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Commissione antimafia a Reggio

 

Secretate le audizioni della Commissione antimafia a Reggio, Pisanu "Spezzare commistione politica ndrangheta".

16 feb 10 "In Calabria la commistione tra politica e criminalità organizzata ha raggiunto in certe situazioni livelli intollerabili. Questi intrecci vanno spezzati e le situazioni radicalmente risanate". Lo ha detto, parlando con i giornalisti, il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Giuseppe Pisanu, a conclusione delle audizioni a Reggio Calabria. "Sono state due giornate molto intense ed utili - ha aggiunto Pisanu - andiamo via con la convinzione di avere un quadro più chiaro e certo preoccupante della situazione della criminalità organizzata in Calabria. Un'organizzazione la cui nefasta attività copre tutto il territorio nazionale e si espande all'estero". Secondo Pisanu, "la Commissione antimafia ha trovato a Reggio Calabria magistrati e uomini delle forze dell'ordine che sono davvero all'altezza della situazione. Hanno però bisogno di risorse maggiori e possibilmente di una opinione pubblica locale che li assecondi di più e li sostenga come meritano". La Commissione, oltre al pg Di Landro ed al procuratore di Reggio Giuseppe Pignatone, ha incontrato il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Lombardo, e gli aggiunti di Reggio Calabria Nicola Gratteri, Michele Prestipino e Ottavio Sferlazza.

PG Di Landro "Inchieste in corso sulle zone grigie". "Sulle zone grigie tra 'ndrangheta e politica ci sono inchieste in corso''. Lo ha detto il procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, parlando con i giornalisti a conclusione dell'audizione in Commissione antimafia. "Con i commissari dell'antimafia, per questo - ha aggiunto Di Landro - su questo argomento siamo rimasti sul piano generale perché vige il segreto istruttorio". Di Landro ha definito "interessantissimo l'incontro con la Commissione. Si è fatto il punto - ha aggiunto - sull'attentato agli uffici della Procura generale ed il discorso si è allargato ai fatti di Rosarno. I temi sono stati trattati con grande profondità sulla base della mia relazione e di quella del procuratore Pignatone ed abbiamo spiegato con chiarezza qual é la situazione. Secondo Di Landro, inoltre, "é importante l'adozione del Codice etico. Occorre una forte

Garavini "Dal Governo solo dichiarazioni". "Con questa missione a Reggio Calabria abbiamo visto molto concretamente che le dichiarazioni del Governo non trovano concretezza". Lo ha detto a Reggio Calabria il capogruppo del Pd in Commissione antimafia, Laura Garavini. "Quei magistrati che sono stati promessi - ha aggiunto - non sono ancora arrivati e gli ulteriori 121 uomini delle forze dell'ordine, a detta degli stessi magistrati, non sono di certo la soluzione del problema". Secondo Garavini, "la lotta alla 'ndrangheta deve essere anche di carattere legislativo e dalle stesse parole che abbiamo sentito, quello smantellamento della legislazione che e' in atto, vuoi con il processo breve, vuoi con le intercettazioni, vuoi con i provvedimenti proposti la scorsa settimana dal senatore Valentino sui collaboratori di giustizia, sono la dimostrazione che in realtà stanno seguendo fatti che sono dei veri e propri regali alle mafie. Anche con questa missione abbiamo potuto verificare che alle parole non seguono i fatti. Si fa propaganda, si fa molto fumo, ma se si vuole fare una vera lotta alla 'ndrangheta, allora si devono mettere in campo proposte legislative che non sono quelle che invece sta mettendo in campo questo Governo. E' importante che ci siano i riflettori accesi su Reggio e sulla 'ndrangheta, che non interessa solo Reggio. Oggi e' emerso che se soltanto si gira l'angolo, la situazione è ben diversa, con un sottodimensionamento degli organici della magistratura estremamente preoccupante, addirittura oltre il 30%".

Li Gotti. Sulle audizioni della Commissione Nazionale Antimafia in delegazione a Reggio Calabria interviene il senatore Li Gotti (Idv) in merito alle quali dice: “Le audizioni sono state tutte secretate, sicchè non posso entrare nel merito delle stesse. Posso però riferire le mie impressioni. E’ venuta fuori una lettura dei fatti di Rosarno genericamente escludente il ruolo della malavita ed una possibile lettura diversa, molto più concreta e affiancata da riferimenti specifici, sul ruolo della ‘ndrangheta. In seguito penso che- continua Li Gotti- svilupperemo l’inchiesta perché appare di grande rilievo. Di particolare interesse è stata l’audizione con i magistrati. La Calabria è terra controllata dalle organizzazioni malavitose e serve uno straordinario impegno dello stato senza interventi ondivaghi come la vendita dei beni confiscati. Sul codice etico, materia non trattata in questa nostra missione, è chiaro che Italia dei Valori ha inteso dare completa attuazione a qualcosa di cui ancora, la Commissione discute. Il Codice Etico e di autoregolamentazione è stato stilato dall’Italia dei Valori ed approvato dal Congresso del partito. E’ evidente che, dopo la nostra accettazione ( e siamo il primo partito a farlo) del Codice, dovevamo darvi immediata attuazione. Sarebbe stato incoerente- conclude Li Gotti- proclamare l’accettazione e non applicare subito le regole. L’auspicio è che anche gli altri partiti seguano il nostro esempio”.

Napoli "Varare codice etico". "Ho sollecitato l'avvio del Codice etico per le candidature proprio per evitare che poi la magistratura sia chiamata ad intervenire". Lo ha detto, parlando con i giornalisti a Reggio Calabria, Angela Napoli, del Pdl, componente della Commissione antimafia. "Tante indagini sono in corso - ha aggiunto - e non è giusto che le inchieste siano inficiate". Secondo la deputata del Pdl, inoltre, "serve una maggiore collaborazione ed un intervento reale anche del Governo centrale, con il mantenimento delle promesse che sono state fatte qui a Reggio Calabria. Devo dare atto che questo intento ha dato già i primi risultati, che però non sono ancora idonei per consentire un'attività giudiziaria adeguata alla richiesta dai nostri territori. Un intervento che va attuato anche per gli uffici giudiziari di Catanzaro perché la Dda del capoluogo ha competenza su quattro province e sta coordinando, in questo momento, l'attività investigativa sulle intimidazioni compiute ai danni dei magistrati di Reggio Calabria".

Io resto in Calabria “Serve un codice etico”. "Siamo pienamente consapevoli dell'urgenza, in una terra martoriata dal malaffare, dalla cattiva politica e dalla criminalità, dell'importanza del codice etico - iniziativa illustrata l'altro giorno dal commissario di Idv on. Ignazio Messina - che prescrive ai candidati al Consiglio Regionale di accettare che le loro candidature vengano passate al vaglio della Commissione Antimafia”. Così l’associazione Io resto in Calabria in una nota- Riteniamo che ciò costituisca un primo patto di trasparenza con i calabresi onesti e con il Paese. I candidati della lista "Io resto in Calabria", inoltre, si impegnano, qualora avessero l'onore di essere votati dai calabresi quali loro rappresentanti nell'Istituzione Regionale, di non ricandidarsi più dopo due legislature regionali; di effettuare resoconti della loro attività ai calabresi ogni sei mesi; di porre subito all'attenzione della Regione l'urgenza di ridurre l'indennità dei Consiglieri Regionali (omologandola a quella della Toscana che è la più bassa); di porre con fermezza all'ordine del giorno la riforma dello Statuto Regionale da farsi con la partecipazione dei calabresi al fine di: bilanciare i poteri del Presidente, rendendo possibile ed efficaci i controlli sull'Esecutivo da parte del Legislativo; di cancellare la figura del Sottosegretario, di reintrodurre immediatamente la Consulta Statutaria, la Consulta per l'Ambiente e il Crel, cioè gli organismi che rendono possibile il dialogo tra l'Istituzione e la società civile".

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