione intrapresa per giungere alle trattative con i rapitori per la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena, ne' successivamente del risultato positivo dell'azione stessa e dell'arrivo all'aeroporto militare interalleato di unita' operative del Sismi per il rientro a Roma con l'ostaggio liberato''.

Per un cronista di Al Arabi non è stato un incidente

''Non e' stato un errore. Gli americani non vogliono che i giornalisti raccontino la verita'.Se sei embedded allora sei un buon giornalista, altrimenti sparano per ucciderti o per spaventarti. Quello di Calipari e' stato un omicidio deliberato''. Cosi' il giornalista Abdel Bari Atwan, del quotidiano in lingua araba pubblicato a Londra, Al Quds Al Arabi, ha commentato l'uccisione di Nicola Calipari e il ferimento di Giuliana Sgrena da parte dei militari americani a Baghdad. Atwan, parlando a margine del convegno 'Media e Conflitti' organizzato dall' Universita' di Bologna, ha attaccato duramente il comportamento degli americani ricordando che ''non fu un errore nemmeno quando bombardarono le sedi di Al Jazeera a Kabul e a Bagdhad o l'hotel Palestine proprio nel cuore della capitale irachena. Cercano solo di giustificare quello che stanno facendo, ma in realta' non vogliono che i giornalisti raccontino la verita'''. Durante il convegno, nel quale si e' discusso del ruolo dei giornalisti nelle zone di guerra, il cronista di Al Quds Al Arabi, giornale vicino ai movimenti islamici radicali e distribuito anche a New York, Francoforte e in Medio Oriente ha espresso grande amarezza perche' i media arabi ''non sono considerati una fonte attendibile. Veniamo bollati come partisan - ha spiegato - ma anche i media occidentali lo sono.Ora con Al Jazeera qualcosa e' cambiato, ma gli americani la accusano di muovere l'opinione pubblica contro di loro e quindi la minacciano''. Atwan ha inoltre espresso una sensazione, a suo modo di vedere, sempre piu' diffusa nel mondo arabo: ''Ci sentiamo il bersaglio del nuovo colonialismo americano. C'e' un tentativo deliberato da parte degli americani di umiliarci in quanto arabi e musulmani''.

Folena: “Necessaria una commissione d’inchiesta”

"E' davvero vergognoso". Pietro Folena non usa mezzi termini per commentare quanto detto da Silvio Berlusconi durante "Porta a porta" sulla vicenda del rapimento di Giuliana Sgrena e sul suo tragico epilogo. Dice l'esponente del correntone Ds: "Avevamo elogiato il presidente del Consiglio per la linea di fermezza tenuta sinora sulla tragica morte di Nicola Calipari. Adesso il premier dice che s'e' trattato solo di una raffica d'avvertimento che ha colpito per errore l'auto dove viaggiavano Calipari e Giuliana Sgrena. La quale, poi, sarebbe colpevole del suo rapimento perche' s'e' fermata troppo tempo in una moschea". L'opposizione, ricorda il deputato diessino, "aveva assunto un atteggiamento unitario su questa questione, per dare l'immagine di un paese unito che chiede la verita'. Ora cambia tutto", a causa del fatto che "Berlusconi s'e' sbragato davanti agli americani". Cosi', continua Folena, "non avremo mai la verita'. Non si capisce perche' si sia fatta una commissione di inchiesta mista tra americani e italiani se poi il premier gia' conosce la sua verita' che, guarda caso, e' quella piu' comoda al comando della Coalizione". Infine, secondo Folena, "occorre ora subito istituire una commissione di inchiesta parlamentare su quanto e' accaduto. Se il governo non intende accertare la verita', se le pressioni di Bush hanno sortito il loro effetto, adesso e' arrivato il momento che sulla questione intervenga il parlamento".

Altre manifestazioni a Reggio per ricordare Calipari

Un concerto per ricordare Nicola Calipari, il funzionario del Sismi ucciso dopo la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena, e' stato organizzato a Reggio Calabria. Il concerto, durante il quale sara' eseguito il 'Requiem' di Mozart, si terra' domenica sera nel duomo di Reggio. La manifestazione e' organizzata dall'Amministrazione comunale di Reggio Calabria, dall'orchestra filarmonica ed il coro lirico 'Francesco Cilea'.

Ha superato i 250.000 euro la sottoscrizone di Libero per Calipari

Ha raggiunto quota 252 mila euro la sottoscrizione avviata dal quotidiano 'Libero' a favore dei familiari di Nicola Calipari, il funzionario del Sismi morto a Baghdad dopo essere riuscito a liberare, a un mese esatto dal suo sequestro, la giornalista del 'Manifesto' Giulia Sgrena. ''Superata quota 252 mila euro'', titola oggi il quotidiano fondato e diretto da Vittorio Feltri in prima pagina, mentre all'interno vengono pubblicati tutti i nomi di coloro che aderiscono all'iniziativa a favore della vedova Maria Rosa e dei due figli dello 007, Silvia e Filippo. La settimana scorsa, l'8 marzo, la direzione del quotidiano ha messo a disposizione un conto corrente su cui si puo' effettuare il versamento: l'importo della donazione e' a discrezione di ciascuno e gli estremi per il versamento sono: 'Banca di Credito Cooperativo di Roma', Agenzia 105, Via Sardegna 129 Roma; conto corrente numero 150000 intestato a 'Sottoscrizione a favore della famiglia di Nicola Calipari', Abi 08327, Cab 03239, Cin 'S'.

Migliorano le condizioni della Sgrena che potrebbe essere dimessa fine settimana

Le condizioni di salute di Giuliana Sgrena continuano a migliorare, e la giornalista del "Il Manifesto" potrebbe uscire giovedi' o venerdi' prossimo. Ad affermarlo e' il vicedirettore del Policlinico militare del Celio Massimo Cesqui, che oggi ha letto ai cronisti un nuovo bollettino medico. "Il decorso post-operatorio e' regolare - afferma il medico - la paziente non ha febbre e le sue condizioni generali sono buone. Se le cose vanno come stanno andando, potrebbe uscire dall'ospedale entro la fine della settimana, giovedi' o venerdi'". Il drenaggio al polmone, spiega Cesqui, e' stato tolto, "una ulteriore dimostrazione che tutto procede bene". Al momento, afferma il medico, "pensiamo che non ci sara' bisogno di una nuova operazione".

 

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