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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Sei mln di beni sequestrati a CassanoMaxi sequestro di beni (6mln) della Questura di Cosenza a presunto boss dei Forastefano a Cassano 10 feb 09 E' di oltre sei milioni di euro il valore dei beni sequestrati dalla polizia a Nicola Rende, presunto boss della 'ndrangheta della cosca Forastefano di Cassano allo Jonio. I beni sequestrati in via preventiva consistono in alcuni fabbricati, terreni agricoli, un centro commerciale a Cassano allo Jonio, automobili, quote societarie, polizze assicurative e libretti di risparmio. Nicola Rende e' attualmente detenuto. Rende, infatti, ha precedenti per estorsione ed usura e nei mesi scorsi era stato condannato a sei anni ed otto mesi di reclusione per estorsione ed usura aggravati dal metodo mafioso a conclusione del processo Omnia scaturito da un'inchiesta condotta dalla Dda di Catanzaro. Il sequestro riguarda anche la moglie ed i due figli di Rende cui erano intestati alcuni dei beni oggetto del provvedimento. Detenuto è anche un figlio di Rende, Camillo, anch'egli condannato nel processo Omnia. Proprietari dei beni sequestrati risultano anche altre due figlie dell'uomo, Caterina e Letteria. Il centro commerciale sequestrato a Cassano allo Jonio, ancora in costruzione, si estende su un'ara di circa tremila metri quadrati. Sequestrate anche alcune società che svolgono la loro attività nel settore delle costruzioni ed agricolo. Il sequestro è stato fatto in esecuzione di un'ordinanza emessa dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Cosenza, presieduta da Francesca Marrazzo. Questore Salerno “Impegnati a sottrarre beni frutto di illeciti”. "Il sequestro operato stamattina, in Cassano allo Jonio, testimonia l'attenzione che questa Questura riserva alla necessità di sottrarre alla disponibilità della criminalità organizzata, beni acquisiti a seguito di attività illecite". Lo ha detto il questore di Cosenza, Raffaele Salerno. "Ciò è desumibile - ha aggiunto - dalla disparità riscontrata tra i redditi delle attività lavorative dei soggetti interessati e la disponibilità di beni di valore di gran lunga superiore. Ci stiamo muovendo seguendo le indicazioni del dipartimento della pubblica sicurezza e di altri organismi centrali che ritengono la sottrazione dei beni ai gruppi malavitosi, attività precipua delle forze di polizia. Confidando nella possibilità della confisca dei beni stessi e della loro ulteriore destinazione ad enti pubblici e privati, nonché ad associazioni di volontariato che li possano nel futuro utilizzare per attività legali e redditizie nel mondo del lavoro e del volontariato nella nostra regione". "L'opinione pubblica - ha proseguito Salerno - deve sostenere questo tipo di attività, perché oltre alla sottrazione del bene al soggetto sospettato di appartenere ad organizzazioni criminali, si raggiunge la finalità di scalfire l'immagine esterna del "malfattore" che approfittando delle sue attività illegali, acquisisce forza e potere sul territorio. Ecco perché è necessario creare, tutti insieme, una rete di valori che siano di contrasto all'espansione economica della criminalità organizzata. Il lavoro fin qui svolto ci ha consentito di portare alla luce situazioni di accumulo di beni mobili e immobili per circa 60 milioni di euro". "Ciò testimonia - ha concluso - che anche la provincia di Cosenza è oppressa da un diffuso sistema delinquenziale, sopratutto per ciò che concerne estorsioni e usura, che consente ai gruppi criminali di accumulare illegalmente, ingenti patrimoni. L'attività già intrapresa proseguirà nei prossimi mesi e non si esclude la possibilità di pervenire ad altri risultati importanti"
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del 28/01/2004
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