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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Cento anni delle Province
No a nuove Province, cent’anni dell’Upi. Ora le modifiche. Oliverio “Occasione importante” 13 mar 08. Le Province devono guardare avanti, avere la capacità di governo, assumersi responsabilità di fronte a decisioni a volte non facili da assumere, ma non devono essere abolite: è questo, in sintesi, il messaggio arrivato oggi nel corso delle celebrazioni, in Senato, del centenario dell'Upi, l'Unione della Province d'Italia fondata nel 1908. Il presidente del Senato, Franco Marini, è stato subito chiaro: "La nascita di nuove Province, fenomeno conosciuto negli ultimi anni, legato spesso ad interessi particolaristici, è da respingere con decisione". E Marini ha quindi auspicato che la prossima legislatura "possa vedere finalmente lo sviluppo di un confronto e di una collaborazione tra gli schieramenti politici" per mettere mano ad una serie di aggiustamenti: abolire le Province dove sono previste le città metropolitane; semplificare gli uffici periferici dello Stato; sfoltire gli enti intermedi che si frappongono tra Province e Comuni; favorire le unioni tra i piccoli comuni; razionalizzare le funzioni provinciali e comunali. Uno sprone ad assumere capacità di governo e responsabilità é arrivato dal ministro dell'Interno, Giuliano Amato, il quale, parlando, tra l'altro dell'emergenza rifiuti in Campania e dell'emergenza incendi della scorsa estate, ha detto che "c'é troppa invocazione dello Stato ancora oggi" e, rivolto agli amministratori provinciali presenti: "se non servite la vostra legittimazione è in discussione". Ricordando poi le ordinanze emesse dalla Protezione Civile, ha osservato: "sembra che tutti si siano fermati in attesa delle decisioni del commissario straordinario o del presidente del Consiglio; se questa cosa accade miniamo le basi della Repubblica". "Noi abbiamo grandi tabù davanti ai quali - ha concluso - diventiamo fieri oppositori, mentre queste situazioni esigono capacità di governo". Insomma, proprio l'assunzione di responsabilità e di decisioni talvolta impopolari, può dimostrare la necessità dell'istituzione Provincia. Per il ministro per gli Affari Regionali, Linda Lanzillotta, il centenario dell'Upi rappresenta "l'occasione per un profondo ripensamento del ruolo delle Province, del loro futuro e, più in generale, del modello di governance delle istituzioni territoriali. Anche le Province si dovranno misurare, nella prossima legislatura, con l'esigenza di procedere senza più indugi a semplificare, ridurre, rendere più efficienti le amministrazioni". Il presidente dell'Upi, Fabio Melilli si è detto certo che "cancellando una istituzione con forte legittimazione popolare e la sua rappresentanza politica impoveriremmo il confronto e non renderemmo un buon servizio alla democrazia". Melilli non ha eluso il tema dei costi della politica: "se si riuscisse a ragionare di costi della politica al di fuori degli slogan e della propaganda giungeremmo con serenità alla conclusione che è in questo sistema di sovrapposizioni di funzioni e risorse suddivise in mille rivoli di inutili enti e burocrazie che si annidano i veri sprechi". Oliverio “Occasione importante”. "La celebrazione di quest'oggi ha costituito una occasione importante per il fare il punto e rilanciare il confronto sul processo di riforma dello Stato e sull'applicazione dei contenuti del titolo V della Costituzione, che mette le Province fra i capisaldi di una organizzazione moderna dello Stato stesso e le carica di funzioni amministrative e di governo del territorio, ponendole come uniche istituzioni per l'esercizio dell'organizzazione e del governo degli interventi su scala vasta". Lo afferma il Presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, che stamane, insieme al Vicepresidente, Domenico Bevacqua e ad una delegazione del Consiglio, ha partecipato alla cerimonia per il centenario della nascita dell'Unione delle Province italiane, svoltasi nell'aula del Senato e presieduta da Franco Marini. "La nostra presenza - aggiunge Oliverio - ha sottolineato l'apporto che la Provincia di Cosenza, assieme alle Province calabresi, intende dare nella battaglia per la riforma ed il decentramento dello Stato. Dagli autorevoli interventi di oggi, le Province si confermano come istituzioni che saranno destinate ad accrescere il loro peso ed il loro ruolo in una articolazione moderna dello Stato e del governo del territorio".
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