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Uilpa: Allarme per la situazione delle carceri calabresi
Uilpa: Allarme per la situazione delle carceri calabresi "Quelle che l'ordinamento definisce camere, che in gergo vengono dette "celle", ma che nella realta' superano persino la fantasia dantesca sono ormai veri e' propri magazzini di stoccaggio in cui si ammassa materiale umano". Esordisce cosi' Gennarino De Fazio, della Direzione Nazionale della UILPA Penitenziari, riferendosi all'attuale situazione penitenziaria, caratterizzata soprattutto dall'eccezionale sovrappopolamento che ormai da mesi attanaglia il Paese ed, in particolare, la Calabria. De Fazio poi aggiunge: "La Polizia penitenziaria, allo stremo delle forze fisiche e frustrata e scoraggiata nel morale, e' ormai da troppi mesi costretta a fronteggiare l'emergenza in un quadro di desolante inefficienza, incapacita' e talvolta indifferenza. Pressoche' quotidiani sono gli interventi necessari per sventare tentativi di suicidio di detenuti, troppo spesso portati anche a termine, e decine, se non centinaia, sono gli interventi necessari per limitare la portata dei numerosissimi atti autolesionistici (tagli, ingestione di corpi estranei, etc.) che i reclusi si infliggono quando la disperazione prende il sopravvento. Senza contare risse, aggressioni e ferimenti pure con armi da fuoco (come nel caso della tentata evasione di Palmi). Tuttavia a questi servitori dello Stato sin dal mese di gennaio 2010 non viene retribuito il lavoro straordinario che sono obbligati a prestare (solo pochi giorni addietro alcuni operatori sono stati trattenuti in servizio ininterrottamente per oltre 24 ore) e, quel che e' peggio, nel piu' profondo disinteresse della dirigenza dell'Amministrazione penitenziaria a tutti i livelli, non viene fornita loro alcuna informazione a riguardo". "Per senso di responsabilita' - continua ancora De Fazio - che non sembra invece dimostrare la dirigenza dell'Amministrazione, ho indirizzato nella mattinata di oggi una nota al Capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, Ionta, ed al Direttore generale del personale e della formazione, De Pascalis, al fine di denunciare per l'ennesima volta lo stato dei fatti nella speranza di ottenere interventi concreti ed informazioni precise che potrebbero in qualche misura contribuire a risollevare quantomeno il morale di operatori di polizia che si sentono bistrattati ed abbandonati dalle stesse istituzioni di cui fanno parte. Senza di cio', infatti, si teme il rischio concreto di "scollamenti" alimentati dal senso di sfiducia e che potrebbero a breve rendere ingestibili i penitenziari".
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