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Agricoltore violenta anziana

 

Agricoltore quarantenne violenta 76enne, succede nel vibonese. L'uomo s'impicca in carcere

28 giu 08 Ha aggredito e violentato una donna di 76 anni: con questa accusa un bracciante agricolo quarantenne di S. Gregorio d'Ippona, piccolo paese alle porte di Vibo Valentia, è stato arrestato dai carabinieri. La violenza era avvenuta una ventina di giorni fa: la donna, che si trovava al lavoro nel proprio fondo agricolo, era stata avvicinata da un uomo di mezza età che l'aveva aggredita e violentata all'interno del suo orto, riuscendo poi a scappare prima che lei potesse chiamare aiuto. L'anziana era stata trasportata in ospedale e ricoverata in stato di shock in prognosi riservata. I carabinieri della compagnia locale hanno avviato le indagini e ascoltato decine di testimoni, riuscendo a restringere il cerchio intorno a Salvatore Giofré, manovale quarantenne, già condannato per un'altra violenza sessuale. L'uomo è stato trasferito nel carcere di Vibo Valentia.
Nella notte il tragico epilogo, l'uomo è riuscito, nonostante la costrizione nella casa circondariale di Vibo, a togliersi la vita impiccandosi con un lenzuolo legato intorno alle sbarre della finestra della cella. La macabra scoperta è stata fatta dalle gaurdie carcerarie questa mattina alle 7. Il corpo senza vita di Gioffrè è stato trasporttao all'obitorio a disposizione del magistrato di turno. Le autorità giudiziarie hanno aperto un inchiesta.

Il Legale di Gioffrè: gravi responsabilità. "Ci sono gravi responsabilità nel suicidio di Salvatore Giofré". Lo ha detto l'avv. Giuseppe Di Renzo, difensore dell'uomo che si è ucciso nel carcere di Vibo Valentia dopo essere stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale ai danni di una donna di 76 anni. "In questa vicenda - ha aggiunto Di Renzo - c'é stata superficialità perché ero stato io per primo ieri sera, nel momento dell'arresto, a segnalare i comportamenti autolesionistici da parte di Giofré, che aveva manifestato chiari intenti suicidi dicendomi: 'avvocato, difendete la mia memoria perche' io mi impiccò". "Da parte mia - ha detto ancora Di Renzo - avevo segnalato la circostanza ai carabinieri di Vivo Valentia, chiedendo che venisse attuata in carcere una vigilanza continua. Ci riserviamo di presentare una denuncia all'autorità giudiziaria perché vengano accertate tutte le responsabilità che emergono da questa vicenda"

 

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