HOME, Torna alla pagina Indice
Citta' di Cosenza , Torna alla pagina Indice
Dir.resp. Pippo Gatto
Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .
Hinterland
 Rende
 Castrolibero
 Castiglione
 Servizi on Line
 Segnala i problemi 
 Famacie di Turno 
 Gare e Appalti 
 Bandi e Concorsi 
 Cinema 
 Scrivi alla Redazione 


 
 Turismo
 I Monumenti
 Mappa dell'Hinterland
 Centro Storico
 Notizie per i visitatori
 Rubriche
 Alimentazione
 Ambiente
 Attualità/Cronaca
 Consumatori
 Cronaca Rosa e Gossip
 Cultura
 Diritti del Cittadino
 Economia e Finanza
 Innovazione e Tecnologia
 Politica e Sociale
 Servizi Speciali e Dossier
 Sindacati
 Spettacoli
 Sport
 Partecipativi
 Chat
 Forum
 Scienza
 Informatica
 Innovazione
 Scienza
 Associazioni
 Salute
 Prevenzione
 Sanità e Salute
 Scuola e Giovani
 Scuola
 Musica
 Università




Previsioni: Epson Meteo

    Condividi su Facebook

Processo Fortugno: "Delitto politico mafioso"

 

Omicidio Fortugno, depositate le sentenze di condanna a esecutori e mandanti “Delitto politico-mafioso”

03 ago 09 L'omicidio di Francesco Fortugno, il vice presidente del consiglio regionale della Calabria, ucciso a Locri nell'ottobre del 2005, è stato "uno dei fatti delittuosi più gravi in assoluto verificatisi negli ultimi decenni". E da subito è stato qualificato come omicidio "politico - mafioso". Sono queste alcune delle conclusioni alle quali sono giunti i giudici della Corte d'assise di Locri nelle motivazioni della sentenza di condanna per i mandanti ed esecutori dell'omicidio. Nel febbraio scorso i giudici hanno condannato all'ergastolo Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio, Salvatore Ritorto e Domenico Audino alla pena dell'ergastolo per l'omicidio. Furono condannati anche Vincenzo Cordì e Carmelo Dessì, rispettivamente a dodici e quattro anni di reclusione, per il reato di associazione mafiosa. Le motivazioni della sentenza sono raccolte in mille e duecento pagine all'interno delle quali i giudici della Corte D'Assise hanno ricostruito le fasi del delitto ed il movente. L'autore materiale del delitto, secondo la Corte, fu Salvatore Ritorto il quale fu accompagnato sul luogo dell'omicidio da Giuseppe Marcianò, ritenuto insieme al padre Alessandro il mandante dell'omicidio. All'origine del delitto, secondo quanto emerge dalle motivazioni della sentenza di primo grado, ci fu la mancata elezione a consigliere regionale di Domenico Crea che aveva interessi nel mondo della sanità ed era supportato dai Marcianò. Crea, che non è stato mai coinvolto nell'omicidio di Fortugno, è stato arrestato nei mesi scorsi nell'ambito di una inchiesta della Dda di Reggio Calabria per associazione mafiosa. In occasione delle regionali del 2005 Crea fu il primo dei non eletti nella lista della Margherita e subentrò a Fortugno dopo l'omicidio di quest'ultimo. I giudici della Corte d'assise di Locri hanno ricostruito, attraverso gli elementi emersi nel corso del processo di primo grado, come Giuseppe e Alessandro Marcianò presero in malo modo l'elezione di Fortugno che, a loro avviso, avrebbe potuto ostacolare, con la sua azione politica, le attività di Crea nel settore della sanità. "L'uccisione del politico Francesco Fortugno - scrivono i giudici nelle motivazioni della sentenza - è stata realizzata in attuazione di un programma predeterminato al fine della eliminazione dello scomodo personaggio così individuato da subito dal Marcianò e dai soggetti che lo stesso supportava o unitamente ai quali destinava la sua attività elettorale". E proprio sulla vicenda dei voti raccolti da Alessandro e Giuseppe Marcianò nei confronti di Domenico Crea i giudici della Corte D'Assise di Locri affermano che "l'esito delle regionali ha determinato una situazione di particolare gravità e pregiudizio per i Marcianò, i quali hanno visto crollare la previsione di una serie di ambiziose aspettative legate al sistema clientelare posto in essere per ottenere i consensi elettorali in favore del potente candidato Domenico Crea"

Fortugno personaggio scomodo da eliminare. "L'uccisione del politico Fortugno Francesco è stata realizzata in attuazione di un programma predeterminato al fine della eliminazione dello scomodo personaggio così individuato da subito dal Marcianò e dai soggetti che lo stesso supportava o unitamente ai quali destinava la sua attività elettorale". E' quanto scrivono i giudici della Corte D'Assise di Locri nelle motivazioni della sentenza di condanna dei mandanti ed esecutori materiali dell'omicidio di Francesco Fortugno, il vice presidente del consiglio regionale ucciso nell'ottobre del 2005. Nelle motivazioni della sentenza i giudici della Corte D'Assise di Locri illustrano il contesto nell'ambito del quale maturò il delitto. In occasione delle elezioni regionali del 2005 i due mandanti del delitto, Alessandro e Giuseppe Marcianò, si impegnarono per l'elezione a consigliere regionale di Domenico Crea che però risultò il primo dei non eletti mentre Fortugno riuscì ad essere eletto. Crea, che aveva interessi nel mondo della sanità, subentrò al posto di Fortugno dopo l'omicidio ma è stato arrestato successivamente nell'ambito di una inchiesta della Dda di Reggio Calabria per associazione mafiosa. "La protratta insistenza dell'idea delittuosa - proseguono i giudici della Corte D'Assise di Locri - è dimostrata dalla predisposizione di una serie di appostamenti e controlli finalizzati alla individuazione del momento favorevole per il compimento del gesto delittuoso. Dunque, è da escludersi anche per ragioni logiche che tale gesto possa essere ricondotto a una deliberazione momentanea, ma è stata accuratamente studiata mantenendo il ruolo di regista proprio il Marcianò Alessandro, soggetto che unitamente al figlio era maggiorente interessato all'evento"

Marcianò collettore di voti. "Alessandro Marcianò si propone, quindi, nel tempo come un 'collettore' di voti, compito questo che presuppone ampi rapporti di conoscenza e scambi di favori per l'ottenimento di consensi elettorali nei confronti dei propri candidati, reso più agevole dalla notoria vicinanza ad ambienti criminali esercitanti di per sé capacità di intimidazione sul corpo elettorale". E' quanto scrivono i giudici della Corte D'Assise di Locri nelle motivazioni della sentenza per gli esecutori e mandanti dell'omicidio di Francesco Fortugno. Riferendosi alle elezioni regionali del 2005 i giudici evidenziano che "l'esito infausto delle operazioni di voto ha determinato una situazione di particolare gravità e pregiudizio per i Marcianò, i quali hanno visto crollare la previsione di mantenere il posto ottenuto nella struttura politico - amministrativa del Crea, ma, soprattutto, anche il venir meno di una serie di ambiziose aspettative legate al sistema clientelare dai medesimi posto in essere per ottenere i consensi elettorali in favore del potente candidato". "Allo stesso modo, è un dato di fatto - concludono - che l'eliminazione fisica dell'onorevole Fortugno ha determinato la riattualizzazione di quelle stesse prospettive di guadagno, poiché Crea Domenico, primo dei non eletti, è subentrato nel consiglio regionale al posto del Fortugno subito dopo la morte di quest'ultimo"

Credibili i collaboratori di giustizia. Sono credibili, per i giudici della Corte D'Assise di Locri, i due collaboratori di giustizia, Bruno Piccolo e Domenico Novella, che, con le loro dichiarazioni, riuscirono a far individuare gli autori ed i mandanti dell'omicidio di Francesco Fortugno. Su Bruno Piccolo, che si è suicidato mentre si trovava in una località protetta in Abruzzo, i giudici della Corte D'Assise di Locri affermano che "il giovane è apparso sin da subito spontaneo e preciso nelle sue dichiarazioni. Si evidenzia che in considerazione di alcune vicende personali che lo avevano indotto all'uso di sostanze alcoliche e in alcuni casi di stupefacenti, la difesa ha revocato in dubbio la capacità del Piccolo di deporre e la sua attendibilità intrinseca. L'attendibilità dello stesso non può dirsi affatto inficiata dovendosi evidenziare come il fatto che egli abbia avuto la capacità di attendere ad una stabile attività lavorativa denoti indiscutibilmente il superamento da parte sua delle predette problematiche". Su Domenico Novella è evidenziato che "la sua collaborazione si è dimostrata più sofferta rispetto a quella del Piccolo avendo superato delle resistenze oltre che interiori anche esterne tanto da porre in essere un percorso progressivo in cui le sue dichiarazioni a mano a mano hanno assunto maggiore ricchezza di particolari e si sono arricchiti da ulteriori fatti. Si deve soffermare l'attenzione per valutare l'intrinseca credibilità del dichiarante soprattutto riguardo alle affermazioni ammissive del proprio diretto coinvolgimento nel gravissimo episodio omicidiario posto in essere ai danni di Fortugno".

Cerca con nell'intero giornale:

-- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

 

Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .

Copyright © dal 2004 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Reg. Trib. CS n.713 del 28/01/2004
Tutti i dati e le immagini presenti sul sito sono tutelati dalla legge sul copyright
Il loro uso e' consentito soltanto previa autorizzazione scritta dell'editore

Per una migliore visualizzazione del portale si consiglia uan risoluzione di 800x600 punti