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Truffe alla 488, Gdf in azione a Pianopoli

 

Sequestrato dalla Finanza, per truffe alla 488, stabilimento acque minerali di Pianopoli, andò in fiamme 10 giorni fa

02 mar 10 Una truffa ai danni dello Stato e dell'Unione europea, per un valore di 22 milioni di euro è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Catanzaro. Un intero stabilimento che imbottiglia acqua minerale è stato sequestrato a Pianopoli. Lo stesso rimase gravemente danneggiato a causa di un incendio il 20 febbraio scorso. Incendio su cui gli inquirenti stanno ancora indagando alla luce della nuova operazione della Gdf. Il nucleo di polizia tributaria, dunque, e' venuta a capo di un sofisticato meccanismo di frode, ideato dai responsabili di due societa'. Ad entrambe le societa', spiegano le fiamme gialle, sono stati concessi contributi pubblici per circa 9 milioni di euro per la realizzazione di un programma di industrializzazione da attuarsi in Lamezia Terme (Cz) nel settore della raccolta e dell'imbottigliamento delle acque minerali e nella produzione di bibite analcoliche.

Le indagini hanno permesso di scoprire un meccanismo di frode, ideato dai responsabili delle societa', che si basava sulla predisposizione di documentazione falsa sulla fattibilita' del progetto proposto, e sull'entita' dei costi sostenuti per avviarlo. Nel corso delle indagini, inoltre, e' stata appurata anche la produzione e la commercializzazione di ''un cospicuo quantitativo di acque minerali contenenti il batterio 'pseudomonas aeruginosa''', ovvero ruggine, che ha permesso il sequestro dell’acqua minerale prodotta con marca “Futura” su tutto il territorio nazionale.

Le indagini, hanno spiegato il procuratore Salvatore Vitello, il comandante provinciale della Guardia di Finanza generale Salvatore Tatta e il comandante del Nucleo di Polizia Tributaria colonello Giovanni Castrignano', avviate nel corso del 2007, hanno portato all'obbligo di dimora nei confronti delle quattro persone fisiche principali artefici delle frodi e al sequestro preventivo del grande opificio industriale della 'Idro mineral beverage s.r.l.', che si trova a Lamezia Terme e di altri beni mobili ed immobili per un valore complessivo di 22 milioni di euro. Sequestrata anche la polizza assicurativa antincendio di 9 milioni di euro, uguale importo dell’intero contributo.

Grazie alle indagini si è potuto scoprire un sofisticato meccanismo di frode, ideato dai responsabili delle società beneficiarie dei contributi, imperniato sulla predisposizione di una copiosa documentazione ideologicamente e materialmente non veritiera con riguardo alla fattibilità del progetto proposto, all’entità dei costi sostenuti per avviarlo, alle date di conclusione del programma di industrializzazione e di pagamento delle relative spese, nonché al luogo di svolgimento delle attività lavorative ed all’inerenza dei costi con il progetto in parola. Nel corso delle indagini sarebbe stata appurata la produzione e la commercializzazione di un cospicuo quantitativo di acque minerali contenenti il batterio “pseudomonas aeruginosa”. Sulla scorta di un provvedimento di sequestro emesso dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Lamezia Terme, nell’ottobre del 2009 erano stati sottoposti a sequestro circa 170 mila litri di acqua imbottigliata, già ceduti per la successiva rivendita al dettaglio, contaminanti dalla presenza del pericoloso batterio. A conclusione dell’indagine, sono state complessivamente segnalate alle autorità giudiziarie inquirenti 12 persone, responsabili, a vario titolo, dei reati di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazione ai danni dello Stato, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, nonché per commercio di sostanze alimentari nocive (l’immissione al consumo di acqua contenente il batterio “pseudomonas aeruginosa”).

Sono stati segnalati 3 soggetti giuridici, ritenuti responsabili degli illeciti previsti dalle norme sulla disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica.

La magistratura ha emesso l’obbligo di dimora nei confronti di quattro persone. Disposto inoltre il sequestro preventivo dell’opificio industriale e di altri beni mobili ed immobili per il suddetto valore stimato di 22 milioni di euro. Un ulteriore provvedimento d’urgenza emesso e ‘finalizzato al sequestro preventivo della polizza assicurativa stipulata dai legali rappresentanti della società, che avrebbe indennizzato la società fino all’importo complessivo di circa 14 milioni di euro, per i danni subiti in occasione di eventi incendiari come quello avvenuto il 20 febbraio scorso.

Nel maggio del 2013 gli opifici e parte dei beni sequestrati sono stati dissequestrati.

 

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