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Morto per blocco respiratorio giovane a Lamezia

 

 

Giovane morto a Lamezia, autopsia parla di blocco respiratorio. Spaziante “Senza risorse interventi impossibili”. Sulla sanità è dibattito

30 ago 09 Hanno parlato di ''blocco respiratorio'' per cause che dovranno essere accertate i medici che hanno eseguito ieri sera l'autopsia sul corpo di Giuseppe Francolino, il giovane di 26 anni morto giovedi' mattina nell'ospedale di Lamezia Terme dopo essere stato sottoposto ad intervento chirurgico per una peritonite. L'autopsia e' stata eseguita sabato sera nell'obitorio dell'ospedale di Lamezia Terme. I medici legali Arcangelo Fonti e Vannio Vercillo, incaricati dal pm della Procura di Lamezia, Alessandra Ruberto, titolare dell'inchiesta sulla morte di Francolino, depositeranno entro 90 giorni la loro relazione sui risultati dell'autopsia.

Spaziante “Senza risorse interventi impossibili”. ''Il provvedimento del 21 dicembre del 2007 sull'emergenza sanitaria in Calabria, concordato dal Governo Prodi e dalla Regione Calabria, non ha commissariato la sanita' calabrese ma ha affidato al Commissario delegato soltanto la realizzazione di alcuni interventi specifici''. E' quanto afferma, in una dichiarazione, il Commissario delegato di protezione civile per l'emergenza sanitaria, Vincenzo Spaziante, a proposito della lettera del presidente della Regione, Agazio Loiero, pubblicata oggi da alcuni giornali, ai genitori di Flavio Scutella', il bambino morto il 29 ottobre del 2008 dopo che si erano verificati dei ritardi nel suo trasferimento dall'ospedale di Polistena a quello di Reggio Calabria. Loiero nella lettera ha sostenuto che l'emergenza sanitaria in Calabria, cosi' come il potenziamento e la sicurezza delle strutture, e' stata sottratta alla Regione ed affidata al Commissario di Governo, il quale, ha lamentato Loiero, da mesi e' stato distolto dal suo impegno in Calabria per l'incarico ricevuto dopo il terremoto in Abruzzo. ''Le risorse finanziarie occorrenti per la realizzazione di tali interventi - aggiunge Spaziante - facevano e fanno capo in larghissima parte al bilancio della Regione, che ha preso a suo tempo l'impegno a renderli disponibili. Il Commissario delegato, dopo aver richiesto piu' volte tali risorse, si e' fatto alla fine personalmente promotore di un'ordinanza di protezione civile diretta a prevedere procedure ancor piu' celeri per consentire alla Regione di reperire le risorse di propria competenza. L'ordinanza e' stata firmata nel mese del febbraio 2009. Il Commissariato ha ricevuto dalla Regione la comunicazione della messa a disposizione delle risorse soltanto in questo mese di agosto. Senza i soldi della Regione, ovviamente, il Commissario delegato non ha potuto operare e per due ragioni: la prima e' che per fare ospedali, cosi' come qualsiasi altra opera pubblica, non e' sufficiente dichiarare di volerli fare, occorre mettere sul tavolo i soldi che servono, altrimenti si opera fuori norma; la seconda e' che cominciare un'opera senza avere i soldi necessari, significa creare debito sommerso e quindi avrebbe significato, pur prescindendo dal profilo giuridico, accrescere la montagna di debiti accumulati negli anni dalla sanita' regionale, ed emersi, vale ricordarlo, anche per merito delle attivita' commissariali''. Secondo Spaziante, ''e' del tutto evidente che il blocco dell'attivita' del Commissario delegato non e' dipeso da altri suoi impegni, come per esempio quello per la ricostruzione nelle zone terremotate in Abruzzo, ma soltanto ed esclusivamente, come piu' sopra ricordato, dai tempi impiegati dalla Regione per rendere disponibili le risorse finanziarie necessarie. Tutto quello che il Commissario delegato poteva fare senza disporre delle risorse finanziarie della Regione (programmare, preparare, tenersi pronto) e' stato regolarmente e tempestivamente fatto. E anche di piu', dov'era possibile. Per esempio, con il progetto sul rischio clinico, tempestivamente affidato dal Commissariato ad autorita' medico-scientifiche di rilievo come correttamente ricordato dal presidente Loiero''. ''Il ritardo accumulato - dice ancora Spaziante - non e' soltanto un problema di tempi materiali. E' gia' in vigore da un mese un decreto legge che impone alla Regione l'approvazione di un Piano di rientro sanitario che, come ha ricordato lo stesso presidente Loiero, dovra' rifondare l'intero sistema sanitario calabrese. In questo contesto, e fin quando tale provvedimento non sara' approvato, e' difficile immaginare di poter procedere con scelte rispettose della necessaria coerenza con tale progetto riorganizzativo generale, che ancora non si conosce''. ''Per quanto si riferisce al Comitato dei Garanti, e all'insieme delle strutture del Commissario delegato per procedere nella propria attivita' - conclude Spaziante - e' utile ricordare che le riunioni di tali strutture, in assenza dei presupposti per poter operare per la ricordata mancanza di risorse, non avrebbero potuto essere utilmente convocate''.

Hoo “Individuare responsabilità politiche”. “Le tragedie di questi mesi, che purtroppo non sono una novità e che mettono a nudo una sanità che non funziona, che toglie diritti e speranze ai calabresi, ci devono indurre ad interrogarci oltre l’impellente necessità di individuare le responsabilità sulle singole vicende”. E’ quanto afferma in una nota la dirigente nazionale di Sinistra Democratica, Helena Hoo. “Il Presidente della Giunta -prosegue la Hoo- non si può accorgere oggi, attraverso il piano di rientro del deficit sanitario presentato al Governo, che “gli ospedali devono essere messi in grado di erogare servizi senza mettere a repentaglio la vita dei pazienti” e che servono interventi drastici per migliorare il sistema; tutto ciò che si deciderà di fare, risulterà comunque insufficiente se non si riesce ad affrontare il vero nodo della sanità calabrese e cioè il sistema di organizzazione e gestione dei servizi che è viziato da una eccessiva ingerenza della politica e dall’assenza di una rete integrata di controlli. I criteri di funzionamento della sanità sono infatti gli stessi utilizzati nella gestione del potere politico, gli stessi che generano corruzione, clientele, appetiti, demotivazione degli operatori, errori, bassa qualità dell’assistenza e sfiducia nei cittadini. La sanità in Calabria è lo specchio del grave deficit della politica: è una sanità dettata dalle regole del potere politico e del mercato più che dai bisogni di salute e di assistenza immediata di chi si trova in pericolo di vita. Non si capisce altrimenti perché, a distanza di quattro anni non si è riusciti ad approvare il Piano Sanitario Regionale, perché da due anni non è stato più nominato l’assessore alla sanità, perché non si riesce a monitorare alcuni settori del sistema che sono diventati carrozzoni clientelari con cui gestire i fondi pubblici in modo discrezionale e a dire una parola chiara e definitiva sugli ospedali inutili da chiudere e su quelli da riconvertire. E’ evidente a tutti che in questo settore pesano in modo abnorme gli interessi affaristici di pochi che riescono , attraverso i ruoli occupati, a orientare scelte e decisioni, che la gestione delle risorse umane e professionali è diventata merce di scambio elettorale e che tutto questo costa il sacrificio di vite umane e di cittadini privati dai più elementari diritti alla salute. Questo non vuol dire che la politica non si debba occupare di sanità, ma lo deve fare nella programmazione del sistema, ponendo come obiettivo centrale l’interesse collettivo e compiendo una svolta e una scelta strategica nella gestione che deve essere sganciata dalle appartenenze alle lobby di potere e deve mettere al bando quelle logiche di clientele, malaffare, controllo criminale che continuano a condizionare tutte le scelte. Occorre quindi un salto di qualità nella classe politica dirigente per rifondare le regole con cui si nominano i Direttori Generali e si affidano gli incarichi ai dirigenti e ai primari: nomine che devono avvenire esclusivamente sulla base del merito professionale; occorre una assunzione di responsabilità da parte di tutte le forze politiche, sindacali, imprenditoriali e professionali. La sanità calabrese ha bisogno di nuove regole che possano garantire legalità, trasparenza, meritocrazia, efficienza, controlli e quindi di una politica capace di orientare il governo del sistema sanitario raccordandosi ai bisogni della popolazione e capace di misurarsi sui risultati prodotti.

Laratta “Immorale accusare Loiero”: ''Ritengo immorale e profondamente ingiusto accusare il presidente Loiero di essere il solo ed unico responsabile della grave situazione in cui versa la sanita' in Calabria. Siamo ormai ad un passo, e qualcuno e' arrivato ad adombrarlo, dall'accusare il Presidente perfino della sequela di morti per malasanita'''. Lo ha detto il deputato del Pd Franco Laratta in un incontro a San Giovanni in Fiore cui ha partecipato anche Pino Caminiti, candidato alla segreteria regionale del Pd per la Mozione Franceschini. ''Davanti a questo - ha aggiunto Laratta - non posso che esprimere solidarieta' a Loiero, descritto da molti, soprattutto dalla stampa nazionale di destra e da quella di proprieta' berlusconiana, quasi come un avvoltoio che si aggira notte e giorno sugli ospedali calabrese. E' una cosa indegna e volgare''. ''Tuttavia - ha detto ancora Laratta - la situazione di sfascio della sanita' calabrese coinvolge tutti, in primis le Giunte regionali degli ultimi 15 anni. Quindi i ritardi e gli errori anche di Loiero e delle sue giunte che in questi anni non hanno trovato il coraggio di eliminare nella sanita' l'evidente incompetenza, il clientelismo becero e gli sprechi assurdi. Molte nomine di competenza della Giunta regionale sono apparse inadeguate: abbiamo visto una girandola di direttore generali, molti dei quali del tutto incapaci, mentre tuttora le aziende ospedaliere si sono dimostrate nei suoi vertici per lo piu' incompetenti. I risultati si vedono nelle decine di ospedali calabresi dove mancano medici e infermieri, dove i reparti sono abbandonati e mancano di tutto, dove e' evidente il rischio per i pazienti che sempre meno vi fanno ricorso. Ritardi decennali, nomine clientelari, scelte errate, mancata riforma della rete ospedaliera, sprechi: davanti a questa situazione la politica calabrese ha fallito il suo scopo. La destra per i suoi 10 anni consecutivi di governi regionali, il centro-sinistra e il presidente Loiero per questa legislatura, che sconta oggi, sulla pelle della povera gente, tutti i mali e tutti gli orrori che si sono accumulati nel tempo''

 

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