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Ministro Sacconi: Da piangere la sanità calabrese

 

Il Ministro Sacconi duro sulla sanità calabrese “Una situazione da piangere”. Previste sanzioni per le Regioni in rosso

20 apr 09 I piccoli ospedali che gestiscono fino a un massimo di 20 posti letto "sono un pericolo pubblico" per il servizio sanitario nazionale (Ssn). Lo ha detto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, in un convegno oggi a Milano sulla spesa nel Ssn. "Credo che al Nord si sia fatta un'operazione coraggiosa - ha detto Sacconi - cioé quella di chiudere molti ospedali", come ad esempio è avvenuto dal 1990 al 2007 nelle quattro regioni considerate più virtuose (Lombardia, Toscana, Veneto ed Emilia Romagna). "Ad esempio - ha aggiunto il ministro, citandolo come aneddoto - nel 1972 in Veneto viene chiuso un ospedale di 300 posti letto. E oggi, a distanza di 30 anni, il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero si rende finalmente conto che è giunta l'ora di chiudere gli ospedali da 20 posti letto, definendola un'impresa dura. E' una situazione inaccettabile, non regge, gli ospedali da 20 posti letto sono un pericolo pubblico: alla popolazione virtuosa non possiamo chiedere di sostenere una spesa dannosa". "La svolta è porre fine alla ospedalizzazione eccessiva e generalista - ha concluso il ministro - nella contabilità ci sono due Italie: in una di queste bisogna addirittura usare la tradizione orale, e i conti costantemente non tornano. Ad esempio in Calabria, dove mi viene da ridere per non piangere, ma penso anche altre situazioni in cui i conti non tornano totalmente".

Sanzioni per le Regioni in rosso. Entro l'estate potrebbero essere decise delle sanzioni per quelle Regioni che, in tema di sanità, non abbiano ancora messo in moto dei percorsi per eliminare le inefficienze. E' l'idea del ministro del Welfare Maurizio Sacconi, espressa oggi in un convegno a Milano organizzato da Federsanità sulla spesa nel servizio sanitario nazionale. "Quello che faremo entro l'estate - ha detto Sacconi - diventa decisivo per il nostro futuro. Questo è un problema non del Governo, ma delle Regioni e di tutti gli italiani. Quello che ci dicono i tavoli di monitoraggio è che dovremo dare luogo alle necessarie sanzioni: daremo un tempo non brevissimo, ma nemmeno lunghissimo, nel quale si potranno prendere le decisioni", un tempo che sarà quasi certamente "dopo le prossime elezioni". Alle Regioni, ha aggiunto il ministro, in questo periodo "diamo il tempo per fare atti in positivo, c'é spazio per fare cose virtuose che fino a ieri non sono state fatte. Ma se non ci si arriva ci vogliono le sanzioni, senza le quali non ci sarà il futuro Patto per la salute". Le sanzioni saranno anche un modo per riequilibrare le 'due Italie' in cui il Paese è diviso: "L'esperienza ci insegna che c'é rapporto stretto tra qualità e responsabilità - ha continuato il ministro - siamo un Paese che da questo punto di vista si presenta spaccato in due tra realtà contrapposte, che però al loro interno sono estremamente omogenee. Possiamo dire di avere imboccato una strada positiva al Nord e nella parte di Centro virtuoso: queste zone possono diventare punti di riferimento per non avere più inefficienze". Per fare questo bisogna agire sui costi standard, sul modello delle quattro Regioni più virtuose (Lombardia, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna), ma anche sulla "capacità di monitorare la qualità"

.I sindacati chiedono incontro con la Commissione regionale sanità. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Sergio Genco, Luigi Sbarra e Roberto Castagna hanno chiesto un incontro al presidente della terza commissione regionale Attività, Pietro Giamborino sul piano di rientro del disavanzo sanitario. L'incontro sollecitato da Genco, Sbarra e Castagna è finalizzato alla discussione di merito dei contenuti del provvedimento. La richiesta è stata avanzata in relazione al disegno di legge approvato dalla Giunta regionale in data 31 marzo 2009 n. 140 "Ripiano del disavanzo per l'anno 2008 ed accordo con lo Stato per il rientro dei disavanzi del Servizio Sanitario Regionale " ed inviato con procedura d'urgenza all'esame del Consiglio Regionale all'esame della terza Commissione Attività Sociali, Sanitarie. .

 

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