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Frode allo Stato, Finanza sequestra 500 mln di beni

 

Frode scoperta dalla Finanza sugli incentivi alle imprese ad Acri, sequestrati beni per 500 mln di euro

06 mar 09 La Guardia di Finanza di Acri (CS) ha scoperto una frode nel comparto degli incentivi alle imprese, posta in essere da un imprenditore operante nel settore alberghiero che, attraverso l’annotazione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, documentava costi fittizi che gli consentivano di realizzare un duplice vantaggio: quello della realizzata evasione fiscale e l’altro della indebita percezione di finanziamenti pubblici.
Questi ultimi, pari a 445.428,58 Euro, sono stati erogati all’impresa dallo Stato Italiano per l’ammodernamento della struttura alberghiera realizzato nell’ambito di un programma di investimenti denominato “Patto Territoriale Silano” approvato con apposito Decreto dell’allora Ministero delle Attività Produttive.
Le Fiamme Gialle, nel corso della primaria attività di Polizia Tributaria d’iniziativa demandata al Corpo, sottoponevano a verifica fiscale l’imprenditore sospettato di utilizzare fatture per operazioni inesistenti, trovando ampio riscontro alle ipotesi di reato di cui all’art. 2 del D.Lgv 74/2000 e 640 bis del Codice Penale (annotazione di fatture per operazioni inesistenti e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche).
La successiva attività di Polizia Giudiziaria delegata dal Pubblico Ministero di Cosenza, Dr. Giuseppe Francesco Cozzolino, consentiva di rilevare anche ulteriori elementi di prova comprovanti la falsità del fatturato passivo presente nell’impianto contabile dell’imprenditore e di individuare, attraverso mirate indagini finanziarie, anche i cosiddetti “flussi finanziari di ritorno” a favore dell’imprenditore.
A seguito della pregressa attività di Polizia Tributaria e Giudiziaria, in data odierna, in esecuzione del Decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Cosenza e relativo a beni per i quali è ammessa la c.d. “confisca per equivalente”, i finanzieri hanno apposto i sigilli su beni immobili e mobili appartenenti all’imprenditore ritenuto responsabile del reato di truffa aggravata in danno dello Stato, costituiti da:
- due fabbricati adibiti ad attività commerciali;
- due fabbricati privati;
- quattordici appezzamenti di terreno;
- sei automezzi,
per un valore complessivo stimato di circa 500.000,00 euro.

 

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