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      Corbelli: L'Italia riconosca lo Ius Scholae ai figli dei migranti

       

       

      Corbelli: L'Italia riconosca lo Ius Scholae ai figli dei migranti

      24 ago 24 Dalla Calabria l’appello di Corbelli (Diritti Civili): “L’Italia, Paese simbolo nel mondo dell’accoglienza e che, grazie alla Regione Calabria, sta realizzando , a Tarsia, la più grande opera umanitaria legata alla tragedia dell’immigrazione (che continua purtroppo con nuovi naufragi e altri morti, tra cui anche una bambina, pure in queste ultime ore), il Cimitero internazionale dei Migranti, non può negare lo Ius Scholae agli immigrati che ne hanno diritto”! Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore del Cimitero internazionale dei Migranti, in fase di realizzazione a Tarsia, in Calabria, e da oltre 30 anni sempre a fianco dei migranti (tantissimi quelli di diversi Continenti, non solo africani, che ha, dalla Calabria, aiutato e salvato: uomini, donne e bambini, le cui storie sono tutte ricordate e documentate sul sito del Movimento www.diritticivili.it e, in parte, anche sulla pagina Fb), considera lo Ius Scholae un “atto doveroso da parte di un Paese civile, ospitale e accogliente come l’Italia. Andrebbe concesso anche lo Ius Soli, nel rispetto della legge, naturalmente, ma negare addirittura lo Ius Scholae è contro ogni principio non solo di civiltà e umanità ma di giustizia. Il diritto alla cittadinanza da parte di chi è nato, risiede in Italia ed ha completato un ciclo scolastico di 5 anni ed è quindi perfettamente integrato è sacrosanto e ineluttabile e dovrebbe essere condiviso e sostenuto da tutte le forze politiche, dentro e fuori il Parlamento, e non essere invece oggetto di contrapposizioni, polemiche e strumentalizzazioni. Purtroppo quello che dovrebbe essere rivendicato con orgoglio come una conquista civile di un intero Paese diventa argomento divisivo e di scontro politico che nulla ha a che fare con il tema centrale della questione che è rappresentato dal diritto di ogni immigrato, nato in Italia e che ha studiato nel nostro Paese, di essere considerato a tutti gli effetti un cittadino italiano, al pari di ognuno di noi. Questo dovrebbe essere un fatto elementare e scontato. Personalmente, per la mia ultratrentennale storia di impegno civile, libertario, garantista e umanitario e per le innumerevoli battaglie fatte anche per difendere i diritti del popolo dei migranti, trovo perfino superfluo ribadire questi concetti. Chiedo: può negare questo sacrosanto diritto dello Ius Scholae un Paese, come l’Italia, che grazie all’impegno di un Regione come la Calabria, sta realizzando, a Tarsia, un’opera umanitaria monumentale, il Cimitero internazionale dei Migranti, unico del genere nel mondo, conosciuto e apprezzato a livello internazionale, per dare dignità alla morte di quanti perdono la vita nei tragici naufragi, cancellando così quella disumanità di tutti quei poveri corpi senza nome (molti anche le donne e i bambini) che recuperati in mare e sui barconi vengono poi seppelliti, con un semplice numerino, in tanti piccoli sperduti cimiteri, quasi tutti calabresi e siciliani, che di fatto ne cancellano in questo modo ogni ricordo e riferimento per tutti i loro familiari dei lontani Paesi del mondo che non sanno dove andare un giorno a cercarli per portare un fiore e dire una preghiera? Una Nazione e una Regione, come la Calabria, che realizzano questa straordinaria opera di civiltà a Tarsia e che sono giustamente considerati nel mondo simbolo dell’accoglienza non possono che stare dalla parte dei migranti, difendere i loro diritti e rivendicare oggi, a giusta ragione, il riconoscimento dello Ius Scholae”.

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