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Goletta Verde: Ionio e Tirreno puliti
Goletta Verde promuove i mari calabresi: Ionio e Tirreno sono puliti! 28 lug 08 Goletta Verde di Legambiente promuove le
acque di balneazione del versante tirrenico calabrese. Mare Blu nel
94% dei punti campionati, inquinato nel restante 6% dei prelievi effettuati.
Codice rosso per le foci dei fiumi. Cemento in riva al mare e depurazione
le note dolenti della Regione. Acque cristalline lungo tutta la costa
calabrese. Eccezione fatta per Villa S. Giovanni, sul versante tirrenico,
e Melito di Porto Salvo per quello ionico. Allarmante, invece, la
situazione delle foci dei fiumi, immancabilmente inquinate. Questi
i risultati emersi dal monitoraggio sulle acque di balneazione della
Regione realizzato da Goletta Verde, la campagna di analisi e informazione
sullo stato di salute del Mare Nostrum firmata Legambiente e realizzata
con il contributo di Vodafone Italia, Italgest Mare e la collaborazione
del Ministero dell'Ambiente e tutela del Territorio e del Mare. "Anche
quest'anno - ha dichiarato Franco Saragò Segreteria Legambiente
Calabria - a conferma delle nostre varie denunce, dai campionamenti
di Goletta Verde emerge una situazione di grave sofferenza nei pressi
delle foci dei corsi d'acqua delle coste Vibonesi e degli Dei. In
particolare il fiume Mesima, che forse più di altri raccoglie
liquami non depurati provenienti anche dai comuni dell'entroterra,
si riconferma fortemente inquinato. Stessa situazione, anche se in
misura più lieve, viene evidenziata a Bivona, uscito leggermente
inquinato. Altre sofferenze sono evidenti anche nei pressi dei punti
di scarico di alcuni depuratori. Ciò a testimonianza che il
vero tallone d'Achille dell'inquinamento marino continua a essere
una depurazione del tutto deficitaria". In generale, dai risultati
delle analisi sulle acque di balneazione effettuate dai biologi di
Goletta Verde, le condizione del mare calabrese, e in particolare
delle coste Vibonesi, appaiono sostanzialmente buone. Ma, nonostante
il quadro positivo, non bisogna assolutamente abbassare la guardia,
tanto più che questi risultati sono stati condizionati in positivo
da una presenza turistica ridotta. Sull'attribuzione delle Vele della
Guida Blu di Legambiente e Touring Club Italiano assegnate alla costa
Vibonese registriamo, ha proseguito Franco Saragò "una
sostanziale stabilità, ma se confrontata con le valutazioni
degli ultimi anni si evidenzia un calo generale, segno evidente di
scarsa attenzione verso politiche di valorizzazione e riqualificazione
del territorio. Apprezzabile, invece, lo spunto offerto dalla legge
regionale che ha previsto l'istituzione di cinque nuove aree marine
protette e che dovrebbero essere da stimolo per le amministrazioni
locali per autentiche politiche di protezione del territorio costiero.
Aree tutelate che, come tutti i parchi, rivestono un ruolo fondamentale
nella tutela e valorizzazione degli ecosistemi interessati e nella
salvaguardia della biodiversità. Le AMP, inoltre, sono per
la Regione un'occasione unica per il rilancio di un turismo di qualità
e di una politica attenta ai delicati ecosistemi marini, che Legambiente
non può non apprezzare e sostenere." Osvaldo Giofré,
vicepresidente Circolo Legambiente Ricadi, ha sottolineato che la
questione degli accessi negati alle spiagge del Vibonese non è
più rinviabile. "I comuni si devono dotare al più
dei piani spiaggia per regolamentare una situazione particolarmente
critica che pregiudica il libero accesso ai litorali". Se dal
mare calabrese non arrivano allarmi, a preoccupare, e molto, sono
le foci dei fiumi e non solo quelle del Vibonese. Sul versante tirrenico,
tre su quattro sono risultate gravemente inquinate e una leggermente
inquinata. A far schizzare alle stelle i valori degli indicatori microbiologici
analizzati sono state le foci di Lao (Cs), Turrina (Cz) e Mesima (RC).
Leggermente inquinato, invece, la foce di un canale a Bivona (VV).
Seppur non balenabili per definizione, le foci sono state prese in
esame perché rappresentano un indicatore fedele della buona
o cattiva depurazione. Assolutamente speculare alla situazione del
versante tirrenico, anche lo stato di salute delle acque di balneazione
della costa jonica della Calabria. Dove diciassette campioni analizzati
su 18 sono risultati puliti, mentre il diciottesimo è uscito
inquinato. Ancora: due delle quattro foci prese in considerazione
sulla costa orientale della Regione sono risultate gravemente inquinate
e una leggermente inquinata, mentre l'ultima non ha fatto registrare
parametri oltre i limiti di legge. "I risultati delle analisi
riscontrati da Goletta Verde - ha sottolineato Nino Morabito, presidente
Legambiente Calabria - evidenziano una situazione pressoché
stazionaria rispetto agli anni precedenti. A parte qualche variazione
puntuale si può dire che permane il generale forte deficit
depurativo che denunciamo da anni. Infatti sono gravi le situazioni
riscontrate su tutti i fiumi analizzati, che rappresentano una percentuale
significativa, ma non esaustiva, dei corsi d'acqua calabresi. soprattutto
lungo i litorali di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria che la situazione
delle foci è da codice rosso. E tutto questo carico di inquinamento
microbiologico si riversa direttamente in mare. Segno di interventi
di depurazione molto carenti, che richiedono la massima attenzione
e iniziative non più procrastinabili. Proprio su questo aspetto
si gioca una delle scommesse sul futuro di questa Regione. Come se
non bastasse l'inquinamento arriva in un territorio già ingiuriato
dal cemento abusivo in riva al mare. Alle parole devono seguire i
fatti: chiediamo all'Amministrazione regionale di prendere una volta
per tutte provvedimenti seri per risolvere i problemi della depurazione
e dell'inquinamento dei fiumi e del cemento in riva al mare".
"Se la purezza delle acque non rappresenta un problema quest'anno
- ha aggiunto Nunzio Cirino Groccia, Segreteria nazionale Legambiente
- lo stesso non si può dire per le tante piaghe legate al cemento
in riva al mare. Palafitta, Trenino, alberghi di Fiuzzi e Pennello
sono solo alcuni degli ecomostri che continuano a fare bella mostra
di se in riva al mare, in sfregio a qualsiasi ipotesi di utilizzo
corretto dello straordinario patrimonio costiero calabrese. Insieme
al cemento sulla spiaggia ci preoccupa l'elevato numero di infrazioni
accertante contro l'ambiente marino e costiero. Vista la diffusione
endemica del cemento lungo le spiagge e in attesa dei piani strutturali
comunali, ci aspettiamo un segnale chiaro dalla Regione, attraverso
l'approvazione di una moratoria sul cemento che vieti qualsiasi edificazione
all'interno dei 700 metri dalla battigia".
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