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Agguato a Palmi, ucciso un uomo, in coma il figlio

 

Agguato di Palmi: i sicari avevano fatto un sopralluogo. Sempre in coma il ragazzo

20 nov 08 Due uomini, nei giorni scorsi, avrebbero compiuto un sopralluogo sotto casa di Salvatore Melara, il sorvegliato speciale di 38 anni ucciso ieri a Palmi in un agguato nel quale è stato ferito in maniera grave anche il figlio sedicenne, Francesco, ricoverato in stato di coma negli Ospedali riuniti di Reggio Calabria. A riferire la circostanza agli investigatori è stato un fratello della vittima. Il commissariato di Palmi sta ora verificando la circostanza, soprattutto per accertare se effettivamente vi sia un legame tra la presenza dei due uomini nelle vicinanze della casa di Melara ed il suo omicidio. Per quanto riguarda il movente, intanto, gli investigatori non escludono alcuna pista, da quella della criminalità organizzata a quella della vendetta. Salvatore Melara è considerato un esponente non di primo piano della criminalità della Piana di Gioia Tauro e, secondo gli investigatori, sarebbe stato vicino alla cosca Parrello-Condello. Nel 1991, un fratello di Salvatore Malara, Giuseppe, fu assassinato per punirlo, secondo l'ipotesi investigativa fatta all'epoca, per una serie di furti che avevano dato fastidio ad esponenti influenti della criminalità organizzata.

Il ragazzo sempre in coma. Permanenza dello stato di coma, con parametri emodinamici stabili. E' quanto riferisce il primario del reparto di rianimazione degli Ospedali riuniti di Reggio Calabria in merito alle condizioni di Francesco Melara. Nel bollettino diramato dal dott. Giuseppe Doldo, si parla di "stato di coma, in ventilazione artificiale, con parametri emodinamici stabili e senza il bisogno di farmaci vasopressori. Prosegue la terapia di neuroprotezione e di sostegno delle funzioni vitali. Sono previsti in giornata indagini radiologiche di controllo". "Un ulteriore bollettino medico - si aggiunge - sarà diffuso nella giornata di domani o prima se le condizioni cliniche dovessero variare"

Limido “Lo Stato faccia di più”. "Un gesto di inaudita gravità che non possiamo rassegnarci ad accettare". Lo ha affermato il consigliere regionale de La Destra, Gabriele Limido, in relazione al ferimento di Francesco Melara. "E' intollerabile - ha aggiunto - che un ragazzo di soli 16 anni, come Francesco Melara, sia ferito e rischi la vita in un agguato mafioso. Speriamo che questo atto gravissimo non passi inosservato come gli altri, ma sia da stimolo per lo Stato a fare di più per contrastare la criminalità organizzata". "Alcuni consistenti pezzi del territorio calabrese - ha sostenuto il consigliere de La Destra - sono sotto il pieno controllo delle cosche mafiose e nonostante lo sforzo coraggioso di tutte le forze dell'ordine il fenomeno persiste e continuerà ad esistere. Al governo, alle istituzioni e a tutti gli uomini politici di buona volontà chiediamo di più". "Il controllo del territorio - ha proseguito - passa anche da scelte forti, come la formulazione e l'applicazione di una legislazione dura nei confronti della malavita organizzata con un contrasto militare adeguato. Perché non mandare e utilizzare forze di speciali e di intelligence per colpire scientificamente le cosche? Ci siamo stancati di assistere al consueto balletto di dichiarazioni indignate solo quando succedono queste circostanze gravi. Mentre il giorno dopo ci si dimentica di tutto". "La lotta alla criminalità - ha concluso Limido - deve essere quotidiana e non estemporanea dettata solo dalle emergenze. I calabresi sono stanchi di assistere a questa costante assuefazione dei problemi dello loro terra da parte delle istituzioni"

De Gaetano “Difendiamo i nostri bambini”. "In Calabria i bambini sono diventati danni collaterali. Tocca a noi difenderli". Ad affermarlo è stato il presidente della Commissione regionale antimafia Nino De Gaetano, capogruppo di Rifondazione comunista in Consiglio regionale "La Calabria - ha sostenuto - 'celebra' la giornata mondiale per i diritti dell'infanzia con un sedicenne ridotto in coma da un colpo di pistola alla testa. La colpa di Francesco quella di essere figlio della vittima designata dai killer e di trovarsi accanto al padre al momento dell'agguato. Solo un danno collaterale. Come il piccolo Antonino colpito alla gola mentre aspettava di salire sul palco, davanti al Santuario della Madonna di Porto Salvo, per la recita di fine anno. Ci auguriamo con tutto il cuore che proprio come Antonino, da poco ritornato nella sua casa di Melito Porto Salvo, anche Francesco possa risvegliarsi da questo terribile incubo". "A risvegliarsi, però - ha proseguito De Gaetano - dovrebbero essere tutti i calabresi, costretti a diventare testimoni di una mattanza che non conosce onore, che non distingue tra nemici e bambini, che ogni giorno ruba un pezzo di futuro ai piccoli di Calabria. A restituirglielo potrà essere solo un'autentica rivolta morale, capace di affermare e difendere il diritto di crescere in una terra normale, dove non si rischia di finire sulla traiettoria di una pistola mentre si va a scuola o si gioca con i compagni dell'asilo, mentre si sta sulla soglia di casa, in braccio alla madre. Prima che ad esercito, videosorveglianza e magistrati, difendere i figli di Calabria tocca a ciascuno di noi".

Calipari “Il Governo risponda”. “Chiedo al Governo una risposta forte e concreta che dica a tutti i calabresi che non esistono territori e comunità dimenticate”. Lo ha affermato l’onorevole Rosa Villecco Calipari, Capogruppo PD in commissione Difesa. “Anche la Chiesa fa sentire oggi la sua voce importante, con l’appello dei parroci vibonesi a rompere il muro di omertà e a deporre le armi, dopo l’ennesimo episodio criminoso in cui ad andarci di mezzo e’ Francesco Melara, un ragazzo di appena 16 anni. Mi aspetto ora di sentire insieme alla societe0 civile calabrese, la voce del Governo su proposte vere per affrontare e risolvere i problemi della sicurezza nel nostro Paese. Esiste una emergenza sicurezza in Calabria – ha concluso la deputata democratica - che perchè va trattata come un problema cronico quindi constrategia e programmazione."

 

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