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Catturato in Olanda il latitante Giovanni Strangio

Il luogo dove è stato catturato Strangio

Nel covo di Strangio, pizzini e oltre un milione di euro. Entro due mesi l’estradizione

13 mar 09 Soltanto silenzio. Occhi bassi, un'espressione impenetrabile. Un ultimo abbraccio con la moglie e col figlio e poi la corsa verso la prigione. E' finita così, in un anonimo appartamento di una palazzina a tre piani di un sobborgo di Amsterdam, la latitanza di Giovanni Strangio, 30 anni, unico accusato, almeno per il momento, della strage di Duisburg, in Germania, del giorno di Ferragosto 2007. Nella strage furono uccise sei persone, tutte appartenenti alla cosca Pelle-Vottari, contrapposta, nella faida di San Luca, a quella dei Nirta-Strangio. Strangio, secondo quanto ha riferito la polizia tedesca in una conferenza stampa a Duisburg, nascondeva in casa un milione di euro in contanti. A cosa gli servissero tanti soldi stanno cercando adesso di capirlo i poliziotti olandesi ed italiani. Troppo denaro per spiegarlo soltanto con la necessità per il latitante di effettuare tutti i pagamenti in contanti per non lasciare tracce. E poi da chi aveva ricevuto tanto denaro? Strangio ha ripetuto più volte, in questi mesi, in alcune interviste, che lui con la strage di Duisburg non c'entra nulla. Ma l'autorità giudiziaria tedesca e quella italiana, insieme alle polizie dei due Paesi, hanno nei suoi confronti prove testimoniali e documentali significative. Tanto che a suo carico pendono due mandati di cattura internazionali emessi sia dall'autorità giudiziaria tedesca che da quella italiana. E gli investigatori sarebbero anche sulla buona strada per identificare i complici di Strangio nella strage, che sarebbero stati almeno tre. Per arrivare alla cattura di Strangio c'é stata una stretta collaborazione tra la polizia olandese e quella italiana, che hanno costituito, insieme agli investigatori tedeschi, un unico pool investigativo. Insieme a Strangio è stato arrestato un cognato del latitante, Francesco Romeo, che era ricercato dal 1997 per traffico internazionale di droga. Ad Amsterdam, nel novembre scorso, era stato preso anche un altro cognato di Strangio, Giuseppe Nirta, già estradato in Italia a febbraio. L'arresto di Nirta si sarebbe rivelato determinante per la cattura di Strangio. Gli investigatori hanno insistito sulla pista dell'Olanda, sicuri che anche Strangio avesse scelto quel Paese per nascondersi. Non hanno mollato la presa ed alla fine sono stati premiati, seguendo i movimenti della moglie del latitante, Caterina Strangio, e di altre persone che gli fornivano appoggi e coperture. L'azione per giungere al suo arresto non ha lasciato scampo al latitante. Strangio, nel momento dell'irruzione dei poliziotti, era in pigiama e non ha abbozzato la minima reazione, anche perché non aveva armi. Il boss, ha riferito uno dei poliziotti italiani che lo ha catturato, è apparso confuso e sembrava quasi non rendersi conto della situazione. Il fatto che avesse deciso di restare ad Amsterdam anche dopo l'arresto a novembre di Giuseppe Nirta fa ipotizzare che si sentisse al sicuro grazie ad appoggi e connivenze sui quali gli investigatori stanno cercando di fare luce. C'é da capire adesso in quale Paese Strangio sarà estradato per essere processato, dopo l'eventuale rinvio a giudizio, per la strage di Duisburg. Sul suo conto, infatti, pendono due diverse richieste di estradizione, una dell'Italia e l'altra della Germania. La decisione sarà presa dall'Olanda sulla base dei trattati internazionali e dei contatti con i Governi e con le autorità giudiziarie tedesche ed italiane. Secondo i tecnici del ministero della Giustizia italiano le nostre autorità e quella tedesche si coordineranno in un clima di collaborazione, come è avvenuto sinora. Ma il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, avverte che "la decisione sull'estradizione di Strangio compete soltanto all'Olanda". L'arresto di Strangio ha suscitato una vasta eco di soddisfazione. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, facendo riferimento anche all'arresto del boss di Cosa nostra, Antonino Lo Nigro, ha parlato di "giornata da incorniciare nella lotta alla criminalità organizzata", mentre il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, ha rivolto i "complimenti ai ragazzi delle squadra mobile di Reggio Calabria e dello Sco". Il capo della polizia, Antonio Manganelli, nel corso dell'operazione che ha portato all'arresto di Strangio, ha avuto continui contatti col procuratore di Reggio calabria e con gli investigatori impegnati nell'attività d'indagine.

Pizzini nel covo. Una serie di pizzini fatti pervenire, presumibilmente, da familiari e conoscenti è il materiale trovato dalla polizia olandese nel covo in cui si nascondeva il latitante della 'ndrangheta Giovanni Strangio. Gli appunti e le lettere che si trovavano nel nascondiglio sono adesso al vaglio degli investigatori olandesi che, in collaborazione con il personale della sezione criminalita' organizzata della Squadra mobile di Reggio Calabria guidata da Renato Panvino che si trova sul posto, stanno cercando di decifrarne il contenuto. Nel nascondiglio di Strangio e' stata trovata anche una pistola calibro nove, che era nascosta in un armadio, di cui si sta tentando di accertare la provenienza. Secondo quanto si e' appreso, inoltre, la somma di denaro trovata nella casa in cui si nascondeva il latitante potrebbe essere superiore al milione di euro che era stato quantificato in un primo tempo. L'operazione di conteggio del denaro e', infatti, ancora in corso.

Entro due mesi l'estradizione. La procedura attivata per la consegna all'Italia di Giovanni Strangio e del cognato Francesco Romeo e' quella prevista dal mandato di arresto europeo. Per cui - viene spiegato dai tecnici del ministero della Giustizia - l'ordinanza di custodia cautelare a loro carico e' stata gia' tradotta in inglese e inoltrata alle autorita' olandesi. Le quali provvederanno entro 60 giorni a consegnare Strangio e Romeo. Per i tecnici del ministero di Via Arenula le autorita' giudiziarie tedesche e italiane si coordineranno in un clima di collaborazione, come avvenuto sino ad ora. Il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone sostiene che ''non si puo' stabilire sin da adesso il Paese in cui sara' estradato Giovanni Strangio. Ogni decisione, in questo senso, e' affidata all'autorita' politica e giudiziaria olandese''. Il problema del Paese in cui estradare Strangio ed in cui celebrare il processo a carico del latitante catturato ieri sera ad Amsterdam si pone in quanto la richiesta di estradizione e' stata fatta sia dalla Germania, dove fu commessa la strage di Duisburg del Ferragosto del 2007, sia dall'Italia, dove Strangio e' indagato per la stessa strage ed imputato per associazione mafiosa nel processo Fehida sulla faida di San Luca in corso a Locri (Reggio Calabria). ''E' ovvio - ha aggiunto Pignatone - che Strangio non puo' essere processato due volte per lo stesso fatto e che bisogna stabilire dove celebrare il dibattimento per la strage di Duisburg. L'Italia procedera' comunque per il reato di associazione mafiosa. Ci saranno, dunque, dei contatti a livello governativo e giudiziario, tra Italia e Germania, da una parte, e Olanda dall'altra, per risolvere la questione. Saranno alla fine l'autorita' giudiziaria ed il governo olandesi, fatte tutte le valutazioni del caso, a decidere a chi consegnare Strangio''

I parenti di Strangio “No a processi mediatici”: I familiari di Giovanni Strangio hanno rivolto un appello affinche' non vengano svolti ''processi sommari'' e per respingere ''l'assalto mediatico''. Attraverso l'avvocato Antonio Russo i familiari di Strangio fanno appello affinche' ''l'indagato non venga sottoposto ad atti di violenza fisica o psichica, confidano in un sollecito e giusto processo che venga celebrato davanti a un giudice terzo nel rispetto delle regole costituzionali e procedurali''-

PM Gratteri “A breve chiusa indagine Duisburg”. L'arresto di Giovanni Strangio dimostra la ''qualita' della polizia giudiziaria italiana ed anche di quella olandese''. E' visibilmente soddisfatto il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, nel commentare l'arresto del presunto autore della strage di Duisburg. Gratteri, che per anni ha seguito le principali indagini sulla 'ndrangheta tra cui quella sulla faida di San Luca, ha annunciato che ''breve sara' chiusa l'inchiesta sulla strage di Duisburg e provvederemo a notificare l'avviso di conclusione indagini''. ''L'indagine che ha portato alla cattura di Strangio - prosegue Gratteri - ha seguito schemi tradizionali, e' stato fatto un buon lavoro di coordinamento con la polizia olandese ed il risultato c'e' stato. Ora, dal punto di vista della faida, non e' che cambia molto perche' le faide sono come i vulcani, possono stare per anni ferme per poi riesplodere all'improvviso. Il fatto pero' che molti esponenti delle famiglie della faida sono detenuti e' un segnale molto importante e fa capire che bisogna avere la testa meno calda e che la violenza non porta da nessuna parte''. Gratteri, sin dalle ore successive ai fatti di Duisburg, ha sempre sostenuto che la strage fu un errore perche' la ''ha costretto le polizie di mezza Europa ad occuparsi delle cosche. I danni che ha comportato tutto cio' sono sotto gli occhi di tutti, con decine di arresti e sequestri di patrimoni per milioni di euro''

Ministro Wolf “Successo della cooperazione tra polizie”. ''L'arresto di Giovanni Strangio rappresenta un successo investigativo comune delle autorita' olandesi, italiane e tedesche'', lo ha detto il ministro dell'Interno del Nord Reno-Westfalia, Ingo Wolf. La cattura, ha sottolineato, ''dimostra che la cooperazione internazionale degli inquirenti funziona perfettamente''

Ministro Maroni “Inferto duro colpo”. ''Oggi e' una giornata da incorniciare nella lotta alla criminalita' organizzata''. Lo dichiara in una nota il Ministro dell'Interno, Roberto Maroni sottolineando che ''con gli arresti di Giovanni Strangio e Francesco Romeo ad opera dello SCO e della Squadra mobile di Reggio Calabria, e di Antonino Lo Nigro da parte dei Carabinieri di Bagheria, sono stati inferti due durissimi colpi alla 'ndrangheta e alla mafia''. ''Ringrazio per lo straordinario lavoro - dichiara Maroni - il Capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli, il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, Gianfrancesco Siazzu e i magistrati che hanno coordinato le indagini''.-

Minniti “Promessa mantenuta”. “Una straordinaria operazione di polizia. Il cerchio si è, finalmente, chiuso”. Così il responsabile Sicurezza del Partito Democratico, Marco Minniti. “Con gli arresti di Amsterdam – afferma Minniti- tutti i componenti del gruppo di fuoco della strade di Duisburg sono stati assicurati alla giustizia. La promessa di prenderli tutti, fatta nell’estate del 2007 è stata mantenuta. Alla squadra mobile di Reggio Calabria, allo Sco, ai magistrati che hanno coordinato le indagini, vanno i nostri complimenti vivissimi e la gratitudine dei calabresi e degli italiani”.

Santelli “Segnale forte dello Stato”. ''Mi congratulo vivamente per la cattura di Giovanni Strangio e Francesco Romeo ad opera dello Sco e della Squadra mobile di Reggio Calabria e di Antonino Lo Nigro da parte dei Carabinieri di Bagheria e' una notizia grandiosa. L'avere assicurato alla giustizia questi pericolosi criminali e' un altro dei segnali forti che lo Stato sta inviando a chi, col malaffare, ha lacerato la nostra regione". Lo ha dichiarato Jole Santelli, parlamentare del Pdl e e vice presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera "I successi di questa operazione -aggiunge Santelli- lasciano sperare che nella lotta alla criminalita' organizzata in Calabria avra' la meglio la societa' civile calabrese e lo Stato". La cattura di Giovanni Strangio "che arriva dopo quella del boss Antonio Pelle, premia il lavoro costante e certosino delle forze dell'ordine calabresi, che talvolta eroicamente si distinguono per i successi riportati in una terra martoriata dalla 'ndrangheta''. ''Trionfa la parte sana della Calabria -conclude Santelli- che mi onoro di rappresentare in Parlamento e che aspetta di essere liberata al piu' presto dalla criminalita' organizzata per rialzare la testa e recuperare l'orgoglio spesso annebbiato da eventi di risonanza internazionale''.

Rosa Villecco Calipari “Segnale di speranza”. “Un plauso particolare agli instancabili uomini della polizia di stato che hanno assicurato alla Giustizia Giovanni Strangio”. Lo ha dichiarato l’on. Rosa Villecco Calipari, capogruppo del Pd in commissione Difesa Camera dei Deputati. “Sono particolarmente lieta della notizia dell’arresto di questo pericoloso latitante. La cattura di Giovanni Strangio è un grandissimo successo degli uomini della squadra mobile coordinati da Renato Cortese, del procuratore della Republica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, e del suo aggiunto Nicola Gratteri. L'operazione che ha portato all’arresto del boss testimonia l'efficace coordinamento con le autorità tedesche e olandesi e la straordinaria professionalite0 degli uomini della Questura di Reggio. A tutti loro che ogni giorno sostengono e lavorano al fianco delle istituzioni per liberare il Paese dal giogo pesantissimo della presenza mafiosa un ringraziamento particolare, perchè così facendo restituiscono la speranza di un futuro senza criminalità alla terra calabrese.”

Di Pietro “Arresto dimostra utilità intercettazioni”. ''L'importante risultato dell'operazione di polizia che ha portato all'arresto di latitanti pericolosissimi dimostra che le intercettazioni telefoniche sono uno strumento essenziale per la lotta alla criminalita' e dovrebbe indurre questo governo e questa maggioranza parlamentare ad avere piu' attenzione prima di spuntare le armi alle Forze dell'ordine''. Lo ha detto il presidente di Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, a margine di una manifestazione in Piazza San Ferdinando a Bari. ''Senza Forze dell'ordine e senza magistratura -ha concluso- avremmo uno Stato governato dalla criminalita'''

Loiero “Primavera di legalità”. “La cattura di Giovanni Strangio a coronamento di un’indagine internazionale complessa, mi auguro possa avviare una nuova primavera di legalità e San Luca e in Calabria”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero. “E’ in assoluto un’ottima notizia – ha aggiunto il presidente Loiero – e conferma la forte azione di contrasto alla ’ndrangheta da parte degli uomini della questura di Reggio Calabria a cui va il mio plauso sincero e quello di tutti i calabresi”. “Questa ennesima operazione – ha concluso Loiero – è particolarmente importante perché colpisce, un superlatitante, tra i presunti responsabili della strage di Duisburg, che è l’episodio probabilmente più inquietante e grave legato alla ’ndrangheta calabrese all’estero”.

Ass, Tripodi “Apprezzamenti a magistratura”. “Esprimo i più vivi apprezzamenti a magistratura e forze dell’ordine per l’operazione che ha messo fine alla latitanza di Giovanni Strangio e Francesco Romeo”. Ad affermarlo, in una nota, è il segretario regionale dei Comunisti Italiani Michelangelo Tripodi, in merito alla cattura in Olanda ad opera dello Sco e della Squadra mobile di Reggio Calabria dei due superlatitanti della ‘ndrangheta reggina, che sarebbero coinvolti nella sanguinosa strage di Duisburg. “Vive congratulazioni al questore, dott. Santi Giuffrè, al procuratore della Dda di Reggio Calabria, dott. Giuseppe Pignatone, a tutti gli agenti e magistrati reggini e soprattutto al dott. Renato Cortese, dirigente della Squadra mobile di Reggio Calabria che ha coordinato con eccellente fiuto investigativo l’indagine e la sua brillante conclusione. La ‘ndrangheta con questa operazione, frutto della cooperazione tra le autorità olandesi, italiane e tedesche che fa ben sperare, viene ulteriormente indebolita dopo gli arresti del recente passato che hanno assicurato alla giustizia altri elementi di spicco della criminalità organizzata reggina e calabrese”. “Come PdCI – ribadisce Michelangelo Tripodi – abbiamo più volte sottolineato che la priorità assoluta del nostro programma è la lotta alla ‘ndrangheta che rappresenta ancora un grosso freno allo sviluppo economico e sociale della Calabria. Le organizzazioni mafiose calabresi, infatti, come ha evidenziato anche l’ultimo rapporto della Commissione parlamentare antimafia, hanno diversificato in questi anni la loro attività illegale, gestendo in maniera diretta o associata grossi traffici internazionali e aumentando la loro penetrazione nei diversi settori locali dell’economia, diventando di fatto la rete criminale italiana più potente”. “mai come ora è doveroso quindi – prosegue Michelangelo Tripodi - mettere a diposizione dell’impegno della magistratura e delle forze dell’ordine strumenti adeguati per combattere il sistema mafioso, rilanciando con forza la legislazione antimafia per colpire gli interessi economici della criminalità organizzata che vede nella confisca dei beni, nell’attacco al loro patrimonio e in una incisiva normativa antiriciclaggio gli strumenti fondamentali per una moderna lotta alla mafia”. “Una lotta che deve coinvolgere tutti – afferma ancora il segretario regionale del PdCI – perché si tratta di un’emergenza democratica e sociale che necessita di un’aggressiva terapia d’urto, assolutamente non più rinviabile anche perché le attività di indagine così importanti che hanno portato all’arresto di latitanti eccellenti purtroppo si inseriscono in una realtà in cui la ndrangheta continua ad esercitare il proprio predominio sul territorio e sulle attività economiche.
Per questo oltre alle forti azioni di contrasto che devono essere portate avanti dalla magistratura e dalle forze dell’ordine serve, contestualmente, una nuova politica, una nuova cultura e consapevolezza civile che miri alla crescita e allo sviluppo economico del territorio attraverso la trasparenza e la legalità. Contro qualsiasi prepotenza, arroganza e connivenza mafiosa”.
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