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Operazione Mistero
Operazione Mistero: sei arresti e sette avvisi di garanzia, nel reggino 18 mar 10 Sei persone sono state arrestate questa mattina dai carabinieri di Reggio Calabria ed altre 7 sono indagate nell'ambito di una operazione denominata 'Mistero' contro la cosca Ursino. 13 le perquisizioni eseguite. Le persone coinvolte sono accusate a vario titolo dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, estorsioni, danneggiamenti, detenzione e traffico di droga e trasferimento fraudolento di valori. I provvedimenti riguardano persone residenti a Gioiosa Jonica, Siderno, San Luca, Bari e Torino. Nel corso dell'operazione sono state eseguite anche tredici perquisizioni. L'indagine dei carabinieri ha avuto inizio dopo l' omicidio di Pasquale Simari, di 45 anni, compiuto a Gioiosa Jonica la sera del 26 luglio del 2005. Gli investigatori hanno individuato l'autore materiale del delitto ed hanno identificato anche i componenti della cosca Ursino che opera nella zona di Gioiosa Jonica, nei comuni del comprensorio della vallata della fiumara Torbido, con ramificazioni nel Nord Italia, in modo particolare in Piemonte e con collegamenti con la criminalità pugliese. I carabinieri hanno individuato anche gli autori di danneggiamenti, estorsioni e incendi verificatisi negli anni dal 2002 al 2008. E' emerso anche il trasferimenti fraudolento di valori, con l'investimento di danaro di provenienza illecita in attività economiche lecite, al fine di aggirare la normativa antimafia. L’inchiesta avrebbe evidenziato alcuni trasferimenti fraudolenti di valori, con l'investimento di danaro di provenienza illecita in attività economiche lecite, al fine di aggirare la normativa antimafia. Accertata anche la disponibilità di armi, anche da guerra, da parte del sodalizio. Le persone destinatarie dei provvedimenti restrittivi sono Antonio Ursino, detto 'Totò', 61 anni, ritenuto capo dell’omonima cosca attiva a Gioiosa Ionica e nella Vallata del Torbito con ramificazioni in Piemonte e nel nord Italia; Tommaso Costa, 51 anni, ritenuto l'esecutore materiale del delitto di Pasquale Simari, già detenuto perchè imputato dell’omicidio di Gianluca Congiusta avvenuto a Siderno nel maggio del 2005; Marcello Zagaglia, 44 anni, di Grotteria , considerato il factotum della famiglia Ursino; Cosimo Salvatore Panaia, 41 anni,detenuto per traffico di droga, imparentato con alcune famiglie della 'ndrangheta locale, ed uomo di fiducia del boss Ursino; Giuseppe Versaci, originario di Torino e residente a San Luca, sospettato di essere elemento di un narcotraffico tra Calabria e la Puglia; Giuseppe Lastella, barese di 32 anni, ritenuto implicato in un traffico di droga tra la Calabria e la Puglia. Arresti boss Ursino Voleva mettersi in proprio negli affari criminali dopo la morte del boss Vincenzo Macri', per questo Pasquale Simari fu ucciso nel 2005. E' il risultato a cui sono giunti i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria che oggi hanno arrestato sei persone nell'operazione 'Mistero'. L'agguato avvenne nel luglio 2005 a Gioiosa Jonica. Nonostante fosse rimasto ferito, Simari riusci' a scappare inizialmente, rifugiandosi in un esercizio pubblico, tuttavia il sicario lo raggiunse e uccise con colpi di pistola alla nuca, in pieno stile mafioso. I testimoni riferirono, in un ambiente omertoso che e' stato sottolineato dagli investigatori, che pensavano che i colpi sentiti fossero ''botti natalizi''. Per l'omicidio di Simari e' stato arrestato oggi Tommaso Costa, in carcere perche' gia' imputato per l'omicidio di Gianluca Congiusta, il commerciante ucciso a Siderno perche' si era ribellato al racket delle estorsioni nel maggio 2005. Simari, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, aveva riallacciato i rapporti con elementi della 'ndrina Cordi' di Locri, che in quel periodo era in forte contrasto con i Cataldo, a sua volta alleata alla famiglia mafiosa Costa-Curciarello di Siderno. Aveva sfidato apertamente la cosca Ursino andando al funerale di Salvatore Cordi' (ucciso nel maggio 2005) nonostante gli fosse stato espressamente ''sconsigliato''. Alfano "Duro colpo alla ndrangheta". "Ancora una volta e' stato inferto un forte colpo ad una pericolosa articolazione della 'ndrangheta operante in Calabria, con estese ramificazioni nel nord Italia e nella mafia pugliese. Un potente sodalizio criminoso sia per la disponibilita' di armi in suo possesso sia per l'entita' delle somme di denaro frutto di attivita' criminale che per anni sono state investite nel tessuto economico sociale sotto forma di attivita' lecite". Lo afferma, in una nota, il ministro della Giustizia Angelino Alfano commentando gli arresti e le perquisizioni portate a termine oggi con l'operazione "Mistero". "Ai magistrati della Procura della Repubblica di Reggio Calabria e agli uomini del comando provinciale dei Carabinieri - conclude il guardasigilli - rivolgo il mio piu' sentito ringraziamento per l'impegno e l'acume investigativo che ha permesso di assicurare alla giustizia questi criminali".
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