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Aprono le scuole, si alza la protesta contro i tagli

 

Aprono le scuole, si alzano la proteste contro i tagli

15 set 08 No al taglio di 1650 posti tra insegnanti a tempo determinato e di sostegno in Calabria. A sostenerlo è il segretario generale della Uil, Roberto Castagna che, in una nota, "esprime grande preoccupazione per le conseguenze che deriveranno da una azione ragioneristica su un comparto delicato quale quello della scuola". "Agire in tal senso in una regione come la Calabria - aggiunge Castagna - vuol dire operare senza alcuna sensibilità istituzionale verso coloro che, con sacrifici, da anni, con il loro precariato, hanno contribuito a migliorare le condizioni culturali e sostenuto casi di difficoltà e di bisogno. Puntare al maestro unico, poi, è una operazione di controtendenza che provocherà una vera e propria involuzione nel sistema scolastico di base e realizzerà risparmi di cassa". A parere del segretario generale della Uil calabrese, in prospettiva, "é possibile accettare una politica di contenimento che partendo da una stabilizzazione dell'attuale precariato punti a costruire, nel tempo, le condizioni per un graduale dimensionamento fisiologico del personale. La questione scuola sarà uno dei momenti centrali del confronto-scontro con il governo nazionale. Come sindacato calabrese non staremo a guardare. Attiveremo ogni forma di contrasto per dare un contributo ad un cambiamento che deve costruire il nuovo non sulle ceneri quanto su un percorso di coerenza e di credibilità". "Nei prossimi giorni - sostiene ancora Castagna - attiveremo percorsi di carattere provinciali e regionale con i livelli istituzionali al fine di costruire una proposta, da presentare al Governo nazionale, capace di ridimensionare i tagli previsti e predisporre una politica organizzativa in grado di recuperare alcuni macroscopici errori. Sulla scuola, quindi, la Uil calabrese intende dare battaglia, consapevole che se dovesse passare la Riforma così com'é si aggraverebbero fortemente le già precarie condizioni sociali ed economiche e si allargherebbe, in tempi medio-brevi, il divario culturale tra soggetti forti e soggetti deboli".

Legambiente “No ai tagli nei piccoli comuni”. Apertura del nuovo anno scolastico all'insegna delle proteste. Alla mobilitazione nazionale contro la riforma Gelmini si sono unite alcune scuole di piccoli comuni italiani (come Cantagallo, in provincia di Prato, e Sasso di Castalda, nel potentino) che, contro i tagli previsti dalla nuova finanziaria, hanno esposto in collaborazione con Legambiente uno striscione con su scritto "Chiusa per tagli". Secondo le nuove misure, infatti, sono destinati alla chiusura tutti quegli istituti che hanno un numero inferiore ai 100 alunni, penalizzando soprattutto il Sud e le Isole: in Calabria, ad esempio, in base alle proiezioni fatte da Legambiente sui dati del ministero dell'istruzione, rischia la chiusura il 92,5% delle scuole materne e quasi il 70% delle elementari. Sommando i dati relativi a tutte le Regioni gli istituti coinvolti sono il 77,2% delle scuole dell'infanzia, il 41,3% delle elementari, il 31,6% delle medie e il 24,3% delle superiori, quasi la metà del sistema scolastico nazionale. "L'imposizione di obiettivi numerici a scala regionale - ha detto la responsabile scuola di Legambiente Vanessa Pallucchi - rischia di creare situazioni di svantaggio rispetto alla piena garanzia del diritto all'istruzione per i cittadini delle aree più marginali. Tagli di insegnanti e personale Ata porteranno alla chiusura o all'accorpamento di centinaia di scuole e plessi sottodimensionati. Per questo sollecitiamo il Governo a tenere conto di queste previsioni per i criteri di razionalizzazione, che devono essere stabiliti attraverso la concertazione con gli Enti locali, altrimenti costretti a sopperire alla garanzia del servizio scolastico per tutti. I piccoli comuni rappresentano una realtà strategica per il presidio del territorio e la tenuta culturale ed identitaria del Paese e occorre prevedere specifici criteri che ne garantiscano la sopravvivenza".

Gli auguri del Vescovo di Locri, Morosini. "A coloro che sono impegnati nella scuola esprimo l'augurio di essere capaci di raggiungere unità di intenti e collaborazione". E' quanto scrive in una lettera inviata al mondo della scuola, il vescovo di Locri, monsignor Giuseppe Morosini. "Un saluto - aggiunge - anche alle famiglie, che affrontano questo lungo periodo tra tante difficoltà, non ultime quelle economiche, accompagnando il percorso educativo dei loro figli". "E' necessario - scrive mons. Morosini - che si raggiunga una comunione operativa che abbia di mira il bene oggettivo degli alunni. Sulla natura di tale bene oggettivo invito a riflettere perché non affiorino fattori soggettivi e spinte egoistiche, che sono deleteri per la formazione". "Voi alunni - conclude - siate protagonisti del vostro domani. Dovete appropriarvi di questa responsabilità a mano a mano che crescete. Non tutto ciò che desiderate è bene. I valori debbono essere conquistati e la formazione intellettuale e morale è uno di questi valori da conquistare con la disciplina dello studio".

Trematerra “Troppi ritardi strutturali”. "La scuola riparte e la Calabria presenta ancora, per inadempienze della Regione, ma anche delle Province e dei Comuni, una serie di ritardi logistici e strutturali". A sostenerlo, in una nota, è il capogruppo dell'Udc alla Regione, Michele Trematerra. "Ritardi - prosegue Trematerra - che sono impressionanti e che fanno il paio con i problemi causati dalle riforme della Gelmini. Mancano ancora asili nido e le condizioni di tante scuole sono pessime a riprova di come gli investimenti infrastrutturali siano stati sbagliati o insufficienti". Nella nota, Trematerra stigmatizza "il ritardo cronico con il quale la Regione si è contraddistinta per non avere legiferato assegnando le giuste risorse alla scuola privata, compresa quella dell'infanzia, in considerazione delle gravi difficoltà in cui versano le famiglie. Da queste deficienze si nota l'incapacità di venire incontro proprio alle esigenze complesse ed ai bisogni delel famiglie calabresi. C'é poi il grave problema della riforma Gelmini che rischia di rendere cronico il precariato storico e che potrebbe causare problemi pesanti proprio nella formulazione delle classi, specie nei piccoli comuni". "L'auspicio è - conclude il capogruppo dell'Udc alla Regione - che venga bandito presto il concorso a cattedra di cui si parla da tanti anni: si accenderebbero legittime luci di speranza per tanti giovani meritevoli. In questo senso bene ha fatto il Governo a eliminare la Sis che non consentiva a tanti giovani di poter avere partecipazione al concorso".

Trotta (CGIL) “Maggiori attenzioni verso la scuola pubblica”. "E' necessario che la scuola pubblica in Calabria abbia maggiori attenzioni che esulano da calcoli ragionieristici e dai fabbisogni di cassa". E' quanto afferma, in una nota, il segretario generale della Flc-Cgil, Gianfranco Trotta. "Le preoccupazioni per chi opera nella scuola - prosegue Trotta - sono molte nonostante la ministra Gelmini si affanni, attraverso i mass-media, a tranquillizzare con la solita litania della cattiva informazione messa in atto da chi strumentalizza la scuola per fini politici. D'altronde non potrebbe essere diversamente visto che 'l'unico maestrò da cui recepisce qualcosa si chiama Silvio Berlusconi". "In Calabria è stato deciso - sostiene ancora Trotta - di inaugurare l'anno scolastico a Platì, il comune con il più basso reddito pro-capite per abitante e con una alta densità mafiosa. Noi condividiamo pienamente la decisione assunta dalla Giunta regionale e, in particolare, dall'assessore Domenico Cersosimo: il messaggio che viene lanciato è forte, infatti, solo una buona formazione pubblica rappresenta la via allo sviluppo socio-economico e culturale della nostra regione". "E' necessario - sostiene ancora il segretario della Flc-Cgil - che si avvii da subito un confronto fra tutte le parti in causa per la predisposizione, in tempi brevi, di un progetto complessivo sul modello di scuola calabrese, attraverso la piena realizzazione del tempo pieno, del tempo prolungato che attualmente latitano nella nostra regione. Ecco perché non condividiamo per nulla l'esultanza del dirigente scolastico regionale, Mercurio, il quale nel convegno di Gizzeria, ha affermato di essere soddisfatto di aver raggiunto in Calabria l'obiettivo di aver tagliato gli organici senza grandi traumi, dimenticando però tutte le manifestazioni di protesta dei genitori, dei precari. Alcune manifestazioni, tra l'altro, si svolgevano proprio mentre lui faceva queste affermazioni". "Invitiamo il dottor Mercurio - conclude Trotta - a verificare quello che è successo nei vari uffici scolastici provinciali, in occasione delle operazioni propedeutiche all'inizio dell'anno scolastico (immissioni in ruolo, assegnazioni provvisorie ed utilizzazioni, incarichi annuali), per comprendere di quali canoni di trasparenza, efficienza ed efficacia la scuola calabrese ha bisogno. Altrimenti siamo, come sempre, alle buone intenzioni ed alla cattive pratiche".

 

 

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