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      Liste attesa, non speso 1/4 fondi assegnati a Regioni. Su 1.23 mld non usati 323 mln

       

       

      Liste attesa, non speso 1/4 fondi assegnati a Regioni. Su 1.23 mld non usati 323 mln

      03 apr 25 Al 31 dicembre 2024, un quarto dei fondi totali assegnati alla Regioni per il recupero delle liste di attesa, pari al 24%, non è stato utilizzato. Su un finanziamento totale di 1.371.956.271 euro per gli anni 2022-23-24 da parte del ministero della Salute per il recupero delle liste, infatti, le Regioni non hanno utilizzato - o hanno accantonato - una cifra pari a 323.342.886 euro. Emerge dai dati comunicati dalle Regioni al ministero della Salute. "Sulle liste di attesa abbiamo una riforma organica e non un intervento spot. Non è accettabile che a mesi dall'approvazione, la legge non è applicata. I dati indicano che ancora non sono state impiegate tutte le risorse assegnate dal 2022 al 2024 e in alcuni casi i fondi sono stati usati per tappare dei buchi". Lo ha affermato il ministro della Salute Orazio Schillaci al question time al Senato. "Dove si applica la legge ci sono i risultati ma in Italia c'è una situazione a macchia di leopardo. La strada è quella della seria collaborazione - ha aggiunto - e non del qualunquismo. O si applica la legge o si deve rispondere delle proprie inadempienze". Dura la replica dell'interrogante Ivan Scalfarotto di Iv: "Lei parla di qualunquismo delle Regioni, ma ci vuole sfacciataggine a venire a parlare così oggi. Lei viene qui a dire che è colpa delle Regioni". Queste misure, spiega Schillaci, "richiedono una piena sinergia con le Regioni, che devono porre in essere puntualmente le azioni di loro competenza. Non è accettabile che a distanza di mesi dall'approvazione della legge, ci siano ancora resistenze o ritardi nell'applicazione. Così come non è accettabile rivendicare insufficienza di stanziamenti quando la Corte dei Conti nella sua ultima relazione mette nero su bianco la spesa esigua delle Regioni rispetto ai fondi ricevuti dal 2020 per le liste d'attesa. I dati comunicati al Ministero dalle Regioni indicano che ancora non state impiegate tutte le risorse assegnate dal 2022 al 2024 e che in alcuni casi i fondi sono stati destinati a tappare buchi di bilancio". La piattaforma nazionale per le liste d'attesa, il sistema per garantire al cittadino tempi certi mediante il ricorso a intramoenia o privato quando necessario, l'estensione delle visite nel fine settimana, ha aggiunto il ministro, "tutte queste misure stanno già producendo risultati tangibili nelle Regioni che le hanno implementate. Dove si applica la legge, ci sono i risultati. Non si tratta di carenza di strumenti o risorse, ma di volontà politica e organizzativa".

      Fallimento gestione sanità Regioni

      "Verrebbe da rispondere al qualunquismo dell'accusa generica di 'fallimento' con un altrettanto generico 'fallimento del modello regionale di gestione della sanità', ma questo Governo è concentrato sin dall'inizio solo sulle soluzioni, non su accuse qualunquistiche. I risultati di quelle realtà che stanno applicando la legge sulle liste di attesa sono davanti agli occhi di tutti". Così il ministro della salute Orazio Schillaci rispondendo al question time al Senato. "Conosco bene la sanità pubblica, ho fatto il medico per 30 anni, e continuo a credere che la strada sia quella della seria collaborazione ma non quella della negoziazione con l'inadempienza. Il diritto alla salute non è negoziabile. O si applica la legge o si deve rispondere delle proprie inadempienze", ha affermato il ministro. In una seconda risposta sempre sul tema delle liste d'attesa, Schillaci ha inoltre sottolineato come non definirebbe "adeguata collaborazione" da parte delle Regioni "il confronto sul decreto attuativo che prevede poteri sostitutivi del Ministero in caso di inadempienze, quando dopo mesi di confronto tecnico in cui tutte le richieste regionali sono state recepite, si è registrato un veto quasi unanime da parte delle Regioni". "Voglio essere chiaro: il nostro intento non è prevaricare l'autonomia regionale, ma sostenere il cambiamento a vantaggio dei cittadini", ha precisato. Quanto all'appropriatezza prescrittiva, ha concluso il ministro, "ci vuole veramente massima collaborazione, che però deve essere estesa anche ai medici di medicina generale". Agli inizi del 2000, ha ricordato Schillaci, "si decise di delegare le competenze in materia di gestione della salute alle Regioni italiane, generando un sistema a macchia di leopardo con tante indubbie eccellenze ma anche situazioni obiettivamente vergognose. Proprio per questo, fin dal suo insediamento, questo Governo ha lavorato per definire requisiti organizzativi di base che potessero rafforzare il Ssn". Rispetto alle liste di attesa, Schillaci chiede quindi "perché permangono realtà in cui le liste sono chiuse ma se si paga vengono aperte". Ed ancora: "Poiché è dimostrato dal Lazio, dalla Liguria e dalla Basilicata che l'adozione del Cup unico porta ad un notevole aumento delle prestazioni disponibili e quindi ad un abbattimento dei tempi di attesa, perché non si è proceduto in tutte le Regioni dopo otto mesi, in presenza di fondi dedicati? perché ci sono Regioni come il Lazio, la Basilicata e da oggi anche la Liguria che trasmettono i dati delle prestazioni in tempo reale alla piattaforma nazionale delle liste di attese altre che ancora non hanno caricato alcunché o lo fanno nei modi più strani?". La situazione accertata recentemente dalle ispezioni dei Carabinieri dei Nas, ha quindi ricordato il ministro, "non ammette scuse o giustificazioni: in una struttura su quattro ci sono irregolarità organizzative gravi". Inoltre, ha aggiunto, "si dice che mancano le risorse economiche, ma la Corte dei conti ha messo nero su bianco la spesa esigua delle Regioni rispetto ai fondi ricevuti dal 2020. Si dice che manca il personale ed è vero. Ci sono carenze in alcune specialità e ci stiamo lavorando. Mancano infermieri e ci stiamo lavorando". Tuttavia, ha concluso Schillaci, "le accuse devono essere basate sui dati reali così che si possa davvero fare qualcosa. Agenas certifica che nel quinquennio 2019-2024, il personale (fra uscite ed entrate) non è diminuito".

      M5S: fallimento Governo

      "Secondo i dati trasmessi dalle Regioni al ministero della Salute, un quarto dei fondi assegnati per l'abbattimento delle lista d'attesa negli ultimi tre anni non è stato speso. Un grosso flop della gestione regionale della sanità, l'ennesimo. In questo senso, Regioni e governo sono due fasce dello stesso, plateale fallimento. È necessario con la massima urgenza rivedere il Titolo V della Costituzione e riassegnare la gestione della sanità a una cabina di regia centrale e statale. Esiste una proposta di riforma costituzionale del Movimento 5 Stelle: si parta da quella e si ponga immediatamente rimedio a questo disastro". Lo scrivono in una nota congiunta i parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Affari Sociali di Camera e Senato. "Le risorse stanziate dal governo Meloni - sottolineano i parlamentari - sono semplicemente ridicole ed è necessario che chi è chiamato a spenderle sia in grado di farlo in maniera rapida ed efficace. La premier Meloni e il ministro Schillaci non si illudano, però, di poter scaricare tutte le responsabilità sulle amministrazioni regionali, peraltro per la maggior parte del loro stesso colore politico. Il vero, grande colpevole del fallimento sulle liste d'attesa è il governo, capace solo di fare propaganda e incapace invece di stanziare le risorse adeguate e di varare le misure necessarie"

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