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Il dramma delle estorsioni

Estorsioni ai commercianti calabresi, un dramma valutato 1,7 miliardi di euro

16 feb 09 Ammontano a 1,7 miliardi di euro, in Calabria, i costi della pressione criminale a carico degli operatori del settore commerciale. E' quanto emerge dal rapporto "Le mani della criminalità sulle imprese della Calabria" a cura di Confesercenti, presentato a Reggio Calabria. Il rapporto, secondo quanto è stato riferito nel corso dell'incontro, "riprende ed amplia i riferimenti dedicati alla regione contenuti nel decimo rapporto annuale di Sos Impresa presentato lo scorso ottobre a Roma". Estorsione, usura e relazioni delle organizzazioni criminali con il mondo dell'economia sono gli snodi fondamentali messi a fuoco nel report di Confesercenti con riferimento alla situazione calabrese. "Un giro vorticoso di malaffare, secondo la Confesercenti, che ha costretto tremila esercenti a chiudere i battenti negli ultimi cinque anni. Il rapporto indica in circa 15 mila le imprese commerciali calabresi sottoposte al racket e in circa 10 mila quelle coinvolte in relazioni usurarie. Il report illustra il trend di incidenza dei procedimenti per estorsione ed usura in Campania, Sicilia, Calabria e Puglia, con la Calabria che denota un consistente decremento di denunce nell'arco degli ultimi dieci anni per i reati di estorsione e usura, passate dalle 604 del 1998 alle 94 del 2008.

La Regione approvi il regolamento per la legge antiusura. "La legge antiusura e antiracket è un importante passaggio tra i numerosi che il Consiglio regionale della Calabria ha compiuto in questa legislatura per contrastare la pervasiva presenza della criminalità organizzata". E' quanto ha affermato il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova, intervenendo stamani, a Reggio, alla presentazione del rapporto annuale "S.o.s. Impresa". "Il lavoro svolto da questa Assemblea - ha detto Bova - è stato rivolto in una pluralità di direzioni. Innanzitutto abbiamo varato misure di grande severità nei confronti di noi stessi: i consiglieri regionali che vengono anche solo rinviati a giudizio, in caso di reati di mafia, decadono automaticamente da tutti gli incarichi di secondo livello. Ai collaboratori dei consiglieri, prima di prendere servizio, è richiesta una quadruplice certificazione, che comprende tra l'altro i carichi pendenti e il casellario giudiziale. E' stata varata, oltre alla normativa antiracket,anche la stazione unica degli appalti. E, tagliando i costi della politica per 3 milioni di euro, abbiamo attivato i voucher per i migliori giovani laureati". "Adesso - ha proseguito Bova - è compito della Giunta regionale approvare il regolamento attuativo della legge, affinché essa venga concretamente applicata. Non solo: lavoreremo affinché la dotazione finanziaria messa a disposizione della legge sia, a partire da questo anno e per il prossimo triennio, realmente adeguata alle finalità della legge stessa. Noi, come Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, un anno e mezzo fa indicammo al Presidente della Repubblica una serie di obiettivi per contribuire a liberare la Calabria dal giogo oppressivo ed insopportabile della 'ndrangheta. Nella lettera da noi consegnata al presidente Napolitano, che ci ricevette al Quirinale, spiegammo la necessita' di ampliare gli organici sottodimensionati degli uffici del Giudice per le indagini preliminari. Illustrammo l'idea di dislocare stabilmente in Calabria una brigata di cinquemila uomini del nuovo esercito professionale italiano. Chiedemmo di investire nella nostra regione le tasse che vengono pagate sulla ricchezza prodotta qui". "Prospettammo - ha proseguito Bova - i benefici derivanti dalla rottura dei carichi in transito nel porto di Gioia Tauro e dalla lavorazione in loco del 10 per cento delle merci, in grado di elevare il Pil regionale del 3 per cento. La lotta alla criminalità organizzata è una battaglia di lunga lena. Sulla situazione attuale hanno pesato troppi anni di silenzi, di sottovalutazioni, di connivenze e complicità. Tutto questo ha causato paura, diffidenza, rassegnazione tra la gente. Il compito delle Istituzioni è allora quello di restituire la speranza ai calabresi, colpendo innanzitutto le cosche ed i loro patrimoni. Ma usare il massimo della severità contro la 'ndrangheta non puo' significare, in alcun modo, comprimere la libertà di tutti i cittadini, che, anzi da questo impegno deve trarre maggiore ampiezza e spazio per espandersi". "Questa è una battaglia di libertà - ha affermato ancora il presidente del Consiglio regionale - una battaglia che non può essere combattuta solo ricorrendo, com'é necessario, ai professionisti dell'anticrimine, ma deve avere il più ampio respiro democratico possibile. Altrimenti si corre il rischio che, con il pretesto di esercitare un controllo, com'é avvenuto per la legge elettorale per il rinnovo del Parlamento, i cittadini finiscano per essere scippati delle loro prerogative fondamentali. Prima tra tutte, quella di scegliere liberamente, con voto di preferenza, i loro rappresentanti in seno alle assemblee elettive"

Belcastro (MPA) “Dati preoccupanti”. "Destano preoccupazione e allarme i dati diffusi da Confesercenti, questa mattina a Reggio Calabria nell'illustrare il rapporto 'Le mani della criminalita' sulle imprese della Calabrià". Lo afferma in una nota il deputato dell'Mpa e componente della commissione parlamentare antimafia, Elio Belcastro. "Un dato economico quello diffuso da Confesercenti - aggiunge - che deve farci riflettere e che dimostra come ancora sia forte la pressione criminale a carico degli operatori del settore commerciale".

Tassone (Udc) “Percentuali più alte”. "Credo che le percentuali relative al numero delle imprese sottoposte a racket e usura potrebbero essere moltiplicate per dieci". Lo ha detto il deputato Mario Tassone, vicesegretario dell'Udc ed ex vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia, commentando i dati relativi alla pressione della criminalità organizzata sul settore del commercio contenuti nel rapporto "Le mani della criminalità sulle imprese della Calabria" a cura di Confesercenti, presentato a Reggio Calabria. Tassone ha definito "clementi" i dati ufficiali relativi alle imprese sottoposte a racket e usura in Calabria. "Tanta è la paura degli imprenditori - ha aggiunto - molto spesso umiliati nella loro onestà e costretti, alla fine, a cedere la loro attività a delinquenti senza scrupoli".

 

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