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Cala il consumo delle bistecche, di pane e latte

 

Cambia la spesa, nei carrelli meno bistecche e più carni bianche

02 ago 08 Cambia il carrello della spesa: un vero boom per la carne di pollo (+6,6%), in calo la carne bovina (-3%). E si riducono i consumi di pane (-2,5%), frutta (-2,6%) e ortaggi (-0,8%), tornano a salire quelli di pasta (+ 1,4%)e latte e derivati (+1,4%). E' quanto afferma la Coldiretti in riferimento ai dati della ricerca Iri Infoscan, che nel bimestre maggio-giugno mette in evidenza un calo dello 0,7% del volume delle vendite dei prodotti di largo consumo confezionato, a fronte di un aumento in valore del 4,7%, sulla base delle elaborazioni su dati Ismea Ac Nielsen relative agli acquisti familiari nel primo semestre 2008. Secondo la Coldiretti a favorire il calo dei consumi sono anche le distorsioni esistenti nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale i prezzi moltiplicano e i centesimi si trasformano in euro: in Italia, al momento attuale, per ogni euro speso nell'acquisto di prodotti alimentari, 60 centesimi vengono assorbiti dalla distribuzione commerciale, 23 centesimi dall'industria alimentare e solo 17 servono per remunerare il prodotto agricolo. Questo significa, in altre parole che il prezzo moltiplica di oltre cinque volte dal passaggio dal campo alla tavola. Nella filiera dell'agroalimentare italiana - sostiene Coldiretti - ci sono alcuni squilibri e siamo di fronte ad una scarsa efficienza, a disfunzioni di tipo strutturale che sono state evidenziate anche nell'ultima indagine dell'Autorita' Garante della Concorrenza e del Mercato, secondo la quale i prezzi di frutta e verdura nel nostro Paese mediamente triplicano dal campo alla tavola, ma i ricarichi possono essere addirittura superiori per arrivare fino a quasi quadruplicare nel caso della presenza di 3 o 4 intermediari". Ma per la Coldiretti "altre distorsioni" sono evidenti come nel caso del prezzo del latte che dalla stalla alla tavola aumenta del 285% o come quello del settore dei salumi e della carne di maiale dove mentre si annunciano i grandi successi sui mercati nazionali ed esteri le stalle stanno chiudendo perche' i ricavi non riescono a coprire i costi di produzione saliti a livelli insostenibili. "A favorire la crescita dell'inflazione nell'agroalimentare e il calo dei consumi sono soprattutto le distorsioni e i troppi passaggi esistenti nel percorso dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale i prezzi moltiplicano e i centesimi si trasformano in euro - rileva Sergio Marini, presidente della Coldiretti - che sta lavorando a una strategia per semplificare e razionalizzare la filiera per rispondere alle esigenze degli agricoltori e nell'interesse dei consumatori". "Vogliamo affrontare l'emergenza inflazione - afferma - con un piano che vede il coinvolgimento, oltre che delle imprese agricole, del sistema dei consorzi agrari (Assocap), dai quali passa oltre il 40% dei mezzi tecnici, lo stoccaggio e la trasformazione dei prodotti, di CoopColdiretti (sono 1300 ad oggi le cooperative socie di Coldiretti) e del sistema dei farmers market". Per la definizione del piano "auspichiamo la fattiva e necessaria partecipazione del sistema della trasformazione artigianale e industriale e della piccola e grande distribuzione". Il progetto, che la Coldiretti intende presentare al Governo nei prossimi mesi "vuole essere l'impegno concreto dell'associazione per il rilancio dei consumi e il contenimento dell'inflazione legata all'alimentare nel Paese"

 

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