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Notizie di Cronaca

 

Donna che rischia di annegare, salvata da CC ad Amantea

19 lug 09 Una donna, che stava facendo il bagno ad Amantea rischiando di annegare a causa delle difficili condizioni del mare, è stata salvata da un carabiniere fuori servizio. La donna, dopo essersi immersa, non era riuscita a tornare a riva ed era stata spinta al largo. Il militare, con l'ausilio di una canoa, ha raggiunto la donna e l'ha caricata sull'imbarcazione, riuscendo poi a tornare a riva. La donna è stata poi soccorsa dal personale del 118 e portata nell'ospedale di Paola, dove è stata ricoverata perché colpita da choc.

Dossier di Legambiente sugli ecomostri in Calabria

19 lug 09 "La Calabria è una regione di ecomostri". E' quanto si afferma in una nota di Legambiente in cui si fa riferimento al dossier "Mare Monstrum 2009". I dati della ricerca riguardanti la Calabria sono stati resi noti in occasione del passaggio a Crotone di Goletta verde. "Il cemento - - si afferma nel dossier - continua a fare scempio delle coste calabresi. Con 461 infrazioni accertate, 517 persone denunciate e 169 sequestri effettuati, la Calabria conquista il terzo gradino del podio, confermandosi nel terzetto di punta della classifica delle regioni per abusivismo sul demanio marittimo. Una piaga che non risparmia nessuna delle province calabresi". Secondo Legambiente, "il primo passo annunciato dalla Regione Calabria per il ripristino della legalità è la demolizione 'immediata' di nove ecomostri nei comuni di Pizzo, Tropea, Scilla, Cessaniti, Rossano, Stalettì, Stignano Mare, Stilo e Bova Marina. Solo in due casi, però, sono effettivamente iniziate le demolizioni: il primo riguarda il cosiddetto ecomostro di Copanello di Stalettì, abbattuto per circa due terzi ed il secondo sono le villette di Rossano, demolite al 50%. Seppur ai suoi esordi, il programma di demolizioni messo in cantiere dalla Regione Calabria rappresenta un'importante presa di posizione a favore della legalità, in una regione dove nella gestione illegale del cemento spopolano le famiglie mafiose"."A spiegare un fenomeno di illeciti così diffuso, però - prosegue il dossier di Legambiente - non basta neanche la presenza della criminalità organizzata. Spesso, infatti, le speculazioni più selvagge trovano sponde compiacenti tra i funzionari pubblici". "Paradigmatico, da questo punto di vista - si afferma ancora nello studio - il quadro messo a fuoco dalla relazione finale della Commissione di inchiesta sui lavori pubblici, urbanistica e manutenzione del Comune di Reggio Calabria. Un documento in cui è scritto nero su bianco che negli ultimi decenni 'accanto al fenomeno dell'abusivismo selvaggio e dell'edificazione spontanea, si è andata affermando una sorta di illegalità legalizzatà. Nelle centinaia di storie di edilizia fuorilegge in cui si èimbattuta la Commissione, di immobili costruiti fin sulla spiaggia, sui letti dei fiumi, e comunque in barba a ogni vincolo e buon senso, infatti, l'abusivo ha quasi sempre ottenuto i pareri autorizzativi da parte di enti pubblici preposti alla tutela dell'ambiente, del territorio e del paesaggio. Con relazioni redatte e sottoscritte da ingegneri, architetti, geologi, geometri e concessioni degli enti pubblici. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ne sono esempio i complessi nell'area a mare di Pentimele, gli alloggi per gli studenti dell'Università di Reggio Calabria realizzati nel letto della fiumara o ancora l'enorme centro commerciale sorto di recente in una frazione della periferia della zona sud". "L'industria del cemento - sostiene ancora Legambiente - prospera anche nel crotonese, dove il malaffare della calcestruzzo vista mare ha sfregiato una delle aree marine protette più belle del Mediterraneo: quella di Isola Capo Rizzuto. Nel 1999 un censimento realizzato dalla Capitaneria di porto di Crotone contò 75 costruzioni illegali. Alcuni anni dopo, con l'operazione Isola Felice, la questura di Crotone mise i sigilli a centinaia di case abusive: gran parte degli immobili sequestrati risulterebbe di proprietà di persone affiliate alla cosca degli Arena, mentre gli altri apparterrebbero a esponenti di clan diversi. Le indagini hanno portato alla denuncia di 250 persone. Ma niente sembra fermare il mattone abusivo. Nel 2004 un nuovo censimento rileva, tra costa ed entroterra, la cifra record di 800 immobili fuori legge. Stante l'inerzia delle amministrazioni locali, la Procura della Repubblica di Crotone ha preso in mano la situazione e, nel giugno del 2008, ha firmato il contratto con una ditta di demolizioni per abbattere i primi 18 manufatti. Un procedimento rimasto silente per circa 12 mesi e riattivato con l'annuncio delle prime demolizioni, in zona Campione, fatto dal procuratore Mazzotta ad inizio luglio". "Spostandosi in provincia di Cosenza - si afferma ancora nel dossier - troviamo il vergognoso caso dell'inutile aviosuperfice di Scalea: un aeroporto di terza categoria costruito lungo il fiume Lao e a 100 metri dal mare. Un'opera che si trova in zona a rischio esondazione la cui costruzione è andata avanti, nonostante non fosse prevista né dai piani di trasporto regionali, né da quelli provinciali, e nonostante fosse in concorrenza con la realizzazione della metropolitana di superficie, che doveva spostare su ferrovia il grande traffico della statale 18. Sempre in provincia di Cosenza, a Praia a Mare, si trovano anche gli ecomostri Fiuzzi primo e secondo. Segni identificativi: 52 mila metri cubi di edifici per un hotel a cinque stelle con 700 posti letto, piscina e sala conferenze su un'area Sic delle coste cosentine, giusto di fronte all'Isola di Dino, per il Fiuzzi uno; un'intera collina trasformata in hotel per 45 mila metri quadrati di superficie su cui la Procura della Repubblica di Paola ha messo i sigilli nel 2006 per il Fiuzzi due. Soggetti ad alterne vicende giudiziare, su entrambi gli ecomostri gravano accuse di irregolarità degli atti che hanno dato inizio ai lavori". Secondo Legambiente, inoltre, "uno dei casi più noti di cemento in riva al mare lungo le coste della Calabria è la Palafitta nel mare di Falerna. Una costruzione di tre piani per 1.260 metri cubi che sfida da decenni le onde essendo stata costruita direttamente sulla battigia e che Legambiente ha inserito nella Top Five degli ecomostri da abbattere con urgenza. Stando agli accertamenti del Comune, peraltro, la Palafitta è stata edificata su area demaniale, e quindi in violazione delle leggi vigenti in materia". "Con questi numeri ¿ commenta Antonino Morabito, presidente di Legambiente Calabria - è evidente che la scelta delle istituzioni di abbattere gli ecomostri in Calabria è oggi un ottimo esempio per coniugare ambiente e lavoro. Vincere la guerra contro la piaga del cemento abusivo che devasta le nostre coste è anche una grande occasione di lavoro"

Iniziativa che vieta l’alcol agli under 16 si allarga in tutta Italia

19 lug 09 L'iniziativa del sindaco di Milano di vietare l'uso di alcol ai minori di 16 anni, riscuote successo. Se ieri il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, lo aveva liquidato dicendo che il Campidoglio ha fatto di meglio, oggi il provvedimento Moratti ottiene l'apprezzamento di Berlusconi ("é una idea eccellente, una ottima iniziativa, spero che venga ripresa da tutte le amministrazioni"), l'Udc annuncia un disegno di legge, e sta producendo una reazione a catena. Il comune di Pavia ci sta pensando e altri come Bergamo e Ravenna potrebbero seguire l'esempio. Intervistata la Moratti ha chiarito lo spirito del suo provvedimento: "Non è punitivo. L'obiettivo è lanciare un messaggio ai giovani e alle famiglie. Ai primi vogliamo ricordare che l'alcol fa male, alle famiglie che le istituzioni non le lasciano sole nell'educazione dei figli". La nuova giunta di centrodestra di Pavia potrebbe presto seguire l'esempio di Milano. A confermarlo è il sindaco, Alessandro Cattaneo: "martedì prossimo, durante la riunione di giunta, decideremo se adottare l'ordinanza. In linea di principio sono favorevole al provvedimento. Bere alcol sotto i 16 anni non è educativo". Della sua idea è anche Rodolfo Faldini, assessore alle Politiche giovanili. "Condivido l'ordinanza della Moratti. A mio avviso, serve un'educazione sin dalle scuole elementari per sensibilizzare sui danni che l'alcol può creare con il passare degli anni". Anche il sindaco di centrodestra di Bergamo, Franco Tentorio guarda con attenzione all'ordinanza ma, almeno per il momento, non ha intenzione di seguirne l'esempio. "Effettueremo un censimento delle normative in vigore negli altri Comuni e dei loro effetti - ha detto Tentorio - per vedere se e come possano essere importabili anche nella nostra città. La questione, ha fatto sapere per parte sua l'assessore alla Sicurezza Cristian Invernizzi, sarà affrontata dalla giunta la prossima settimana. In attesa di vederne gli effetti a Milano nei prossimi 40 giorni, si propone di chiedere il parere sull'ordinanza al Prefetto, al Sert, al servizio Politiche Giovanili, ma soprattutto ai Presidi delle scuole. E' quanto ha annunciato il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci (Pd) mentre il sindaco di Ancona, Fiorello Gramillano non si preclude alcuna strada: "credo più nella formazione che non nella repressione. Un'azione formativa e informativa per dissuadere i minori dall'abusare di alcol, già sarebbe un grosso deterrente. Comunque martedì, in giunta, affronteremo la questione." La soluzione milanese a Brescia non sembra, invece, destinata per ora ad essere ripresa. Il vice sindaco Fabio Rolfi pensa, per ora, ad incontrare le associazioni di categoria, dai baristi ai gestori di locali, per "affrontare con loro la questione e approvare iniziative comuni". Tra queste sembra piacere quella di "steward che si occupino di mediare tra i ragazzi e i baristi nei luoghi della città maggiormente frequentati". Intanto il deputato dell'Udc Saverio Romano ha annunciato la presentazione di un disegno di legge che introduca il divieto di acquisto e consumo di alcolici per i ragazzi sotto i sedici anni.

Offrono soldi ad agenti per evitare la multa, due autotrasportatori denunciati

19 lug 09 Hanno offerto denaro agli agenti della sezione di Vibo Valentia della polizia stradale, che li avevano bloccati mentre percorrevano l'autostrada Salerno-Reggio Calabria, per evitare che gli venisse contestata una multa per gravi violazioni al codice della strada. Protagonisti della vicenda due autotrasportatori, un albanese, Z.F., di 45 anni, ed un romeno, S.D. di 43. L'offerta di denaro agli agenti, una prassi in uso, secondo la Polstrada, nei paesi di origine dei due stranieri, non ha prodotto, però, gli effetti sperati. I due autotrasportatori, infatti, sono stati denunciati con l'accusa di tentata corruzione. I poliziotti hanno anche sequestrato le banconote che i due autotrasportatori avevano offerto loro per evitare la multa.

Ammazzateci tutti: filo rosso lega l’uccisione di Borsellino e Scopelliti

19 lug 09 "Siamo stati a Palermo per dire che Paolo Borsellino è vivo e lotta insieme a noi". Lo afferma, in una nota, Aldo Pecora, leader del movimento antimafia "Ammazzateci Tutti", nato in Calabria dopo l'omicidio nel 2005 del vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Fortugno. Pecora ha partecipato alla manifestazione nel capoluogo siciliano, nell'anniversario dell'uccisione di Borsellino e della sua scorta, insieme a Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato della Procura generale della Corte di cassazione Antonino Scopelliti, ucciso dalla 'ndrangheta il 9 agosto 1991. ''Siamo arrivati a Palermo da tutta la Calabria - dice Pecora - per gridare che c'é un unico filo rosso che lega l'uccisione dei giudici Falcone e Borsellino all'omicidio del giudice Scopelliti, ucciso poco prima di sostenere la pubblica accusa nel terzo ed ultimo grado di giudizio per il maxi-processo di Palermo ai tempi del giudice Corrado Carnevale. Borsellino e Scopelliti, e con loro Giovanni Falcone, sono stati uccisi perché la mafia voleva dare un segnale molto in alto ed ordinare allo Stato di scendere supinamente a patti. Ora, nel ricordarli tutti, seguiamo con molta attenzione i fatti di Caltanissetta e le dichiarazioni di Ciancimino junior. Sperando di non apprendere mai dalle aule giudiziarie che uomini dello Stato possano esser scesi a patti con la mafia, anziché distruggerla, e che le vite di Borsellino e di tutti gli altri possano essere state oltraggiate non una ma due volte".

Ritirate otto patenti ad ubriachi nel vibonese

19 lug 09 La sezione di Vibo Valentia della Polizia stradale ha effettuato servizi di controllo ritirando le patenti ad otto automobilisti risultati con un tasso alcolemico superiore al limite consentito. Gli otto automobilisti sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia per guida in stato d'ebbrezza. Negli ultimi due fine settimana la Polstrada di Vibo ha controllato 205 veicoli e 209 persone, elevando 48 verbali di violazione delle norme del Codice della strada e decurtando, complessivamente, 158 punti dalle patenti di guida. La squadra di Polizia giudiziaria della Sezione ha effettuato, inoltre, controlli amministrativi in tutta la provincia su attività di vendita e riparazione di veicoli. Per tre esercizi commerciali, a Serra San Bruno, Gerocarne e Limbadi, è scattata la chiusura in quanto privi o non in regola con le licenze, con deferimento all'autorità giudiziaria di quattro persone per esercizio di attività prive della necessaria abilitazione professionale.

 

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