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Il Cipe approva il ponte sullo stretto

 

Il Cipe approva il Ponte sullo stretto, opera da 2,3 mld di euro. Ridda di polemiche. Ci sono anche 500 mln di euro per la 106. Sottosegretario Reina “Ora subito i cantieri”

06 mar 09 Il Cipe ha deliberato di stanziare 2 miliardi 300 milioni di euro per la Sicilia di questi 1 miliardo 200 milioni di euro saranno destinati per il ponte di Messina. Lo ha detto il presidente del Senato Renato Schifani oggi in visita a Trapani. Per Schifani "questa è una buona notizia per la Sicilia, si tratta di un progetto strategico per l'intero Mezzogiorno". Al Mezzogiorno andranno circa 4.2 miliardi di euro delle risorse pubbliche la cui spesa è stata deliberata oggi dal Cipe. Così come ha sottolineato il ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto, sottolineando che si tratta del 49% della risorse pubbliche che verranno spese per decisione del Cipe. "Ben oltre la soglia minima richiesta dalla legge - aggiunge Fitto - e si rispetta inoltre il vincolo di destinazione del Fas che va per l'85% al Sud". Una mole enorme di risorse che se confermate dalla ‘cassa’, il Ministero dell’economia, equivalgono a dire numerosi posti di lavoro per il mezzogiorno e il riassestamento infrastrutturale davvero penoso in tutto il sud. Almeno a sentire il presidente dell’Anas Ciucci che ha annunciato in pompa magna la fine dei lavori nel 2012 della A3. Intanto il dibattito si fa rovente con le parti politiche avverse che si contendono il pallino della “favella” non preoccupandosi che una così grossa cospicua cifra di investimenti metterebbe un “tappo” serio sulla preoccupante recessione che sta investendo tutto il Paese e a maggior ragione il sud sempre più abbandonato e messo da parte.

WebTV-->> Guarda il video: Cipe approva ponte (TgTen)

Anche 500 mln di euro per la 106. Tra gli stanziamenti odierni del Cipe per il mezzogiorno ci sono 150 milioni di euro per gli schemi idrici, 130 milioni per le aree metropolitane di Bari e Cagliari, il finanziamento del terzo 'megalotto' per la statale n.106 Jonica per 537 milioni di euro e la Variante di Nova Siri, sempre sulla stessa Statale n.106 per un importo di 34 milioni di euro. Lo rende noto il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, il quale segnala anche il finanziamento di 136 milioni di euro per la realizzazione dell'asse stradale Maglie-Santa Maria di Leuca. "Se non sfugge a nessuno - sottolinea il ministro- il rilievo sociale dell'asse viario Maglie-Santa Maria di Leuca per la condizione di pericolosità e disagio in cui versa l'attuale sistema viario, altrettanto rilevanti sono gli interventi per la città di Bari e quelli sulla Statale n.106 Jonica, asse fondamentale per i collegamenti viari dalla Puglia verso la Basilicata e Calabria". "Vi è da sottolineare - conclude Fitto - che tanto la Maglie-Santa Maria di Leuca, quanto la Statale n.106 Jonica hanno anche un assoluto rilievo di carattere turistico essendo destinate, soprattutto nel periodo estivo a smaltire una considerevole mole di traffico veicolare".

Reina “Ora subito i cantieri”. "Si apre una nuova stagione per il Sud, si è dato un nuovo impulso a che gli interventi pubblici per le infrastrutture non soffrano più di strabismo come nel passato". E' soddisfatto Giuseppe Maria Reina, sottosegretario alle Infrastrutture con delega al Ponte sullo Stretto di Messina, nel sottolineare che "gli obiettivi sono stati raggiunti con la destinazione al Mezzogiorno dell' 80% dei fondi Fas e del 50% delle risorse pubbliche". In totale, al Sud verranno convogliati circa 4,4 miliardi per migliorare lo storico gap infrastrutturale: "certo non risolve tutto, di infrastrutture ne servono un mare ma siamo riusciti a impostare un equilibrio virtuoso al di là degli interessi di bottega". I cantieri verranno subito mobilitati: "alcuni partiranno a giugno - dice Reina - altri ad ottobre ma altri ancora sono già in fase di avvio. Almeno 50.000 i nuovi posti di lavoro. Ora occorrono due cose: efficienza amministrativa, capacità e qualità della spesa che il Sud potrà dimostrare di avere. Nel mezzogiorno c'é una grande voglia di riscatto". I 1.800 milioni assegnati completano la Salerno-Reggio-Calabria, mentre altre diverse centinaia di milioni vanno alla 106 Jonica per opere di completamento allo stesso Ponte. Interventi importanti, rileva il sottosegretario, insieme ad altre risorse in Sicilia per la statale Agrigento- Caltanissetta e le reti metro di Palermo e Catania.

Ministro Matteoli “ Direi di no senza opere collaterali”. "Sarei il primo a dire no al ponte sullo Stretto se non ci fossero anche opere collaterali di ammodernamento stradali e ferroviarie in Calabria e Sicilia". Così il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, ha risposto - intervistato durante Radiocity su Radiouno - alle osservazioni di una radioascoltatrice secondo cui sarebbe meglio investire innanzitutto nelle opere di base. Sul rischio che su un'opera così importante ci sia ingerenza da parte della criminalità organizzata, Matteoli ha replicato che "il governo non può aver paura dell'ingerenza della criminalità organizzata". Il ministro ha poi ricordato che "questo governo ha fatto provvedimenti sulla sicurezza" con il collega dell'Interno, Roberto Maroni, che si è recato in Calabria proprio per l'adozione di misure per far fronte alla criminalità.

WWF “Immobilizzato 50% risorse pubbliche”. Il Governo, con la decisione del Cipe, ha immobilizzato il 50% delle risorse pubbliche disponibili. Lo afferma il Wwf Italia. "Il Governo - è scritto in una nota - con la decisione del Cipe riesce, a suo dire, a garantire risorse pubbliche, che sono in realtà solo poco più di un quarto (4,9 miliardi su 16,6) del totale dichiarati per le infrastrutture di trasporto". Inoltre, secondo il Wwf, "ha deciso di immobilizzare, in questa gravissima situazione economico-finanziaria, il 50% delle risorse pubbliche realmente disponibili (2,3 miliardi: 1.3 per il ponte sullo Stretto e un miliardo per il terzo valico dei Giovi) per grandi opere che non sono sorrette da piani economico-finanziari credibili e che avrebbero ancora bisogno, per essere realizzate, di ingenti fondi pubblici, visto che la copertura attuale è del tutto insufficiente". "Le due infrastrutture - prosegue il Wwf - costano 5 volte più di quanto ad oggi stanziato, oltre 11 miliardi di euro: 6.100 milioni è il costo stimato ad oggi del ponte e 5.060 milioni quello del terzo valico. Sinora non esistono piani economico-finanziari credibili che ne dimostrino l'utilità e ne garantiscano la redditività e presentino un calcolo costi-benefici positivo dal punto di vista economico, sociale e ambientale. Molto meglio, secondo quanto richiesto anche dall'Associazione costruttori edili investire in interventi puntuali alternativi che il Wwf Italia ha da sempre indicato e in opere medio-piccole veramente utili e realizzabili in tempi certi che, come ammette anche la stessa associazione dei costruttori, rappresentano i veri progetti anticrisi".

Soddisfatti i sindaci di Messina e Reggio. I sindaci di Messina e Reggio Calabria, Giuseppe Buzzanca e Giuseppe Scopelliti, commentano positivamente il via libera del Cipe al Ponte sullo stretto. "Abbiamo superato - dicono in una dichiarazione congiunta - il grande ostacolo del blocco per l'attraversamento stabile dello Stretto che aveva posto il governo Prodi ed ora può ripartire l'economia del Mezzogiorno, consentendo anche di far rinascere la grande area dello Stretto con la conurbazione di Messina e Reggio Calabria a cui dovranno dare la necessaria attenzione il Governo nazionale, oltre che le due Regioni di appartenenza". Secondo Buzzanca e Scopelliti,"il Ponte rappresenta un'importante segnale non solo per l'economia, ma anche per il sistema infrastrutturale di collegamento nord-sud che con l'approssimarsi del 2010, avvio dell'area di libero scambio nel Mediterraneo, necessiterà tra le due sponde dello Stretto un sistema integrato dei trasporti. A ciò occorre aggiungere il completamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria a cui il Governo Prodi non ha mai creduto, e lo sviluppo all'Alta velocità, che permetterà il recupero del Mezzogiorno rispetto ad altre aree del Paese". "Sono segnali forti - aggiungono Buzzanca e Scopelliti - che le due comunità dello Stretto vogliono dare proprio nel rafforzamento di quell'integrazione dell'Area dello Stretto che realizzerà una stagione di avanzamenti significativi per Messina e Reggio, per la Sicilia e la Calabria". Secondo i due sindaci, "l'integrazione delle strutture nodali di trasporto alla fine degli anni '80 fu tra gli obiettivi dell'Amministrazione dello Stato, in un'ottica di un'ampia strategia di valorizzazione dell'area dello Stretto di Messina e già si erano previsti interventi di carattere infrastrutturale e di riorganizzazione dei servizi di collegamento nell'area dello stretto con la stipula di un accordo di programma nel 1989 tra le Amministrazioni interessate (trasporti, marina mercantile, aree urbane, Enti Locali e Ferrovie dello Stato)". "La decisione del Cipe e del Governo Berlusconi per il Ponte - affermano ancora Buzzanca e Scopelliti - è quindi un'occasione irripetibile per sostenere le opportunità di sviluppo, la promozione del territorio dell'area dello Stretto e la sua importanza strategica, nel quadro dell'integrazione tra programmazione economica e territoriale in un quadro di sviluppo interregionale, che contribuirà a raggiungere gli obiettivi di competitività del sistema infrastrutturale dello Stretto con quelli italiano ed europeo"

Legambiente “Pura propaganda”. "Vergogna. Con le risorse stanziate dal Governo non si aprirà nessun cantiere se non per pura propaganda". E' quanto afferma il presidente di Legambiente Calabria, Antonino Morabito, in relazione alle decisioni del Cipe sul Ponte sullo Stretto. "Questo perché - aggiunge Morabito - per il Ponte sullo Stretto il piano finanziario che doveva garantire le risorse private è ancora tutto da scrivere e sperare in risorse private in un periodo di profonda crisi delle banche è quanto meno improbabile. Il materiale carrozzabile più vecchio d'Italia viene lasciato ai meridionali, continuando a considerarli nei fatti cittadini di serie B, e lasciando al palo la possibilità di favorire una qualità di vita che parta proprio dai mezzi con cui residenti e turisti potrebbero arrivare in Calabria e viaggiare per visistarla: il Treno, quello con la T maiuscola, un eterno sconosciuto per chi si muove in Calabria".. Secondo Morabito, "la scelta del Ponte condanna tutte le altre opere che da anni aspettano in Calabria e Sicilia di essere finanziate: dal raddoppio della ferrovia Palermo-Messina a quello della Jonica, all'acquisto di treni per uscire da un medioevo ferroviario fatto di convogli vecchi di 50 anni, linee a binario unico (il 90% in Sicilia e il 70% in Calabria), linee non elettrificate (il 56% in Sicilia e il 53% in Calabria)". "Vogliamo parlare - conclude Morabito - dell'aeroporto dello Stretto o dei porti di Reggio Calabria, Villa San Giovanni e Messina, prima vera porta di accesso all'area dello Stretto, lasciati in perenne condizione di abbandono, inconmensurabilmente distanti da analoghe infrastutture non solo di Paesi economicamente solidi ma anche del Sudafrica?".

Mancini “Splendida notizia”. "E' una splendida notizia per la Calabria, per il Mezzogiorno e per l'intero Paese". Così Giacomo Mancini del Pdl ha commentato lo stanziamento da parte del Cipe di 1,3 miliardi di euro per la realizzazione del ponte sullo Stretto. "Puntando sulla realizzazione del ponte sullo Stretto - ha continuato Mancini - il presidente Berlusconi ha acquisito due grandi meriti: dimostrare con i fatti l'attenzione del Governo verso il Sud e insieme mettere definitivamente all'angolo gli irriducibili del no che con loro proteste contro le grandi opere hanno rallentato la crescita del Paese. Adesso tocca alle regioni di assecondare, con una politica di investimenti lungimiranti, l'azione del Governo". "Per quanto riguarda la Giunta della Calabria - ha concluso Mancini - c'é da scommettere che anche questa volta tradirà le attese continuando con piccoli interventi dettati da miseri interessi clientelari"

Fava “Opera costosa e inutile”. "Il ponte sullo stretto è l'opera pubblica più costosa, inutile ed insicura a memoria d'uomo". Lo dice l'on. Claudio Fava, segretario nazionale di Sinistra Democratica. "In una regione - prosegue l'europarlamentare - in cui i treni viaggiano ancora alla velocità delle ferrovie giolittiane, vincolare alla costruzione del ponte miliardi e miliardi di euro è un capriccio che pagheranno gli italiani e i siciliani. Per Franco Piro, responsabile del Dipartimento politiche economiche del Pd siciliano, "il governo Berlusconi ha costruito l'ennesima bolla mediatica sulla delibera Cipe che ha ripartito 17,8 miliardi per opere infrastrutturali. In realtà si tratta ancora una volta dei fondi Fas, già saccheggiati per tutti gli usi, e che il governo Berlusconi ha ridotto di oltre 20 miliardi rispetto a quelli stanziati dal governo Prodi, sottraendoli quasi per intero al mezzogiorno". "Piuttosto che gettare miliardi - aggiunge - nel buco nero del Ponte sullo Stretto, sarebbe stato molto più utile che il governo avesse finanziato programmi di lavori pubblici realizzabili subito".

Gentile “Investimento forte per il sud”. "Un investimento cosi forte per il Sud e per la Calabria non si era mai visto e smentisce le prefiche del centrosinistra: ringrazio il Cipe e il presidente Berlusconi per il lavoro compiuto". Lo afferma in una nota il sen Antonio Gentile del Pdl. "Siamo veramente avanti - dice Gentile - e in grado di fare una rivoluzione infrastrutturale che riguarda il potenziamento dell'autostrada e della strada statale jonica, oltre che la costruzione del Ponte sullo Stretto. Dopo i silenzi del governo Prodi- dice Gentile- che per due anni ha bloccato la Calabria nel silenzio di Regioni e Province, oggi il governo Berlusconi realizza un'inversione di tendenza straordinaria che mette la Calabria al centro del programma di Governo Avremo opere pubbliche nuove e funzionanti-conclude Gentile- una 106 degna di questa nome, un'autostrada più forte : tutte opere che porteranno decine di migliaia di posti di lavoro nel Sud ed anche in Calabria"

Tripi (CGIL) “Pura demagogia”. "In Sicilia il bisogno di lavoro é immediato. Lo sblocco dei finanziamenti per il ponte sullo Stretto, opera che non potrà partire subito, è dunque solo un'operazione fumo negli occhi, non è certo un provvedimento anticrisi". Lo dice Italo Tripi, segretario generale della Cgil siciliana a proposito dei fondi destinati dal Cipe al ponte sullo Stretto. "Un'operazione di pura demagogia - dice Tripi - che si svelerà presto in tutta la sua natura davanti agli occhi dei tanti disoccupati siciliani in cerca di lavoro. Nell'isola - aggiunge il segretario della Cgil - abbiamo il 15% di disoccupazione e previsioni nere per il 2009, anno in cui stimiamo una perdita di 50 mila posti di lavoro. A fronte di questo, e penso che la situazione sia analoga per la Calabria - sottolinea Tripi - il governo avrebbe dovuto investire sulla viabilità, sulle ferrovie, sulla mobilità nelle grandi città, su opere immediatamente cantierabili. E invece - conclude - prende cinicamente tempo cavalcando le sue manie di grandezza, incurante del fatto che la gente è alla fame"

Positive reazioni del centrodestra siciliano. Commenti positivi dal centrodestra siciliano per il via libera del Cipe allo stanziamento di 2,3 miliardi di euro per la Sicilia, di cui 1,2 miliardi di euro destinati alla costruzione del ponte di Messina. "Esprimiamo ampia soddisfazione per i lavori odierni del Cipe - ha detto il segretario siciliano dell'Mpa Lino Leanza - E' un risultato importante, frutto dell'impegno costante del presidente della Regione". D'accordo anche Salvino Caputo, presidente la commissione parlamentare attività produttive. "Berlusconi ha fatto la sua parte - ha commentato - Adesso attenzione a non bloccare le opere". "Il ponte sullo Stretto finalmente esce dalle nebbie per diventare opera strategica per il Sud e per l'Europa", ha ribadito l'assessore regionale al Bilancio, Michele Cimino. Gli fa eco il coordinatore regionale di An, Pippo Scalia. "Il via libera alla costruzione del ponte sullo Stretto e ad altre infrastrutture - ha detto - segnerà una nuova e importante stagione per l'economia siciliana, con importanti ricadute su tutto il Mezzogiorno"

Misiti “Meglio tardi che mai”. "Sono del 28 ottobre 2008 le proposte di Italia dei Valori di avviare subito un programma di infrastrutture possibili". Lo dichiara l'on. Aurelio Misiti, capogruppo IdV alla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati. "In quella occasione - sottolinea Misiti - nella relazione generale del sottoscritto e nelle dettagliate conclusioni dell'ex Ministro delle infrastrutture on.Di Pietro, proprio per evitare che l'allora crisi finanziaria si riversasse sull'economia reale, si propose un preciso piano di completamento di piccole, medie e grandi opere già appaltate e ferme per mancanza di tutti quei fondi che inconscientemente i primi decreti del governo Berlusconi avevano deviato sulla spesa corrente. Oggi, meglio tardi che mai, le decisioni del Cipe in gran parte riflettono quelle nostre inascoltate proposte. Il ritardo con cui è stata presa questa decisione sarà però pagato duramente dai cittadini in quanto in questi quattro mesi la situazione dell'economia reale si è degradata a tal punto da provocare un enorme numero di disoccupati, anche nell'edilizia e nell'indotto, che come è noto costituisce la forza trainante del prodotto interno lordo del nostro paese.Avevamo dato allora la nostra disponibilità a sostenere il piano che confermiamo oggi qualora nella programmazione reale delle opere si darà priorità a quelle piccole e medie già appaltate tramite i comuni, che potranno dare un sospiro di sollievo alla situazione occupazionale delle aree più povere e dei cittadini meno abbienti".

Melandri “Investire in cultura e turismo”. In tempo di crisi economica era meglio investire in cultura e turismo piuttosto che sul Ponte sullo stretto di Messina, visto che questo tipo di investimenti hanno una redditività molto superiore. Lo dichiara Giovanna Melandri, responsabile cultura del Pd, commentando gli stanziamenti decisi oggi dal Cipe. "In un momento di difficoltà strutturale del sistema economico mondiale - ha detto Melandri - è quantomeno bizzarro investire 1,3 miliardi di euro nel Ponte sullo stretto di Messina. Sulla redditività dell'infrastruttura, poi, vorrei menzionare i dati di una recente indagine commissionata da Confcultura e da Federturismo, citata per altro sul sito del Ministero dei Beni culturali guidato dal Ministro Bondi. Secondo il rapporto, il Ponte sullo stretto produrrebbe ricavi due volte superiori ai costi iniziali. Un evento sportivo internazionale realizzato in una provincia del sud, può generare introiti quattro volte superiori all'investimento sostenuto. Nel 2006, sempre secondo il rapporto, la Provincia di Torino, a fronte di un investimento in cultura di 320 milioni di euro, ha generato ricavi pari a 1.720.000.000, quindi oltre 5 volte il contributo iniziale". L'investimento nelle infrastrutture culturali, turistiche e ambientali - prosegue Melandri - dimostra, dunque, di avere una performance assai migliore di quella del Ponte sullo stretto. L'urgenza per l'Italia è adeguare il nostro sistema turistico e culturale a quello dei nostri maggiori concorrenti, si potrebbero così creare tanti nuovi buoni posti di lavoro". "Mi sorprende che il Ministro Bondi, membro a pieno titolo del Cipe - conclude Melandri - non abbia sposato tale tesi, rispetto alla quale avrebbe avuto anche il plauso ed il sostegno dell'opposizione".

Dima “Il Governo mantiene gl’impegni con la Calabria”. "Il Governo mantiene fede agli impegni presi con il Mezzogiorno e la Calabria in particolare". Lo afferma, in una nota, il deputato del Pdl Giovanni Dima a proposito delle decisioni prese oggi dal Cipe. "I finanziamenti stanziati dal CIPE ed approvati dal Consiglio dei Ministri per il Ponte sullo Stretto, la Salerno/Reggio Calabria e la statale 106 - aggiunge Dima - permetteranno di avviare nei prossimi mesi interventi infrastrutturali di portata storica per la nostra regione che le permetteranno di essere competitiva anche e soprattutto sul piano della mobilità e dei collegamenti viari". Secondo Dima, "alle critiche del PD su un presunto disinteresse di questo Governo nei confronti del Mezzogiorno, il centrodestra risponde con un piano di opere pubbliche che rivoluzionerà la Calabria e che contribuirà a creare nuovi posti di lavoro in un momento di evidente crisi economica. Questi fatti sono la dimostrazione più evidente di un inversione di tendenza nell'affrontare i problemi della nostra regione e sono soprattutto l'espressione della chiara volontà di andare avanti anche contro quelli che con i loro continui no hanno ritardato la crescita del Paese".

Tripodi “Ennesima cifra buttata a mare”. "L'ennesima cifra buttata a mare per un'opera dannosa, inutile e devastante dal punto di vista dell'impatto ambientale". A sostenerlo, in una nota, è Michelangelo Tripodi, segretario regionale del Pdci e assessore regionale all'Urbanistica. "Come è possibile - aggiunge - che il Governo possa pensare alla realizzazione di questa faraonica struttura quando la Calabria e la dirimpettaia Sicilia, possiedono delle infrastrutture e dei sistemi di trasporto da terzo mondo rispetto al resto del paese. Nella nostra regione, dati alla mano la situazione è disastrosa sotto tutti i punti di vista. Treni a lunga percorrenza soppressi, scali merci azzerati, cantieri della A3 abbandonati, statale 106 ionica e statale 182 delle Serre dimenticate, trasporto nello Stretto sempre più simile ad una sorta di crociera sia per le tariffe che per i tempi di percorrenza, aeroporti penalizzati dalle compagnie aree. A poco servono quindi gli annunci. Quello che conta sono i fatti: mai come in questo momento la Calabria si è trovata in simili condizioni di isolamento rispetto al resto del Paese, con la Giunta Regionale che si trova praticamente sola a far fronte ai giganteschi danni causati dal maltempo". "Proprio oggi - prosegue Tripodi - il ministro Matteoli ha dichiarato che sarebbe il primo a dire no al ponte sullo Stretto se non ci fossero anche opere collaterali di ammodernamento stradali e ferroviarie in Calabria e Sicilia. A questo punto ci chiediamo: quale Calabria e quale Sicilia il ministro conosce visto che ha annunciato la posa della prima pietra nel 2010. Insomma, siamo alle solite: a fronte di una situazione drammatica siamo costretti ad assistere all'ennesimo spot del ministro Matteoli e del suo capo Silvio Berlusconi che serve a ben poco se non a far capire l'arroganza della politica che sta portando avanti il centrodestra nei confronti della Calabria e del Mezzogiorno". "Quello che ci preme ribadire con forza - conclude - è il no al ponte su cui si è espressa anche a chiare lettere la Regione Calabria, rinnovando l'impegno che come Comunisti Italiani ci ha già visti protagonisti negli anni passati contro questo progetto inutile, faraonico e dannoso per la Calabria e per la Sicilia. Pronti a mobilitarci contro tutte quelle opere che rappresentano un vero e proprio scempio del territorio"

 

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