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Aree con rifiuti tossici sequestrate nella sibaritide

 

Aree con rifiuti tossici sequestrate dalla finanza nella sibaritide

17 feb 10 Tre aree ubicate nelle contrade “Tre Ponti” e “Chidichimo” di Cassano allo Ionio e “Capraro” di Cerchiara di Calabria, ancora interessate dalla presenza di circa 22.000 tonnellate di “ferriti di zinco”, sono state nuovamente sequestrate questa mattina dai militari della Guardia di Finanza di Sibari a conclusione di una specifica attività investigativa coordinata, in materia di Polizia Ambientale, dal Procuratore della Repubblica di Castrovillari Dr. Franco Giacomantonio e dal Sostituto Procuratore Dr. Baldo PISANI. L’indagine scaturisce da una precedente, quanto proficua attività investigativa eseguita dalla soppressa Brigata della Guardia di Finanza di Trebisacce (CS) che, in passato, aveva messo a nudo un sistema ben collaudato di smaltimento illecito di svariate tonnellate di rifiuti tossici. Quell’attività, svolta nel periodo 1995/1996, si concludeva con il sequestro complessivo di oltre 117.000 tonnellate di ferriti di zinco provenienti dalla “Pertusola Sud” s.p.a. di Crotone; ben 22.000 tonnellate di tali prodotti, grazie anche alla connivenza di ditte locali, furono interrate proprio nei 20 mila mq. di queste aree inserite, peraltro, all’interno del perimetro del “Sito di Interesse Nazionale” di “Crotone, Cassano e Cerchiara di Calabria”. L’attività, che oggi vede le Fiamme Gialle nuovamente impegnate nel sequestro dei siti già precedentemente cautelati e poi dissequestrati, è stata disposta dalla Procura della Repubblica di Castrovillari a causa della mancata realizzazione degli interventi di bonifica in conformità al progetto approvato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; interventi, per i quali erano stati anche stanziati 4 milioni e mezzo di Euro nell’ambito dell’Accordo Quadro di Programma in materia di tutela e risanamento del territorio della Regione Calabria. Ulteriore necessità è quella di mettere di nuovo in sicurezza i siti, dal momento che parte delle opere realizzate dall’Ufficio del Commissario delegato per l’emergenza ambientale in Calabria, dai sopralluoghi effettuati dai Finanzieri di Sibari unitamente al personale del Dipartimento ARPACAL di Cosenza sono risultate deteriorate. Specialmente nell’area “Chidichimo” di Cassano all’Ionio è stata infatti riscontrata l’inidoneità della copertura in “HDPE” utile a garantire la necessaria impermeabilità affinchè pericolosi componenti di metallo, come piombo, cadmio, rame, arsenico e zinco presenti nelle “ferriti”, possano essere veicolati nei terreni sottostanti. In base alle acquisite risultanze investigative la Procura di Castrovillari ha proceduto anche all’iscrizione nel registro degli indagati dei legali rappresentanti pro-tempore della società SYNDIAL s.p.a. (gruppo ENI), produttrice dei rifiuti che hanno cagionato l’inquinamento. Oggi, la SYNDIAL s.p.a. è anche al centro di un contenzioso amministrativo avviato dalla stessa società nel mese di marzo del 2009, per ottenere l’annullamento di provvedimenti ministeriali che la considerano soggetto obbligato alla bonifica. Allo scopo di consentire la prosecuzione delle operazioni di caratterizzazione e la messa in sicurezza dei siti, il decreto autorizza sin d’ora l’accesso a personale dei Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, della Regione Calabria, della Soprintendenza dei Beni Archeologici della Calabria, oltre che ai Sindaci dei Comuni interessati.

 

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