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Le mani delle cosche sugli appalti: 12 arresti

 

La mani delle cosche sugli appalti, 12 arresti. In manette esponenti clan Fruci, Torcasio Gualtieri. Scoperte 28 estorsioni

05 giu 08 Si è svolta nelle prime ore di questa mattina una vasta operazione compiuta dalla polizia di Stato di Catanzaro per l'arresto di dodici persone accusate di estorsione. Alle persone coinvolte nell'operazione è stata notificata un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Catanzaro, Adriana Pezzo, che ha accolto la richiesta avanzata dal procuratore vicario aggiunto, Salvatore Murone, e dal sostituto della Dda, Gerardo Dominjianni. Le persone coinvolte nell'inchiesta sono tutti ritenuti esponenti delle cosche Anello-Fruci e Cerra-Torcasio-Gualtieri. Coinvolti anche presunti esponenti del clan Iannazzo di Lamezia Terme, della famiglia Passafaro di Borgia ed un presunto esponente di spicco del clan degli zingari di Catanzaro. Agli arrestati sono contestate a vario titolo 28 estorsioni in danno di imprenditori di Lamezia Terme e dell'hinterland lametino. L'operazione di stamani, chiamata 'Effetto Domino' è collegata a quella compiuta nelle settimane scorse 'Domino' che portò all'arresto di esponenti dei vertici della cosca Anello-Fruci ed esponenti della cosca Cerra Torcasio Gualtieri. . Tra gli episodi estorsivi contestati alle persone arrestate c'é quello nell'ambito dei lavori di ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria sulla tratta di Acconia di Curinga. Una somma pari a 50 mila euro è stata pagata da un imprenditore impegnato nella esecuzione dei lavori di ammodernamento dell'autostrada. I versamenti di denaro da parte dell'imprenditore si protraevano dal 1999. Altre estorsioni sarebbero state commesse dalla cosca Anello-Fruci nell'ambito della realizzazione dei parchi eolici di Serra Pelata e Piano di Corda, di Polia, di Cortale. Ci sono poi una serie di estorsioni sulla tratta ferroviaria Settingiano-Catanzaro Lido. 50.000 euro è la somma che un imprenditore lametino è stato costretto a pagare, secondo gli investigatori, ad Antonio Passafaro e ad uno dei suoi fratelli successivamente ucciso. I Passafaro, secondo l'accusa, avevano inoltre imposto allo stesso imprenditore il noleggio di mezzi d'opera di loro proprietà per un importo superiore a quello di mercato.

C’è voglia di collaborare. "Da parte degli imprenditori c'é stata voglia di collaborare". E' quanto hanno detto il Procuratore distrettuale facente funzioni, Salvatore Murone, ed il sostituto della Dda, Gerardo Dominijanni. Il riferimento è agli imprenditori che hanno collaborato alle indagini della squadra mobile di Catanzaro che stamani hanno arrestato dodici persone per il reato di estorsione aggravata dalle modalità mafiose. "Per la prima volta abbiamo avuto - hanno aggiunto - la collaborazione di alcuni imprenditori. Sembra, infatti, che ci sia la voglia di aiutare le forze dell'ordine perché ormai la situazione è diventata veramente difficile. Gli imprenditori pagano tutti il pizzo e questo provoca delle grosse difficoltà. Se negli uffici della Procura di Catanzaro ci fossero più magistrati sicuramente potremmo affrontare meglio il fenomeno". Il Procuratore Murone ha poi evidenziato che "le cosche si erano unite per spartirsi il territorio e questo, spesso, porta al verificarsi di fatti di sangue come quelli accaduti recentemente a Borgia. Questa operazione è un segnale forte contro la criminalità organizzata che gestisce le estorsioni".

Scoperte 28 estorsioni. Sono 28 episodi estorsivi di matrice mafiosa quelli scoperti dalla squadra mobile di Catanzaro che ha arrestato 12 persone nell'operazione 'Effetto Domino'. I particolari dell'operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il Procuratore Capo distrettuale facente funzioni, Salvatore Murone, il sostituto della Dda, Gerardo Dominijanni, ed i dirigenti della squadra mobile. L'accusa per tutte le persone arrestate è quella, a vario titolo, di estorsione aggravata in danno di imprenditori del lametino con l'aggravante del metodo mafioso. Dalle indagini è emerso anche che alcuni imprenditori erano costretti a pagare ai capi delle 'ndrine tasse sul calcestruzzo e 'stipendì mensili, a rifornirli gratuitamente di materiale edile ed a rinunciare a concorrere a determinate gare d'appalto a secondo dei territori di competenza delle varie cosche. Sette delle dodici ordinanze sono state eseguite a Lamezia Terme, Catanzaro, Borgia e Bologna mentre le altre sono state notificate in carcere ad Asti, Vercelli, Agrigento, Reggio Calabria e Rossano.

Vittime costrette a lasciare appalti. C'é anche chi ha rinunciato ai lavori tra gli imprenditori vittime dei presunti estorsori arrestati dalla squadra mobile di Catanzaro. In particolare uno degli imprenditori è stato costretto da un esponente di una cosca a rinunciare a concorrere nell'aggiudicazione dell'appalto di un cavidotto di una ditta impegnata nella realizzazione di un parco eolico in quanto ricadente nel territorio sottoposto alla loro influenza criminale. Tra le persone arrestate c'era anche chi secondo l'accusa estorceva materiale agli imprenditori per fare regalie a capi e gregari di altre cosche. Gli imprenditori estorti erano costretti a fornire gratuitamente ai Fruci materiale edile che loro dovevano dare in regalo ad esponenti della cosche Vallelunga di Serra San Bruno e Giampà di Lamezia Terme. Un imprenditore impegnato nei lavori di demolizione del cavalcavia sul fiume Corace di Roccelletta di Borgia è stato invece costretto a consegnare a titolo gratuito ad un esponente del clan degli zingari di Catanzaro materiale ferroso per un valore di 8.000 euro.

Collaborazioni e pentiti utili alle indagini. La collaborazione di alcune vittime e le dichiarazioni di un pentito sono tra i principali elementi che hanno portato all'operazione 'Effetto Domino'. Nel corso delle indagini gli agenti della squadra mobile di Catanzaro hanno compiuto un incisivo lavoro di intelligence anche attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali. L' operazione 'domino', portata a termine nelle settimane scorse, ed 'effetto domino', compiuta stamani, sono frutto anche della collaborazione fornita agli investigatori della Squadra Mobile da diversi imprenditori di Lamezia Terme e dell' hinterland lametino che, dopo varie resistenze dovute alla paura di subire atti cruenti di ritorsione da parte dei clan che gestiscono il racket, hanno deciso di raccontare il sistema delle estorsioni.

Sottosegretario Mantovano “Sprone ai cittadini a collaborare”. "Per tutti i cittadini che fino a questo momento non hanno avuto il coraggio di denunciare i soprusi subiti, quelle che arrivano da Catanzaro sono liete notizie che dovrebbero indurre a respingere definitivamente il ricatto della malavita". Così il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, esprime soddisfazione per l'operazione 'effetto Domino' che ha portato all'arresto di 12 persone affiliate alla 'ndrangheta e dedite ad attivita' estorsiva. "Al questore di Catanzaro e alla Polizia di Stato - aggiunge Mantovano - va un plauso per l'impegno profuso nella liberazione di porzioni di territorio controllate delle organizzazioni criminali".

Gli arrestati. Molte delle persone arrestate stamani nell'operazione 'Effetto Domino' sono ritenute esponenti di alcune cosche che si occupano principalmente di estorsioni. Si tratta del gruppo Anello-Fruci che opera sull'intera area dell'Angitola, quello dei Cerra-Torcasio-Gualtieri e dei Iannazzo attivi su Lamezia Terme, alla famiglia Passafaro di Borgia ed al clan degli zingari di Catanzaro. Le persone arrestate sono: Rocco Anello, 47 anni, di Filadelfia (Vibo Valentia); Tommaso Anello (44); Pasquale Martellotti (41); Giuseppe Fruci (39); Vincenzino Fruci (32); Federico Gualtieri, (20); Antonio Gualtieri (29); Francesco Mallamace (31); Francesco Iannazzo (53); Domenico Bevilacqua (50), Antonio Passafaro (36) e Salvatore Passafaro (32). La cosca degli Anello fu duramente colpita nel 2003 da un'operazione della polizia. Antonio e Federico Gualtieri sono ritenuti esponenti di rilievo dell'omonima famiglia che opera nella zona del lametino. Bevilacqua Domenico, detto Toro seduto, è ritenuto invece esponente di rilievo del clan degli zingari. I Passafaro sono fratelli di Rosario e Giulio Cesare uccisi negli ultimi mesi nel corso di agguati mafiosi a Borgia.

 

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