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      Dottoressa uccisa, dichiarazioni e commenti

       

       

      Dottoressa uccisa, dichiarazioni e commenti

      19 nov 23 Il capogruppo del Partito Democratico al Consiglio Regionale della Calabria, Domenico Bevacqua, dopo gli ennesimi, tristi, gravissimi episodi di violenza verificatisi nella giornata di ieri, esprime tutta la sua preoccupazione e quella dei consiglieri dem e lancia una proposta per fare in modo che non si debbano più ripetere. “L'omicidio della Dott.ssa Francesca Romeo avvenuto in Calabria e quello della giovanissima Giulia Cecchettin avvenuto in Friuli ripropongono drammaticamente il tema della violenza contro le donne ed in generale l'originarsi sempre più preoccupante dei disvalori emergenti soprattutto nelle giovani generazioni. Ora è necessario ed urgente – dice Bevacqua - che le Istituzioni, ai vari livelli, agiscano in sincronia e producano atti che incidano profondamente su tali disvalori e sulla formazione, lasciando alle forze dell'ordine e della Magistratura il compito fondamentale della repressione. Mai come in questi casi e in tali circostanze si evidenzia l'urgenza di azioni preventive, mediante azioni mirate a livello formativo. Anche per questo il Gruppo che ho l'onore di presiedere intende porre in essere una proposta che promuova tale esigenza e ritengo che il Consiglio Regionale, in uno con la Giunta Regionale, si debbano attivare concretamente ed immediatamente in tale direzione”.

      "Sono ore di sconforto e smarrimento per l'ennesimo fatto di sangue. Ma sono anche ore in cui nuovamente e prepotentemente si contrasta la violenza in tutte le sue forme e si chiede a gran voce che i medici possano esercitare in sicurezza la propria professione". Lo afferma il segretario generale della Cisl medici, Benedetto Magliozzi, all'indomani dell'agguato alla dottoressa Francesca Romeo in Calabria. "Un nuovo fatto di sangue ha violentemente investito la Sanità strappando la vita a Francesca Romeo, guardia medica in servizio presso Santa Cristina d'Aspromonte, e ferendo suo marito, psichiatra. Pur non sapendo ancora se questo efferato attacco, un agguato a mano armata in piena regola, sia collegabile all'esercizio della sua professione - afferma Magliozzi in una nota - ci risulta impossibile non pensare che la dottoressa stesse tornando a casa al termine del suo turno di lavoro. E questo ci porta immediatamente a ricordare un anno tragico in termini di aggressioni ai sanitari, di attacchi di violenza verbale e fisica esplosa nelle sale dei pronto soccorso, nei reparti degli ospedali e negli studi medici. Attacchi di ira, escalation di rabbia, agguati premeditati. Fino arrivare all'omicidio volontario, come nel caso di Barbara Capovani, la psichiatra di Pisa uccisa da un suo ex paziente, e come ora la dottoressa Romeo". "Troppo spesso, in questi ultimi tempi - conclude il leader sindacale - a essere sotto attacco è chi mette la propria professione e la propria professionalità a servizio degli altri".

      "La notizia dell'agguato e dell'omicidio della collega Francesca Romeo ci ha lasciato senza parole. Al marito, anche lui collega rimasto ferito nell'agguato, e tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia, va il nostro più sentito cordoglio". A dirlo è Tommasa Maio, segretario nazionale Continuità Assistenziale Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), chiedendo maggiore sicurezza per i medici soprattutto nelle aree più interne e isolate. "Siamo certi - prosegue Maio - che la magistratura e le forze dell'ordine faranno presto piena luce su questo omicidio, ma non possiamo ignorare il fatto che una donna, una collega della continuità assistenziale, sia stata così brutalmente uccisa. Questo ci spinge ancora una volta a chiedere maggiore sicurezza, anche e soprattutto in quelle aree del Paese nelle quali, chi si occupa di salute, e in modo particolare di continuità assistenziale, è costretto a lavorare in assoluta solitudine". La sicurezza per i medici, conclude Maio, "è un tema che deve essere centrale nel dibattitto politico, ancor più in territori complessi martoriati. La nostra solidarietà va proprio ai medici che operano nelle aree disperse, dove le condizioni di sicurezza sono spesso carenti".

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