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Prostitute e clienti denuciati a Corigliano

 

All'opera il decreto del Prefetto Galeone a Corigliano: quattro prostitute e clienti sorpresi e denunciati dai CC

13 nov 08 Quattro donne straniere, tra cui tre romene, sono state denunciate dai carabinieri a Corigliano Calabro perché sorprese ad esercitare attività di prostituzione. I militari hanno anche elevato contravvenzioni nei confronti di quattro automobilisti sorpresi mentre erano insieme alle prostitute lungo la strada statale 106 jonica ed in alcune strade del circondario. L'intervento dei carabinieri è stato disposto in applicazione del decreto col quale il commissario prefettizio di Corigliano Calabrio, prefetto Paola Galeone, ha vietato l'attività di prostituzione lungo la statale 106 Jonica per evitare pericoli per la circolazione stradale. Le prostitute sono state denunciate per il reato di "invito al libertinaggio". Ai quattro uomini sorpresi in compagnia della prostitute sono state sequestrate le automobili.

Ordinanze eseguite col contagocce nel resto d’Italia. Hanno fino ad oggi fatto ricorso con il contagocce e usato prudenza nel merito i sindaci che hanno utilizzato le norme del decreto Marroni per emettere ordinanze contro situazioni di grave degrado urbano. Lo si deduce dai dati affluiti fino ad oggi all'Anci secondo i quali sono state circa 200 le ordinanze emesse fino ad oggi e tutte "molto ragionevoli e senza ricorrere ad alcuna stramberia" commenta il sindaco di Padova Flavio Zanonato che è il responsabile dell'Anci per i temi della sicurezza e uno dei firmatari della Carta di Parma. Oggi nella sede dell'associazione dei comuni si è svolta una riunione per esaminare gli articoli del disegno di legge sulla sicurezza predisposto dal ministro dell'interno Roberto Maroni. Tra i diversi punti che sollevano perplessità, ha riassunto Zanonato, c'é in particolare quello dell'obbligo, per registrare una persona all'anagrafe, di dimostrare che la sua abitazione sia a norma di sicurezza. Per Zanonato la norma positiva in via astratta, creerebbe gravi problemi operativi perché i comuni dovrebbero dotarsi di un servizio ispettivo che controlli lo stato degli edifici e, a rigore, se un bambino nascesse in un'abitazione non a norma non potrebbe essere iscritto all'anagrafe. I temi della sicurezza sono stati analizzati in una ricerca sui dati trasmessi dai comuni: risulta che il 64% delle ordinanze sulla sicurezza sono state emesse in comuni da 15 a 100 mila abitanti, che il 69% è avvenuto al nord, il 10% nel mezzogiorno e il 6% in Sicilia e Sardegna; la maggioranza delle ordinanze riguardano la vendita di bevande alcoliche (13,8%) e la prostituzione su strada (11,7%). Un'altra analisi svolta nei piccoli comuni indica che il 52% degli abitanti si sente insicuro per la microcriminalità, che a creare insicurezza sono scarsa efficacia della giustizia (57%), ed enfasi dei mass media sui fenomeni di violenza (32%): L'insicurezza induce a modificare i comportamenti: il 55,4 % porta meno soldi in tasca e il 44,4% ha ridotto le uscite di sera. Il 73% dei cittadini ritiene che i comuni dovrebbero avere più poteri, ma i sindaci non percepiscono il disagio dovuto alle truffe agli anziani, a molestie e violenze sessuali, ad atti di vandalismo.

 

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