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      Svimez: nel 2024 Sud continua a crescere, ma lentamente

       

       

      Svimez: nel 2024 Sud continua a crescere, ma lentamente

      19 giu 25 Per l'Italia torna il gap di crescita dall'Eurozona. Nel 2024 il Pil italiano è cresciuto dello 0,7%, in linea con il dato del 2023, ma al di sotto della media dell'Ue-27 (+1%) per la prima volta dal 2021. Delle macro-aree italiane, anche se in rallentamento, il Sud mantiene una performance positiva, superiore alla media nazionale, con Sicilia (+1,5%) e Campania (+1,3%) che trainano il Pil del Mezzogiorno. Ma la macro-area leader del Paese è il Centro. E' quanto emerge dal Rapporto Svimez presentato oggi. Nel 2024, come nel biennio precedente, il Pil delle regioni meridionali è aumentato più del Centro-Nord: +1% contro lo 0,6%. La crescita è stata più sostenuta nelle regioni centrali (+1,2%), meno nel Nord-Ovest (+0,9%). Per il Nord-Est si stima una sostanziale stagnazione dell'attività economica (-0,2%). Rispetto al 2023 - osserva il rapporto - il divario di crescita a favore del Sud si è tuttavia ridotto: da 1 punto percentuale a soli 0,4. A consuntivo di una inedita fase di ripresa, il Pil è cresciuto complessivamente dell'8,6% tra il 2022-2024 al Sud, contro il 5,6% del Centro-Nord, con uno scarto cumulato di 3 punti percentuali. Per il Centro la crescita cumulata dal 2022 al 2024 è stato del 9,8%. La migliore performance di crescita del Sud è determinata dallo stimolo maggiore offerto dalle costruzioni (+3% contro il +0,6% del Centro-Nord), in continuità con il biennio precedente. Superiore al dato del Centro-Nord anche la dinamica dei servizi (+0,7% contro +0,5%). Nella media d'area, il comparto industriale meridionale presenta una sostanziale tenuta (+0,1%), a fronte di una leggera contrazione nel resto del Paese (-0,2%). L'agricoltura cresce solo dello 0,5% al Sud rispetto al +2,9% del Centro-Nord. La crescita italiana, in un contesto di forte incertezza internazionale e di crisi di ampi comparti dell'industria europea, è stata sostenuta dalla spinta propulsiva degli investimenti in opere pubbliche, trainati dal Pnrr e da una migliorata capacità realizzativa delle amministrazioni. La Svimez ha stimato che il Pnrr ha offerto un contributo alla crescita del Pil nel 2024 pari allo 0,6 punti percentuali nel Mezzogiorno e a 0,4 punti nel Centro-Nord. Nel 2024 - prosegue il rapporto Svimez - il progressivo indebolimento degli investimenti privati in edilizia, legati al Superbonus, ha ridotto il contributo alla crescita della componente privata delle costruzioni. Al contrario, è aumentato il contributo delle opere pubbliche, soprattutto grazie all'avvio della fase esecutiva del Pnrr. Nel 2024, per il complesso degli enti attuatori, gli investimenti pubblici hanno raggiunto circa 45 miliardi di euro. Poco meno della metà delle risorse è stata mobilitata dalle amministrazioni comunali, che si confermano primi investitori pubblici con una spesa pari a 21,7 miliardi. Nel complesso, gli investimenti pubblici sono cresciuti di circa 6 miliardi rispetto al 2023 (+3 miliardi per i Comuni). Si tratta di un risultato di notevole rilievo, considerato che il 2023 aveva beneficiato anche dell'effetto una tantum della chiusura del ciclo di programmazione 2014-2020 dei fondi europei della coesione, quantificabile, per le opere pubbliche, in circa 4 miliardi. Il Pnrr, pur con livelli di spesa effettiva inferiori al cronoprogramma iniziale, ha contribuito alla crescita degli investimenti in opere pubbliche: nel 2024 le risorse spese dalle misure del Piano si sono attestate a circa 12 miliardi. Tra il 2022 e il 2024, gli investimenti comunali sono aumentati del 75,3% nel Mezzogiorno, passando da 4,2 a 7,4 miliardi. A livello italiano i Comuni hanno realizzato investimenti per 21,7 miliardi, +64% rispetto al 2022. L'effetto del Pnrr sugli investimenti comunali emerge dall'impennata di risorse osservata per alcune voci di spesa riconducibili alle missioni del Piano, legate soprattutto alla realizzazione delle infrastrutture sociali (edilizia scolastica e abitativa). La spesa destinata ai fabbricati ad uso scolastico è infatti raddoppiata, passando da 1,7 a 2,8 miliardi tra il 2022 e il 2024. Incrementi altrettanto significativi si riscontrano anche per gli investimenti in nuovi impianti sportivi e in fabbricati ad uso abitativo: +120% e +143% rispetto al 2022. Nello stesso periodo, la spesa dei Comuni indirizzata alla realizzazione degli asili nido è aumentata di 10 volte, da 28 a 293,1 milioni nel 2024. Crescono gli esborsi comunali anche per le opere escluse dal Pnrr. È questo il caso delle infrastrutture stradali che si confermano prima voce di investimento dei Comuni anche nel 2024, con 4,2 miliardi di euro.

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