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Arrestati favoreggiatori boss PetullàIn manette sei presunti favoreggiatori del boss Petullà, gli garantivano armi e cibo 17 feb 09 Sei persone sono state arrestate dalla polizia di Stato a Polistena con l'accusa di avere favorito la latitanza di un esponente della 'ndrangheta, Renato Petulla', di Cinquefrondi, poi arrestato nell'ottobre del 2007. Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Reggio Calabia su richiesta della Dda. L'operazione che ha portato ai sei arresti è stata condotta dal Commissariato di Polistena e dalla Squadra mobile di Reggio Calabria. Ai sei arrestati viene contestato il reato di favoreggiamento personale con l'aggravante delle modalità mafiose. La rete dei favoreggiatori. Quando nell'ottobre di due anni fa i poliziotti fecero irruzione in un casolare in cui venne arrestato il latitante Renato Petullà, 32 anni, il boss stava partecipando ad un summit. Allora era latitante da quattro anni, quando sfuggì alla cattura nell'ambito di un'operazione finalizzata a sgominare un clan che stava tentando un'estorsione ai danni di un'impresa edile. Gli agenti della Squadra mobile di Reggio Calabria che eseguirono l'arresto, trovarono nel portamonete del latitante, numerosi "pizzini" con i quali Petullà comunicava con l' esterno dalla latitanza. Il boss, malgrado la giovane età, è ritenuto un emergente dell'omonima cosca che opera nella zona di Cinquefrondi. Il blitz venne effettuato allora in un agrumeto dopo che si era incontrato con due camionisti Michele Moretto, di 56 anni, e Angelo Fonte, di 27, che vennero denunciati per favoreggiamento. Ma a proteggere la sua latitanza la polizia scoprì che c'era pure un ragazzo di 16 anni. Petullà al momento dell'arresto era armato, i poliziotti trovarono una pistola 7,65 con matricola cancellata e con tre caricatori monofilari; oltre 65 cartucce dello stesso calibro e due coltelli a serramanico e in tasca aveva mille 255 euro in contanti Garantiti armi e viveri; gli arrstati. Armi, viveri e copertura. E' quanto le persone arrestate dalla polizia a Polistena con l'accusa di favoreggiamento personale avrebbero garantito, nel periodo in cui era latitante, al boss della 'ndrangheta Renato Petulla'. Gli arrestati sono Francesco Fidale, di 22 anni, Francesco Ierace (39), Sebastiano Pasqualone (35), Giuseppe Tigani (36), Domenica Curinga (68), e Vincenzo Fusà (75). Un ruolo di primo piano, tra i presunti favoreggiatori di Petullà, tutti organici, secondo i carabinieri, alla cosca Foriglio-Petullà, l'avrebbe svolto Fidale, che avrebbe mantenuto i contatti per conto del latitante. Fidale avrebbe inoltre fornito assistenza a Petullà per i suoi spostamenti e lo avrebbe rifornito di armi. Giuseppe Tigani avrebbe svolto attività di copertura, agendo da vedetta in concomitanza delle riunioni e degli incontri che teneva il latitante. Ierace e Pasqualone avrebbero avuto il compito di fornire a Petullà i viveri e di organizzare i suoi spostamenti. Domenica Curinga e Fusà, marito e moglie, infine, avrebbero ospitato il latitante nella loro abitazione.
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del 28/01/2004
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