HOME, Torna alla pagina Indice
Citta' di Cosenza , Torna alla pagina Indice
Dir.resp. Pippo Gatto
Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .
Hinterland
 Rende
 Castrolibero
 Castiglione
 Servizi on Line
 Segnala i problemi 
 Famacie di Turno 
 Gare e Appalti 
 Bandi e Concorsi 
 Cinema 
 Scrivi alla Redazione 


 
 Turismo
 I Monumenti
 Mappa dell'Hinterland
 Centro Storico
 Notizie per i visitatori
 Rubriche
 Alimentazione
 Ambiente
 Attualità/Cronaca
 Consumatori
 Cronaca Rosa e Gossip
 Cultura
 Diritti del Cittadino
 Economia e Finanza
 Innovazione e Tecnologia
 Politica e Sociale
 Servizi Speciali e Dossier
 Sindacati
 Spettacoli
 Sport
 Partecipativi
 Chat
 Forum
 Scienza
 Informatica
 Innovazione
 Scienza
 Associazioni
 Salute
 Prevenzione
 Sanità e Salute
 Scuola e Giovani
 Scuola
 Musica
 Università




Previsioni: Epson Meteo

    Condividi su Facebook

Beni per 200 mln sequestrati dai CC alle cosche di San Luca

 

Beni per 200 mln di euro sequestrati alle cosche di San Luca

16 dic 09 Ci sono anche fabbricati abusivi e ville con bunker tra i beni sequestrati dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e del Ros alle cosche di San Luca. Sono 13 le persone colpite dal provvedimento del Tribunale reggino, che ha disposto il sequestro di beni per 200 milioni di euro. A Giovanni Manglaviti (45 anni) sono stati sequestrati un fabbricato abusivo ad Ardore, due terreni a Bovalino e quatto polizze vita. A Sebastiano Pelle (31 anni) un immobile abusivo di tre piani a Bovalino. A Leo Morabito (59 anni) un complesso immobiliare costituito da tre abitazioni ad Africo con un bunker, un fabbricato abusivo di tre piani ad Africo, un'abitazione a Brancaleone, la societa' Eurocar di Africo, un negozio di abbigliamento a Bianco e due automobili. A Salvatore Gligora (51 anni) e Santo Maviglia (36 anni) la Edil Costruzioni e la Novi Scavi srl che operano in provincia di Milano, l'impresa edile Maviglia Pietro di Africo, un'abitazione a Cantu' (Milano), l'impresa edile Gligora Giuseppe, un appartamento e garage a Paderno Dugnano (Milano) piu' assicurazioni e mezzi. A Paolo Nirta e Antonio Strangio (34 anni) sono stati sequestrati un'abitazione abusiva a San Luca con un bunker e due automobili. A Sebastiano Signati (43 anni latitante) un terreno a Bovalino, due polizza vita e un motociclo. Ad Antonio Pelle (49 anni) sono stati sequestrati un agrumeto e un uliveto a Bovalino, e l'impresa agricola Pelle Antonio. A Domenico Mammoliti (41 anni) un'abitazione e quattro terreni a Bovalino, piu' due automobili. Ad Antonio Pelle (latitante per diversi anni, deceduto da poco tempo) l'impresa individuale di costruzione di opere pubbliche che ha sede a San Luca, l'impresa edile Pelle con sede a Benestare, l'impresa individuale edile, la societa' Telefonia Italia di Pelle Domenico C. sas con sede a Reggio Calabria, la quota sociale versata da Carbone Giuseppina nella Edil Vorea srl che ammonta a seimila euro, terreni a San Luca, Careri, Portigliola e Benestare, cinque automobili. A Giuseppe Pelle (49 anni) e' stato sequestrato un fabbricato abusivo a Benesare. Ad Antonio Ietto (38 anni) l'impresa individuale agricola con sede a San Luca, la quota della societa' L'Arcobaleno Live sas di Napoli Giuseppe C. con sede ad Ardore, la quota nella societa' Mister Drink by L'Arcobaleno Live sas con sede a Siderno, la quota nella societa' Edil Group srl con sede a Bovalino, un lotto edificabile ad Ardore, un fabbricato in corso di costruzione a Bovalino in contrada San Nicola, un terreno, due polizze vita e un'automobile.

Pignatone “Le cosche temono il sequestro dei beni”. ''Le intercettazioni testimoniano quanto sia temuta l'azione dello Stato nell' individuazione dei beni di dubbia provenienza, che spesso sono affidati dai mafiosi a persone incensurate". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, incontrando i giornalisti per illustrare i particolari dell'operazione Fehida 2 che ha portato al sequestro di beni alle cosche di San Luca per 200 milioni di euro. "Il successo di questa ennesima operazione, peraltro ancora in via di completamento per indagini tuttora in corso - ha aggiunto Pignatone - è frutto della robusta sinergia tra l'Arma dei carabinieri, gli uffici di Procura ed il Tribunale. Il grosso dei beni è stato sequestrato nella nostra provincia, ma gli addentellati delle cosche sono ormai noti anche fuori dalla Calabria". Secondo Pignatone, "ciò che trova conferma da questa indagine è l'emblematica infiltrazione del tessuto economico pulito, normale, della 'ndrangheta''. "Si tratta di indagini patrimoniali - ha detto il vicecomandante del Ros, col. Mario Parente - particolarmente difficili a causa della dissimulazione cui fa ricorso la 'ndrangheta, intestando i beni frutto di riciclaggio a persone apparentemente pulite''. Nell'ambito dell'operazione sono state sequestrate 34 imprese edili e commerciali e 66 automezzi, aziende zootecniche e polizze assicurative. Tra le imprese edili sequestrate anche quelle intestate a Salvatore Gligora, che svolgono la loro attività nell'hinterland di Milano. Tra i beni sequestrati sono inclusi molti complessi immobiliari realizzati nel territorio di San Luca su suoli di proprietà del Comune e dell'Enel.

Loiero “Aggressione a patrimoni è fondamentale”. “L’aggressione ai patrimoni delle cosche è fondamentale per il contrasto alla criminalità organizzata e il ripristino della legalità”. Lo afferma il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero a proposito del maxisequestro di beni per 200 milioni alle cosche mafiose di San Luca, coinvolte nella strage di Duisburg, una delle pagine più amare della cronaca recente. “L’operazione dei carabinieri, Ros e della magistratura, a cui va il nostro plauso - prosegue Loiero - colpisce al cuore l’economia mafiosa. Con l’abbattimento del potere economico dei clan, inoltre, si incentiva il cittadino a non nascondersi dietro la cappa omertosa e a trovare finalmente il coraggio per ribellarsi”.

Calipari-Villecco (PD) “Vendita beni confiscati, pericolosa” “L’ingente sequestro di beni disposto dal Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della procura distrettuale antimafia è un altro importante risultato nella lotta alla criminalità organizzata in Calabria che premia un lungo e proficuo lavoro investigativo delle forze di polizia. Lo ha dichiarato l’onorevole Rosa Villecco Calipari, vice presidente del gruppo del Partito Democratico alla Camera dei Deputati. “E' doveroso dare merito agli inquirenti del grande lavoro svolto contro le cosche più pericolose della ‘ndrangheta, i Nirta-Strangio e Pelle-Vottari, al servizio della sicurezza dei cittadini e della legalità. Un plauso, quindi, per la brillante operazione al procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, e al vicecomandante del Ros, colonnello Mario Parente. L’operazione odierna della Dda di Reggio Calabria, ripropone la delicatezza delle norme sul sequestro e la gestione dei beni confiscati. La scelta del Governo, di introdurre in finanziaria una norma sulla vendita all’asta dei beni sequestrati, è sbagliata e pericolosa nel merito e nel metodo. A mio avviso rappresenta un passo indietro rispetto alle indicazioni della legge 109/96 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie; rischia di vanificare il lavoro delle forze dell’ordine perché è facile immaginare che le mafie, attraverso prestanome, cercheranno di rientrare in possesso dei beni loro sequestrati. Altro aspetto inconcepibile è la decisione di inserire una norma così delicata in finanziaria, sottraendola così al dibattito parlamentare per il voto di fiducia posto dal Governo all’approvazione della legge, e non consentendo nessuna discussione di merito. Ne ritengo sia sufficiente la motivazione addotta dal Governo di destinare una parte delle risorse provenienti dalle vendite dei beni alle forze di polizia, perché queste saranno costrette, proprio a causa di questa decisione, a concentrare i loro sforzi per impedire che i beni ritornino nella disponibilità dei clan a cui erano stati sottratti ed eventualmente a sequestrarli nuovamente, determinando così un ulteriore spreco di risorse ed un aggravio di lavoro che non possono permettersi. Per queste ragioni la norma sulla vendita dei beni approvata produrrà effetti negativi che saranno di gran lunga superiori ai benefici ipotizzati. Una proficua lotta alle mafie non può prescindere, infatti, dalla credibilità delle sue istituzioni messa a serio rischio da queste norme. Spiace constatare la sordità del Governo e del ministro Maroni rispetto alle nostre proposte tese a mettere in atto provvedimenti seri che rispondono alle effettive esigenze di una efficace lotta alla criminalità organizzata.”

Laganà (PD) "Insistere sulle confische". "Esprimo soddisfazione e plauso alla Procura antimafia e alla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, all'Arma dei Carabinieri, i militari del Ros e quelli del Comando provinciale sempre di Reggio Calabria, per la brillante operazione Fehida 2 che ha portato al sequestro di beni alle cosche di San Luca per 200 milioni di euro e per avere inferto quindi un altro micidiale colpo alle agguerrite cosche calabresi. E' su questo terreno che bisogna insistere per debellare il cancro maligno della criminalita' organizzata". Lo afferma la parlamentare Maria Grazia Lagana' Fortugno, del Pd, che aggiunge: "Bisogna togliere ai criminali i beni accumulati illecitamente e la possibilita' di usufruire dei proventi delle attivita' delittuose. Ma serve anche, da parte del legislatore, la produzione di norme che vadano nella direzione di uno snellimento delle procedure. Una ridefinizione della legislazione in vigore, imprecisa nella terminologia fra l'istituto della confisca e quella del sequestro, l'eliminazione di alcune delle criticita' che ad oggi causano gravi ritardi nella consegna dei beni, quali ad esempio gravami ipotecari, occupazioni abusive a vario titolo, contenziosi causati dalle impugnazioni delle ordinanze di sgombero. Invece c'e' il rischio che quanto prima i beni confiscati potranno essere venduti all'asta. L'opportunita' alla criminalita' organizzata di dimostrare ancora una volta il suo potere: l'asta dei beni altro non significa che dire ai boss "prego riprendeteveli" e non c'e' Prefetto che tenga! La criminalita', come ben sappiamo tutti, non ha nessun problema ad infiltrarsi negli appalti pubblici tramite complessi meccanismi di prestanomi, che contribuiscono ad allargare l'area di persone implicate nell'illegalita', figurarsi se non riesce partecipare alle aste dei loro beni e soprattutto a vincerle. E cosi', - conclude - mentre da una parte c'e' il grande lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine per ripristinare la legalita', dall'altra si sta dando la possibilita' alla "mafia finanziarizzata"di allocare in maniera legale risorse illecitamente reperite e questo non e' degno di uno Stato civile, e' una vergogna che offende la memoria di quanti si sono battuti e sono morti per la giustizia".

Cerca con nell'intero giornale:

-- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

 

Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .

Copyright © dal 2004 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Reg. Trib. CS n.713 del 28/01/2004
Tutti i dati e le immagini presenti sul sito sono tutelati dalla legge sul copyright
Il loro uso e' consentito soltanto previa autorizzazione scritta dell'editore

Per una migliore visualizzazione del portale si consiglia uan risoluzione di 800x600 punti