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Notizie di cronaca

 

 

Programma d’azione per i 4 nuovi ospedali calabresi, incontri a Palazzo Alemanni

11 feb 10 Programma di azione per la realizzazione dei quattro nuovi ospedali di Catanzaro, della Piana di Gioia Tauro, di Vibo Valentia e della Sibaritide, rimodulazione dei programmi di potenziamento funzionale ed innovazione tecnologica già approvati, nuovo programma di potenziamento tecnologico della rete ospedaliera calabrese e programma di azione per la messa in sicurezza, sulla base delle risorse disponibili (adeguamento e potenziamento delle dotazioni tecnologiche delle Aziende sanitarie di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Locri, Reggio Calabria e Vibo Valentia, sia di adeguamento alla normativa vigente in materia di sicurezza degli impianti delle strutture sanitarie che saranno mantenute in esercizio. Su questi temi si è discusso questa mattina a Palazzo Alemanni, in due diversi incontri, tra il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, in quanto Commissario delegato per l’emergenza sanitaria in Calabria, il Comitato di Garanzia per la costruzione dei quattro nuovi ospedali, di cui fanno parte anche i parenti di alcune vittime di malasanità, e quindi il Comitato tecnico scientifico preposto alla valutazione di tutti i programmi del commissario stesso. “Stiamo lavorando per modernizzare il servizio sanitario in Calabria, accelerando i tempi di costruzione dei nuovi ospedali e il potenziamento delle tecnologie e della sicurezza di quelli esistenti – ha spiegato il presidente Loiero al termine dalla mattinata di lavoro – tanto da ritenere che entro la terza settimana del corrente mese di febbraio, per esempio, sarà approvato il progetto preliminare pèer quello della Sibaritide”. Al primo incontro con il Comitato di Garanzia, erano presenti Emilia Celia di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti dl malato, Alfonso Scutellà, padre del piccolo Flavio, Annunziata Coppedè, presidente Fish Calabria (Federazione italiana superamento handicap). Il presidente Loiero ha illustrato le prossime tappe per la costruzione dei quattro presidi e ha raccolto le richieste del Comitato di garanzia di maggiore sicurezza negli ospedali e di provvedimenti punitivi per i responsabili di malasanità. Successivamente al tavolo con il Comitato tecnico scientifico con il prof. Zucchelli (presidente), la dottoressa Ugenti, l’ing. Colcerasa, il dott. Graziano, il dott. Longhi, il dott. Capellino, è stata affrontata in concreto lo stato di avanzamento della “road map” sulla nuova Sanità in Calabria. Per evitare pause nella realiozzazioine degli intreventi approvati oggi, il presidente Loiero ha convocato per il 24 febbraio 2010, a Roma, presso la Sede della Regione Calabria, in piazza Campitelli, la prossima riunione del Comitato tecnico-scientifico.

Operazione Gambero, confermate le condanne in Appello

11 feb 10 La Corte d’appello di Catanzaro ha confermato le nove condanne - per un totale di 50 anni e 8 mesi di reclusione e 26.000 euro di multe - emesse in primo grado a carico di altrettanti imputati coinvolti nell’operazione “Gambero”, condotta dai carabinieri e dalla Dda di Catanzaro contro una presunta associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. La prima sentenza risale al 31 marzo scorso, quando il giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro, al termine dei giudizi abbreviati, ha riconosciuto colpevoli dell’associazione criminale Antonio Abbruzzese, 33 anni, cui ha inflitto 8 anni di reclusione; e poi Maurizio Abruzzese, alias il “Gambero” (da cui il nome dell’operazione), 22 anni, e Giovanni Passalacqua, 29, condannati a 7 anni e 4 mesi ciascuno; e infine Fiore Passalacqua, 26 anni, Pierino Passalacqua, 27, e Maurizio Passalacqua, 21, condannati a 6 anni e 8 mesi ciascuno. Caduta l’accusa di associazione a delinquere per Rita Abbruzzese, 29 anni, Cosimo Abbruzzese, 25, e Domenico Passalacqua, 30, i tre sono stati ritenuti colpevoli di singoli episodi di spaccio e condannati a 2 anni e 8 mesi di reclusione ciascuno, più 12.000 euro di multa ciascuno i primi due, e 2.000 euro il terzo (nel processo erano impegnati gli avvocati Arturo Bova, Gianni Russano, Gregorio Viscomi, Giovanni Le Pera e Anselmo Mancuso). Secondo le accuse formulate nell’ambito dell’inchiesta, gli Abruzzese “incriminati”, famiglia rom di Catanzaro, avrebbero gestito il fornitissimo market di stupefacenti di via Isonzo, dove vivono quasi tutti gli imputati. I protagonisti di “Gambero” (tre dei dodici iniziali imputati sono stati assolti) furono destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari, e notificata dai carabinieri con il blitz scattato alle prime luci dell’alba del 21 gennaio 2008. Quel giorno finirono in manette undici persone, tutti pregiudicati e tutti domiciliati in viale Isonzo e traversa Isonzo. Il dodicesimo destinatario dell’ordinanza, sfuggito inizialmente alla cattura, fu preso la sera del 25 gennaio, mentre consumava una pizza in un locale di Marcellinara. A molti degli imputati già in passato erano stati contestati singoli episodi di spaccio (nel corso di due anni di indagini gli investigatori hanno sequestrato circa un chilo e mezzo di cocaina), ma con “Gambero”, dopo aver ricostruito la rete dei collegamenti tra i componenti del gruppo ed i vari ruoli, gli inquirenti sono giunti a contestare il reato associativo.

Fabbrica di divani chiusa a Ionadi dai cc per lavoro nero

I Carabinieri delle Stazioni di Francica e S. Costantino, con il supporto dei loro colleghi dell’Ispettorato del Lavoro, hanno disposto la chiusura di una nota fabbrica di divani sita nella frazione Baracconi di Ionadi, nel vibonese, a pochi metri dall’abitato di Mileto, che impiegava manodopera in nero. I Carabinieri, che avevano notato il continuo via vai di operai e di furgoni carichi che uscivano a qualsiasi ora del giorno dalla fabbrica, hanno deciso di svolgere un’ispezione per assicurarsi della regolarità delle attività e del rispetto delle normative sul lavoro accertando che i 6 operai alle dipendenze di D.B., 40 anni, di Mileto, erano impiegati in nero. Un rapido controllo della documentazione della società ha infatti permesso di scoprire che, ufficialmente, tutta la filiera di produzione dei divani, che ogni giorno realizzava oltre 50 pezzi pronti per essere venduti al dettaglio o ai numerosi mobilifici della zona, era priva di dipendenti. Tutto avrebbe dovuto essere svolto dal proprietario. Insomma nessuno dei 6 lavoratori era mai stato regolarizzato e tutta la fabbrica era praticamente in nero, non essendo nemmeno censita presso gli enti previdenziali e la camera di commercio del capoluogo. I militari dell’Arma hanno immediatamente disposto la chiusura dell’attività in attesa dell’obbligatoria regolarizzazione dei lavoratori, che operavano privi di qualsiasi copertura sanitaria, assicurativa e previdenziale. Inoltre il titolare dell’attività si è visto elevare 158 mila euro di sanzioni amministrative come pena per le situazione occupazionale riscontrata nel corso dell’ispezione.

Quattro mln di euro al Comune di Catanzaro per l'emergenza idorgeologica

11 feb 10 A quasi quattro milioni di euro ammontano i finanziamenti regionali destinati alla citta' di Catanzaro e finalizzati ad affrontare l'emergenza idrogeologica. La consistente cifra servira' ad attuare tre indispensabili progetti di consolidamento, due dei quali "Un risultato importante - ha sottolineato l'assessore all'urbanistica ed infrastrutture Domenico Iaconantonio - conseguito dall'Amministrazione comunale, grazie allo stretto raccordo tra il sindaco Rosario Olivo, e il Commissario Delegato all'emergenza idrogeologica, il presidente della Regione Agazio Loiero che ha confermato, anche in questa occasione, la sua attenzione verso i problemi della citta' capoluogo. Va ricordato, inoltre, che la pratica era stata avviata dal gia' assessore ai lavori pubblici e vice sindaco Antonio Tassoni". I tre interventi inseriti nel piano straordinario sono: il progetto integrato di consolidamento del centro abitato di Catanzaro, con particolare riferimento a via Carlo V, via Siciliani, via Rumbolotto, via Smaldone, via Gradoni Giglio (un milione 600mila euro); riduzione del rischio di frana in via Onofrio Colace (centomila euro); riduzione del rischio di frana in via Corrado Alvaro (due milioni di euro). "Si tratta - ha detto ancora Iaconantonio - di interventi importanti che andranno ad incidere su altrettante situazioni di potenziale pericolo di dissesto idrogeologico. Stiamo lavorando, sempre in collaborazione con la Regione, alla seconda fase del piano di difesa del suolo che comprendera' altri interventi a favore della citta' di Catanzaro. E' utile ricordare che questa Amministrazione, colmando lacune enormi e grandi disattenzioni, si e' posta con serieta' il problema dell'assetto del territorio, nella consapevolezza che la fragilita' di molte aree rappresenta un non sopportabile rischio per centinaia di nostro concittadini".

Martedì 16 a Reggio, Mario Congiusta presenta il film “La guerra di Mario”

11 feb 10 "Solo questa sera staremo in silenzio. Lo facciamo in omaggio verso Gianluca e tutte le vittime della mafia. Sappia però chi di competenza che da domani la nostra voce si alzerà nuovamente forte, per chiedere giustizia. Diventerà ogni giorno più assordante, fino a che quella giustizia che ci è dovuta non sarà ottenuta". Inizia così il promo, visionabile su YouTube, del film-documentario “La Guerra di Mario”, che sarà presentato in anteprima martedì 16 febbraio, alle ore 17, nella Sala Convegni del Palazzo della Provincia, in piazza Italia a Reggio Calabria. Dopo la proiezione seguirà il dibattito moderato da Manuela Iatì, giornalista di Sky Tg24, cui interverranno, oltre al regista Vincenzo Caricari, Tonino De Pace, presidente Circolo del Cinema Zavattini, Paola Bottero, scrittrice e autrice di “ius sanguinis” e Bernardo Migliaccio Spina, produttore, regista e attore. Il film, prodotto da Asimmetrici Video (asimmetricivideo@alice.it - 320 557 30 87), è l’ultima fatica di Vincenzo Caricari, giovane regista della Locride, che per tre anni ha seguito e filmato, come racconta lui stesso «la lotta di un padre che chiede giustizia dopo l’assassinio del figlio, nel maggio del 2005, da parte della ‘ndrangheta». “La Guerra di Mario” non è solo un tributo a Gianluca Congiusta, reso tramite il racconto puntuale e preciso dei «piccoli ma continui ed essenziali passi» che hanno portato all’individuazione dei presunti assassini, attualmente imputati in un processo alle battute finali. Paola Bottero, che nel suo romanzo ha raccontato, tra le storie simbolo dello “ius sanguinis”, quella di Gianluca, spiega «“La Guerra di Mario” è molto più di un tributo: è il grido disperato e assoluto di chi non vuole arrendersi, è la dimostrazione che si può e si deve reagire a tutte le mafie. Ed è, soprattutto, un monito a ciascuno di noi, che non possiamo esimerci dal fare quadrato intorno ai familiari delle vittime, troppo spesso lasciate sole in una Calabria ricoperta dalle croci di una mattanza in piena regola, che affonda le sue più profonde radici nell’illegalità e nella cultura della paura e del silenzio». Vincenzo Caricari, ventottenne di Siderno, dopo gli studi in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza di Roma e le prime esperienze di cortometraggi girati nella Locride (“Strade”, 2005, “La spiaggia” e “Cotrà”, 2006), rientra nella Locride, iniziando a lavorare sulle problematiche sociali della sua terra. Dopo il primo documentario “GGGiovani-ragazzi di Locri”, sviluppato sui ragazzi ribellatisi all’indomani dell’omicidio Fortugno, inizia a girare “La guerra di Mario” e fa da assistente alla regia nel cortometraggio di Alberto Gatto “Il colore del tempo”, dedicato al mugnaio Rocco Gatto, ucciso a Gioiosa Jonica negli Anni 70. Nel 2009 fonda, con i cineasti conterranei Bernardo Migliaccio Spina e Alberto Gatto “LocrideCinema”, struttura-contenitore di varie realtà produttive, che esplora e racconta “la Calabria non raccontata e non raccontabile”, quella “poco cinematografabile”, “raccontata male e in modo superficiale dai tanti media di passaggio”. “La Guerra di Mario” restituisce e fissa nel tempo una memoria scomoda, attraverso gli occhi e la cinepresa di un ragazzo che, come la maggioranza dei suoi coetanei calabresi, vuole liberarsi per sempre dalla morsa del silenzio.

Rdb/Cub “Stabilizzati a 36 ore gli ex lsu/lpu dela Regione Calabria”

11 feb 10 Quando in serata è giunta la notizia che gli emendamenti caldeggiati da RdB, erano stati tutti approvati dal Consiglio, oltre cento lavoratori che dalla mattinata si erano assiepati in un sit-in davanti alla sede Regionale a Reggio Calabria, sono esplosi per la gioia ed hanno sventolato decine e decine di bandiere della RdB. La lotta, quando è portata con perseveranza, unità ed intelligenza, paga. Da mesi, infatti, RdB ha iniziato una lunga battaglia a fianco dei lavoratori, perché i diritti sinora calpestati, venissero riconosciuti: assemblee, stati di agitazione, incontri ripetuti con politici e amministratori, hanno prodotto, malgrado la diffidenza, se non l’ostracismo, di Cgil, Cisl e Uil, un grande risultato. Negli anni scorsi, infatti 354 lavoratori precari lsu-lpu, erano stati assunti forzatamente part-time, concentrati tutti a Catanzaro e deliqualificati, poiché inquadrati al livelli iniziali, benché avessero svolto funzioni molto importanti da precari. Anni di rivendicazioni inutili, sino alle lotte proposte con successo da RdB. Infatti grazie agli emendamenti approvati dal Consiglio Regionale, i lavoratori sono stati ora assunti tutti a 36 ore, potranno essere delocalizzati nelle sedi periferiche dove c’è necessità e hanno acquisito il diritto di accesso verso le qualifiche superiori. La battaglia per RdB, ovviamente non si esaurisce con il raggiungimento di questo grande risultatati, ma è già rivolto a nuovi obiettivi, come quello del diritto alla riqualificazione per tutto il personale della regione Calabria, ai quali è stato di fatto precluso il diritto alla carriera Quanto successo ieri, deve rappresentare una strada da percorrere per tutti i lavoratori precari e per i lavoratori a tempo indeterminato, affinché abbiano presente che la lotta, se fatta in modo corretto e se ben guidata, paga.

Manfestazione contro discarica Bucita a Rossano

11 feb 10 I cittadini di Rossano in piazza contro l’ipotesi di allargamento della discarica di Bucita. Angelo Broccolo, segretario provinciale del Prc, esprime “la piena adesione della federazione provinciale del partito all’iniziativa, che segna - dice - una rinascita dello spirito civico e democratico nella splendida città bizantina. Pur in una giornata impegnativa - dice Broccolo - una delegazione del partito sarà presente alla manifestazione, ritenendo che sia gusto per i cittadini riprendere la parola, quando le forze delegate nelle istituzioni falliscono o peggio convivono con quanti hanno deciso di sottomettere i nostri territori alla definitiva distruzione delle risorse ambientali e paesaggistiche, allora è giusto ricorrere alle forme più alte di disobbedienza civile. Rossano - continua - non ha necessità di diventare la cloaca della Calabria, né può pagare le inefficienze di anni di cattiva gestione della questione rifiuti in Calabria”.

Imprenditore di Badolato denunciato per ricettazione

11 feb 10 Gli uomini della Compagnia Carabinieri di Soverato hanno denunciato in stato di libertà un imprenditore di Badolato, C.P. di 63 anni, ritenuto responsabile del reato di ricettazione per aver acquistato, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, un mini escavatore provento di appropriazione indebita. I fatti risalgono a qualche giorno prima di Natale, quando una ditta della Valdichiana (AR), specializzata nella vendita, noleggio e assistenza di macchine per il movimento terra, aveva denunciato alla Stazione Carabinieri di Lucignano la scomparsa di un mini escavatore e di una minipala marca KomatsU che erano stati regolarmente noleggiati ad un uomo di nazionalità albanese. Quest’ultimo nel dicembre dello scorso anno era stato denunciato per “appropriazione indebita” per non aver restituito ad una ditta della Valdichiana i due mezzi d’opera noleggiati poco tempo prima. Le immediate ricerche messe in atto in sinergia tra i due reparti dell’Arma hanno permesso di accertare che entrambi i mezzi erano a Badolato Marina. I militari del Nucleo Operativo di Soverato, a seguito di accurate ricerche, sono riusciti ad individuarli. Il primo è stato rintracciato in una via del centro abitato di Badolato Marina, all’interno di un garage di proprietà dell’imprenditore C.P.. Adistanza di qualche giorno, i carabinieri della stazione di Sant’Andrea hanno ritrovato anche la minipala parcheggiata in stato di abbandono in una via di quella frazione marina. C.P. è stato denunciato all’autorità giudiziaria competente per il reato di ricettazione ed i mezzi sono stati posti sotto sequestro.

Giovane sospettato di rapina fermato dai cc a Lamezia

11 feb 10 I Carabinieri della Stazione di Lamezia Terme Sambiase unitamente a quelli del Nucleo Operativo della Compagnia di Lamezia Terme, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto, un giovane di 27 anni, A. C., sospettato di essere l’autore della rapina messa a segno l’altro ieri mattina ai danni dell’Ufficio Postale di Piazza Diaz a Sambiase.

Coniugi in manette per droga a Petilia Policastro

11 feb 10 I carabinieri della compagnia di Petilia Policastro, nel corso di un servizio mirato alla prevenzione e alla repressione di reati in materia di sostanze stupefacenti, hanno tratto in arresto una coppia di coniugi. Si tratta di Vincenzo Manfreda, 34 anni, bracciante agricolo, noto alle forze dell’ordine, e di Ralitsa Ivanova Vasileva, 30 anni, casalinga. Nel corso di una perquisizione nel domicilio dei due coniugi, sono stati rinvenuti, nascosti nella tasca di un giubbotto in pelle custodito nell’armadio della camera da letto, un involucro di cellophane che avvolgeva 40 grammi di cocaina, caratterizzata da un pezzo solido di forma irregolare, una comune dose della stessa sostanza, già confezionata ed avvolta nello stesso cellophane del peso di 0,90 grammi ed infine un bilancino elettronico di precisione. Il tutto è stato posto sotto sequestro. Su disposizione dell’autorità giudiziaria, Manfreda è stato associato alla casa circondariale di Crotone mentre la donna è stata sottoposta agli arresti domiciliari.

Sequestrati dai CC gli immobili che ospitavano gli immigrati a Rosarno

11 feb 10 Due sequestri preventivi di immobili sono stati eseguiti dai Carabinieri di San Martino di Taurianova, per cessione di immobili a titolo oneroso a stranieri non in possesso del permesso di soggiorno. Il valore degli immobili a cui sono stati apposti i sigilli, su ordine del GIP presso il Tribunale di Palmi, si aggira intorno ai 50.000 Euro. I Carabinieri, da alcuni indizi, sono peraltro riusciti a risalire ad un altro immobile, sempre dato in locazione a stranieri, a Polistena, ponendolo anche in questo caso sotto sequestro. I militari hanno denunciato tre persone: un imprenditore cinquantenne originario di San Martino oltre ad un sessantaduenne imprenditore edile ed un quarantaduenne suo dipendente di Giffone. Sono state anche contestate le aggravanti di aver richiesto un canone di affitto sproporzionato, rispetto al normale valore di mercato, e di non aver assicurato le più elementari condizioni igienico - sanitarie. La situazione di disagio non è passata inosservata ai Carabinieri che, dopo aver fermato alcuni cittadini marocchini sprovvisti del regolare permesso di soggiorno, erano stati informati dagli stessi delle loro misere condizioni di vita. Per gli immobili, potrebbe anche intervenire la confisca e, una volta confiscati, i manufatti potranno essere venduti dallo Stato, che potrà utilizzare il ricavato per destinarlo ad uso della comunità. Nel corso delle operazioni di sequestro, i Carabinieri di San Martino hanno anche scoperto la costruzione abusiva di un complesso di attività industriali, adiacenti alle abitazioni sottoposte a sequestro, composto da una falegnameria, un deposito di legname, un forno essiccatore e vari immobili, di proprietà dell’imprenditore di San Martino. La scoperta degli immobili abusivi, del valore complessivo superiore a 200.000 euro, che deturpano un terreno agricolo della superficie di oltre 800 mq, ha portato al successivo sequestro preventivo da parte della stessa autorità giudiziaria di Palmi.

 

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