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La polizia tedesca bacchetta quella italiana
La polizia tedesca bacchetta quella italiana, nella lotta alla ndrangheta spesso solo indizi non prove 27 ago 08 La task force italo-tedesca per la lotta
alla criminalità organizzata, istituita dopo la strage di Duisburg
del Ferragosto dello scorso anno, è "utile" ma allo
stesso tempo "migliorabile". Ne è convinto il presidente
della polizia anti-crimine tedesca (Bka), Joerg Ziercke, che per la
prima volta ha fatto il punto oggi a Berlino sull'iniziativa congiunta
tra i due Paesi. "La task force ha la sua utilità: del
resto una collaborazione con le autorità italiane esiste dalla
fine degli anni Novanta", ha detto Ziercke. "Gli italiani,
però, spesso ci danno solo indizi, mentre a noi servono prove".
E poi: "Comprendiamo la particolare situazione italiana - ha
aggiunto Ziercke -, ma è difficile avviare indagini tramite
le informazioni provenienti dall'Italia". Da parte sua, il capo
della divisione sulla criminalità organizzata del Bka, Juergen
Maurer, ha tenuto a precisare: "I dati che dall'Italia ci arrivano
tramite la task force sono di regola vecchi". Secondo Maurer,
inoltre, la task force "é uno strumento di analisi. Per
noi deve essere uno strumento operativo". Secondo i dati diffusi
nel corso di una conferenza stampa, nel 2007 il Bka ha indagato su
19 gruppi guidati da italiani dediti alla criminalità organizzata
in territorio tedesco. Tra essi, 12 erano riconducibili ad associazioni
mafiose: cinque alla 'Ndrangheta, tre a Cosa Nostra, tre alla Camorra
e uno alla Stidda. Gli italiani indagati sono stati in totale 294.
Cifre, queste, in calo rispetto al 2006, quando il Bka aveva riscontrato
26 gruppi di criminalita' organizzata italiana attivi in Germania,
indagando su 355 italiani. Il rallentamento, secondo Ziercke, è
dovuto a una precisa "strategia del basso profilo" adottata
dai mafiosi dopo la strage di Duisburg. La criminalità organizzata
italiana in Germania, sempre secondo quanto riferito dallo stesso
Bka, è attiva soprattutto nel campo dei reati di proprietà
(31,6%) e in particolare nel furto di automobili. Seguono il traffico
di droga (21,1%), su tutte la cocaina, e la contraffazione di denaro
(15,8%). Per Ziercke, in ogni caso, la situazione esistente in Italia
"non è comparabile" a quella tedesca, dove le organizzazioni
criminali italiane possono essere in fondo considerate "in modo
analogo a quelle romene, turche o tedesche". "In Germania,
per esempio, non esistono casi in cui gruppi dediti alla criminalità
organizzata corrompono e controllano ampi settori dell'amministrazione
pubblica - si legge nel comunicato diffuso dal Bka -, o in cui interi
consigli comunali o commissioni di polizia di una città vengono
arrestati per la loro appartenza alla mafia"
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