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Comuni calabresi a rischio idrogeologico

 

Il 68% dei Comuni calabresi a rischio idrogeologico

05 nov 08 Il 68 per cento dei comuni calabresi, che ha risposto ad un questionario di Legambiente, ha abitazioni in aree esposte a rischio idrogeologico. E' quanto emerge dai dati del rapporto Ecosistema Rischio 2008, l'indagine di Legambiente e Dipartimento della Protezione civile che è stata presentata stamani a Crotone nel corso di una conferenza stampa organizzata nel corso della tappa calabrese di 'Operazione Fiumi'. Alla conferenza sono intervenuti Francesca Ottaviani, portavoce di Operazione Fiumi, Antonio Tata, presidente del circolo di Legambiente Crotone. In quasi il 40% delle aree a rischio idrogeologico, secondo quanto emerge dalla ricerca, ci sono fabbricati industriali, con grave rischio non solo per le vite dei dipendenti ma anche per eventuali sversamenti di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni. Solo il 4% dei comuni che ha aderito all'indagine, ha avviato interventi di delocalizzazione delle abitazioni e nessuna amministrazione ha delocalizzato i fabbricati industriali dalle aree a rischio. Dai dati emerge anche che il 56% delle amministrazioni non svolge regolarmente un'ordinaria opera di manutenzione delle sponde dei corsi d'acqua. A rendere ancora più preoccupante il quadro calabrese è il dato di Ecosistema Rischio che fa riferimento al lavoro svolto dalle amministrazione locali per la mitigazione del rischio idrogeologico: il 67% dei comuni non svolge una positiva opera per la riduzione del rischio e tra questi il 30% non fa praticamente nulla. Per la Calabria qualche segnale positivo arriva invece dai dati che riguardano l'organizzazione del sistema locale di protezione civile. I comuni calabresi dimostrano infatti una crescita nella capacità di intervento a fronte di emergenze che mettono in difficoltà la popolazione e il territorio: il 76% delle amministrazioni si è dotato di un piano di emergenza e il 66% lo ha aggiornato negli ultimi due anni. Purtroppo però, appena il 12% delle amministrazioni locali riesce ad organizzare esercitazioni pratiche, e il 31% attività di informazione rivolte ai cittadini. E' Melito di Porto Salvo il comune calabrese più attivo nelle pratiche di prevenzione del rischio idrogeologico, che raggiunge la classe di merito buono, con il punteggio di 8. Maglia nera, invece, al comune di San Calogero. Tutti al di sotto della sufficienza, inoltre, i tre capoluoghi che hanno aderito alla nostra indagine. Classe di merito "scarso" per Crotone e Reggio Calabria, che ottengono il punteggio di 4,5. Mezzo punto in più per Cosenza, che con 5 resta comunque sotto la sufficienza. "I dati emersi oggi dal dossier Ecosistema Rischio - afferma il presidente di Legambiente Calabria, Antonino Morabito - ribadiscono l'imperativa esigenza di fare della difesa del territorio il primo degli assi su cui investire le risorse pubbliche straordinarie che arrivano in Calabria con i fondi comunitari. Legambiente chiede quindi investimenti immediati e importanti per sanare i gravi errori del passato e alle amministrazioni locali è di rendere ordinari ed efficaci i controlli per non assistere mai più ad altri tragici eventi annunciati". Il Presidente del circolo di Legambiente di Crotone ha evidenziato che "purtroppo anche a Crotone i ritardi nelle politiche di prevenzione dal rischio idrogeologico non sono stati ancora colmati. A dodici anni dal tragico evento che colpì la nostra città con l'esondazione dell'Esaro, la sicurezza di molti cittadini crotonesi non è ancora stata garantita". La portavoce dell'Operazione Fiumi, Francesca Ottaviani, ritiene che "i dati emersi oggi dal dossier Ecosistema Rischio 2008 sottolineano che nonostante la Calabria abbia ancora tanta strada da fare per ridurre il rischio idrogeologico, le capacità di intervento del sistema di protezione civile della regione sono in crescita. Ma nonostante i comuni calabresi abbiano posto tra le priorità del loro lavoro una politica legata ai temi di protezione civile, come Legambiente riteniamo opportuno sottolineare che in troppi casi ancora non si realizza una seria e corretta gestione del territorio"

 

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