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Operazione Pinocchio

 

Conclusa l’indagine sull’usura al falegname di Rombiolo: sei avvisi

08 ago 09 Sei avvisi di conclusioni indagini della procura di Vibo sono stati notificati dai carabinieri ad altrettanti componenti della presunta banda di usurai che agiva nella citta' capoluogo e nel comune di Limbadi e che aveva finito col portare sul lastrico un falegname di Rombiolo, costretto a pagare a volte interessi annui intorno al 500 per cento. Il procedimento che era stato aperto dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro Marisa Manzini, una volta cadute le aggravanti mafiose davanti al Tribunale della liberta', era stato trasferito al procuratore vibonese Mario Spagnolo che ne aveva affidato la prosecuzione al pm Cutroneo che ha firmato gli avvisi. Le persone coinvolte nell'inchiesta sono Raffaele Lentini, 51 anni, di Vena di Ionadi; Roberto Cuturello, 42 di Limbadi, presunto affiliato al clan Mancuso; Raffaele Gallizzi, di 42 anni, e Pantaleone Rizzo, entrambi di Limbadi; Michele Maturano, 35 anni, di Rombiolo, e Giorgio Galiano, 34 anni, di Vibo Valentia. Il blitz dei carabinieri della Compagnia di Tropea era scattato il 24 marzo scorso: usura e minacce, i reati contestati a vario titolo. Dagli atti emerge come Lentini e Cuturello avrebbero prestato cospicue somme di denaro al piccolo imprenditore rombiolese, caduto in disgrazie economiche, ad un tasso usuraio oscillante dall'8 al 10 per cento mensile, in un arco temporale compreso fra il 2000 ed il 2006. In alcuni casi Cuturello avrebbe preteso anche un tasso di interesse del 10 per cento settimanale e del 500 per cento annuo. L'imprenditore usurato, dal gennaio 2002 al luglio 2006 avrebbe chiesto a Raffaele Lentini una somma pari a 300mila euro, ed avrebbe pagato interessi per circa 180mila euro. Il Cuturello, ritenuto figura organica al clan Mancuso, dall'artigiano avrebbe ottenuto un primo prestito di 20mila euro ad un tasso di interesse pari al 10 per cento mensile, quindi nel 2005 avrebbe ottenuto un nuovo prestito di 40mila euro. Un debito dal quale l'imprenditore non sarebbe piu' riuscito a liberarsi in quanto, secondo l'accusa, Cuturello gli avrebbe imposto ulteriori interessi sul debito residuo fino a pretendere il doppio della somma non corrispostagli. Sono Lentini e Cuturello, infatti, i principali indagati di operazione 'Pinocchio', ai quali il pm Cutroneo contesta complessivamente ben venti episodi delittuosi. A seguire Giorgio Galiano, al quale sono imputati quattro fatti di matrice usuraria per somme relativamente minori con un tasso di interesse pari al 12mensile. A Gallizzi e Rizzo e' contestato un solo episodio di usura in concorso per un prestito di 4.500 euro, a fronte del quale, dopo solo un mese ottenevano la corresponsione di un assegno di 5.000 euro a saldo del debito.
Analoga posizione per Michele Maturano, che per un prestito di 9.000 euro si faceva restituire, ad un mese e mezzo dalla dazione, tutto il montante, piu' mille euro d'interessi, grazie a due assegni. Fondamentale la denuncia dell'artigiano, che ormai 'strozzato' dai debiti accumulati con i suoi presunti usurai, costretto a vivere nel terrore e impossibilitato a trovare una via d'uscita, ha coraggiosamente denunciato tutto ai carabinieri della Compagnia di Tropea. L'uomo aveva una piccola azienda a conduzione familiare, una falegnameria, da qui il nome dell'operazione 'Pinocchio'.

 

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