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Se tu fossi me, rapporto il medico/paziente in un progetto tra cinema e teatro
Se tu fossi me, rapporto il medico/paziente in un progetto tra cinema e teatro 24 nov 24 Dopo aver realizzato tantissimi progetti teatrali per dare voce ai pazienti oncologici, l’Associazione Pancrazio affronta una prova ancora più difficile proponendo il progetto “Se tu fossi me”, scritto e diretto da Maria Teresa Carpino e prodotto dalla Addigi Srl, dalla Bici Production e dalla stessa Associazione Pancrazio. Liberamente ispirato alla storia vera di Sergio Giannino del Giudice il progetto Se tu fossi me vuole soffermarsi sull’importanza del rapporto medico/paziente e attraverso la grande amicizia di Sergio e Francesco e tocca i punti più importati della malattia, dal primo sintomo ai tanti colloqui con i medici e alle varie diagnosi. Quando una persona improvvisamente si sente male inizia a girare per medici e spesso si dispera e si disperde. L’espressione scelta IO MI DISPERDO ci deve far pensare sulle conseguenze, poco considerate, sulla diagnosi mancata. Dietro a questa espressione unica ed universale c’è un mondo di contenuti. Il paziente spesso si disperde a causa di un rapporto distaccato con il medico, ha bisogno di pazienza e di tempo. È cosi inevitabile che la percezione del paziente sia che il medico gli dedichi troppo poco tempo e che molte delle domande che vorrebbe porgli non trovino un ascolto sufficiente. Il medico deve offrire tempo e camminare con il paziente nel suo tempo. Il progetto realizzato con il Contributo della Fondazione Calabria Film Commission, gode del Patrocinio della Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO), della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs Università Cattolica Del Sacro Cuore, della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio Medico e della Clinica Guarnieri. I protagonisti del progetto saranno i medici e i pazienti che si cimenteranno in teatro a rappresentare Se tu fossi meinsieme alla proiezione di scene tratte dal lungometraggio. Quindi per la prima volte teatro e cinema insieme. Il progetto approderà in tanti teatri, ospedali e cinema italiani a Milano, Padova, Roma, Pavia, Bari, Cosenza e tanti altri. Prossima tappa il 21 gennaio al Politeama a Catanzaro, poi al Teatro Cilea di Reggio Calabria ma toccherà anche il nord a Milano al Teatro Manzoni e a Roma presso il Centro Congressi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Altre tappe in via di definizione. La prima tappa a Cosenza al Cinema San Nicola a cui parteciperanno gli attori, la regista e ideatrice del progetto Maria Teresa Carpino, Sergio Del Giudice da cui si è liberamente ispirato il lungometraggio e insieme a loro il Presidente della Regione Roberto Occhiuto, il Sindaco di Cosenza Franz Caruso, il Presidente della Fondazione Film Commission Calabria Anton Giulio Grande, il Direttore Oncologia Medica ASP di Cosenza Gianfranco Filippelli. “Sono felice del supporto dato a questo lungometraggio – dichiara Roberto Occhiuto– perché ritengo che il cinema possa rappresentare uno strumento perfetto per trasmettere messaggi importanti come quello del rapporto medico/paziente. E’ necessario affrontare questa tematica per aiutare i pazienti stessi che si trovano ad affrontare un momento delicato della loro vita” “Abbiamo deciso di sostenere questa preziosissima iniziativa, convinti che l’emozione di una storia che replica i destini di tante persone colpite da gravi malattie possa essere di stimolo per la riflessione e motivo di crescita per tutti – dichiara Anton Giulio Grande - Un’occasione per ribadire la nostra attenzione verso qualsiasi forma di diversità, disagio o condizione di fragilità”. “ Ho accettato subito l’invito dell’Associazione Pancrazio perché ritengo preziose iniziative di questo tipo. Il film ci aiuta a mettere in primo piano uno degli aspetti fondamentali della cura: il rapporto medico-paziente – aggiunge il Sindaco Franz Caruso –. Rapporto che non può che basarsi sulla fiducia reciproca e che dovrebbe esistere ancora prima della malattia, con il proprio medico di base, perché soltanto così possiamo aumentare le nostre capacità di intervento preventivo. Siamo certi che una buona prevenzione evita fino al 40 per cento circa delle diagnosi di tumore e fino al 50 per cento delle morti per cancro. Sono dati importanti che ci invitano a moltiplicare iniziative come queste che aiutano a sensibilizzare e a comunicare con il più vasto pubblico.” “La malattia mi ha cambiato molto – sottolinea Sergio Del Giudice , paziente oncologico –. Devo ammettere che mi ha aiutato a crescere e anche a conoscere meglio me stesso perché ti obbliga a rispondere a domande difficili. Mi ha insegnato a essere felice per quello che una persona possiede. “Questo progetto è diverso dagli altri perché unisce per la prima volta il cinema e il teatro. L’arte della recitazione sempre fatta apposta per suscitare valori importanti e quindi emoziona e fa sentire il pubblico in simbiosi con gli attori in scena sul palco creando un’atmosfera speciale e unica- conclude Maria Teresa Carpino, Presidente dell’Associazione Pancrazio - Mi piace ripetere la frase di Pascal perché penso che dentro sia descritto benissimo il nostro progetto: Prima di convincere l’intelletto occorre toccare e predisporre il cuore. Questo dovrebbero fare i medici.
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