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Le mani delle cosche reggine sugli appalti

 

Gli appalti in mano alle cosche nel reggino. 31 arresti dei CC. I boss avevano suggellato un patto di non belligeranza. Coinvolti due consiglieri comunali

17 giu 08 Calcestruzzo che si sbriciola con le mani, gallerie che cedono di schianto, morti evitati per puro caso. E' il quadro che emerge dalle indagini dei carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, diretti dal col. Leonardo Alestra, con il coordinamento della Dda, che hanno fatto luce sull'ennesima infiltrazione della potente ndrangheta reggina nei grandi lavori pubblici. Scenario dell'inchiesta, durata circa due anni, i lavori di ammodernamento della statale 106 ionica, la così detta "strada della morte" per i numerosi incidenti stradali che si verificano continuamente. Le indagini sono iniziate parallelamente all'iniziativa della prefettura di Reggio Calabria di nominare una commissione di accesso nel cantiere individuato come "variante di Palizzi", nella ionica reggina, dove si era verificato, senza conseguenze per le maestranze impegnate, l'intero collassamento della volta della galleria che serve a bypassare il comune di Palazzi Marina. La gara d'appalto, vinta dalla Società italiana per le Condotte d'acqua, era stata ceduta in subappalto a due imprese locali: la IMC, di Costantino Stilo, e la D'Aguì beton, ambedue considerate dalla Procura distrettuale antimafia "creature" della potente cosca di Africo Nuovo,Morabito-Bruzzaniti-Palamara, capeggiata dal potente boss incarcerato dopo venti anni di latitanza, Giuseppe Morabito "u tiradrittu". "Nel febbraio di quest'anno - dicono gli inquirenti - sono state effettuate le prove di schiacciamento sulle carote in calcestruzzo, alla presenza dei tecnici Anas e della stessa Condotte, da cui sono emerse palesi difformità in ordine alla qualità dei materiali posti in opera", tant'é che la Condotte ha deciso di sciogliere i contratti di subappalto. Sul come procedere per la realizzazione dei lavori pubblici, la ndrangheta ionica aveva raggiunto un grande equilibrio nella spartizione delle attività connesse, con il coinvolgimento, oltre il "nucleo" Morabito, delle cosche di Bova Marina: i Talia, i Vadalà, i Maisano. L'indagine "bellu lavuru", si è sviluppata grazie alle intercettazioni effettuate nel carcere di Parma, dove si trova detenuto Giuseppe Morabito "u turadrittu", condannato definitivamente all'ergastolo, insieme al genero Giuseppe Pansera, medico chirurgo, arrestato assieme al boss. Lì, "u turadrittu" veniva notiziato dalla figlia Antonia e dal genero Francesco Stilo dell'aggiudicazione di un "bellu lavuru" per la statale 106 ionica. "In questo quadro - scrivono gli inquirenti risalta l'elevato grado di pericolosità sociale delle organizzazioni criminali con una grave aggressione del principio di libertà economica - costituzionalmente garantita - che costituisce un punto cardine dello Stato democratico e liberale fondato sulla legalità e rispetto delle regole". Nel corso della conferenza stampa, oltre al Procuratore capo, Giuseppe Pignatone, primo firmatario del provvedimento di fermo che ha interessato 33 persone, di cui due latitanti, sono intervenuti il procuratore aggiunto, Salvatore Boemi, ed i sostituti Franco Mollace, Giuseppe Lombardo e Domenico Galletta. "In Calabria - ha detto Pignatone - arrivano imponenti flussi di danaro per grandi opere e sanità. Quanto emerso dalle indagini dimostra come le cosche della ndrangheta riescano ad inserirsi e a curare efficacemente i propri interessi in appalti di straordinaria entità economica e di particolare valenza sociale". Tra i fermati - tutti devono rispondere di associazione di stampo mafioso - figurano anche due consiglieri comunali: Sebastiano Altomonte, 54 anni, eletto lo scorso aprile a Bova Marina per la maggioranza che ha conquistato quel comune, e Giuseppe Natale Strati, 48 anni, originario di Samo di Calabria, anch'egli consigliere di maggioranza di quel comune. Gli atti relativi all'attività amministrativa di quei comuni sono stati già trasmessi alla prefettura di Reggio Calabria.

Indagati alcuni politici. Alcuni politici sarebbero indagati nell'ambito dell'inchiesta che stamani, nel reggino, ha portato all'esecuzione di una trentina di fermi. E' quanto si è appreso in ambienti investigativi. Le persone sottoposte a fermo sono accusate di far parte di alcune cosche della fascia ionica che si sarebbero spartite appalti pubblici di grandi opere realizzate o in fase di realizzazione nella provincia. Tra loro vi sono anche due consiglieri comunali.

Operazione partita alle prime ore dell'alba. Dalle prime ore dell’alba, i carabinieri hanno eseguito nel reggino una trentina di fermi per associazione mafiosa legata alla spartizione di appalti pubblici riferiti a grandi opere. Circa 200 carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei ''Cacciatori" e di unità cinofile del Gruppo Operativo Calabria di Vibo Valentia, sono stati impegnati nell'operazione che si è svolta nel comprensorio tra Bova Marina e Africo Nuovo, per l’esecuzione dei provvedimenti di fermo emessi dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria a carico di indagati di associazione di tipo mafioso ed armata finalizzata alla spartizione e gestione di pubblici appalti, all'infiltrazione in pubbliche amministrazioni, locali e regionali, al procacciamento di voti ed altro. Le persone da sottoporre al fermo disposto dal pubblico ministero sono 33, alcune già coinvolte in pregresse vicende giudiziarie, altre sino ad oggi ritenute estranee al contesto criminale indagato, che è quello delle cosche della `ndrangheta ("Morabito - Bruzzaniti - Palamara", "Maisano", "Vadalà", "Talia") attive nella fascia jonica della provincia. Le misure segnano un'ulteriore fase di un articolata attività investigativa, condotta dai Carabinieri di Reggio Calabria sotto il coordinamento della locale Dda e convenzionalmente denominata "bello lavoro", che nello scorso mese di febbraio aveva già portato al sequestro preventivo di sette cantieri (ed al sequestro probatorio degli uffici delle imprese ivi operanti) allestiti per la realizzazione della c.d. "variante di Palazzi", opera rientrante nei lavori di ammodernamento della S.S. 106 "Jonica" nella cui realizzazione erano state riscontrate difformità, potenzialmente incidenti sulla tenuta strutturale dei manufatti, tra i materiali impiegati e quelli previsti dai protocolli di settore. Secondo i carabinieri le modalità di aggressione ai settori economici sono quelle ormai collaudate della `ndrangheta: la conduzione di vere e proprie imprese, ammantate da una parvenza di liceità, attraverso le quali accaparrarsi l'assegnazione dei più importanti affidamenti relativi agli appalti, primo fra tutti la fornitura del calcestruzzo preconfezionato. Altri elementi messi in atto dalle cosche, secondo le indagini degli investigatori, l'estromissione di fatto di appaltatori "estranei" al contesto, mediante l'imposizione di subappalti e/o noli, ovvero anche la sottoscrizione di lucrosi contratti di forniture nelle fasi del movimento terra, dell'approvvigionamento e trasporto di inerti. E ancora: l'effettuazione di operazioni sovrafatturate attraverso il meccanismo fraudolento legato alla realizzazione di opere di qualità inferiore a quelle oggetto di pattuizione negoziale; la gestione delle assunzioni di manodopera, funzionale anche all'accrescimento del "consenso ambientale" costituente il tipico humus in cui la 'ndrangheta si sviluppa e accresce gli ormai noti suoi livelli di infiltrazione nel tessuto sociale, imprenditoriale, politico ed amministrativo.

Gli arrestati: Questo l'elenco delle persone sottoposte a fermo nel corso dell'operazione "Bello lavoro" condotta stamani dai carabinieri nel reggino: Sebastiano Altomonte, di 54 anni, di Bova, sindacalista, consigliere di maggioranza del comune di Bova Marina; Giuseppe Natale Strati (48), di Samo, consigliere di maggioranza del comune di Samo e imprenditore; Vincenzo Carrozza (25), di Locri, autista; Dante Catroppa (52), di Brancaleone, impiegato comunale; Angelo Leo Cilione (19), di Melito Porto Salvo, operaio; Francesco Cilione (26), di Melito Porto Salvo, operaio; Pietro Cilione (61), di, Bova Marina; Terenzio Antonio D'Aguì (47), di Melito Porto Salvo, imprenditore; il suo socio Francesco D'Aguì (40), DI Melito Porto Salvo; Leonardo Dellavilla (33), di Melito Porto Salvo, imprenditore; Pasquale Dieni (42), di Melito Porto Salvo, imprenditore; suo fratello e collaboratore Carmelo Dieni (37), di Melito di Porto Salvo; Antonio Mafrica (44), di Melito Porto Salvo, ristoratore; Mario Domenico Mauro (49), di Melito Porto Salvo, imprenditore; Leone Modaffari (55), di Bova Marina, impiegato comunale; Saverio Modaffari (47), di Bova Marina, operaio; Bruno Morabito (67), di Africo, operaio; Leone Morello (64), di Palizzi, pensionato; Giuseppe Nucera (31), di Melito Porto, imprenditore; Pasquale Nucera (26), di Melito Porto Salvo, nullafacente; Domenico Spanò (28), di Melito Porto Salvo, imprenditore; Francesco Spanò (50), di Palizzi, operaio; Costantino Stilo (27), di Locri, imprenditore; suo padre Francesco Stilo (53), di Bova Marina; Antonino Taormina (78), di Bova, pensionato; Carmelo Tuscano (45), di Melito Porto Salvo, imprenditore; Antonino Vadalà (56), di Bova Marina, impiegato comunale; Carmelo Vadalà (28), di Reggio Calabria, imprenditore, figlio del presunto boss Domenico Vadalà soprannominato "Micu 'u lupo''; Carmelo Vadalà (26), di Melito Porto Salvo sorvegliato speciale di ps con obbligo di soggiorno a Bova Marina, figlio di Antonino Vadalà; Salvatore Vadalà (21), di Melito Porto Salvo, studente; Domenico Verduci (23), di Melito Porto Salvo, esercente circolo privato. Altre due persone sono ancora ricercate.

Un summit per siglare la pace armata. Le indagini dei carabinieri di Reggio hanno consentito di far luce sull'evoluzione degli assetti criminali tra le consorterie criminali operanti nell'area tra Bova ed Africo. I riscontri acquisiti sono ritenuti dagli investigatori significativi dell'esistenza di un programma associativo comune ai sodalizi mafiosi che hanno di fatto costituito un "cartello" in grado di regolare, anche con collusioni politico-istituzionali, la spartizione della gestione o, comunque, del controllo delle attività imprenditoriali relative all'esecuzione di importanti opere pubbliche. Tra queste la "variante di Palizzi", compresa nel programma delle grandi opere di competenza dell'Anas; la costruzione di un plesso scolastico (l'Istituto Superiore comprensivo "Euclide" di Bova), appaltata dalla Provincia di Reggio Calabria ed andata subaffidata ad una ditta collegata al boss Giuseppe Morabito ("u tiradritto") a seguito di accordi intercorsi in un summit tenutosi tra i più autorevoli rappresentanti delle cosche anzidette. Significativa la totale assenza di danneggiamenti o atti intimidatori che solitamente, in zone ad alta densità mafiosa ed in special modo ove si inneschino motivi di belligeranza tra le principali consorterie, caratterizzano invece la fase esecutiva dei grandi appalti.

Coinvolti due consiglieri comunali e il figlio di un presunto boss. Due consiglieri di maggioranza ai comuni di Bova Marina e Samo figurano tra le persone sottoposte a fermo dai carabinieri nell'ambito dell'operazione condotta all'alba contro i presunti appartenenti a cosche del reggino impegnate nella spartizione di appalti pubblici. Si tratta di Sebastiano Altomonte, di 54 anni, sindacalista, consigliere di maggioranza del comune di Bova Marina, espressione di una lista civica, e Giuseppe Natale Strati (48), imprenditore, consigliere di maggioranza del comune di Samo, di una lista di centro. Nell'elenco dei fermati ci sono anche numerosi imprenditori, operai e due dipendenti comunali Anche il figlio del presunto boss Domenico Vadala', soprannominato "Micu 'u lupo'' è una delle persone fermate stamani dai carabinieri di Reggio Calabria. Si tratta di Carmelo Vadalà, di 28 anni, imprenditore. Il padre era stato arrestato a Roma nel marzo del 1999 dopo alcuni mesi di latitanza. Considerato dagli investigatori il capo dell'omonima cosca di Bova Marina, Domenico Vadalà è stato condannato all'aergastolo a conclusione del processo d'appello "Olimpia" per omicidio.

 

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