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Manovra Governo, tagli alla sanità

 

Tagli alla sanità per la manovra del Governo, Fitto alle Regioni “Patti rispettati, ridurre indennità dirigenti”

20 giu 08 "Il Patto della Salute non è stato toccato in alcun modo. Da una prima previsione di un miliardo di euro di tagli, il Governo, tra mille sforzi e sacrifici, è prima sceso a 250 milioni, poi è riuscito a scongiurare anche quelli, quindi il Fondo Sanitario Nazionale non viene ridotto neanche di un euro". Il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, torna così oggi a chiarire il concetto. "Quanto all'ingiusto ticket da 10 euro sulle prestazioni specialistiche introdotto nel 2007 dal Governo Prodi e poi sospeso - aggiunge il Ministro - è una scelta che non abbiamo fatto noi e che non condividiamo. Troveremo comunque il modo di scongiurarne la reintroduzione". "Il Presidente Errani - continua il ministro - ha ragione quando dice che la soluzione deve arrivare dal Governo, ma bisogna anche comprendere che questo Governo ha già compiuto sacrifici enormi per scongiurare il previsto taglio alla sanità. Abbiamo ridotto drasticamente la spesa per il funzionamento dello Stato e della politica, abbiamo garantito la copertura di provvedimenti coraggiosi che stanno già incidendo positivamente sui bilanci delle famiglie e delle aziende italiane".

Ridurre le indennità ai dirigenti. Per evitare il ticket, le Regioni potrebbero ridurre, anche solo del 10%, voci di spesa che non intaccano i servizi per il cittadino, come per esempio le indennità di direttori generali,sanitari e amministrativi delle Asl. Lo suggerisce il ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, a proposito dei fondi, 834 milioni di euro, da reperire ed evitare allo stesso tempo il ticket sanitario. "Nella prossima settimana - sottolinea Fitto - torneremo a sederci al Tavolo con le Regioni per trovare la soluzione. Mancano all'appello 834 milioni di euro da reperire con interventi normativi, perché al momento, purtroppo, non è possibile un ulteriore trasferimento da parte dello Stato. Una soluzione - ipotizza il ministro - potrebbe essere quella di incidere in modo minimo su alcune voci di spesa che non intaccano i servizi ai cittadini e consentirebbero alle Regioni di recuperare le risorse per coprire il mancato introito del ticket. Penso, per esempio, ad una riduzione minima, basterebbe anche solo il 10%, di alcuni costi come: le indennità di Direttori Generali, Sanitari ed Amministrativi delle ASL, dei Collegi Sindacali, dei Nuclei di valutazione, delle Commissioni per invalidità civile, delle Commissioni giudicatrici per l'espletamento dei concorsi, delle Commissioni di Collaudo per le acquisizioni di beni e servizi e di alcune voci analoghe". "Ne discuteremo con le Regioni - aggiunge ancora il ministro per i rapporti con le Regioni, Fitto - , ma sarebbe certamente un bel segnale se insieme riuscissimo a scongiurare la reintroduzione di una tassa ingiusta e odiosa come il ticket sulle prestazioni specialistiche, con interventi di questo tipo che incidono in maniera assolutamente marginale sui destinatari, non intaccano la spesa per i servizi ai cittadini e al tempo stesso dimostrano la volontà di uno sforzo comune. Su questo terreno - conclude Fitto - ci aspettiamo, e saremo naturalmente disponibili ad accogliere, ulteriori proposte responsabili che ci arriveranno dalle Regioni".

Errani “Singolari esternazioni di Fitto”: "Sinceramente trovo singolari ed estemporanee le soluzioni che propone il ministro Fitto per la copertura finanziaria dei ticket". E' quanto dichiara il Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, commentando l'intervento del ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto. "Il problema che noi abbiamo posto e che torniamo a porre con determinazione - prosegue Errani - è molto semplice. Il patto per la salute contempla anche la garanzia per due miliardi aggiuntivi rispetto al fondo, frutto non di 'manovre delle regioni', ma di interventi del Governo sia sulla farmaceutica che sulla compartecipazione alla spesa(ticket). Ed è dunque il Governo che, come sancito dal Ministero dell'economia nel patto, 'deve svolgere azioni di contenimento della spesa - tra cui quella farmaceutica - di riorganizzazione dei dispositivi medici e di omogeneizzazione di forme di partecipazione alla spesa' per un effetto complessivo pari appunto a 2 miliardi euro". "Diversamente - sottolinea Errani - si mette in discussione il Patto. Non può dunque convincere la strada di passare il cerino alle Regioni Detto questo, e fuori dall'estemporaneità, avviamo subito il tavolo Governo-Regioni ed entriamo nel merito. Lì - conclude Errani - partendo da quanto stabilito dal patto per la salute, potremo individuare congiuntamente le soluzioni davvero percorribili".

Federsanità “Severità sulle prestazioni”. Non è un'operazione complicata risparmiare 834 milioni di euro nell'ambito della sanità, "anzi, è assolutamente fattibile: basta lavorare sull'appropriatezza delle prestazioni, vale a dire sul grado di severità con le quali queste vengono autorizzate. Chiaro che però per fare ciò servono gli strumenti adatti per far lavorare i manager". Parola di Enzo Chilelli, direttore generale di Federsanità-Anci. Tagliare i costi dei dirigenti sanitari, spiega Chilelli, è assolutamente fattibile, "ma bisognerebbe prima capire bene che spesso e volentieri proprio i manager rappresentano i costi minori di una struttura pubblica e più in generale nell'ambito del Sistema sanitario nazionale". I dirigenti, spiega, guadagnano molto meno rispetto ai medici (intorno ai 140 mila euro l'anno), rappresentando una sorta di organo monocratico all'interno della struttura; diversamente i medici possono arrivare a percepire anche 200 mila euro l'anno, che possono arrivare a punte di 400 mila nel caso dell'intra moenia. "La strada per ridurre i costi - spiega il dirigente di Federsanità - è quella del resto seguita da Toscana, Emilia Romagna, Veneto e Lombardia, che guarda caso non hanno problemi di deficit, e cioé mettere in condizione i dirigenti delle varie strutture di poter individuare e seguire obiettivi per calmierare i costi". "Ma più in generale - afferma da ultimo Chilelli - basterebbe basterebbe mettere a punto un progetto generale, concertato naturalmente con le regioni"

 

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