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Trasferito Cutroneo

 

Microspie in tribunale a Reggio: trasferito il PM Cutroneo

07 nov 08 "Frequentazione con esponenti di cosche criminali"; "insanabili" contrasti con i colleghi e "sfiducia" anche nei confronti del capo dell'ufficio, che non informò della possibile presenza di una microspia in procura e della 'bonifica' fatta fare nella propria stanza, impedendo così l'avvio di indagini sulla vicenda : sulla base di queste accuse il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha chiesto e ottenuto dalla sezione disciplinare del Csm il trasferimento d'ufficio e la destinazione ad altre funzioni del pm di Reggio Calabria Santi Cutroneo. Il trasferimento è stato disposto in via provvisoria e cautelare, prima cioé che si decida sul merito delle accuse, all'esito dell'azione disciplinare promossa dallo stesso ministro, che con il Csm ha ritenuto la permanenza del magistrato alla procura di Reggio "assolutamente incompatibile con il buon andamento dell'amministrazione della giustizia". Secondo l'accusa del ministro, Cutroneo avrebbe frequentato una persona denunciata per associazione mafiosa, peraltro omettendo di iscriverla tra gli indagati di un suo procedimento. Una frequentazione continuata anche quando si stava occupando di un procedimento a suo carico, visto che partecipò, come suo ospite, all'inaugurazione di un negozio a Taormina al quale erano presenti anche familiari del latitante Condello. Tutto questo senza neppure informare il collega, Salvatore Boemi, con cui condivideva l'indagine. A carico di Cutroneo c'é anche la vicenda dell'avocazione, nel periodo in cui era stato applicato alla Procura generale, dell'inchiesta riguardante il capogruppo di An nel Consiglio regionale della Calabria, Alberto Sarra. Fu "scorretto" nei confronti del Procuratore generale e dei colleghi della procura, perché si fece assegnare il fascicolo, pur sapendo che era connesso a un procedimento di cui si era occupato lui stesso e che l'indagine su Sarra era assegnata a Boemi con cui c'era una situazione di "contrasto personale e professionale"

Il silenzio sulla microspia. Alla vicenda della microspia alla procura di Reggio è dedicata un'ampia parte dell'atto con il quale il ministro della Giustizia ha chiesto e ottenuto il trasferimento d'ufficio e dalle funzioni del pm di Reggio Calabria Santi Cotroneo; un' "apparecchiatura, non istituzionalmente collocata" e che "era idonea a captare le conversazioni dei magistrati e a monitorare i loro spostamenti", come sottolinea l'atto di incolpazione. Non informando il procuratore di aver fatto compiere una bonifica nel suo ufficio e di aver saputo della possibile presenza di una microspia "occultata al piano dove erano collocati gli uffici di tutti i magistrati della procura", Cutroneo non consentì "l'avvio di indagini per vagliare i fatti e interrompere l'attività illecita in corso". E così, secondo Alfano, non solo ha violato le "regole di correttezza nei confronti dell'ufficio e dei colleghi", ma ha anche compiuto il reato di omessa denuncia sanzionato dall'articolo 361 del codice penale: perché come pubblico ufficiale,"avendo appreso della commissione di un reato perseguibile d'ufficio, avrebbe dovuto denunciarlo alle autorità competenti, per consentire l'interruzione dell'attività criminosa in atto". Comportandosi come ha fatto invece ha compromesso "la propria immagine di magistrato e dell'intero ordine giudiziario". I fatti contestati, precisa Alfano, sono stati commessi "dal febbraio all'aprile 2008".Proprio a fine aprile fece scalpore la notizia del ritrovamento della microspia in una stanza della procura di Reggio che veniva utilizzata dal pm Nicola Gratteri.

 

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