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Scorie tossiche , dieci giorni di analisi del suolo

 

Scorie tossiche a Crotone, dieci giorni per gli esami del suolo. I bimbi vanno in un'altra scuola. Giallo su di un video sparito in Procura

29 set 08 Una decina di giorni per avere dati certi su aria, acqua e suolo relativi alle aree sequestrate e poi scatteranno gli interventi. E' questo, in sintesi, quanto emerso dalla riunione della task force regionale che si occupa della vicenda delle scorie tossiche provenienti dall'ex Pertusola utilizzate, nel crotonese, come materiale di riempimento per la costruzione di edifici pubblici e privati. Le ricerche saranno compiute dall'Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente). Quindi sarà l'Azienda sanitaria provinciale ad effettuare le analisi successive per stabilire se i rifiuti tossici possano nuocere alla salute provvedendo, se sarà necessario a condurre esami tossicologici sui bambini e sui cittadini. Nel frattempo, secondo quanto è emerso dall'incontro, occorre che le istituzioni lavorino insieme per far fronte alla situazione di tensione ed emergenza che si è venuta a creare e per dare tutte le necessarie indicazioni sul da farsi al ministero della Salute.

I bimbi interessati mandati in altri plessi. Sono andati a scuola ma in un altro plesso, i bambini che frequentano l'istituto comprensivo del rione San Francesco a Crotone. La dirigente scolastica Eugenia Garritani, infatti, per ovviare alle proteste dei genitori, che avevano annunciato l'intenzione di non mandare i figli a scuola dopo che il piazzale dell'edificio è stato sequestrato, insieme ad altre 17 aree, per la presenza di scorie altamente nocive, ha deciso il trasferimento delle aule nella sede centrale dell'istituto. "Le assenze - ha detto Eugenia Garritani - sono pochissime ed i bambini, pur con qualche disagio superabile, sono regolarmente in classe. Per far ciò, tra sabato e domenica, abbiamo smantellato i laboratori e recuperato tutti gli spazi liberi. Adesso attendiamo i risultati delle analisi sul suolo". I circa 400 bambini di età compresa tra i due anni e mezzo e i nove anni, sono dunque ospitati nella sede centrale Alcmeone distante 3-400 metri dal plesso del rione San Francesco. Nell'inchiesta della Procura di Crotone che ha portato ai sequestri sette persone sono indagate per disastro ambientale e per aver realizzato delle discariche abusive.

Acquisito studio su arsenico in mare. La Procura di Crotone acquisirà i risultati di una ricerca condotta nel 2007 dal Conisma dalla quale risulterebbe la presenza di arsenico in mare. La decisione del pm Pierpaolo Bruni rientra nell'ambito dell'inchiesta "Black Mountains" che ha portato al sequestro di 18 aree nei comuni di Crotone, Cutro e Isola Capo Rizzuto all'interno delle quali sono state stoccate 350 mila tonnellate di scorie altamente tossiche. In particolare, gli inquirenti intendono verificare se la presenza dell'arsenico in mare di cui parla lo studio sia riconducibile ai lavori effettuati per la realizzazione di una banchina del porto dove, secondo l'accusa, sarebbe stato utilizzato materiale nocivo alla salute proveniente da scarti dell'industria Pertusola Sud che lavorava lo zinco. Lo stesso materiale è stato utilizzato anche per la costruzione di rilevati e sottofondi stradali anche in altre zone della città, compresi i piazzali antistanti tre scuole del crotonese. In ogni caso, la Procura intende verificare la presenza dell'arsenico e accertarne i motivi.

Sparito un video in Procura, PM minimizza. Un'indagine è stata avviata dalla Procura di Crotone per accertare i motivi della smagnetizzazione di un video sulle modalità di smaltimento di scorie tossiche. Il video, registrato alcuni anni fa, era allegato al fascicolo dell'inchiesta 'Black Mountains' che ha portato al sequestro di 18 aree dove sono state stoccate migliaia di tonnellate di scorie tossiche, ma adesso si vede solo un quadro bianco. Per il pm, comunque, il video non è fondamentale. "Non abbiamo la certezza - ha detto il pm Pierpaolo Bruni a Radio 24 - che i filmati siano stati fatti sparire. Si potrebbe trattare di uno scambio o di un errore. La videocassetta che non si riesce più a vedere potrebbe non essere quella che stiamo cercando. Può darsi che il video che ci interessa si trovi da qualche altra parte, all'Ufficio Corpi di Reato, per esempio. Stiamo accertando". In ogni caso, secondo il magistrato, i filmati "non sono fondamentali per l'inchiesta. La prova è abbondantemente nel fascicolo ed è una prova documentale che attesta il passaggio delle scorie dalla Pertusola ai 18 siti sequestrati. Quindi non c'é pericolo di inquinamento delle prove".

Lo stato della bonifica di Pertusola. La bonifica dell'area industriale di Crotone, dal 2003 "sito di interesse nazionale", ha subito un'accelerazione con la presentazione del progetto da parte di Syndial, la controllata di Eni che gestisce la dismissione delle vecchie fabbriche del colosso energetico. Il progetto è stato illustrato nelle sue linee essenziali la scorsa settimana nella sede dell'assessorato regionale all'Ambiente, e riguarda l'ex Pertusola Sud, stabilimento per la produzione di zinco chiuso sul finire degli anni novanta, e due aree dell'ex Montedison: Agricoltura e Fosfotec. L'intervento di disinquinamento, basato su tecniche innovative come la fitorimediazione e l'elettrocinetica, dovrebbe prendere il via tra il 2009 ed il 2010 e si protrarrà fino al 2020. La società stima l'utilizzo di una media di cinquanta unità lavorative all'anno. I costi dell'intervento sono a carico di Syndial che ha accettato di ritornare a Crotone per occuparsi della bonifica dopo essere stata estromessa nel 2001 dall'Ufficio del commissario delegato per l'emergenza ambientale in Calabria, il quale preferì affidarsi ad una gara d'appalto aggiudicata nel 2005 alla Fisia Italimpianti, società del gruppo Impregilo, per 90 milioni di euro. Syndial è tornata, su invito del ministero dell'Ambiente, a prendere il posto della Fisia Italimpianti, dopo la risoluzione consensuale del contratto tra l'azienda del gruppo Impregilo e l'Ufficio del commissario a seguito di una controversia sorta con il Ministero sulla priorità da assegnare ai singoli interventi. La controllata di Eni non vuole comunque sentire parlare delle aree esterne ai vecchi stabilimenti, ritenendo di essere responsabile solo dell'inquinamento accertato nei perimetri dell'ex Pertusola Sud e delle aree ex Agricoltura ed ex Fosfotec dell'ex Montedison. L'unica concessione è che si occuperà della copertura delle due discariche industriali a mare, che invece Fisia Italimpianti aveva progettato di rimuovere completamente. Un ruolo di rilievo nella bonifica industriale lo ha assunto di recente il Comune di Crotone. L'ente guidato da Peppino Vallone ha già mandato in appalto i lavori per la caratterizzazione (prelievi e analisi sui campioni) della discarica cittadina di Farina che durante l'alluvione del 1996 accolse eccezionalmente i fanghi industriali; il Comune è stato individuato ente attuatore dell'intervento dall'Ufficio del commissario che gli ha trasferito i fondi (circa 2,5 milioni di euro) dell'accordo di programma quadro "Difesa ambientale". E dallo stesso accordo arrivano le risorse (circa 7 milioni) per la bonifica dell'area archeologica davanti alle vecchie fabbriche, il cui progetto di disinquinamento, integralmente basato sulla fitorimediazione, è stato presentato nelle scorse settimane alla Regione. Nel "sito di interesse nazionale" ricade anche il porto di Crotone, dove i sondaggi effettuati dall'Icram hanno rilevato la presenza diffusa di inquinamento da metalli pesanti che in alcuni punti del fondale raggiunge i quattro metri di profondità. Allo stato non esistono progetti di bonifica dell'area portuale, anche perché i costi sarebbero elevatissimi.

Presidente Provincia “Colpa nei ritardi nella bonifica”. "Quanto accaduto è gravissimo.E' da ricondurre ai ritardi nella bonifica del territorio". Lo ha detto il presidente della Provincia di Crotone, Sergio Iritale. Iritale fa parte della task force che si è riunita oggi per fare il punto sulla situazione. Alla riunione hanno partecipato, oltre Iritale, i sindaci dei Comuni interessati (Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro), dirigenti e funzionari dell'Arpacal; del dipartimento regionale alla Sanità e dell'Azienda sanitaria. "Con questa task force - ha aggiunto Iritale - provvederemo a fornire tutta la documentazione necessaria al ministero della salute e promettiamo di lavorare in fretta". Per il sindaco di Crotone, Giuseppe Vallone, quanto accaduto "non rappresenta nulla di eccezionale rispetto alla conoscenza di tutti i cittadini. Chi è di Crotone - ha detto - sa quante volte quelle sostanze siano state utilizzate per la costruzione delle strade. Quello che colpisce ora e che diffonde l'allarme é il fatto che siano state coinvolte delle scuole. La preoccupazione è normale, ma è inutile l'allarmismo perché stiamo agendo con eccesso di cautela e prudenza. Fin quando non si avranno dati certi, è meglio mantenere la calma".

Parlamentari PD “Bonificare i siti”. Favorire l'immediata eliminazione dei rischi per la salute e bonificare i siti interessati. E' quanto chiedono in un'interrogazione al ministro dell'Ambiente sull'emergenza Crotone i senatori calabresi del Pd. I parlamentari Franco Bruno, Dorina Bianchi, Luigi De Sena e Daniela Mazzucconi, nell'interrogazione, chiedono "se risultino fondate le notizie apprese e quali provvedimenti si intendono adottare per favorire la bonifica totale dei siti e se dopo undici anni di commissariamento in materia ambientale il Governo possiede qualche notizia in merito alle attività che si tengono nei territori in questione". I senatori calabresi del Pd sollecitano, inoltre, chiarimenti in merito all'esistenza di "studi specifici predisposti dal Ministero che confermino la presenza di arsenico nel mare prospiciente la città di Crotone e se risulta un qualche coinvolgimento della criminalità organizzata crotonese sia nella vicenda specifica sia più in generale nelle attività ambientali di natura economica di quel territorio".

Ministro Prestigiacomo “Immediate verifiche sui rischi”. Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha disposto "immediati accertamenti" sui rischi per la salute a Crotone dove è stato sequestrato il piazzale antistante la scuola del rione San Francesco per la presenza di scorie altamente tossiche. "E' inammissibile - ha detto il ministro - che esistano scuole dove i ragazzi rischiano la salute. Su Crotone va fatta chiarezza subito; ho disposto con urgenza i necessari accertamenti. Se verranno confermate le notizie relative all'inquinamento di strutture come le scuole, interverremo con la massima sollecitudine perché è inammissibile che nel nostro paese vi possano essere edifici scolastici dove i ragazzi rischiano la propria salute". Per il ministro "é evidente che in questa vicenda si sono stratificati gravi ritardi e mancanze ma ciò che importante adesso è accertare la realtà della situazione e intervenire".

 

 

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