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Task force ambientale nella locride

 

 

Task force per pulire mare e spiaggia della locride inquinati dal catrame

28 ago 09 Cinquecento uomini sono impegnati nella bonifica del mare e della spiaggia di Roccella Jonica. E' imponente lo sforzo della Regione Calabria per risolvere in tempi brevi l'emergenza ambientale causata dallo sversamento illegale di oli da parte di una o più navi in transito nel tratto di mare di fronte a Roccella Jonica. “E’ stato un atto di pirateria – ha spiegato il presidente, Agazio Loiero – che sarà perseguito con fermezza e la Regione si costituirà parte civile. Per fortuna la sciagura ambientale è stata evitata ed entro domani si conta di rendere balneabile il tratto di costa sud di Roccella”. Al lavoro c’è un esercito di forestali, uomini dei consorzi di bonifica, dei vigili del fuoco, volontari e dipendenti della protezione civile e dell'Arpacal che hanno raccolto decine di quintali di materiali in acqua e sulla spiaggia. La nave Astrea dell'Ispra e i battellini inviatoi dalla Regione stanno invece scandagliando tutto il tratto di mare interessato per verificarne le condizioni. La macchina dell’emergemza si è mossa velocemente, a seguito del sopralluogo effettuato ieri dal presidente Loiero, che ha sorvolato in eliocottero il mare e la costa in questo tratto dello Jonio e subito doppo ha incontrato i sindaci della zona. L'assessore regionale all'Ambiente, Silvio Greco, dal canto suo, da tre giorni, anche nella sua veste di scienziato del mare, sta monitorando giorno e notte la situazione. “Subito dopo la zona a sud – ha spiegato Greco – sarà avviata la bonifica della zona nord, dove questa mattina sono ricomparse chiazze oleose che potrebbero creare problemi”.

Sindaco di Siderno si rivolge alla Magistratura. Il sindaco di Siderno Alessandro Figliomeni ha inoltrato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri un esposto-querela per l’inquinamento del litorale causato dallo sversamento da parte di una petroliera di idrocarburi solidi. L’area investita dalla scia oleosa e catramosa, proveniente dal lato Locri, è stata stimata in circa 15 / 20 miglia di lunghezza, tra i comuni di Ardore e Monasterace. La battigia sidernese, come quelle degli altri comuni, è stata perciò interdetta alla balneazione. Il sindaco Figliomeni ha registrato il grave danno inferto alla città dal grave inquinamento ambientale, che ha costretto l’interruzione delle attività degli stabilimenti balneari e commerciali in genere, generando un danno di notevole entità all’offerta turistica, mettendo a rischio la salute pubblica e deteriorando l’immagine della città, principale punto di attrazione di flussi vacanzieri nel comprensorio, per giunta a ridosso della festa patronale che richiama una moltitudine di visitatori desiderosi di godere anche il prolungamento dei bagni. Il sindaco Figliomeni ha perciò sin d’ora preannunciato alla Procura l’intenzione di chiedere ai colpevoli, allo stato ricercati, il risarcimento dei danni.

Legambiente “Non sottovalutare i rischi”. Legambiente, in una nota, interviene sulla situazione di inquinamento verificatasi in un tratto dello Jonio reggino a causa della presenza di macchie di catrame, sottolineando ''l'importanza di non sottovalutare i rischi ambientali e sanitari legati alle chiazze di idrocarburi''. L'associazione ambientalista si complimenta con la Regione Calabria ''per la tempestivita' del suo intervento e per il pronto coinvolgimento dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) nelle azioni tese a fronteggiare lo sversamento di greggio nelle acque della Locride''. ''Non ci sentiamo, comunque, di condividere un atteggiamento troppo rassicurante - afferma il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza - e la rapidita' con cui si e' mossa la Regione e' la riprova che il livello di attenzione debba essere tenuto alto. Gli sversamenti possono comportare conseguenze pesanti, tanto sul piano ambientale, con l'inquinamento dell'ecosistema marino e costiero come la morte immediata di alcune tartarughe marine ha dimostrato, quanto rispetto alla salute delle squadre impegnate nella pulizia dei prodotti petroliferi spiaggiati, le cui esalazioni possono essere molto pericolose''. ''Ecco perche' Legambiente, che con le sue squadre di Protezione civile Marine Pollution e' piu' volte intervenuta in situazioni analoghe, tra cui nel 2002 in Galizia per il caso della petroliera Prestige - dice ancora Cogliati Dezza - insiste sulla necessita' di forti competenze e alta specializzazione da parte di chi svolge le operazioni di pulizia. Non si tratta di operazioni banali e le nostre squadre specializzate sono ovviamente a disposizione''.

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