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Passa alla Camera la privatizzazione dell'acqua

 

 

Il Governo privatizza l’acqua, sale la protesta a Cosenza. Pignataro “Intervenga Corte Costituzionale”

19 nov 09 Mentre il Governo nazionale consegna l’acqua ai privati, i cittadini di Cosenza resistono e danno convintamene la loro adesione alla campagna contro la privatizzazione del servizio idrico, lanciata dal Forum Nazionale dei Movimenti per l’Acqua e sostenuta a livello locale dal Comitato Beni Comuni Cosenza e dal Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”. La raccolta di firme promossa tra i cittadini cosentini si pone l’obiettivo di portare al più presto in Consiglio Comunale la discussione di una delibera con cui lo stesso Consiglio riconosca il diritto umano all’acqua, dichiari il servizio idrico integrato come un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica impegnandosi ad inserire questo principio nello Statuto Comunale, ed intraprenda tutte le azioni opportune per contrastare i provvedimenti governativi per la privatizzazione forzata del servizio idrico. Nel giro di pochissimi giorni sono state centinaia le adesioni raccolte, anche da parte di cittadini residenti nei comuni vicini, intenzionati anch’essi a far esprimere i propri Consigli Comunali contro la privatizzazione dell’acqua. Data la grande sensibilità al tema mostrata dai cosentini, la campagna di raccolta firme continuerà fino all’imminenza del prossimo Consiglio Comunale, in cui proporremo la discussione della nostra proposta, e che faremo in modo che sia molto partecipato dalla cittadinanza. Chiunque volesse contribuire alla raccolta può scaricare il materiale necessario dal sito www.difendiamolacalabria.org e contattarci scrivendo all’amministratore del sito, oppure può venirci ad incontrare di persona ogni martedì dalle 19.30 alle 21.00 presso i capannoni colorati dell’ex-deposito delle Ferrovie Calabro-Lucane tra viale Parco e via Popilia, a Cosenza.

Quote private salgono a 70%. La liberalizzazione dell'acqua ''va contro ogni criterio di tutela dei cittadini consumatori'' perche' il servizio nelle mani delle societa' private ''fara' lievitare i prezzi'' al consumo. A sostenerlo e' Ivano Giacomelli, segretario nazionale del Codici. L'Associazione dei Consumatori, e' tornata anche oggi a manifestare ''tutto il disappunto'' dopo il voto della maggioranza che, si sostiene, ''rappresenta l'ennesima ingiustizia che gravera' sulle tasche dei cittadini e dara' vita a speculazioni a favore dei privati''. ''Il provvedimento - ha spiegato Giacomelli - stabilisce che al socio privato sia attribuita una partecipazione non inferiore al 40 per cento nelle societa' miste, mentre stabilisce per gli affidamenti diretti assentiti alla data del 1* ottobre 2003 a societa' quotate o controllate di quote che gestiscono il SPL, che la quota di partecipazione pubblica venga ridotta al 30 per cento entro il 31 dicembre 2012. Di converso - si sostiene - significa ampliare al 70% le quote attribuite al privato. Se questo decreto dovesse essere convertito cosi' com'e', - si conclude - l'amministrazione pubblica regalerebbe molte societa'''.

Pignataro "Intervenga Corte Costituzionale": “Mentre in Francia, dopo 25 anni di gestione privata fallimentare, si ritorna all’Acqua pubblica dal 1 Gennaio 2010; nel nostro Paese ieri si è posta la fiducia per fare esattamente il contrario, approvare un decreto (unico in Europa) che, di fatto, obbliga le gare per il servizio idrico, privatizza un bene comune universale e strategico”. E’ quanto afferma in una dichiarazione Fernando Pignataro Forum Lavoro “Sinistra e Libertà” prima che questa mattina la camera approvasse la privatizzazione dell’acqua. “Il colpo di mano -prosegue Pignataro- del Governo nazionale è evidente. La questione riscontra la nostra netta opposizione e la chiara volontà di contrastare, con tutti i mezzi politici e istituzionali, questa scelta disastrosa e scellerata, per cui lo Stato si defila da un servizio così importante, dal bisogno di ammodernamento delle reti per non affrontare costi, dalla gestione democratica della qualità del servizio e adeguatezza delle tariffe. Del resto l’esperienza insegna che dove sono entrate in gioco le società private, le SpA, le perdite sulla rete sono rimaste invariate, i controlli di qualità sono diminuiti, le tariffe, nella maggior parte dei casi, aumentate. Insomma, un maggior costo per le famiglie senza investimenti sulle reti. Questa battaglia non è solo scontro tra pubblico e privato, ma tra il controllo dal basso delle risorse essenziali e la delega totale dei servizi pubblici. Scontro tra democrazia partecipata e monopolio, con conseguente rinuncia di pezzi di sovranità. Ci pare evidente, altresì, che i business dell’acqua e i rifiuti siano tra quelli più appetiti dalla criminalità organizzata, che la loro privatizzazione sia palesemente un regalo all’economia mafiosa come si è fatto, del resto, sia con lo scudo fiscale e il ritorno quasi “a gratis” dei fondi depositati all’estero dei clan mafiosi, che con la decisione di mettere all’asta i beni confiscati ai patrimoni delle mafie. Questo rappresenta un altro importante motivo per sottrarre i beni comuni al potere economico dei privati e stabilire definitivamente il primato del pubblico. Per tutte queste ragioni occorre reagire e subito. Le Regioni devono svolgere un ruolo importante in questo scontro con il Governo nazionale, così come hanno fatto sul federalismo, sulla distribuzione dei fondi per le aree sottosviluppate, sulla sanità. Chiediamo alla Regione Calabria di promuovere questa battaglia, partendo dal ricorso alla Corte Costituzionale insieme alle altre regioni del Mezzogiorno, prima di tutte la Puglia, che si è espressa per l’acqua pubblica sul proprio territorio regionale. Così come è necessaria una forte unità di azione tra tutte le forze e i partiti della sinistra, che da subito devono avviare un dibattito diffuso, una grande opera di sensibilizzazione della drammaticità del problema (di cui non si ha ancora l’esatta portata), prese di posizioni in tutto il territorio delle istituzioni locali e delle cittadinanze, e pensare, anche, alla promozione della raccolta delle firme per un referendum abrogativo della legge di privatizzazione del sistema idrico nazionale. Nella precedente legislatura la Sinistra ha avuto il merito di bloccare un analogo tentativo di privatizzare l’acqua, minacciando su questo provvedimento, proposto dal Ministro Lanzillotta, l’abbandono della maggioranza che sosteneva il Governo Prodi. Dal PD ci aspettiamo su una questione così delicata, sulla quale, però, le forze della Sinistra hanno dimostrato e continuano a dimostrare grande determinazione, una posizione chiara e univoca, un sostegno alla battaglia di civiltà, soprattutto nel sud del Paese”.

 

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