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Papa Giovanni Paolo II

"Il Grande"

Papa Wojtyla dietro la croce della Via Crucis

Wojtyla subito Santo? Solo il prossimo Papa lo può decidere

09/04 Chi desidera che il Papa venga subito proclamato beato, senza attendere i cinque anni previsti dalla Chiesa per l'apertura del processo canonico, dovra' affidarsi al prossimo pontefice. E' di questi infatti, ha ribadito il portavoce vaticano Joaquin Navarro-Valls, la ''esclusiva competenza'' su questa materia. La precisazione nasce dal fatto che anche durante i funerali si e' levata la richiesta di proclamare subito santo Giovanni Paolo II. Ci sono poi stati articoli di stampa secondo cui il Vaticano avrebbe gia' raccolto un dossier sui miracoli compiuti gia' in vita dal Papa. Il diritto canonico prescrive che debbano passare cinque anni dalla morte di una persona perche' si possa aprire la prima fase del processo di beatificazione. Ma c'e' il precedente della deroga al diritto fatta da papa Wojtyla per madre Teresa: con il suo placet la causa fu avviata subito dopo la morte della suora dei poveri. Il Papa, che ha sempre considerato madre Teresa una santa, fece questa concessione, ma volle poi che il processo seguisse il suo iter regolare, con tutti i passi e gli accertamenti richiesti dalla legge della Chiesa. L'ipotesi che sia gia' all'esame del Vaticano un dossier con miracoli attribuiti all'intercessione di papa Wojtyla vivo, va comunque ridimensionata. E' vero che da alcuni anni sono stati segnalati in alcuni paesi latinoamericani alcuni presunti miracoli operati dal Papa vivente. Negli ultimi giorni due di questi casi, uno dal Messico, e uno da Paraguay, sono finiti anche sulle cronache dei media. Una donna paraguayana, Maria Angelica Bedoya, ha asserito ancora ieri che il Papa ha miracolosamente guarito la figlia dall'idrocefalia durante il suo viaggio in Paraguay nel maggio '88. E' di qualche giorno fa la notizia che in Messico un ragazzo oggi ventenne, Heron Badillo Mireles sarebbe stato guarito 15 anni fa da una leucemia linfoblastica, dal Papa, durante la seconda visita di questi in Messico, nel '90. Non e' escluso che qualcuno tra le persone piu' vicine a Giovanni Paolo II abbia nel corso degli anni raccolto segnalazioni di questo tipo e le abbia custodite proprio in vista della beatificazione. Ma e' escluso che ci sia gia' un dossier all'esame della Congregazione vaticana per le cause dei santi. Il processo canonico infatti richiede che venga prima aperta la fase diocesana e comunque nella prima parte delle inchieste non vengono esaminati i miracoli ma l'intera esistenza del candidato e i suoi documenti e scritti. Nel caso di papa Wojtyla questa primissima fase istruttoria richiederebbe tempi abbastanza lunghi, soprattutto per l'esame della mole di scritti che ha lasciato.

I Cardinali assediati dai media chiedono il silenzio stampa

I cardinali che in questi giorni si preparano al difficile compito di scegliere il successore del Papa chiedono il silenzio stampa. Hanno deciso di non rilasciare interviste ne' intervenire pubblicamente anche nei giorni precedenti il conclave, e sollecitano la collaborazione dei media. La decisione, spiega il portavoce vaticano Joaquin Navarro-Valls, e' stata presa ''all'unanimita''' dalla congregazione generale di questa mattina, la sesta dalla morte di Giovanni Paolo II e alla quale erano presenti 130 porporati. Non si tratta di un ''divieto giuridico'', spiega Navarro, ma piuttosto di un ''invito''. ''Abbiamo tutti visto, - ha detto Navarro - che in nessun giornale non c'e' giorno senza commenti o interviste di cardinali e anche ieri c'era anche un cardinale in tv: c'e' stata massima liberta' fino ad oggi''. Adesso, in questo periodo di ''piu' intensa orazione'', i cardinali hanno deciso che e' meglio non deconcentrarsi dai loro compiti piu' impegnativi. ''I signori giornalisti quindi sono cortesemente pregati di astenersi dal richiedere ai porporati interviste o qualsiasi altro commento. Questo invito - chiarisce Navarro - non va inteso come un atteggiamento di scortesia o di disinteresse nei confronti dei media, che anzi i cardinali non mancano di ringraziare per l'enorme interesse con il quale stanno seguendo questo periodo, ma come un gesto di grande responsabilita'''. Dalla morte di papa Wojtyla i porporati, sia quelli che vengono dalle diocesi del mondo che i curiali, sono tallonati dai giornalisti che vogliono capire cosa li orientera' nella scelta del prossimo papa e sperano di riuscire a intervistare quello che entro la fine del mese sara' il nuovo pontefice romano. Tale assedio mal si concilia con il clima di preghiera che dovrebbe accompagnare questi giorni e per i cardinali presenta anche dei rischi: e' convinzione diffusa in Vaticano che una sovraesposizione mediatica nuoccia anche a chi ha chances di essere eletto; le interviste inoltre non sono apprezzate tra gli ecclesiastici piu' tradizionalisti. Fino ad oggi i ''principi della Chiesa'' hanno tentato di conciliare le esigenze di informazione dell'opinione pubblica con quelle della loro tranquillita', a volte escogitando, come l'arcivescovo di Bruxelles Godfried Danneels la formula di una unica conferenza stampa con italiani, francofoni e anglofoni, nella quale rispondere a tutte le domande per poi chiudere i contatti con la stampa. Ma la pressione e' continuata e oggi la congregazione ha deciso all'unanimita' per il silenzio stampa. La notizia non ha ovviamente rallegrato i giornalisti, il cui compito in questa fase delicata della storia della Chiesa diventa ancora piu' difficile. Il segreto nei giorni del conclave non era ovviamente una novita', ma il silenzio nei giorni precedenti e' un inedito. Tanta prudenza per i conclavisti non e' forse un male: nessuno ha dimenticato la intervista rilasciata dal cardinale Giuseppe Siri il giorno prima del conclave che elesse Wojtyla nel '78 e per la quale l'arcivescovo di Genova entro' papa in conclave e ne usci' cardinale: le sue critiche alla collegialita' nella Chiesa gli alienarono molte simpatie tra i porporati e la scelta si sposto' sull'arcivescovo di Cracovia.

 

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