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      Nuovo Ospedale di Cosenza, si farà a Rende, polemiche. Domani l'accordo in Cittadella

       

       

      Nuovo Ospedale di Cosenza, si farà a Rende, polemiche. Domani l'accordo in Cittadella

      30 ott 25 Verrà firmato domani mattina a Germaneto, nella Cittadella regionale, l'accordo istituzionale per per realizzare il nuovo ospedale universitario di Cosenza sui terreni dell’UniCal, nel Comune di Rende. La sottoscrizione del documento avverrà nel corso di una conferenza stampa che i firmatari terranno presso il dodicesimo piano del palazzo della Regione alle 11:30 dove saranno presenti il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, il magnifico rettore dell’Università della Calabria, Nicola Leone, il sindaco di Rende, Sandro Principe, e il commissario delegato per gli interventi di edilizia sanitaria in Calabria, Claudio Moroni. A Cosenza, invece, dove la polemica monta di giorno in giorno, è stato convocato un Consiglio comunale per mercoledì 5 novembre, alle ore 16,00, nella sala delle adunanze di Palazzo dei Bruzi, il Consiglio comunale. Si tratterà di una seduta aperta interamente dedicata alla discussione sullo spostamento dell'Ospedale Hub di secondo livello dalla città di Cosenza alla città di Rende. Intanto il Comitato No scippo e la segreteria provinciale di Cosenza e il circolo area urbana Cosenza-Rende del Partito della Rifondazione Comunista hanno reso due note in cui esprimono la propria contrarietà alla scelta dell'ubicazione della struttura chiedendo di lasciare l'HUB ospedaliero operativo in città. Di seguito le due note:

      Comitato NO SCIPPO scrive:
      “Guccione simbolo di un inciucio politico contro Cosenza. Sfida aperta a un confronto pubblico.” Con la recente dichiarazione di Carlo Guccione, riemerge in maniera evidente l’inciucio politico che da tempo lega il centrodestra, settori del Partito Democratico e parte del cosiddetto campo largo. Un trasversalismo opaco, costruito su logiche di potere e non di rappresentanza, che i cosentini hanno già bocciato sonoramente con il voto contrario alla proposta della “Città Unica”. Questo sistema di accordi trasversali, basato su interessi lontani dai bisogni reali della comunità, rappresenta una delle cause più profonde del declino politico, sociale ed economico di Cosenza. Lo diciamo senza esitazione: esistono cosentini che agiscono contro Cosenza, e Guccione è tra questi. Il Comitato NO SCIPPO continua a denunciare e a documentare gli inganni tecno-amministrativi attraverso i quali si tenta di portare a compimento quello che definiamo senza mezzi termini lo scippo ai danni della città di Cosenza. Si tratta di un’operazione condotta nel silenzio e nella confusione normativa, che mira a sottrarre identità, autonomia e prospettiva alla nostra comunità, mascherandola dietro un linguaggio tecnico e procedure apparentemente regolari. Per noi la questione giuridica non è chiusa. Attendiamo con fiducia il parere della magistratura. Tuttavia, sottolineiamo che la dimensione giuridica rappresenta solo una conseguenza di una ben più grave emergenza democratica che si è aperta in Calabria con la concessione dei pieni poteri al Presidente della Regione, Roberto Occhiuto. Senza quei poteri straordinari, conferiti in modo anomalo e centralizzante, lo scippo ai danni di Cosenza non sarebbe stato possibile. Il Comitato NO SCIPPO, forte del crescente consenso dei cittadini cosentini e del sostegno di chi crede nella difesa della città e della democrazia locale, sfida pubblicamente Carlo Guccione a un confronto aperto e trasparente davanti alla cittadinanza e alla stampa. Un confronto nel quale ciascuno dovrà assumersi la responsabilità delle proprie parole, delle proprie scelte e delle proprie alleanze. Noi non abbiamo nulla da nascondere. Siamo pronti a discutere nel merito, con dati, documenti e argomenti. Chi ha operato contro Cosenza, invece, dovrà rispondere davanti ai cittadini. Il Comitato ribadisce che la battaglia contro lo scippo di Cosenza non è solo una vertenza amministrativa, ma una questione di dignità, di autonomia e di democrazia. Continueremo a vigilare, a informare e a mobilitare la cittadinanza finché non verrà ripristinata piena giustizia e rispetto per la nostra città. Cosenza non si tocca. Cosenza si difende. Comitato NO SCIPPO

      Questa invece la tesi di Rifondazione Comunista sezione Cosenza-Rende:
      "Il Consiglio Comunale di Rende, convocato con un’urgenza eccessiva — tale da impedire la partecipazione di alcuni consiglieri, tra cui la nostra — ha adottato all’unanimità un ordine del giorno dal contenuto e dalla forma paradossali, recante la dicitura: “Realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza” (a Rende!). Inadeguatezza di forme, tempi e dibattito democratico intorno alla questione, dentro e fuori il consiglio, appaiono di una gravità sconcertante e paradossale. Perché questa improvvisa accelerazione da parte del Comune di Rende? In che modo l’INAIL potrebbe finanziare un nuovo ospedale a Rende, atteso che le decisioni precedenti ne prevedevano la costruzione a Cosenza, nell’area di Vagliolise? L’inaspettata convergenza politica tra Occhiuto, Principe, Bilotti e Ghionna — quest’ultimo presumibilmente assente in aula per motivi personalistici, essendo membro della commissione di gara — sostenuta dall’uscente rettore dell’Unical, rischia di generare un preoccupante caos politico e istituzionale e di rallentare o compromettere sia la realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza sia quella del futuro policlinico universitario. È bene ricordare che l’attuale Ospedale dell’Annunziata soffre di gravi criticità strutturali: posti letto insufficienti, spazi angusti e inadeguati, difficoltà nel garantire standard di sicurezza e igienico-sanitari. Alla luce di tali problemi, la realizzazione di un nuovo Hub ospedaliero a Cosenza — come già previsto dagli accordi e secondo elementari principi di pianificazione sanitaria — rappresenta una necessità urgente e non più rinviabile. Tale intervento realizzato in una zona baricentrica e facilmente raggiungibile con i trasporti pubblici offrirebbe anche un’importante occasione di riqualificazione urbana per un quartiere, quello di Vagliolise, da troppo tempo trascurato dalle istituzioni. L’alternativa tra nuovo ospedale cittadino e la costruzione di un policlinico universitario ad Arcavacata è chiaramente una finta alternativa dal momento che le due strutture risponderebbero a funzioni diverse e complementari e attingerebbero nella realizzazione, almeno sulla carta, a canali di finanziamento diversi. Le polemiche campanilistiche sulle due sponde del Campagnano oscurano le reali esigenze dei calabresi e delle calabresi. Un qualsiasi nuovo ospedale, per quanto moderno e tecnologicamente avanzato, non potrà risolvere le carenze del sistema se non sarà accompagnato da un piano di assunzioni stabile e strutturale: senza medici e operatori adeguati, si rischia di continuare a costruire solo cattedrali nel deserto. Un sistema sanitario efficace deve assicurare prossimità, tempestività e continuità assistenziale su tutto il territorio. I calabresi e le calabresi vogliono l’Hub ospedaliero a Cosenza, il policlinico ad Arcavacata e molto di più: case della cura, consultori, guardie mediche e altre strutture sanitarie ben presidiate su tutto il territorio per evitare la strage quotidiana di malasanità. Riteniamo pertanto inadeguato e fuorviante il livello del dibattito emerso in Consiglio comunale a Rende ed in generale quello in essere sulla carta stampata e sui social. La salute dei cittadini non può essere subordinata a tatticismi, campanilismi o interessi estranei al bene collettivo. Così come ci siamo espressi contro fusioni di comuni imposte dall’alto in nome dell’interesse generale, nello stesso modo respingiamo decisioni in materia sanitaria prive di un reale confronto democratico. Solo attraverso sinergia, trasparenza e cooperazione tra i territori sarà possibile costruire una sanità calabrese equa, efficiente e degna dei cittadini e delle cittadine che ne devono usufruire. L’ormai famigerato metodo Occhiuto, condiviso ora da Principe, Leone e loro sodali, basato sulla forzatura e sulla prepotenza impiegate nell’utilizzo dei poteri derivanti dal ruolo istituzionale svolto hanno creato e continuano a creare soltanto problemi nella vita dei calabresi e delle calabresi".

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